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Autore: Princess Kurenai    03/01/2018    1 recensioni
Il Novus Dies era in assoluto una delle feste che Prompto preferiva in assoluto. Adorava la tradizione e l’atmosfera, i dolci e le strade di Insomnia piene di luci colorate a intermittenza, così diverse dai freddi neon che solitamente la animavano.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cor Leonis, Loqi Tummelt, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Argentum Brothers'
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★ Dedicata in particolare a Miryel ù_ù prima di tutto perché Loqi e Cor meritano più amore e poi perché... sorpresa XD lo scoprirai leggendo!
★ Scritta per la Maritombola indetta da Lande di Fandom per il prompt: 82. He’s gay and he’s got communication issues... perché diciamocelo, questo prompt è perfetto per Loqi.

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★ Novus Dies -> Vi rimando al primo capitolo per le spiegazioni.
★ Novus Dies Segreto -> Sarebbe il corrispettivo del "Babbo Natale Segreto" di Eos.
★ Auri -> Dal latino "Oro". La valuta in uso a Insomnia. Quest'idea è nata dopo aver sentito Prompto dire: "Cosa sono i guil?" al loro primo arrivo ad Hammerhead. Questo mi ha portato a pensare che i guil non fossero una moneta in uno a Insomnia, ma bensì la valuta di Niflheim che, come ben sappiamo comanda tutta Lucis eccetto la capitale. Quindi ho pensato di crearne una solo per Insomnia. Per quanto riguarda il cambio... 1 Auri equivale a 0,5 Guil XD
★ Kwitter & Astrals.tv -> Nella mia follia ho pensato se ad Eos Google potrebbe diventare Moogle (Moguri LOL) allora devono per forza esserci altri corrispettivi. Quindi Astrals.tv sarebbe una sorta di Youtube (Astrals ovvero Siderei in inglese), mentre Kwitter sarebbe Twitter dal verso dei Chocobo (Kweh). Ovviamente il colore di questo social è il giallo e il simbolo è un chocobo XD


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Loqi odiava essere il classico ‘guastafeste’ , ma ormai non era più un bambino e il Novus Dies era diventato un giorno come un altro, se non una seccatura in più.

Quella festività, in fondo, aveva perso ogni magia e significato nel momento in cui aveva compreso che i suoi genitori non l’avrebbero mai più passata con lui e suo fratello. Era stato duro accettare quella realtà ma, alla fine, se ne era fatto una ragione.
“Ci sono cose più importanti” , si era detto, scrollando le spalle come per dimostrare anche a se stesso quella presa di posizione. Loqi, infatti, considerava suo fratello più importante di ogni altra cosa e il farlo sentire felice durante quella festività, che per Prompto era e sarebbe rimasta speciale, era diventato immancabilmente uno dei suoi compiti principali. Forse la casa non sarebbe più stata decorata in modo quasi maniacale come un tempo e non avrebbero avuto una cena elaborata e ricca, ma di certo lui non sarebbe mai mancato durante il Novus Dies e avrebbe sempre avuto un regalo per suo fratello.

Di conseguenza, tutto ciò che non riguardava direttamente Prompto ma solo quella stupida festività, per lui era classificata come una seccatura. Come ad esempio il dover partecipare al ‘Novus Dies Segreto’ organizzato dai suoi colleghi a lavoro.

«Non essere asociale , Loqi», gli avevano detto e lui era stato costretto a pescare il nome di uno dei suoi colleghi. La prescelta era una ragazza della contabilità con la quale lui aveva avuto a che fare sì e no due volte.

Il budget massimo ammesso per quello scambio di regali era 1000 Auri, e per quanto Loqi sostenesse di non avere interesse nel trovare i cosiddetti ‘doni adatti’ , era anche dell’idea che il presentare un qualcosa di ‘inadatto’ fosse oltremodo imbarazzante visto che tra le due cose vi era una differenza abissale e che non aveva assolutamente nessun legame con l’essere interessati o meno a quella festività e allo scambio di regali.

