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Autore: atzuki97_drarry    01/01/2018    1 recensioni
[DRARRY] [Accenni ROMIONE]
E' il sesto anno per Harry Potter alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, è tempo di verità, altri misteri e nuovi amori.
Harry dovrà ricredersi su tutto ciò che ha creduto fino a quel momento, sopratutto su tutto ciò che riguarda lo studente da lui più odiato, Draco Malfoy. Cosa accadrebbe se tutto ciò che è stato narrato non fosse andato esattamente come è stato detto? E se l'ossessione del giovane Potter non dipendesse solo dai propri sospetti come lui stesso crede? E se la pressione straziante di Draco non riguardasse solo il compito a lui assegnato?
(Premetto che questa è la mia prima Fanfiction su Harry Potter, spero di aver fatto il possibile per far uscire qualcosa di decente, la Fanfiction riporterà alcune piccole parti (quelle che riterrò più essenziali per lo sviluppo della FF) così come scritte nel libro o leggermente modificate, mentre tutto il resto ovviamente è nato dalla mia mente malata di Drarry. Spero che questa storia sia di vostro gradimento.)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Il trio protagonista, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Gli ultimi giorni di vacanza passarono in fretta, seguendo lo stesso monotono rituale fatto di disperazione, amore e speranza.

Harry non aveva saltato un solo giorno nel far visita a Draco sperando che una buona notizia lo attendesse sotto il clima natalizio. Più di una volta era crollato nuovamente sulle spalle immobili di Draco e su i suoi vestiti sempre profumati di pulito, troppo stanco di sopportare tutte le responsabilità e gli avvenimenti che mai dovrebbero colpire un ragazzo della sua età. Lo aveva fatto anche con Madama Chips lì presente, che sconfortata si faceva forza nel non pressarlo ulteriormente in quei momenti così delicati.
La risposta di Hermione era arrivata qualche giorno dopo a motivare le sue giornate, avevano comunicato, come Harry si aspettava, che si sarebbero messi all’opera immediatamente e che se avessero trovato qualche informazione importante riguardo l’armadio, lo avrebbero subito contattato. Questa era una delle poche speranze che erano rimaste.

E così arrivò il giorno di Natale, ed Harry per la prima volta dopo l’ultimo Natale passato insieme ai Dursley, si sentiva estremamente solo.
Perfino l’alzarsi dal letto era una completa agonia, nessuna gioia natalizia, odore frizzantino nell’aria, nessun regalo da scartare ai piedi del letto. Harry era sicuro che i suoi amici di ritorno dalla Tana, avrebbero portato per lui qualche pensiero, anche il solito caldo maglione cucito dalla signora Weasley gli sarebbe bastato ma neanche di quello nessuna traccia, lettera o quant’altro. Doveva ammettere di sentirsi anche piuttosto sollevato, preso dalle liti e da quello che era capitato a Draco, comprare regali natalizi era l’ultimo dei suoi pensieri, si trovava a mani vuote da entrambi i fronti.
Con estrema calma si lavò e vestì per scendere alla Sala Grande, Silente avrebbe tenuto un discorso particolare per gli studenti presenti ad Hogwarts.
Quando finalmente arrivò, l’enorme sala riccamente addobbata e i pochi studenti erano tutti riuniti felicemente a bere, mangiare e cantare canzoni magiche natalizie. I fantasmi delle varie case si tenevano a braccetto e cantavano con loro, perfino il barone sanguinario sembrava essere coinvolto, pur cercando di mantenere un atteggiamento serio e lo sguardo spaventoso.
I professori e il resto del personale erano ancora seduti ai soliti posti a consumare un’enorme scorta di cibo, tranne Silente ed Hagrid. Il primo, seduto, si guardava intorno allegramente e di tanto in tanto scambiava due parole con la professoressa McGranitt; Hagrid invece, sistemava vari regali sotto un enorme albero. Gli si avvicinò.
–Buongiorno Hagrid, buon Natale.– richiamò l’attenzione con non molto entusiasmo.
–Buon Natale, Harry!– salutò, sfoderando un enorme sorriso. –Ecco, questo è per te– disse porgendogli un pacchettino infiocchettato.
