Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Veronica_Rosazza    02/01/2018    0 recensioni
Non lasciare che la magia finisca: scopri momenti mai visti della storia di Harry Potter, con nuovi personaggi e nuove avventure!
Cassandra ha vissuto una vita quasi normale per dieci lunghi anni; ora, qualcosa sta per cambiare. Ecco il primo libro della mia serie!
'Tremante e con il respiro corto, Cassandra varcò la porta del Paiolo Magico, un locale buio e malandato, al cui interno si trovavano strane persone con indosso strani vestiti.'
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro, personaggio, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cassandra passò la serata a rispondere alle domande delle sue compagne, per le quali si era completamente dimenticata di trovare una scusa plausibile. Optò per assumere un atteggiamento non cooperativo, rispondendo solo “è top secret”, sicura che i gemelli avrebbero fatto lo stesso. Intanto, le poche volte che si voltò, vide che i gemelli erano più addormentati che altro; quasi non toccarono cibo: cosa che la sorprese molto, dal momento che, tra un insulto e l’altro rivolto a Piton, soprattutto Fred non aveva smesso un secondo di lamentarsi della fame.
Il sonno stava devastando anche lei e prima ancora che la cena fosse finita, Cassandra abbandonò la Sala Grande, diretta ai dormitori. Quella sera, si addormentò profondamente appena coricata.
 
 
Il mattino seguente fu Chloe a svegliarla, e non fu un’impresa semplice. Cassandra sembrava proprio voler dormire per sempre e anche quando fu sveglia, furono necessarie mille insistenze per convincerla a scendere a colazione; continuò a stare a letto fino a che non valutò l’ipotesi di dover ripetere la giornata di pulizie del giorno prima: a quel punto, pensò, una colazione abbondante avrebbe potuto fare la differenza tra la veglia e lo svenimento, di lì a poche ore.
Non appena misero piede nel salone d’ingresso, tuttavia, vennero intercettate dalla professoressa McGonagall, che scacciò alla svelta Chloe.
« Signorina Dolohov, si può sapere dove hai passato il pomeriggio di ieri? Di certo non ti trovavi dove avresti dovuto essere, ossia nella mia aula alla lezione di Trasfigurazione »
Il suo volto severo mortificava e spaventava allo stesso tempo Cassandra, che si risolse nel dire di essere stata impegnata in una punizione con il professor Piton. In teoria, pensò, non stava rompendo la promessa fatta, quella di non rivelare la disavventura nella Foresta; mentire ad un professore, ancora di più se si trattava di lei, però, non le sembrava proprio una mossa saggia.
Lungi dal fidarsi della parola di una studentessa del primo anno, la McGonagall si allontanò di poco, quel tanto che bastava per affacciarsi alla porta della Sala Grande per chiamare Piton, il quale si avvicinò paurosamente alla svelta, con la consueta veste svolazzante ed i capelli che di muoversi non avevano alcuna intenzione.
« Severus, la signorina Dolohov si trovava con te, ieri pomeriggio, durante l’ultima ora? »
Piton allungò il naso verso Cassandra rivolgendole uno sguardo indagatore.
« Sostiene di essere mancata alla mia lezione a causa di una punizione che le avresti dato tu », aggiunse la professoressa.
« Certamente Dolohov ti starai confondendo. Non ho nulla a che fare con le tue assenze » sentenziò Piton, prima di allontanarsi per fare colazione.
« Non mi piace che mi si menta, Cassandra » disse secca la McGonagall. « Spero non vorrai più mancare alle mie lezioni, a meno che tu non tenga ad essere bocciata agli esami.
« Per punizione redigerai una relazione di tremila parole sull’incantesimo Lapifors, l’argomento dell’ultima lezione »
La rabbia che provò Cassandra il quel momento è indescrivibile, tanto acuta da farle dimenticare il proposito di mangiare il più possibile in vista della fatica che probabilmente l’aspettava. Riuscì a buttar giù appena due cucchiai di latte con i cereali, prima che i gemelli andassero a chiamarla.
« Vieni Cass. Filch ci aspetta » dissero scoraggiati, rivolgendo un’occhiata rassegnata verso la porta della Sala Grande, dove il custode aspettava in piedi, accarezzando Mrs. Norris appollaiata in braccio.
Lo raggiunsero e vennero condotti nello stesso corridoio cui erano arrivati la sera prima; stesse scope minuscole, stessi stracci e stesso secchio colmo d’acqua.
« Un giorno la facciamo pagare, a Piton! » sputò Fred tra i denti.
« Credete sia legale farci saltare le lezioni? », chiese di rimando suo fratello.
« Credi sia legale farci pulire tutto il castello? » fece l’altro. «Se non fossi solo al secondo anno e se lui non fosse un professore, inventerei un incantesimo potentissimo per farla pagare a quel viscido. Lo giuro! Magari un giorno sarò Ministro della Magia e allora vedremo chi punirà chi »
« Adesso basta! » gridò Cassandra. «Vi rendete conto, voi due, che se non fosse stato per Piton a quest’ora saremmo morti? Avete capito che gli dovete la vita o no? Che gliela dovete due volte: una perché ci ha salvati da quel coso nella Foresta e una perché se ci avesse fatto espellere – e nel vostro caso aveva anche ragione – non avremmo mai preso il diploma?
« Non voglio più sentire parole per Piton che non siano di gratitudine, d’accordo? Almeno fino alla fine di quest’anno. Io mi sono pure presa una punizione dalla McGonagall! »
I gemelli la guardarono come paralizzati.
« Beh » disse Fred, « per lo meno, l’anno è quasi finito »
 