Si trattava semplicemente di evitare di apparire come un idiota agli occhi dei suoi colleghi presentandosi con un’anonima scatola di cioccolatini che, magari, la destinataria non poteva neanche mangiare. Per quel motivo si costrinse  a tenere d’occhio la giovane contabile per qualche giorno, sperando di non apparire come uno stalker o peggio. Alla fine riuscì a scegliere di acquistare un set da disegno a soli 800 Auri perché, da quel che aveva potuto notare, la sua collega sembrava particolarmente interessata e versata nelle arti - e, modestia a parte, lui sapeva di essere un ottimo osservatore, non poteva essersi sbagliato.

Era stata una seccatura il doversi occupare del Novus Dies Segreto e, ingenuamente, aveva sperato di non dover incontrare altri inconvenienti simili, anche se sapeva benissimo che non sarebbe mai stato così. Infatti, si ritrovò ben presto ad affrontare un problema di natura ben diversa: l’insicurezza di suo fratello e la sua ossessione nel trovare un regalo perfetto.

Amava Prompto, ma quando questo iniziava a dare di matto alla ricerca dei doni per il Novus Dies, diventava quasi insopportabile. Finivano spesso per litigare sull’argomento, e anche se facevano pace altrettanto velocemente, Loqi mal tollerava quella situazione… soprattutto quando la fonte delle follie di suo fratello non era altro che il Principe Noctis Lucis Caelum, nonché suo fidanzato.

Loqi proprio non capiva come Prompto potesse sentirsi insicuro riguardo i regali da fare al Principe. Perché era il suo ragazzo e avrebbe potuto regalargli qualsiasi cosa che sarebbe andata bene a prescindere, ma suo fratello era sempre stato testardo e si rifiutava di capire quella semplice nozione e anzi: si permetteva pure di rispondergli quasi per le rime.

Infatti, Loqi, aveva trovato oltremodo fastidioso il tono che aveva usato solo qualche ora prima con il suo: «Tu hai comprato il regalo per Cor o ti presenterai a mani vuote con i tuoi: “il significato del Novus Dies è l'aggregazione”

“Ma per chi mi ha preso? Certo che ho comprato un regalo per quel maledetto!” , si disse nervosamente nel riportare alla memoria quella frase.

Aveva trovato il suo dono almeno due mesi prima e non era stato per niente facile. Perché al contrario di Prompto, Cor Leonis non era assolutamente il suo ragazzo. Loro due si frequentavano e basta, nulla di più. Se fosse stato il suo fidanzato - e non lo era - gli avrebbe potuto regalare qualsiasi cosa che all’uomo sarebbe andata bene a prescindere.

Era una sorta di… regola non scritta tra fidanzati . Per quel motivo Loqi non poteva regalare all’uomo una cosa qualsiasi, inoltre era anche una questione di principio visto che non poteva assolutamente permettersi di sfigurare davanti a un possibile regalo di Cor.

Però era anche certo che non sarebbe stato un vero e proprio problema, perché poteva vantare un’ottima conoscenza di Leonis a quel punto della loro frequentazione. Sapeva benissimo quanto l’uomo fosse una persona seria e poco frivola, decisamente pratico e riservato, di onseguenza dei doni perfetti per lui sarebbe state cose come delle calze o dei guanti. Oggetti che avrebbe sicuramente utilizzato e che non sarebbero rimasti dimenticati in un qualche angolo del suo appartamento. Tuttavia Loqi era anche consapevole che dei doni simili sarebbero stati… troppo poco.

La scelta alla fine era ricaduta su un qualcosa di più sentimentale, che aveva scorto in una delle poche foto che abbellivano l’appartamento dell’uomo. Erano foto della sua giovinezza e del viaggio che aveva fatto con Re Regis trent'anni prima. Ricordi importanti e che Cor sembrava custodire con affetto.

In quelle foto, Leonis, appariva così giovane e anche a tratti buffo con quel basco nero calato sul capo. Non gli aveva mai chiesto niente a riguardo ma Loqi ne era sempre stato incuriosito, venne a conoscenza di alcune di quelle sotrie durante una normalissima serata. Si trovavano entrambi seduti nel piccolo salottino dell’abitazione dell’uomo, fuori pioveva e l’ambiente era piacevolmente riscaldato, e anche se Loqi aveva tentato di concentrarsi sulle sue riviste mentre Leonis controllava i vari report riguardanti la Guardia Reale, non era riuscito a non osservare quelle foto.