–Hagrid, non dovevi… Io non–
–Non importa Harry, non importa!– lo rassicurò con la sua solita aria generosa –Stai passando un momentaccio Harry, Madama Chips e Lumacorno dicono che tu e Draco Malfoy sembrate più legati ultimamente, impossibile dico io. Quel ragazzaccio è stato davvero tremendo con voi ragazzi, ma nessuno si merita questo, o forse qualcuno si. Ma questo non dovrei dirlo… –
–Si, beh, ti ringrazio Hagrid– disse Harry aprendo il pacchetto. Al suo interno una coppia di fermacravatte artigianali dipinti con i colori della sua casa, uno placcato di rosso con del rame e l’altro con del giallo dorato. Erano a forma di ippogrifo intagliato su un legno duro ma prezioso. –Sono bellissimi!– esclamò Harry meravigliato. Ripensò alla prima volta che vide Fierobecco, Harry era stato il primo ad avvicinarvisi amichevolmente e l’animale lo aveva accettato, permettendogli di cavalcarlo. Anche Draco aveva effettuato un tentativo, ma venne colpito dall’ippogrifo a causa dei suoi modi e delle offese rivolte alla creatura, nonostante Hagrid avesse avvertito tutti gli studenti che gli Ippogrifi essendo creature altamente orgogliose e sensibili, non bisogna assolutamente rivolgersi a loro con termini e intenzioni negative. Quella volta Draco aveva messo su un polverone enorme per un graffietto insignificante, adesso invece stava messo male sul serio. Anche lui come l’ippogrifo è una persona estremamente orgogliosa, e questo gli si è ritorto contro.
Harry doveva intuirlo che con Draco era tutto appeso su un filo di un rasoio, aveva usato termini negativi, lo aveva innervosito di proposito come il Draco di un tempo, ma a rimetterci non era stato lui. Per poco. Aveva di nuovo sbagliato tutto, eppure avvicinarsi a una creatura mitologica che necessitava amore e cautela era stato più facile e naturale, avvicinarsi a Draco invece sembrava impossibile.
–Non assomigliano a Fierobecco?– chiese Hagrid nostalgico –Ho subito pensato a te, vedendoli–
–Si, è vero.– confermò, iniziava a sentirsi a disagio. Con tutto quello che stava accadendo, non aveva minimamente pensato ai regali di Natale, né per Hagrid, né per i suoi amici, né tantomeno uno per Draco, quando si trovava in quella camera pensava solamente a quel momento, fermo nel tempo; non pensava che intanto il tempo scorreva lì fuori.
–Ecco, io… Non so come ricambiarti, non ho pensato per nulla ai regali da fare quest’anno, sono davvero mortificato–
Hagrid gli sorrise –Non dire Bagianate Harry, nessuno ti biasima per quello che stai affrontando ragazzo– gli diede un enorme pacca sulla schiena e si allontanò con un gran sorriso.  Harry annuì vedendolo allontanarsi, subito dopo prese posto lungo la tavolata Grifondoro e iniziò a mangiare un po’ di tutto. Si rese conto che era da un po’ che non ingeriva un vero pasto, aveva passato le ore del pranzo e della cena a dare i turni con i ragazzi per non lasciare mai troppo tempo Draco da solo. Certe volte invece, la fame non lo colpiva proprio, soprattutto in quei giorni davvero estenuanti, passati ai piedi del letto di Draco a recitare le solite preghiere.

Quando arrivò il momento del dolce, Silente si alzò dal suo posto e si mise in bella vista per rivolgere a tutta la sala il suo annuncio, Harry aveva già lo stomaco nuovamente chiuso.
–Felice Natale!– Augurò radioso Silente, con le braccia aperte come a voler circondare i pochi rimasti ad Hogwarts con un caldo abbraccio. –Spero che le portate principali del banchetto siano sempre di vostro gradimento. Prima che possiate andare a scartare i vostri regali mi duole annunciare, per chi ancora non lo sapesse, che uno studente non potrà essere tra noi per farlo, né tanto mento a gustare i dolci che presto ricopriranno le nostre tavole. Draco Malfoy si è ferito accidentalmente con la sua bacchetta  e si trova ora, nel giorno di Natale, in un letto d’infermeria. Spero che passerete un ritaglio del vostro tempo in un visita di cuore, sapete, la magia più forte che si possa fare è racchiusa nell’amore, sono fermamente convinto che chiunque, in qualsiasi stato si trovi, possa avvertirlo. Il dono natalizio di più grande utilità che possiate fare a questo ragazzo è essere lì per lui.–
Harry si guardò intorno. La maggior parte degli studenti sembrava essere turbata dalle parole del preside, dato forse dai sensi di colpa per aver festeggiato senza aver rivolto al compagno di scuola un misero pensiero, o forse erano semplicemente preoccupati dalla notizia, parecchi di questi sembravano non saperne nulla. Altri invece sembravano assolutamente indifferenti e avevano già ripreso a mangiare le portate zuccherate appena apparse sui tavoli, molto probabilmente erano tutti ragazzi che Draco aveva bullizzato o che comunque non gli andavano per nulla a genio.
