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Autore: marasmaa    04/01/2018    0 recensioni
"Butta via tutto ora, incontrami sotto la pioggia scrosciante, baciami sul marciapiede, porta via il dolore."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Louis

Mi buttai sul letto lasciando la musica dal pc ad alto volume. Guardai lo schermo del cellulare, nessun messaggio. Lo facevo spesso pur sapendo che raramente qualcuno mi scrivesse. 
Non mi sentivo con nessuna ragazza in quel periodo. L'ultima storia era finita prima di quest'estate, per lo più male. Mi aveva lasciato lei per motivi a me ancora sconosciuti. Tra alti e bassi era un anno che andava avanti e mi ero affezionato. Ma da giugno non avevo avuto più sue notizie, se non qualche foto sui social della sua fantastica vita.
Guardai la valigia che mi fissava da giorni. Come a ricordarmi che presto sarei dovuto ritornare a Phoenix, i corsi obbligatori sarebbero ricominciati tra due settimane. Questa volta però non sapevo se sarei ritornato con Zayn. Mi aveva accennato che forse era meglio restare a San Francisco e trovarsi un lavoro. L'ultima sessione d'esame non gli era andata particolarmente bene e non volevo che la storia di Liam e Nicole gli avesse messo qualcosa di strano in testa.
Nicole. Ormai erano due anni che c'eravamo lasciati ma la consideravo una delle storie più importanti. Solo che a volte le persone bisogna sapere lasciarle andare. Ero stato uno stupido a non mettermi in mezzo alla storia della scommessa, non volevo lei soffrisse ma d'altro canto avevo paura che immischiandomi mio fratello avesse potuto pensare che lei non mi era ancora del tutto indifferente. E non avrebbe sbagliato. Solo che mi ero accorto che a Liam Nicole piaceva, e non solo fisicamente, e sapevo anche che questa storia andava avanti dal suo primo anno di liceo. Ero stato io a rubargliela.
Lasciai stare i pensieri ed alzai ancora di più il volume della musica, Can't stop dei Red Hot, amavo quel pezzo.

- Louis per favore spegni questo rumore e fai qualcosa, sempre in quella camera o in giro a perdere tempo!- Mia madre. Interrompeva sempre i miei momenti, quelli in cui volevo stare solo con il 'rumore' a farmi compagnia. Quando stavo a casa non faceva altro che ricordarmi che dovevo studiare, che dovevo laurearmi in tempo, che lì a San Francisco non combinavo nulla. Mai che mostrasse un piccolo affetto nei miei confronti, mai che mi facesse qualche complimento, mai che si ricordasse che avevo fatto quasi tutti gli esami del secondo e anche con voti superiori alla sufficienza.
Io però non prendevo voti alti per compiacere i miei, come al contrario poteva fare Liam. Mi piaceva economia, era quello che avevo sempre sognato di fare, forse prendendo esempio da mio nonno e mio padre. 
Mio padre che nonostante nella sua vita privata ne avesse combinate parecchie, al lavoro aveva sempre eccelso. Grazie a lui ci eravamo potuti permettere quella villa, e le macchine, e il mio studio a Phoenix. Sì, aveva senza dubbio sbagliato nel lasciare mamma per una ragazza, nell'essere la causa del loro divorzio e della sofferenza mia e di Liam. Ma nonostante questo era sempre stato un padre presente, ogni volta che tornavo a San Francisco organizzava una cena solo tra i maschi della famiglia, e quando stavo al college mi chiamava spesso. Cercava sempre di soddisfare ogni nostro desiderio, anche quello di mamma con la quale aveva sempre cercato di costruire e mantenere un buon rapporto, cosa che ovviamente lei non gli permetteva. Secondo Liam voleva viziarci per darci un contentino, secondo me perché ci voleva bene.