Cor aveva notato il suo sguardo e gli aveva raccontato in modo conciso e semplice i suoi primi passi nell’esercito.

«Era un regalo di mio nonno», gli aveva rivelato ad un certo punto, facendo una piccola deviazione dalla storia di come era entrato a far parte della guardia privata dell’allora Principe Regis, «non eravamo ricchi ma aveva ugualmente voluto farmi un dono per festeggiare il mio ingresso nell’esercito. Era diventato un po’ il mio portafortuna, anche se non ho mai creduto realmente in queste cose».

«Grazie a quel portafortuna ti sei guadagnato il soprannome di ‘Immortale’?», lo aveva stuzzicato lui, pentendosi all’istante nel notare un’ombra negli occhi di Cor.

Generalmente notava solo un pizzico di fastidio quando gli ricordava quel nome, ma in quel momento gli era sembrato di vedere ben altro.

«Ironico», aveva però commentato Leonis, «l’ho perso proprio quando tutti hanno iniziato a chiamarmi in quel modo, dopo aver affrontato Gilgamesh».

Solo qualche mese più tardi Loqi venne a conoscenza di quella missione pressoché suicida che aveva visto come solo e unico sopravvissuto Cor e, ragionandoci, riuscì finalmente a dare un nome a ciò che aveva visto negli occhi dell’uomo durante quella sera: tristezza. E quei sentimenti non erano collegati in alcun modo alla missione o al suo soprannome, ma bensì alla perdita di quel dono.

Doveva essere stato molto importante per lui e, un po’, Loqi si sentì dispiacuto all’idea che fosse andato perduto in quel modo. Aveva tuttavia messo da parte quella scoperta fino a quando una sera, scorrendo distrattamente l’homepage di Kwitter, non si ritrovò davanti il link per un tutorial Astrals.tv su “Come cucire un basco in 5 minuti” .

Mancavano mesi al Novus Dies e quel giorno, Loqi, si era sentito abbastanza ispirato artisticamente da volerci provare.

“Perché no?” , si era detto, “Potrebbe essere istruttivo pure per me”.

Alla fine però i cinque minuti promessi nel video si rivelarono essere una menzogna bella e buona. Stoffa, ago e filo si ribellarono spesso contro di lui e i suoi nobili propositi. Era stato più volte sul punto di rinunciare ma, per pura testardaggine, non si diede mai per vinto. E dopo un mese e tre settimane, vari tentativi e rabbia - rivolta sia contro Cor che contro i baschi e il loro essere assolutamente fuori moda -, Loqi poté finalmente dire di aver completato la sua missione.

Il basco non era perfetto ma lo aveva finito e, nell’osservarlo, non poteva non sentirsi vagamente soddisfatto. In assenza di altre idee, a ben due mesi dal Novus Dies, Loqi sentì di poter affermare di avere già il regalo per Cor.

Quindi, che Prompto ci credesse o meno, lui non non era tipo da perdere tempo alla ricerca dei regali. Sapeva sempre cosa andare a cercare e per il resto: bastava il pensiero.

Ciò che tuttavia non si aspettava di provare fu una sorta di ‘ansia da prestazione’ che andò ad attanagliargli lo stomaco poco prima di mettere piede nella Cittadella. Era consapevole dei difetti del suo regalo e in quel momento non si sentiva poi così tanto sicuro di sé.

Cercò di ignorare quei pensieri, ripetendosi che Cor nel ricevere quel dono lo avrebbe solamente dovuto ringraziare per l’impegno e per il tempo che aveva sprecato per lui.

“Non lo faccio mica per chiunque” , si disse nervosamente, facendo finalmente un passo all’interno dell’immenso salone della Cittadella, che per l’occasione era stato decorato a festa. Si guardò attorno, sentendo ogni sentimento negativo scivolare via come se non fosse mai esistito, perché quel luogo era assolutamente perfetto ed elegante, un vero piacere per gli occhi, soprattutto per lui che non era mai stato così vicino alla parte più interna del Palazzo.

