THE DOORS OF MY HEART
ARE OPEN
2.
Le regole del gioco
Harry si sedette al tavolo, il giornale fra le mani e appoggiato sul tavolo in verticale, in modo da non vedere la creatura dei suoi sogni. Si era già fatto troppo male.
-C..ciao!- Ginny gli si sedette accanto, tremebonda. Harry
spostò lo sguardo dal quotidiano a lei. Era come al solito bellissima, ma quel
giorno aveva un non so che, che la rendeva ancor più affascinante. Saranno
state le guance rosee e non più pallide, o l’assenza di occhiaie, o l’aria
vispa e gaia, fatto sta che non riuscì subito a staccarle gli occhi di dosso.
-Ehm...- Ginny si tolse un ciuffo che le cadeva sbarazzino
dalla fronte, e si protese verso di lui. –Nulla di interessante, sul giornale?-
-No, cioè... nulla su Voldemort. Persino Rita Skeeter tace.-
-Il che è tutto dire!- completò Ginny tentando di tirargli
su il morale. Harry sorrise.
Ehi, si disse la studentessa, non è poi così difficile! Hermione aveva ragione, farsi avanti è la cosa migliore.
Poco più in là, Hermione avrebbe invece tanto voluto aver
torto.
Seduta sbilenca, i capelli spettinati per le tante volte che
si era rigirata nel letto, fissava i due cupa.
Devo veramente fingere?, pensò. In fondo, io amo Harry e una
volta o l’altra lo scoprirà. Tutti i nodi vengono al pettine... e a proposito
di nodi, dovrei darmi una pettinata!
Tirò fuori una spazzolina e la passò sulla bruna chioma. E
poi, si disse, è brutto mentire a Ginny. Lei non vorrebbe. In fin dei conti,
però, che altra scelta ho? Se la mia amica venisse a sapere del mio debole per
il ragazzo che le piace, mi odierebbe, e Harry non sarebbe più amico, non ricambiando
i miei sentimenti.
Sospirò. Sì, era l’unica soluzione possibile, anche se
sbagliata.
-Hermione!, come mai tutta sola?- Ron si sedette al tavolo,
allegro più che mai.
-Oh, io... Harry è con Ginny...- Hermione gesticolò,
sentendosi un’inetta. –E poi, a te che importa? Di solito sei estraneo a queste
cose!-
-Herm, quando i Serpeverde vengono sconfitti a Quidditch, io
mi sentirei pronto anche per una verifica di Pozioni!-
Hermione ghignò. –Ah, davvero? Beh, sono contenta! L’esame
non sarà troppo difficile, allora!-
-Il che?- Ron sbiancò, fissandola allucinato.
-Ooh, non lo sapevi?- Hermione strabuzzò gli occhi
fingendosi dispiaciuta per la gaffe. –Oggi il caro vecchio Piton ci prepara ai
M.A.G.O...-
-NO!- Ron si portò le mani ai capelli. –Non è possibile! Non
è giusto! Come può farci...- ma si interruppe vedendo Hermione ridere a
crepapelle.
E capì.
-Tu, brutta....!-
-Credulone! Credulone! Non pensavo ci saresti cascato!-
-Io... io...- Ron scosse la testa, poi, con un’agile mossa
del cucchiaio, le lanciò addosso del bacon. Il sorriso di Hermione si tramutò
in una smorfia.
-Sei scemo? Guarda come mi hai ridotta!-
-E tu mi hai fatto venire un’infarto!-
-Bene.- Hermione si alzò e agguantò il resto della colazione
con un gesto drammatico, poi si allontanò a grandi passi... se non che si girò
di scatto lanciando addosso ad un allibito Ron tutto il contenuto del vassoio!
Si allontanò correndo e ridacchiando. Dopotutto, Ron
riusciva sempre a farle tornare il buonumore.
***
-Carta.-
Draco Malfoy sorrise
fissando il compagno che stava di fronte a lui.
Tiger si agitò sulla sedia. Stava perdendo, e di brutto.
-Scegli una carta dal mio mazzo. Senza sbirciare, mi
raccomando. Avanti, è la tua ultima possibilità.-
-Tanto vincerai comunque tu, capo- esclamò Goyle, sghignazzando.
Tiger grugnì, fulminandolo con un’occhiataccia. Poi allungò
una mano grassa verso le cinque carte messe a cerchio davanti a lui.
Malfoy si mordicchiò leggermente il labbro inferiore. Non lo
avrebbe mai ammesso, ma era leggermente nervoso. Il gioco di Mezzanotte era
giunto al punto più ingrato.
