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Autore: tresy    26/06/2009    1 recensioni
Erano passati ormai molti anni dal nostro matrimonio, ma il tempo iniziava a non avere più importanza per me, il suo trascorrere mi lasciava indifferente. I giorni, i mesi, gli anni, mi scivolavano addosso senza lasciare alcuna traccia, paralizzata nel mio involucro immortale, potevo finalmente assaporare la poesia di un fiore che sboccia o di una foglia che si stacca dal ramo che l'ha nutrita, fino a finire al suolo senza linfa. Non avrei mai fatto la fine di quella foglia, e me ne compiacevo, aliena a quel mondo in trasformazione. Ed Edward insieme a me, per sempre.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

Con la coda dell'occhio vidi Alice intenta a fissarmi, soltanto quando avvicinò la sua mano verso di me, con l'intento di rimettere al suo posto un ciuffo ribelle, mi girai verso di lei esausta.

" Alice, ti ho già fatto da cavia tutto il pomeriggio, mi lasci prendere fiato?"

"Tutto il pomeriggio?! Neppure tre ore, si poteva fare di meglio."

 Ritrasse la mano scocciata, non prima di aver finito la sua opera, poi incrociò le braccia al petto e con aria frustrata guardò fuori dal finestrino.

 Inspirai profondamente e lisciai il vestito attillato, cercando di stenderlo il più possibile in modo da non farlo sembrare così corto come in effetti era.

 Non ero particolarmente in vena di presentarmi a casa del clan di Tanya quella sera. Ci avevano invitato per darci, a modo loro, il benvenuto a Denali, non ne ero particolarmente entusiasta, avevo ancora bisogno di un periodo di assestamento, il trasferimento, il college, il nuovo ambiente, erano stati un pò troppo per me.

 All'improvviso una calma invadente svuotò la mia mente, socchiusi gli occhi e mi abbandonai lasciandomi cullare dal movimento dell'auto.

Quando li riaprii intravidi Jasper, di sfuggita mi fece un occhiolino attraverso lo specchietto retrovisore.

C'era di certo il suo zampino per quell'innaturale cambio d'umore, abbozzai un sorriso poi mi rivolsi ad Edward.

"Tra quando dovremo arrivare?"

"Amore, tra cinque minuti massimo."

Vidi Edward inarcare un sopracciglio e corrugare la fronte, Alice accanto a me si mosse freneticamente e con un sorriso ammaliante esclamò sicura.

"Sarà una serata interessante"

Jasper senza distaccare gli occhi dalla strada rimbeccò. " cosa hai visto?"

Una Bmw ci sfrecciò accanto, Rosalie alla guida, Emmet al suo fianco, il braccio fuori dal finestrino ci fece un segno annoiato di aumentare l'andatura, si iniziavano ad intravedere le luci della nostra meta.

La casa non era maestosa come quella dei Cullen, ma aveva un suo fascino.

Una villa antica quasi inglobata nel parco che la circondava. L'edera ricopriva le mura ed i balconi fino a nascondere quasi del tutto la struttura imponente.

Parcheggiammo nel vialetto accostando presso l'ingresso, non feci neppure il tempo ad aprire la portiera che quando alzai lo sguardo vidi Edward che mi porgeva la mano per aiutarmi a scendere.

Averlo accanto mi incoraggiava e gli donai un sorriso tra il malinconico ed il grato, gli presi il braccio e mi lasciai baciare la guancia, mentre lui sussurrava all'orecchio.

" Te lo prometto, resteremo poco"

Inspirai profondamente mentre Alice al nostro fianco ridacchiava senza alcun motivo apparente.

"cos'ha visto?" chiesi allora ad Edward lasciandomi condurre verso la porta, ma Tanya spuntò all'improvviso e con un sorriso smagliante ci accolse invitandoci ad entrare.

Non mi piaceva Tanya, c'era qualcosa nel suo sguardo che mi insospettiva, tentavo di essere cordiale, ma quando parlava con mio marito, si illuminava.

Un tempo ero stata invidiosa della sua bellezza folgorante, ed ora mi riusciva difficile trattarla amichevolmente.

Probabilmente il mio giudizio era influenzato dai suoi rapporti passati con la mia famiglia, ed in particolar modo dall' inevitabile attrazione che provava ancora, per Edward. "Entrate, vi devo presentare una persona"

Si voltò raggiante verso una figura maschile alle sue spalle.

Man mano che si avvicinava iniziavo ad individuarne i dettagli del corpo, del viso. Indossava una camicia celeste che non lasciava molto spazio all'immaginazione.

Si intravedevano i muscoli scolpiti del petto e delle braccia, era magro, una figura longilinea.

"Aleksander" Continuò Tanya altalenando lo sguardo tra quell'estraneo e la mia famiglia. "Si è unito recentemente al nostro clan"

Lo guardammo tutti ipnotizzati, con la punta del dito sistemò la frangia spettinata, per poi passare la mano tra i capelli castani.

Sul suo bel volto si dipinse una smorfia non appena sentì il suo nome, si fece ancora avanti ed il nostro sguardo si incrociò.

 Inarcò un sopracciglio e senza dire nulla continuò a guardarmi insistentemente, sbarrò gli occhi cremisi, tristi e profondi, nei quali mi persi.

 Edward interruppe il silenzio, il tono innervosito, mi abbracciò e mi ridestai fissandolo imbambolata.

" Spostiamoci stiamo bloccando l'ingresso"

Era passata appena un'ora, Edward non si era allontanato da me neppure per un secondo, era più protettivo del solito, mi teneva la mano, mi abbracciava, lanciando qualche sguardo nella direzione del nuovo arrivato.

Come se gli volesse dimostrare qualcosa, che io fossi di sua proprietà.

"Perchè ti stai comportando così?"

 " Così come?" Mi rispose innocentemente prima di alzare lo sguardo verso Tanya che si avvicinava.

"Perchè non suoni qualcosa?" Tutti sembravano divertirsi, chiacchieravano, Kate e Aleksander giocavano a scacchi, Emmet e Jasper guardavano la televisione, mentre gli altri si erano spostati nel salone per sentire Edward suonare.

Li seguii pure io, rimasi in disparte appoggiando la mano su una sedia.

"Perchè non suoni la nostra canzone?"

Tanya prepotentemente si era seduta accanto ad Edward e senza aspettare una sua risposta gli prese la mano poggiandola sulla tastiera.

 A quel punto cercai di trattenere a stento un'ondata di rabbia mordendomi il labbro inferiore, un rumore secco accanto a me, mi fece riprendere l'autocontrollo, abbassai lo sguardo ed aprii la mano, lo schienale si era completamente staccato dal sedile, riducendosi in mille pezzi.

 Li lasciai cadere a terra e alzai la testa, gli altri mi fissavano, non sapevano se ridere o rimanere muti davanti a quella scena.

Presi io l'iniziativa e me ne andai seguita poco dopo da Edward.

"Voglio andarmene"

 "Bella ascolta..."

"Subito" Il mio tono autoritario lo sbalordì ed annuii convinto, non poteva fare altrimenti. Iniziammo ad incamminarci verso casa, non volli neppure aspettare Jasper ed Alice, avevo bisogno di sbollire ed una passeggiata mi avrebbe aiutata.

"Hai ragione, ma credimi non avevo intenzione di..."

"Cosa stava pensando? Voglio saperlo."

 "Non a quello che pensi tu..."

"E cosa ne sai tu di quello che penso io?" Poi mi rabbonii, mi accorsi di essere stata troppo dura e con un sospiro gli porsi la mano.

  
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