K o k u h a k u


 

Perché erano tutti preoccupati per il colloquio coi genitori? Mitsuki non riusciva proprio a capirlo: era solo una chiacchierata con il maestro Shino. Nel suo caso lo aveva definito un alunno dalle potenzialità enormi, che si era inserito bene nella classe e sarebbe diventato uno shinobi di prim’ordine, tutto qui.
«Continua così, figlio mio.» Si fermarono in mezzo al sentiero della foresta, oltre i confini di Konoha. Orochimaru gli rivolse un sorriso sghembo: era giunto il momento di concludere la visita. «Ci rivedremo presto.»
«Aspetta… Ho un annuncio da comunicarti.»
Percepiva nell’aria l’esitazione della sua creatura, che non era solita provare emozioni particolari. Gli ispirava una certa vulnerabilità e non riuscì a spiegarsi perché fosse agitato: non c’erano pericoli o nemici in arrivo. Attese pazientemente, con un fastidioso e al contempo eccitante senso di curiosità a stuzzicargli le viscere.
Mitsuki, al sentirsi addosso i suoi occhi serpentini, abbassò lo sguardo: era come se un’invisibile lancia di ghiaccio lo stesse trafiggendo. Strinse i pugni cerei e confessò, d’un fiato, senza scuse o mezzi termini: «Sono attratto dal mio stesso sesso.»
Il peso immane che gli schiacciava lo stomaco se ne andò, ma rimase un fondo di ansia. Credeva di ricevere un sonoro schiaffo, o un commento sprezzante, o semplicemente che non gli importasse, perché colui che chiamava padre era sempre imprevedibile. Ci fu del silenzio, che servì solo a tenerlo sotto pressione, poi una risata di spirito.
«Perché, credi che io non lo sia?»
Silenzio.
“Ah” pensò solo, con il vuoto in testa. Doveva aver appena assistito a ciò che la gente chiamava un colpo di scena. Aveva forse ricevuto la sua approvazione, inoltre?
Nel frattempo sentirono degli strani versi provenire da un cespuglio vicino. Avvicinandosi curiosamente, videro Suigetsu che si stava quasi strozzando con la sua stessa saliva.
«Qualche problema?» gli domandò sarcastico Orochimaru.
«N-No, figurati!» si difese lo spadaccino, agitando le mani. «Io comunque ti supporto, eh, lo giuro!» disse al giovane ninja, sforzandosi di sorridere e mostrandogli un tremolante segno d’okay col pollice.
Mitsuki sbatté le ciglia, prima d’incurvare le labbra nel suo semplice sorriso, puro come un fiocco di neve. Si sentiva improvvisamente sereno.