Ancora una volta Harry era silenziosamente riconoscente ad Albus Silente, le sue parole lo avevano colpito in prima persona. Era sicuro che in quel discorso era celato ben di più, erano parole di conforto, di sostegno, di amore. Un sentimento che Voldemort non conosceva, il suo punto debole, la chiave che avrebbe permesso di vincere tutte le battaglie.

Era scontato quindi che per prima cosa in quella giornata fosse stata la visita a Draco, lo sarebbe stata comunque anche senza il discorso di Silente, ma quest’ultimo rendeva la cosa più urgente.
Varcò la soglia dell’infermeria stringendo ancora tra le mani il pacchetto con dentro il regalo di Hagrid, si commosse vedendo che Blaise e Nott fossero già seduti intorno al letto di Draco a ridere e scherzare come se lui li stesse a sentire attivamente. Stavano raccontando chissà quale accaduto buffo della giornata.
–E’ arrivato Harry!– rivelò Blaise alle orecchie di Draco.
–Buon Natale– rispose lui, avvicinandosi. Sul letto erano sparsi pezzi di carta regalo colorata, ma di regali nessuna traccia. Anche in quelle situazioni i Serpeverde ci tenevano ad esporsi nella loro privacy. –Avete sentito il discorso di Silente?– chiese loro.
Theodore puntò lo sguardo sul pacchetto che Harry aveva tra le mani e sorrise impercettibilmente. –Si, una parte mentre ci dirigevamo qui– confermò. –Silente sbaglia nel pensare che Draco sia un ragazzo solo– confidò senza pensarci troppo.
–Noi siamo sempre qui per lui– aggiunse Blaise –Sono sicuro che questo lui lo sa–
–Si risveglierà grazie al nostro supporto– continuò, lanciando però occhiate alla porta, forse in fondo temeva che Silente avesse un minimo di ragioni per tener su quel discorso.
E mentre Harry si sedette nel suo ormai posto fisso sul letto al fianco di Draco, proprio quando stava per aprirgli il suo pacchetto, qualcuno sembrò ascoltare le loro parole e bussò alla porta.
Un gruppo di cinque ragazzi entrò con aria timida nella stanza, erano tutti del primo anno.
Theodore li squadrò con aria superiore, quasi sicuramente quei ragazzi non sapevano bene neppure chi fosse Draco Malfoy, se non per la nomina della famiglia. Dovevano essere stati toccati dal discorso di Silente e volevano aiutare in qualche modo.
Possiamo entrare?– chiese uno, Harry lo osservò pensando a quanto piccoli sembrassero e a quanto probabilmente anche lui un tempo era apparso così insicuro agli occhi dei studenti più grandi.
–Buon Natale– disse un’altra, una ragazza Tassorosso, vedendo che i tre ragazzi li fissavano con aria curiosa e incredula.
–Buon Natale!– rispose Harry non trattenendo il sorriso –Entrate pure–
–Cercate Madama Chips?– chiese Blaise. A quanto pare le loro parole nei confronti di Draco erano parole di incoraggiamento verso se stessi, pensavano che Draco avessere degli amici su cui contare e che solo quelli ci sarebbero stati per lui e gli sarebbero bastati.
– No – rispose un terzo  –Volevamo sapere, ecco, come sta?– chiese indicando Draco disteso sul letto.
–E’ stabile– rispose ancora una volta Blaise.
I cinque ragazzi annuirono e restarono in silenzio senza sapere cosa fare. Harry li invitò ad accomodarsi sulle sedie vuote destinate alle visite degli altri pazienti, le avvicinò al letto di Draco prima di farli sedere sopra.
–E’ il vostro primo Natale qui ad Hogwarts?– chiese Harry, era una domanda stupida dato che i ragazzi erano del primo anno, ma Harry non trovò altro da chiedere per farli sentire al proprio agio.
Il ragazzo che aprì la porta annuì –E’ un posto magnifico– rispose e Harry dedusse che probabilmente era un nato babbano, Hogwarts risultava dieci volte più incantevole agli occhi di chi non era abituato alla magia.
–Non vi manca casa in un giorno come questo?– chiese Blaise, Harry era sicuro che volesse sapere cosa spingesse dei ragazzini del primo anno a trascorrere il loro primo Natale ad Hogwarts vicino ad un letto d’infermeria.