In effetti, nel giro di una settimana si fece giugno e le lezioni vennero interrotte per lasciare agli studenti il tempo di prepararsi per gli esami di fine corso, soprattutto per i G.U.F.O. del quinto anno e per il M.A.G.O. del settimo. Naturalmente, per tutti gli studenti tranne Fred, George e Cassandra, che dovettero continuare con la punizione.
Dal momento che ormai i loro compagni non erano più costretti a stare chiusi nelle aule, ma potevano girare liberamente per l’intero castello, la punizione dovette essere trasformata; Piton non voleva certo rischiare che tutta la scuola vedesse quei tre pulire: avrebbe dovuto dare spiegazioni e non gli sarebbe convenuto.
Quindi fu deciso che i tre avrebbero dovuto, innanzi tutto, aiutare Piton nella creazione di alcuni dei suoi esperimenti: a quanto pareva, una delle più grandi passioni del professore di Pozioni era di inventare nuovi incantesimi o intrugli dai più disparati usi. Così, nel giro di pochi giorni, Fred si trovò con una bruciatura sul fianco destro, George con un taglio sulla mano (per colpa sua: non era un grande esperto quando si trattava di schiacciare con un coltello un certo tipo di larva nera) e Cassandra con un nuovo taglio di capelli: « Voglio vedere se anche uno stupido può padroneggiare questo tipo di schiantesimo » disse un giorno Piton a George; quando lui lo provò, però, fu chiaro che non era un incantesimo di basso livello. Dalla bacchetta di George uscì un luce azzurra che in men che non si dica raggiunse Cassandra, o meglio, i suoi capelli: ci pensò Chloe a pareggiarli, realizzando un caschetto rosso tutto da ridere.
« Non ti sta… male… » provò a consolarla goffamente George.
Dopo quell’incidente (Cassandra si chiese più volte cosa sarebbe potuto accadere se quella luce azzurra le fosse arrivata in faccia) furono esonerati anche da quel compito: le loro mansioni, fino al termine degli esami, sarebbero state solo quelle di riordinare e pulire l’inquietante scaffale degli ingredienti per le pozioni nell’ufficio di Piton.
Con tutto quel gran da fare, il tempo per lo studio, così come quello per portare a termine le punizioni degli altri professori per aver saltato le lezioni, scarseggiò tanto da far dubitare ai tre di poter passare gli esami di fine anno.
Dubbio che sarebbe rimasto ancora per qualche giorno ma su cui poco potevano prestare attenzione: i gemelli e Cassandra erano talmente sfiniti da riuscire a mala pena a tenere gli occhi aperti.
 