Presi le chiavi della macchina e scesi per farmi un giro. Non sopportavo che mamma mi vedesse non fare nulla e mi continuasse a sgridare. 
Non sapevo se chiamare Zayn, da quando aveva iniziato a provarci con Nicole, per gioco o meno, mi ero iniziato ad allontanare da lui ma non facendolo apposta. Era più forte di me. Non potevo vederlo baciarla o toccarla e quindi preferivo non vederlo proprio. Così avrei evitato discussioni inutili.
Decisi di farmi un giro tranquillo da solo, forse avrei preso una birra in tranquillità. Ma non in un bar, da solo sarei sembrato asociale. 
Mi diressi in un supermarket, il primo che mi venne in mente, e andai dritto verso le bevande. In quel momento mi passò davanti una ragazza con una fisionomia familiare, mi voltai per guardarla meglio. 
- Nicole! - non sapevo neanche perché l'avessi salutata, forse era meglio far finta di niente.
- Louis! - fece avvicinandosi.
Non aveva un filo di trucco e i suoi capelli erano raccolti in un tuppo alto. Indossava dei jeans ed un top ed era così bella nella sua semplicità.
- Da quando in qua ti occupi tu della spesa?-
- Potrei dire lo stesso di te! -
- Io infatti sono venuto per una semplice birra in solitaria
-
- Siamo passati da semplice disagiato a disagiato alcolista! - esclamò sorridendo e mettendo un pacco di fette biscottate nel carrello. Risi anche io. Avrei voluto guardarla sorridere per tutto il tempo. 
- Al posto di fare la spiritosa, mi aiuti a scegliere un pacco di patatine da accompagnare alla mia birra? -

 

Nicole
Sempre così. Quando uscivo di casa supertruccata, vestita decentemente e con capelli splendidi non incontravo neanche mia madre. Ora che ero andata a fare spesa, obbligata tra l'altro, senza neanche essermi guardata allo specchio incontro Louis.
Mi diressi con lui nel reparto patatine e schifezze varie. Mi ricordavo ancora i suoi gusti, dopo un anno e mezzo passato insieme non potevo dimenticarli. Gli porsi un pacco di tortillas alla paprika.
- Ottima scelta! -
- Ti ricordo che ne compravamo a palate per guardarci How I met your mother svaccati sul divano! -
Rise forse ripensando a quei bei momenti. Fece un passo verso di me e il mio stomaco si contrasse, speravo solo di non arrossire.
- Ricordo bene tranquilla - disse strappandomi il pacchetto di mano e non muovendosi di un millimetro. - Se non hai niente di meglio da fare, prendi un'altra birra e vieni con me. Ti accompagno a posare la spesa a casa.. So che anche a te piacciono le tortillas.-
Ma che volevano tutti da me? Ero sul punto di rifiutare, dovevo farlo. Passare del tempo sola con lui mi avrebbe incasinato ancora di più i pensieri. Era troppo poi che non succedeva, cosa gli avrei dovuto dire?
Ma i suoi occhi mi fissavano in modo magnetico. Dio, quegli occhi! - Dai, è il tuo giorno fortunato!- Ed ecco che mi ero incasinata ulteriormente, prevedibile.