I ragazzi scrollarono le spalle all’unisono e Harry capì che ognuno di loro portava un peso sulle spalle che volevano lasciare a casa. Magari era quello il motivo per cui erano lì con loro, sapevano forse cosa significasse passare dei pessimi Natali, magari volevano semplicemente non far sentire solo nessuno in quel giorno di festa o aiutare in modo significativo come aveva assicurato Silente. Ripensò a tutti i periodi Natalizi passati a casa dei Dursley e comprese che anche Harry aveva sempre fatto lo stesso. Decise che era meglio evitare ulteriori domande.
–Credo che Silente abbia ragione, sono sicuro che Draco starà presto meglio, che ci senta e che parte sarà anche merito vostro– disse.
Prima che i ragazzi potessero rispondere la porta bussò di nuovo. Una coppia di ragazze Serpeverdi si presentò davanti la soglia.
Blaise e Theodore le salutarono con un gesto misurato del capo e l’aria seria, sembravano essere in confidenza.
Si avvicinarono a Draco superando i ragazzi del primo anno senza neppure vederli –Come sta?- chiese la ragazza che sembrava uno o due anni più piccola di loro, rivolta ai suoi compagni di casa, senza aver prima salutato nessun altro.
-Lo sapreste se foste passate di qui qualche volta prima di adesso- rispose Theodore.
–Daphne e io non sapevamo delle condizioni di Draco, è stata una sorpresa per noi il discorso che ha tento Silente–
–Mi risulta difficile credere che proprio voi due non sapeste nulla su Draco- confermò Blaise.
Harry ascoltò in silenzio lo scambio di battute. L’astio di Blaise e Theodore gli fece venire in mente chi potessero essere le due ragazze: Daphne e Astoria Greengrass.
Girava voce che Draco l’anno precedente avesse avuto una storiella con quest’ultima, la sorella minore. Aveva dimenticato il pettegolezzo, Harry non faceva molto caso a queste cose chiunque riguardassero, sapeva cosa significasse essere tormentato a causa di gente che non sapeva tener a freno la lingua.  Adesso gli atteggiamenti dei ragazzi però sembravano confermare le dicerie e improvvisamente la ragazza gli fece antipatia.
–Non importa– si intromise Harry, beccandosi l’occhiataccia di tutti e quattro Serpeverde e i ringraziamenti silenziosi dei ragazzi del primo anno. –Questo atteggiamento non aiuterà Draco a stare meglio, non importa i motivi per cui sono qua o se ne erano a corrente, sono qua e questo è l’importante–
Blaise lo guardò come dire “non hai idea di chi stai difendendo” e Harry avrebbe voluto dirgli che qualcosina la sapeva e che avrebbe anche lui tanto voluto non rivolgerle la parola.
Così dicendo, in silenzio si sedettero tutti intorno a Draco. Man mano che il tempo passava tutti sembrarono sciogliersi un po’ di più. Iniziarono le chiacchiere calorose e qualche risata, mantenendo un certa distanza però tra la coppia di fidanzati e quella delle sorelle. Anche se i problemi personali sembrassero sciamati per un po’.

Fecero portare dagli elfi domestici un po’ di bevande e qualche snack, inizialmente sembrava a tutti un comportamento un po’ scortese nei confronti di Draco, ma poi si resero conto che effettivamente era già ora di pranzo e tutti avevano bisogno di riempirsi lo stomaco e non era giusto lasciare solo Draco solo per quello. Fortunatamente il mondo magico facilitava certe situazioni, esistevano pozioni da somministrare ai pazienti d’ospedale come se fossero un pranzo completo, senza aver bisogni di tristi e dolorosi tubi infilzati in ogni dove. Ovviamente era Harry a occuparsi di questo quando l’infermiera non c’era negli orari dei pasti.
Quindi iniziarono tutti a mangiare allegramente, quando tutti erano distratti dalle chiacchiere e dal cibo portato alla bocca, Harry si ricordò del pacchetto di Hagrid. Riaprì la scatola rivelando i fermacravatte. Dal primo momento in cui li adocchiò pensò subito a Draco, erano in coppia e pensò che non ci fosse dono più azzeccato per loro in quel momento. Con attenzione, prese quello dorato e lo posizionò nella cravatta verde-argento di Draco. L’oro era un colore che sarebbe andato bene anche per un serpeverde nonostante fosse l’opposto del loro simbolico argento. Opposti sarebbero stati anche i significati che gli avrebbero attribuito.