Per quanto avesse cercato di sminuire la sua emozione davanti al fratello, Loqi in quell’istante non si sentiva neanche lontanamente in grado di nascondere la propria felicità. Solo le persone che vivevano o lavoravano a stretto contatto con il Re e la sua famiglia avevano l’opportunità di partecipare a quell’evento annuale, di conseguenza per Loqi era un vero e proprio onore l’aver ricevuto l’invito per quell’anno. E quelle sensazioni erano così positive che neanche l’ovvia presenza di Cor gli avrebbe impedito di provare, cosa che non mancò di fargli presente solo qualche minuto dopo.

Infatti, una volta avvistato l’uomo, non si trattenne dal raggiungerlo.

«Neanche tu riuscirai a rovinarmi la serata, Leonis», dichiarò a mò di saluto.

«Lieto che l’invito sia stato gradito», ribatté tranquillamente Cor senza scomporsi e Loqi, scrollando le spalle, decise di volersi sentire abbastanza magnanimo dal non volergli donare una risposta pungente.

«Ringrazia che sono felice all’idea dei essere qui», rispose però, guardandosi attorno come per bearsi delle decorazioni e dell’eleganza del luogo.

Rimasero insieme per gran parte della serata e Loqi non poteva negare di trovare piacevole la compagnia di Cor alle volte. Era silenzioso e non parlava a sproposito, inoltre quando le loro discussioni vertevano su argomenti seri, l’uomo riusciva ogni volta a dimostrarsi un ottimo interlocutore.

Leonis, alla fin fine, era un buon compagno, e Loqi si imbarazzò un poco al pensiero, arrivando poi a incolpare il Liquore di Fragole di Ulwatt che aveva iniziato a sorseggiare al termine del cenone. Solo per quel motivo decise di bere solo ed esclusivamente acqua per il resto della serata… anche se a ben pensarci, per affrontare il Re, un po’ di alcol gli avrebbe fatto comodo.

Re Regis aveva un aspetto indubbiamente regale. Era elegante e fiero, e neanche il bastone che era costretto a utilizzare lo faceva apparire meno imponente. Eppure, la sua espressione era lieta e rilassata, felice per quella serata di festa e unione che era stato in grado di regalare alle persone che aiutavano Insomnia ogni giorno dell’anno, e anche per quel motivo, Loqi, riuscì a sentirsi un po’ più a suo agio nel ringraziarlo per l’invito.

Venne ringraziato a sua volta, con gentilezza ed educazione, e immancabilmente la loro discussione finì per spostarsi sul Principe e Prompto e la loro relazione. Fu quell’argomento così familiare e semplice ad aiutarlo a rilassarsi del tutto, e si ritrovò infatti a sorridere nell’apprendere che, come era ovvio, suo fratello era stato in grado di conquistare anche il Re con il suo buon cuore e la genuinità. Il sovrano, infatti, lo definì sin da subito un bravo ragazzo e Loqi si sentì immensamente fiero di Prompto.

Una volta a casa, appuntò mentalmente, avrebbe rinfacciato a suo fratello quella discussione con il Re, perché magari in quel modo si sarebbe finalmente ficcato in testa il fatto che doveva smettere di considerarsi una nullità: per tutti Prompto era una persona fantastica sotto ogni punto di vista.

Non poterono tuttavia parlare a lungo anche a causa degli altri invitati e dell’ormai prossima ora dedita allo scambio dei doni. Solo in quel momento Loqi iniziò a sentire di nuovo quello strano groppo allo stomaco e quando si ritrovò di nuovo faccia a faccia con Cor sperò di poter essere in grado di non sgretolarsi sotto il peso delle sue emozioni che lo stavano tradendo - era sicuramente colpa del liquore.

«Felice Novus Dies, Loqi», mormorò l’uomo e lui, stringendo le labbra, non poté far altro se non spingergli contro il petto il suo pacchetto.

«Auguri», mugugnò in risposta, evitando di incrociarne direttamente lo sguardo - anche se gli era sembrato di aver scorto un’espressione sorpresa.

Sentì il rumore della carta venire strappata lentamente e ancor prima che Cor finisse di aprirlo, la sua bocca si mosse da sola.

«So che non sarà come quello che avevi perso, ma accontentati e non lamentarti! Ho perso già troppo tempo per farlo!», sbottò nervoso.