Andammo verso la cassa e pagammo. Posai la spesa nella mia macchina e gli proposi di venire con me senza prendere la sua di macchina. Dopo qualche tentennamento e qualche battuta sul fatto che non sapessi guidare, entrò in macchina.
Mi fermai un attimo a casa per portare la spesa in cucina sperando di non incontrare mamma, e per fortuna non avvenne. Ritornai in macchina dove mi aspettava e partii. Se mia madre avesse scoperto che ero in giro con la macchina mi avrebbe ucciso, nel migliore dei casi.
Sotto consiglio di Louis andammo in un parchetto non molto lontano da casa, c'ero già stata qualche volta ed anche in sua compagnia. Era tenuto bene nonostante fosse sempre poco affollato, aveva giusto due scivoli ed un'altalena per i bambini e poi delle panchine in mezzo a diversi tipi di piante, per lo più siepi. Dopo il tramonto diventava un parco dove i ragazzini fumavano le canne e spesso spacciavano anche. Eravamo arrivati in tempo, essendo ormai il cielo diventato arancione e i ragazzini delle gang già pronti. 
- Ma quasi quasi una canna ora ci starebbe! - esordì Louis rompendo il silenzio. Gli diedi un colpetto sulla testa scompigliandogli i capelli che con quella luce arancione avevano preso qualche riflesso dorato, per poi sorridere e guardare dritto.
- Io dopo la festa di sabato non tocco né alcol né alcun tipo di droghe. Ho dato abbastanza. -
- Addirittura? Sai che mi sono perso lo spettacolo di te ubriaca e fatta? Ero occupato a badare all'altro piccolino, che stava peggio di te.. - Disse riferendosi ovviamente a Liam.
- Lo so.. Le feste di quel tipo, Simon o come si chiama lui, sono sempre devastanti!- Ribattei cercando di sviare il discorso e non farlo ricadere su Liam. 
- E' che siete dei ragazzini.. Io ero in perfetta forma! - Mi guardò con aria di superiorità per poi sorridere e darmi una piccola spinta. - Lo sai che scherzo, e sai anche quante volte mi sono combinato così alle feste - 
- Mi ricordo bene di quando stavi per andare in coma etilico.. Ti stavo per portare al pronto soccorso quando apristi gli occhi e a mezza voce te ne uscisti con 'ma è finita la festa?'- Scoppiammo a ridere. Con Louis ne avevo passate davvero tante, di belle e di brutte. Avevo collezionato tanti ricordi che non avrei mai cancellato. Era piacevole stare lì e chiaccherarne con lui, mi faceva riportare la mente a quei giorni in cui nonostante gli alti e i bassi eravamo felici. Stavamo bene. Nonostante tutto non avevo mai pensato che Louis fosse uno stronzo, sapevo che mi aveva voluto un gran bene e che sarebbe rimasto il mio primo amore. 
Guardavamo il cielo farsi sempre più scuro mentre le nostre mani a volte si incrociavano nella busta delle patatine.
- Ma a volte ti riviene in mente il nostro primo incontro? - Azzardò dopo aver preso un'altra tortilla. Feci un sorso di birra, poi un altro più veloce e lo guardai. Ogni volta ripensavo a Louis mi tornava davanti la scena del nostro primo incontro. Potevo raccontarlo a memoria.
- Quando misi per la prima volta piedi in casa Paynson e tu apristi la porta? Tra l'altro piuttosto banale come primo incontro. -
- Siamo sempre stati banali.-
- No signorino, tu al massimo lo sei sempre stato. Io cercavo sempre di farmi riconoscere! - Gli rubai il pacchetto dalla mano e sorrisi sgranocchiando fiera le tortillas.
- Miss originalità ti devo chiamare allora! - Ridacchiò e finì la sua birra. - In realtà io già ti conoscevo prima di quel giorno. Ti avevo notato a scuola, passeggiare nel corridoio impacciata mentre cercavi qualche aula, forse quella di storia. Ricordo che io stavo andando in bagno, quando ti vidi fermarti in mezzo al corridoio con un foglio in mano che probabilmente non riuscivi a decifrare. Avevi i capelli sciolti, sempre lunghi, e quegli occhi verdi che credo tutti a scuola abbiano notato almeno una volta. Mi sei rimasta impressa da quella volta. Quando aprii la porta di casa e rividi quegli occhi ero sorpreso ma allo stesso tempo contento. Contento di aver finalmente l'opportunità di capire chi eri. - Disse quasi tutto d'un fiato senza mai distogliere lo sguardo dall'albero di fronte a lui. Forse perché non voleva reggere i miei occhi fissi su di lui, increduli come me, che sentivo per la prima volta quelle parole. Non me lo aveva mai detto, avevo sempre pensato che si fosse accorto della mia esistenza solo quella volta che ero finita a casa sua per andare a trovare Liam. Un sorriso nacque spontaneo, intanto il mio stomaco si contorceva cercando di contenere tutto quello che stavo provando e di buttarlo giù.
- Quindi non ero solo io ad aver notato il grande Paynson, abbiamo qualcuno più sottone ancora! - 
Finalmente si rigirò verso di me e mi cedette il suo sguardo. Forse non doveva farlo, perché mi sentii le guance colorarsi di rosa. Mi prese il mento e poi mi diede una carezza, senza dire nulla. Sapevo che avrebbe voluto dire tanto, ma il silenzio mi bastava per capire. 