Fissò  per bene il tutto e prima che potesse sfilare la mano, quella di Draco si strinse intorno la sua, bloccandolo per un millesimo di secondo.
Harry sussultò per lo stupore e scattò in piedi.
–Draco?!– chiamò, ma quello non rispose.
–Harry?– chiese Blaise con voce preoccupata.
–Mi ha stretto la mano. Sono assolutamente certo che mi abbia stretto la mano– disse scosso.
Tutti i presenti si girarono a guardare Draco, che stava ancora beatamente immobile nel suo letto.
–Ok,– disse Theodore –sarà stata la tua immaginazione–
Harry gli rivolse uno sguardo offeso –Non sono ancora pazzo – ribatté asciutto. Si diresse alla porta, doveva assolutamente avvisare Madama Chips la quale doveva trovarsi ancora con gli altri professori.
Ma non ce ne fu bisogno, girò il pomello della porta e l’aprì, vide che lei stava per arrivare, con Piton e Narcissa, la madre di Draco, al seguito.

Quando Madama Chips vide Harry uscire dall’infermeria sorrise, si rivolse verso Narcissa e le disse qualcosa che Harry non riuscì ad udire. Quando arrivarono di fronte al ragazzo, l’infermiera prese a parlare –Vede? È il suo angelo custode–.
Harry in un qualunque altro momento come questo sarebbe sprofondato sotto terra per l’imbarazzo e per la paura dello sguardo glaciale che Narcissa gli rivolgeva. Ma adesso non aveva tempo per questo.
-Madama Chips! Draco si è mosso!– quasi urlò.
–Si è mosso?– chiese lei con voce stranamente pacata e sollevata.
–Ecco, si… Mi ha stretto la mano per qualche secondo– disse Harry evitando lo sguardo dei tre adulti, quello che più gli pesava non era quello della Signora Malfoy, ma quello del professor Piton. Silenzioso, severo e immobile, come se sospettasse qualcosa che non era tenuto a rivelare alla donna al suo fianco.
Madama Chip sorrise soddisfatta e in fretta si fece largo all’interno della stanza. Naecissa e Piton la seguirono a ruota bloccandosi però sulla soglia, alla vista di tutti quei ragazzi. Tutti loro, a turno, iniziarono il loro giro di domande. “Che succede?” “E’ vero? Si sta svegliando?” “Chi è quella signora?”.
-Ragazzi- li richiamò l’infermiera dopo essersi accertata delle condizioni di Draco –Ho bisogno di silenzio per poter lavorare, La signora Malfoy ha bisogno della sua privacy per trascorrere il Natale con suo figlio. Vi aggiornerò personalmente se qualcosa dovesse cambiare, va bene? Liberate la stanza senza fare baccano per favore–
Senza farselo ripetere due volte tutti i ragazzi presenti liberarono le loro sedie e si dileguarono, Blaise e Nott sembrarono stantii nel voler lasciare la stanza, ma si convinsero quando passarono di Fianco a Narcissa che li salutò con un impercettibile movimento del capo. Anche Harry stava per lasciarli soli contro la sua totale volontà, ma fu bloccato prima che potesse lasciare la stanza.
–Harry, caro. Resta qua– ordinò Madama Chips. Lui ordinò ma si sentì inquieto, la madre di Draco si era già seduta accanto al figlio e stringeva tra le mani adornate di peziosi gioielli, la mano del figlio. Sperò tanto che Draco le stringesse la mano, a confermare che Harry non stesse uscendo di testa per la troppa speranza. Madama Chips gli fece cenno di muoversi e tornare al suo posto, lui si ritrovò incerto sul da farsi, si chiese se quello in famiglia sia un momento troppo intimo per essere invaso da un estraneo che si era insediato in quella stanza, un estraneo che loro odiavano tra l’altro. Anche se non capiva perché Piton fosse anche lui lì con loro. Si avvicinò incerto al letto, Harry era la causa del marito ad azkaban, suo figlio era bloccato la sopra e suo padre non poteva assisterlo per colpa sua; oltre al fatto che lui era anche la causa della tragica situazione di Draco, non meritava di essere chiamato “Angelo custode”.
-E’ vero che ti sei occupato di mio figlio in questi giorni? Chiese Narcissa seria in viso.
-Come può vedere- si intromise l’infermiera.
Harry arrossì imbarazzato –Anche Blaise Zabini e Theodore Nott gli sono stati accanto, sono i suoi migliori amici. E oggi perfino altri studenti hanno preferito passare il Natale con suo figlio–
Narcissa annuì serrando le labbra in silenzio, poi portò il suo sguardo verso Draco. Sembrava più colorito e sereno ma ancora allo stesso modo dormiente, doveva percepire la presenza della madre o stava davvero riprendendosi alla svelta.