Una sera, quando ormai Cassandra aveva perso il conto dei giorni trascorsi, dopo aver passato il pomeriggio addormentata sopra la sua coperta patchwork, scese da sola verso la Sala Grande, all’ora di cena. La trovò molto diversa da come l’aveva lasciata quella stessa mattina, a colazione.
Per come era addobbata, si sarebbe detta rivestita d’oro massiccio: i tovaglioli erano gialli, i drappeggi gialli, le candele erano adornate da fiocchi gialli. Anche il tavolo degli insegnanti era giallo; appena dietro, era appeso alla parete un gigantesco stendardo giallo dai contorni neri, raffigurante il panciuto tasso di Tassofrasso.
« Che succede? » chiese Cassandra, giunta trascinando i piedi al suo tavolo.
« Ah sei qui, bella addormentata! » le urlò Eric poco distante.
« Dolcezza, dovresti farti vedere per tutto il sonno che hai.. Abbiamo vinto la Coppa della Case! », esultò Norah.
Si era completamente dimenticata della competizione; prima che potesse sedersi, Silente si alzò dalla sua sedia, richiedendo silenziosamente attenzione.
« Siamo giunti al termine di un altro anno scolastico » disse, accarezzandosi la barba bianca. « Vorrei poter dire che, almeno quest’anno, non abbiamo avuto incidenti, ma temo che questo annuncio non mi sarà permesso per almeno altri cinque anni.
Prima di festeggiare per l’inizio delle vacanze con i manicaretti dalle cucine, è mio compito assegnare la Coppa delle Case. Al quarto posto, Serpeverde, con duecento-novantasei punti; al terzo posto, Grifondoro, con trecento-ventiquattro punti; secondo, Corvonero, con trecento-ottantasette punti. Primo, e vincitore della Coppa di quest’anno, Tassofrasso, con quattrocento-quarantadue punti »
L’intero tavolo di Tassofrasso si alzò in piedi, in uno scoppio di gioia che a stento non cancellò il sonno di Cassandra, che, però, si limitò a battere forte le mani. La professoressa Sprout si alzò in piedi e, con un enorme sorriso stampato in viso, fece anche un paio di inchini.
« Molto bene, Tassofrasso: il duro lavoro, ripaga! » riprese Silente. « Ed ora, iniziamo con la cena »
La gioia di tutti i Tassofrasso era a dir poco incontenibile. Nella Sala Comune, dopo aver scoperto che i bagagli per la partenza del giorno dopo si sarebbero composti da soli, Cassandra pensò di potersi concedere un paio d’ore di festeggiamenti, con tanto di dolcetti puntualmente trafugati dalle cucine: la loro collocazione, ormai, non era più un segreto per nessuno, lì dentro.
 
 
Di mattina la professoressa Sprout, con un aspetto terribile, si posizionò sbadigliando all’ingresso della Sala Comune per distribuire a tutti dei pezzi di pergamena con su scritto “Si ricorda a tutti gli studenti che, secondo quanto previsto dal Decreto per la Ragionevole Restrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni, non è concesso ai minori di anni 17 di eseguire incantesimi fuori dal contesto scolastico”.
 
Salita sull’Hogwarts Express, Cassandra si sedette insieme alle sue compagne in un vagone vuoto, dove iniziarono a scartare Cioccorane e a ingurgitare quantità esagerate di gelatine.
« Allora, quanto avete preso agli esami? »
« Uh! Non ho ancora aperto la busta! »
Alla fine, Cassandra era riuscita a strappare la sufficienza in tutte le materie, anche in volo, portando a casa addirittura un inaspettato O in Incantesimi.
La discussione sui voti durò poco, fino a che Fred non infilò la testa dentro il vagone: « Oh, sei qui! » disse; « Vieni, dobbiamo parlarti ».
A nulla servirono le seppur blande proteste di Cassandra che alla fine cedette, si alzò e salutò con un “a dopo” le amiche.
I gemelli e Lee Jordan erano accampati qualche vagone più indietro e quando Fred fece il suo ingresso accompagnato dall’amica, la discussione verteva su quanto era accaduto nella Foresta Proibita quella notte di un mese prima.
« Avevamo promesso non l’avremmo raccontato! » protestò lei.
« La scuola è finita, bambina! » rispose George. « Quell’uomo non può più farci nulla »
« Davvero avete sconfitto un Graphorn? » chiese Lee incredulo a Cass.
« “Sconfitto”. Noi scappavamo; Piton l’ha fermato »
« Ecco. Hai rovinato il mio racconto »
« Ehy Cass. Hai del cioccolato qui » disse Fredd, allungando un braccio fino a toccare il mento della ragazza, che si pulì alla svelta.
« Cioccolato! Dov’è la signora con il carrello? » chiese più a sé stesso che agli altri Lee. « Vado a cercarla! Datemi i soldi »
Racimolata la colletta per i dolci, la seconda cui Cassandra partecipasse da quella mattina, Lee uscì veloce.
Quando tornò, trovò solo silenzio: Fred, Cassandra e George stavano dormendo, sfiniti, l’uno appoggiato all’altro.
« Contenti voi » commentò Lee, chiudendosi la porta alle spalle.

 
Si conclude così il primo volume della mia fan-saga ispirata a Harry Potter. Ho già iniziato a scrivere il secondo e spero di riuscire a pubblicarne i capitoli con una periodicità più controllata. 
Vi ringrazio di cuore per aver seguito la mia storia fino a questo punto e vi invito, se può farvi piacere, a visitare il mio blog: http://veronicarosazzaprin.altervista.org/

A presto!

Veronica Rosazza Prin
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Veronica_Rosazza