Finii anche io la mia birra, si erano fatte le otto e dovevo tornare a casa. Non avevo neanche controllato il cellulare ma sicuramente mia madre stava progettando il mio omicidio. Prima di andare però volevo togliermi un sassolino dalla scarpa.
- Posso chiederti una cosa? Rispondimi sinceramente però.. -. Mi accennò un sì con la testa e attese la mia domanda.
- Tu sai tutto della scommessa tra Liam e Zayn vero? E perché non hai fatto nulla per fermarli? - Fatto, L'avevo detto. Dovevo farlo, Mi morsi il labbro pentendomi della mia sfacciataggine di quel pomeriggio, era meglio se fossi rimasta a casa con la spesa.
- Sì, ho sempre saputo tutto. Cioè, me l'ha detto Zayn dopo che aveva accettato la proposta di Liam. Io ho espresso il mio disappunto, ma sai come sono fatti. Fanno quello che vogliono loro.. Forse avrei dovuto insistere, anzi dovevo senza dubbio. Mi dispiace che tu ci sia andata di mezzo, ma davvero non vale la pena stare male per questa cretinata, non lo meriti. -
- Liam mi ha confessato tutto da ubriaco alla festa. Zayn ieri mi ha incontrato al parco e mi ha chiesto scusa, di perdonarlo.. Ma non so cosa fare. Non so in realtà neanche una volta perdonato cosa dovrebbe succedere. Cioè, era interessato a me solo per la scommessa, perché chiedere il mio perdono? - Non sapevo neanche perché ne stessi parlando con lui, stavo mettendo a disagio sia me che Louis.
- Quello che ti posso dire è che Zayn all'inizio, quando ci ha provato con te in spiaggia, non era ancora preso da nessuna scommessa che io sappia.. Che sei una bella ragazza credo sia indiscutibile, magari conoscendoti è stato colpito anche dal resto.. Zayn è un po' coglione a volte, come Liam, ma entrambi sono bravi ragazzi. Se hanno fatto già una cazzata non credo ne vogliano combinare un'altra.. Prova a fidarti -.
Non sapevo perché mi stesse praticamente consigliando di dare un'altra possibilità a Zayn, per un attimo avevo pensato che lui volesse riavvicinarsi a me, ovviamente facendomi uno dei miei soliti film mentali. Con Louis era finita ormai da un pezzo e se capitavano momenti come quelli era solo perché siamo state persone importanti l'uno per l'altro ed era giusto preservare un buon rapporto. Eppure sentivo qualcosa di diverso dai suoi sguardi e dai suoi sorrisi dolci, qualcosa che mi portava inevitabilmente a pensare ad altro. A pensare al passato e a fantasticare sul futuro. 
- Sono comunque due coglioni! - Esclamai alzandomi dalla panchina e porgendogli la mano per invitarlo ad andarcene. 
Il viaggio di ritorno fu quasi tutto in silenzio, a parlare solo la radio. Lo accompagnai alla macchina e poi mi diressi verso casa, più confusa di quando ero uscita. Avrei dovuto smettere di sentire tutti, Zayn, Liam, Louis. Pensare solo a me stessa, all'ultimo anno di liceo e ai miei obiettivi.

 

  
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