-Madama Chips…– chiamò l’attenzione dell’infermiera -la stretta di mano, il suo colorito… Si sta riprendendo?–
Madama Chips sorrise smagliante prima di rispondere –Il Professor Piton ha trovato qualcosa che sembra funzionare, del dittamo fresco. L’abbiamo somministrata sta mattina e già sembra dare i suoi fruttii! Sai, la medicina è così immensa, me ne vergogno un po’ a non conoscere le proprietà curative di ogni elemento in natura, sarebbe così utile!–
Harry rivolse un nuovo sguardo al professore, lui non aveva smesso di guardarlo con superficialità e ribrezzo. Se Piton conosceva l’incantesimo quel tanto da non far arrivare Draco morto all’infermeria ed era a conoscenza perfino di una cura, perché non l’ha riferito immediatamente all’infermeria? Cosa aspettava?
–Speriamo che lescorte bastino per una completa guarigione, è l’unica speranza che abbiamo– continuò.
–Bene– disse Narcissa alzandosi dal letto e spolverandosi le ampie gonne, prese in mano i vestiti puliti che Harry aveva lasciato sul letto e intimò Harry di lasciarli soli, quando però le mani della donna si posarono sul fermacravatte che Harry aveva donato a Draco , lo fermò. –Sei tu che ti occupi anche del guardaroba?– chiese tesa e guardigna, il suo sguardo lo trafiggeva come una lama affilata. Normalmente avrebbe pensato che reagisse in tal modo per il disonore che poteva procurare alla grande famiglia purosangue, l’essere cambiato e sistemato da un grifondoro, da Harry Potter, o che magari fosse inorridita per il pessimo gusto in fatto di fermacravatte. Ma Harry sapeva quale preoccupazione era celata dietro quella semplice domanda.
Il Marchio Nero.
Era ovvio che la madre ne era a conoscenza, sicuramente Draco era stato costretto a diventare un mangiamorte dopo l’arresto del padre e lui era per conclusione il loro nemico, Harry poteva benissimo denunciare il tutto, Narcissa si chiedeva con molta probabilità perché ancora non lo avesse fatto, perché proprio lui stesse nascondendo la cosa o se davvero ne era a conoscenza. Se le intenzioni verso suo figlio erano veri atti premurosi o tattica nemica.
Harry non aveva risposte a tutto questo o se per certi versi ne aveva, non poteva darne.
Harry fece la cosa più onesta che potesse fare, si girò a guardarla dritta negli occhi e annuì, sperando di trasmetterle con decisione tutto quello che provava per il figlio.  Narcissa si soffermò sul suo sguardo per qualche secondo poi lo spostò su quello immutato di Piton, un discorso muto si era sicuramente formato tra i due adulti, ma lei non disse nulla, ignorò completamente il Harry Potter e dedicò tutta la sua attenzione a Draco, gli accarezzò il viso e il volto di gelo della donna sembrava sciogliersi impercettibilmente.
–Harry– chiamò l’infermiera alle loro spalle, rompendo il silenzio che si era venuto a creare. –Dimenticavo di dirti che la signora Malfoy starà con Draco per qualche giorno, ovviamente tutto quello che facevi tu per lui spetta a sua madre per questo periodo di tempo, quindi sarai felice di sapere che non sei tenuto a venire anche in orari improponibili. Ti spetta un meritato riposo.–
Harry rimase in silenzio ma fece segno di aver capito, con finta gratitudine, sentendosi un perfetto intruso, uscì dalla stanza.


Le vacanze Natalizie così facendo passarono in fretta. Narcissa occupava tutto il suo tempo alle cure di Draco ed Harry non si lasciava scappare comunque la sua visita quotidiana ogni qual volta che la madre del Serpeverde era impegnata in altre faccende o nel riposarsi. Piton entrava e usciva dall’infermeria per dosare la giusta quantità di dittamo per la guarigione. Draco sembrava riprendersi ogni giorno sempre di più, ma di svegliarsi non c’era ancora notizia, e questo sembrava non dare pace Narcissa che ogni tanto non sembrava mostrare nessuna intenzione di voler abbandonare la propria postazione e quindi Harry era costretto a condividere quel momento che gli toccava tra l’ansia che gli venisse rifilata qualche domanda scomoda e l’urgenza di capire cosa stava succedendo.