«Lo hai fatto tu?», fu quella l’unica domanda che l’uomo gli rivolse, e Loqi, con le orecchie in fiamme, non poté non annuire.

Calò per qualche momento il silenzio, che venne spezzato solamente da un basso: «Grazie», pronunciato da Cor e che lo costrinse ad alzare lo sguardo.

Una minuscola parte di Loqi avrebbe voluto sentire più complimenti per il suo operato, perché un semplice ‘grazie’ non bastava per tutto il lavoro che aveva fatto… ma gli bastò vedere l’espressione dell’uomo per sentirsi ugualmente appagato e felice. Il viso di Cor, pur mantenendo lo stesso controllo, apparve diverso ai suoi occhi allenati ad ogni minimo mutamento. Sapeva riconoscere in lui il divertimento e il fastidio, l’eccitazione e la malizia… e quella che stava leggendo in lui in quel momento era emozione e gratitudine, insieme ad un sincero affetto che Loqi non pensava di poter suscitare in lui.

«Mh… figurati», borbottò imbarazzato.

«Spero che anche il mio regalo sia gradito tanto quanto ho apprezzato il tuo», commentò l’uomo, e Loqi si sentì quasi senza fiato per la sincerità con la quale Cor aveva ammesso di aver gradito quel dono.

«Ecco… lo spero per te!», gracchiò, incapace di nascondere la sua stessa emozione. Infatti le sue mani iniziarono a tremare quando prese una bustina piatta, da lettera, dalle mani dell’altro.

La rigirò subito per cercare indizi sul suo contenuto e, azzurro coromatico su bianco, vide un simbolo a lui familiare. L’immagine della Dea Shiva, stilizzata con la scritta Glacian’s Beauty Secret.

«Non puoi averlo fatto…», esalò, aprendo con cura la busta, come per timore di rovinarla. Sentiva il cuore in gola perché il Glacian’s Beauty Secret era uno dei centri di benessere più rinomati di Insomnia, e oltre i prezzi decisamente alti, era impossibile ottenere un ingresso nell’immediato, visto che la lista d’attesa era lunga oltre un anno.

Loqi sognava di entrarci - anche se era un uomo la sua pelle aveva bisogno di cure visto che passava ore e ore a contatto con olio e altri agenti poco salutari - ma aveva sempre ritenuto quel desiderio solamente un sogno, per l’appunto.

Estrasse, sempre con la stessa attenzione, un biglietto. Era decorato con lo stesso logo della busta e riportava con un font elegante il suo nome: Loqi Argentum . Lesse velocemente il resto del bigliettino che lo stava invitando a passare un fine settimana all’insegna del relax e tante altre cose che Loqi si era sempre e solo sognato.

«No… non può essere vero…», mormorò, ancora incredulo, «la lista d’attesa è…»

«Ho le mie conoscenze», rispose Cor semplicemente, le sue labbra erano piegate in un sorriso quasi impercettibile, privo di qualsivoglia malizia ma pieno di un sentimento così caldo che riuscì anche a riscaldare il cuore di Loqi, impedendogli di tirare fuori il suo imbarazzantissimo orgolio.

«Io… grazie, Cor», sussurrò infatti.

«Sono felice che ti piaccia», commentò l’uomo e Loqi, dopo aver riletto per l’ennesima volta il bigliettino, annuì alzando lo sguardo verso di lui, restando basito nel vederlo con addosso il basco che gli aveva cucito.

Trovò impossibile non sorridere e, allungando la mano, si premurò di sistemarglielo meglio sul capo per pura pignoleria.

«Così va meglio», dichiarò, guardandosi poi attorno come per assicurarsi che non ci fosse nessuno che li avesse visti in quell’atteggiamento così intimo , e che soprattutto non fosse li vicino per sentire il suo: «Casa tua?»

«Direi di sì», rispose Cor senza scomporsi, allontanandosi poco dopo da lui, probabilmente per potersi congedare dal Re senza destare sospetti. Loqi, rimasto solo, ripose con cura il biglietto dentro la busta e la riguardò incredulo.

Forse, aveva davvero sottovalutato la tradizione dello scambiarsi i regali per il Novus Dies.

   
 
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