Delle ultime cinque carte, Malfoy ne aveva solo una con la
luna piena. Tutte le altre erano a spicchi. Se Tiger, com’era probabile, avesse
pescato una di quest’ultime, lui avrebbe avuto diritto a fargli scontare una
penitenza fra quelle dell’agenda Istruzioni, da compiere a mezzanotte (per
questo il gioco aveva quel titolo).
Ma se Tiger avesse scoperto la carta con la luna piena,
sarebbe stato il contrario e sarebbe toccata a Malfoy la punizione. Sebbene ci
fosse il 90% di possibilità di vincita, il Serpeverde non riusciva a fare a
meno di pensare cos’avrebbe architettato Tiger avendo a disposizione l’unico
modo per metterlo in ridicolo.
Malfoy sapeva bene che Tiger ambiva al suo posto di capo del
trio, e che lo invidiava, ma era troppo vigliacco per sfidarlo. Avere
un’opportunità di imbarazzo per lui, perciò, per Tiger sarebbe stata
un’autentica festa.
Tiger sollevò la carta. Sia Malfoy che Goyle trattennero il
fiato. Poi, una smorfia indefinita apparve sul volto di Tiger.
Qualche secondo di silenzio. E poi...
-Ahahahah!- ululò Tiger. Poi mostrò la carta con la luna
piena a Malfoy. –Ho vinto! Ho vinto!-
Goyle fissò di sottecchi il suo capo. Malfoy pareva più
pallido del solito, ma non si scompose.
-La fortuna ha voluto concederti una vincita sulle cento
perdite- commentò. –Bene, adesso facciamo un’altra partita. Voglio la
rinvincita e l’avrò.-
-Ehi, un attimo!- Tiger afferò il libro d’istruzioni. –Non
così in fretta, capo. Hai perso, perciò ti spetta la penitenza. Vieni, Goyle!-
Il grasso Serpeverde mosse qualche passo verso di lui, e
insieme sfogliarono le pagine delle punizioni, ridendo a crepapelle.
-Che dici? Un bagno nel lago gelato? Un’imitazione di
scimpanzè nello studio di Silente? Una lustratina alle scarpe di Potter?-
propose Tiger fra le risate di Goyle.
-Sbrigatevi- disse Malfoy a denti stretti, -non ho
intenzione di sprecare la mattina con voi. Non ho marinato le lezioni per
vedervi sussultare come delle Grifondoro.-
-Ho trovato!- esultò Tiger. Lo fece leggere a Goyle che
cadde a terra tenendosi la pancia.
-Senti qui, capo- lesse il bestione. –A proposito di
Grifondoro. Ho deciso che come penitenza dovrai... baciarne una!-
Malfoy trasalì. Non avrebbero potuto trovare penitenza
peggiore.
-Che stai blaterando, scimmione!- sbottò. –Nelle istruzioni
non ci può essere l’accenno a delle Grifondoro!-
-No, è vero.- disse Goyle, sempre sorridendo. -Ma qui dice
‘Penitenza n°17: Baciare una persona sgradita al perdente’.-
Malfoy strinse i pugni. Non c’era via di scampo. Maledetta
sera, maledetta partita, maledetti Tiger&Goyle.
Ma proprio lui, il loro capobanda, non poteva sottrarsi alle
regole del gioco.
-Avanti, allora, muovetevi a sceglierne una- disse
passandosi la lingua sulle labbra. –Sarà un gioco da ragazzi. Certo che
potevate scegliere una penitenza peggiore!- aggiunse, sperando di fargli
cambiare idea.
Ma i due stavano già rimuginando sulla malcapitata.
-Lavanda Brown? E’ una santarellina.-
-Sì, ma troppo carina- sbuffò Goyle.
-Hanna Abbott?-
-E’ di Tassorosso- disse Malfoy, senza commentare la loro
imbecillità.
-Calì Patil?-
-No- gesticolò Tiger semplicemente. Non voleva ammettere di
avere una passione segreta per lei.
-La Granger!- esultarono i due scagnozzi in simultanea.
Malfoy represse un conato di vomito. –Fatemi il piacere! E’
talmente viscida che anche toccarla mi fa schifo!-
Ma si pentì subito per la sua uscita. Probabilmente il suo
disgusto li avrebbe convinti.
-Ne ho una migliore!- sorrise perfidamente Goyle. –Ginny
Weasley.-
-La babbanofila? Ancora peggio della Mezzosangue- approvò
Tiger.-Okay. Perfetta.-
-Ragazzi, basta!- scoppiò Malfoy. Ne aveva piene le tasche e
non sopportava neanche l’idea di poter baciare la Weasley.
-Certo- disse Tiger mettendogli una mano sulla spalla. –Ormai
è deciso. Entro stanotte, dovrai baciare Ginny Weasley. E’ la regola del gioco.
E tu non puoi sottrarti-