Era tutto troppo surreale, tutti stavano fingendo ma nessuno proferiva parola. Che tutti stessero agendo unicamente per amore di Draco?

Nessun gufo è arrivato dalla Tana, pensò Harry la mattina del rientro di tutti gli studenti ad Hogwarts.
Questo significava con molte probabilità che i suoi amici non erano riusciti a cavare un ragno dal buco. Si era alzato e vestito, sul suo comodino era appoggiato il pacchetto con dentro il singolo fermacravatte di Harry, nel momento in cui lo indossò si ricordo di non aver ancora preso uno straccio di regalo per Ron ed Hermione, nonostante il periodo poco stabile che stavano attraversando era sicuro che al loro ritorno avrebbero portato qualcosa per lui, che sia un regalo concreto o un pezzo di avanzo del cenone alla Weasley poco importava. Doveva comprare qualcosa per i suoi amici, doveva andare ad Hosgmeade. Sarebbe tornato prima del rientro degli alunni, che solitamente era previsto per il pranzo.
Corse al terzo piano, sulla scalinata dove era posta la Statua della Strega Orba. Quando ci si trovò di fronte sfilò la bacchetta e con questa sfiorò la gobba marmorea -Dissendium- pronunciò e la gobba sulla statua si aprì rivelando il suo accesso per la cantina di Mielandia, si guardò intorno e accertandosi che non ci fosse nessuno nei paraggi sgattaiolò dentro.
Quando arrivò fortuna volle che il proprietario non fosse al piano di sotto a sistemare qualche prodotto, salì velocemente le scale e si mischiò alla folla di clienti che nel periodo festivo era sempre più numeroso. Comprò un pacco Extralarge di Fildimenta Interdentali per Hermione ricordando la professione dei suoi genitori e delle Api Frizzole di ugual misura per Ron. Si girò per tornare immediatamente ad Hogwarts ma scontrò contro un gruppetto di ragazzi che teneva un sacchetto di dolciumi in una mano e degli oggetti vari e apparentamente banali nell'altra. Harry si ricordò di quello che George Weasley gli disse su i nuovi prodotti di Zonko.
Potrebbero tornarmi utili, pensò. Quelle cianfrusaglie erano pensate per non far del male a nessuno, in teoria erano pensate per fare degli stupidi scherzi, ma chi lo diceva che non fossero utili per far sputare il rospo a qualcuno? Dire la verità poteva far del male a qualcuno? Forse si, ma valeva la pena tentare. Con il Veritaserum era andato tutto a monte, e Harry era sicuro che Draco avesse usato uno di quegli oggetti per convincere Madama Rosmerta a sabotare l'idromele che per questo aveva fallito, quindi era abbastanza certo che era davvero troppo rischioso provare ancora una volta su di lui, ma al momento c'era altro che era premuto a chiedere, qualcosa che lo turbava. Che intenzioni aveva Piton, perché lo ha tenuto in condizioni critiche di proposito e cosa aspetta per accelerare le cose? Era estremamente folle e rischioso quello che stava pensando ma voleva ottenere un minimo di senso a tutta questa storia.
Scelse da Zonko una bacinella molto simile a quelle che Harry aveva visto nell'ufficio di Piton usate per schiacciare in polvere diversi ingredienti vegetali. Il commesso spiegò che l'oggetto avrebbe iniziato il suo effetto non appena il proprietario avesse pronunciato il nome della vittima al prodotto, una volta comprato tornò in tutta fretta ad Hogwarts. La deviazione al negozio di scherzi gli costò la tempistica perfetta, gli studenti erano già tornati tutti e si stavano già sistemando lungo le tavolate per il pranzo, Silente aveva già fatto il suo discorso di buon rientro. Harry scrutò la folla in cerca di Hermione e Ron. I suoi amici erano ancora in piedi, avevano l'aria turbata probabilmente perché non riuscivano a capire dove fosse finito Harry. 
-Ragazzi!- urlò lui adocchiandoli. Si prestò a muoversi il più velocemente possibile verso la loro direzione. 
-Harry!- chiamarono all'unisono loro, quando quest'ultimo li raggiunse.
-Buon Natale, in ritardo- sorrise Hermione. Aveva l'aria un po' afflitta e gli occhi cerchiati da profonde occhiaie. 
-Buon Natale Ragazzi- Rispose Harry. Guardò Ron che lo guardava di sottecchi turbandosi su ciò che poteva o non poteva dire. Hermione lo aveva sicuramente bacchettato durante tutte le vacanze alla Tana. 
