Capitolo
1
Con la coda
dell'occhio vidi Alice intenta a fissarmi, soltanto quando
avvicinò la sua mano
verso di me, con l'intento di rimettere al suo posto un ciuffo ribelle,
mi
girai verso di lei esausta.
" Alice, ti ho
già fatto da cavia tutto il pomeriggio, mi lasci prendere
fiato?"
"Tutto il
pomeriggio?! Neppure tre ore, si poteva fare di meglio."
Ritrasse
la mano scocciata, non prima di aver
finito la sua opera, poi incrociò le braccia al petto e con
aria frustrata
guardò fuori dal finestrino.
Inspirai
profondamente e lisciai il vestito
attillato, cercando di stenderlo il più possibile in modo da
non farlo sembrare
così corto come in effetti era.
Non
ero particolarmente in vena di presentarmi
a casa del clan di Tanya quella sera. Ci avevano invitato per darci, a
modo
loro, il benvenuto a Denali, non ne ero particolarmente entusiasta,
avevo
ancora bisogno di un periodo di assestamento, il trasferimento, il
college, il
nuovo ambiente, erano stati un pò troppo per me.
All'improvviso
una calma invadente svuotò la
mia mente, socchiusi gli occhi e mi abbandonai lasciandomi cullare dal
movimento dell'auto.
Quando li riaprii
intravidi Jasper, di sfuggita mi fece un occhiolino attraverso lo
specchietto
retrovisore.
C'era di certo il
suo zampino per quell'innaturale cambio d'umore, abbozzai un sorriso
poi mi
rivolsi ad Edward.
"Tra quando
dovremo arrivare?"
"Amore, tra
cinque minuti massimo."
Vidi Edward
inarcare un sopracciglio e corrugare la fronte, Alice accanto a me si
mosse
freneticamente e con un sorriso ammaliante esclamò sicura.
"Sarà una
serata interessante"
Jasper senza
distaccare gli occhi dalla strada rimbeccò. " cosa hai
visto?"
Una Bmw ci
sfrecciò
accanto, Rosalie alla guida, Emmet al suo fianco, il braccio fuori dal
finestrino ci fece un segno annoiato di aumentare l'andatura, si
iniziavano ad
intravedere le luci della nostra meta.
La casa non era
maestosa come quella dei Cullen, ma aveva un suo fascino.
Una villa antica
quasi inglobata nel parco che la circondava. L'edera ricopriva le mura
ed i
balconi fino a nascondere quasi del tutto la struttura imponente.
Parcheggiammo nel
vialetto accostando presso l'ingresso, non feci neppure il tempo ad
aprire la
portiera che quando alzai lo sguardo vidi Edward che mi porgeva la mano
per
aiutarmi a scendere.
Averlo accanto mi
incoraggiava e gli donai un sorriso tra il malinconico ed il grato, gli
presi
il braccio e mi lasciai baciare la guancia, mentre lui sussurrava
all'orecchio.
" Te lo
prometto, resteremo poco"
Inspirai
profondamente mentre Alice al nostro fianco ridacchiava senza alcun
motivo
apparente.
"cos'ha
visto?" chiesi allora ad Edward lasciandomi condurre verso la porta, ma
Tanya spuntò all'improvviso e con un sorriso smagliante ci
accolse invitandoci
ad entrare.
Non mi piaceva Tanya,
c'era qualcosa nel suo sguardo che mi insospettiva, tentavo di essere
cordiale,
ma quando parlava con mio marito, si illuminava.
Un tempo ero stata
invidiosa della sua bellezza folgorante, ed ora mi riusciva difficile
trattarla
amichevolmente.
Probabilmente il
mio giudizio era influenzato dai suoi rapporti passati con la mia
famiglia, ed
in particolar modo dall' inevitabile attrazione che provava ancora, per
Edward.
"Entrate, vi devo presentare una persona"
Si voltò
raggiante
verso una figura maschile alle sue spalle.
Man mano che si
avvicinava iniziavo ad individuarne i dettagli del corpo, del viso.
Indossava
una camicia celeste che non lasciava molto spazio all'immaginazione.
Si intravedevano i
muscoli scolpiti del petto e delle braccia, era magro, una figura
longilinea.
"Aleksander"
Continuò Tanya altalenando lo sguardo tra quell'estraneo e
la mia famiglia. "Si
è unito recentemente al nostro clan"
Lo guardammo tutti
ipnotizzati, con la punta del dito sistemò la frangia
spettinata, per poi
passare la mano tra i capelli castani.
Sul suo bel volto
si dipinse una smorfia non appena sentì il suo nome, si fece
ancora avanti ed
il nostro sguardo si incrociò.
Inarcò
un sopracciglio e senza dire nulla
continuò a guardarmi insistentemente, sbarrò gli
occhi cremisi, tristi e
profondi, nei quali mi persi.
Edward
interruppe il silenzio, il tono
innervosito, mi abbracciò e mi ridestai fissandolo
imbambolata.
" Spostiamoci
stiamo bloccando l'ingresso"
Era passata appena
un'ora, Edward non si era allontanato da me neppure per un secondo, era
più
protettivo del solito, mi teneva la mano, mi abbracciava, lanciando
qualche
sguardo nella direzione del nuovo arrivato.
Come se gli volesse
dimostrare qualcosa, che io fossi di sua proprietà.
"Perchè ti
stai
comportando così?"
"
Così come?" Mi rispose
innocentemente prima di alzare lo sguardo verso Tanya che si
avvicinava.
"Perchè non
suoni qualcosa?" Tutti sembravano divertirsi, chiacchieravano, Kate e
Aleksander giocavano a scacchi, Emmet e Jasper guardavano la
televisione,
mentre gli altri si erano spostati nel salone per sentire Edward
suonare.
Li seguii pure io,
rimasi in disparte appoggiando la mano su una sedia.
"Perchè non
suoni la nostra canzone?"
Tanya
prepotentemente si era seduta accanto ad Edward e senza aspettare una
sua
risposta gli prese la mano poggiandola sulla tastiera.
A
quel punto cercai di trattenere a stento
un'ondata di rabbia mordendomi il labbro inferiore, un rumore secco
accanto a
me, mi fece riprendere l'autocontrollo, abbassai lo sguardo ed aprii la
mano,
lo schienale si era completamente staccato dal sedile, riducendosi in
mille
pezzi.
Li
lasciai cadere a terra e alzai la testa,
gli altri mi fissavano, non sapevano se ridere o rimanere muti davanti
a quella
scena.
Presi io
l'iniziativa e me ne andai seguita poco dopo da Edward.
"Voglio
andarmene"
"Bella
ascolta..."
"Subito"
Il mio tono autoritario lo sbalordì ed annuii convinto, non
poteva fare
altrimenti. Iniziammo ad incamminarci verso casa, non volli neppure
aspettare
Jasper ed Alice, avevo bisogno di sbollire ed una passeggiata mi
avrebbe
aiutata.
"Hai ragione,
ma credimi non avevo intenzione di..."
"Cosa stava
pensando? Voglio saperlo."
"Non
a quello che pensi tu..."
"E
cosa ne sai
tu di quello che penso io?" Poi mi rabbonii, mi accorsi di essere stata
troppo dura e con un sospiro gli porsi la mano.