-Buon Natale Harry- disse poi - Mi dispiace per tutto quello che è successo, Adesso siamo qui. Abbiamo fatto il possibile per trovare un modo per esserti utile ma non c'è stato verso di scovare qualcosa di nuovo. 
-Non vi preoccupate-, rispose Harry, -credo che ormai l'unica soluzione sia chiedere a Silente qualche informazione in più, sperando che ciò non lo faccia insospettire troppo. Draco ha bisogno di tempo per riprendersi e fornirci ogni più dettagliata spiegazione, che lo voglia o meno. - Ron si trattenne nel scuotere la testa per la frustrazione, pensava che la posta in gioco era troppo grande per rallentare il loro raggio di azione e reazione a causa di un ragazzo che probabilmente era la causa di gran parte dei problemi e ostacoli che avrebbero impedito al prescelto di avvicinarsi alla sconfitta di Voldemort. 
I ragazzi si erano già incamminati nel loro dormitorio, avevano troppe cose da dirsi per pensare al mangiare. 
-Mi dispiace per Malfoy, beh, non troppo a dire il vero. Ma Harry, ho bisogno di tempo per assimilare un bel po' di cose. - Ron guardò in viso Harry, che aveva assunto un'aria tesa ma pacata, era tutt'orecchi. - Cosa gli è successo esattamente?-
Harry trattenne il respiro prima di prendere a parlare, non aveva aggiunto molto rispetto a quello che aveva riportato nella lettera. Le bugie rischiano di arricchirsi troppo con dettagli incongruenti. Racconto loro però, il sospetto sempre maggiore che nutriva per Piton. 
-Quindi tu pensi che il professor Piton abbia rallentato di proposito la guarigione di Malfoy? -domandò Hermione stordita. -Perché? - chiese.
-Non lo so- rispose Harry -Ma ho intenzione di scoprirlo. -
Entrati in sala comune Grifondoro Harry sfilò la bacinella che aveva comprato dalla tasca interna della divisa, raccontò loro della punizione di Piton e del suo piano per il tentativo di fargli sputare il rospo. Ovviamente aveva raccontato che si era beccato una punizione a causa del suo indagare per i suoi sospetti e Sicuramente proprio per questo il piano di Piton riguardava in ogni caso l'essere sotto il controllo del professore, quindi vicino alle sue cianfrusaglie da pozionista, se così fosse davvero, aveva pensato un modo per posizionare la bacinella senza troppi problemi. 
-Tu devi essere impazzito- disse Hermione con voce preoccupata -Ti farai espellere-
Harry rise, essere espulso ormai era la cosa meno grave che gli potesse capitare. -Bene- disse Harry cambiando argomento. -Questo è per voi. Di nuovo buon Natale- disse e diede loro i rispettivi pacchetti di dolciumi. -Non è molto- si scusò Harry, ma sapeva che con loro non servivano ulteriori parole di scuole o di spiegazioni. 
-Grazie Harry!- risposero loro comunque contenti come bambini, Hermione rise per qualche minuto cogliendo il dettaglio celato nel suo regalo. 
-Anche noi abbiamo qualcosa per te- disse Ron, raccogliendo un Sacchetto che posarono nella stanza precedentemente, proprio sopra uno dei divani. Lo diede ad Harry e quando lui lo scartò rise soddisfatto, anche lui aveva ricevuto delle caramelle per Natale e uno dei soliti maglioni della signora Weasley. Non poteva essere più felice, sapeva anche lui che dietro quelle caramelle era nascosto un motivo analogo al suo, era sicuro che i ragazzi non avessero riposato neanche un giorno in pieno diritto scolastico, anche loro avevano trascorso le vacanze cercando di venire a capo di tutta quella assurda situazione. 
Era l'ultimo giorno di riposo, le lezioni sarebbero riprese regolarmente l'indomani, quindi indossò immediatamente il Maglione della signora Weasley, gli era Mancato. Anche quest'anno era di un bel color verde, si chiese se durante tutti questi anni la signora Weasley volesse già dirgli qualcosa. 
Passarono la serata festeggiando il loro natale posticipato, scaldandosi con il focolare e mangiando i dolcetti appena ricevuti.
 
*Angolo Autrice*
Con questo capitolo, ragazzi, vi auguro Buon Anno Nuovo! (E Buon Natale, in ritardo. -cit. Hermione)
Come buon proposito per il 2018, ho l'obbiettivo di concludere finalmente questa travagliata Long. Spoiler: Manca poco! <3





 
  
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