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Autore: milkovichs    06/01/2018    1 recensioni
"Harry e Louis sono sempre stati l’uno il centro della vita dell’altro, anche quando ancora io non li conoscevo. Harry è stato amico di tutti noi, ma non sarebbe mai potuto essere per noi ciò che è stato per Lou, quindi è per questo che ti racconterò la storia dagli occhi di chi lo ha amato più di quanto fosse possibile, più di quanto fosse lecito, più di quanto ognuno di noi possa immaginare. E’ giusto che tu conosca Harry attraverso gli occhi di Louis, amore mio, perché sono gli unici occhi capaci di rendergli giustizia."
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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CHAPTER 4 – THE IMPORTANCE OF BEING A GOOD BROTHER.

 

Toc toc.

Louis fece a malapena in tempo a sollevare lo sguardo dal proprio quaderno che sentì la maniglia abbassarsi lentamente e la porta della propria camera aprirsi.

Sospirò, posando la penna sulla scrivania. Era ormai un’ora che era chiuso in quella stanza a fare i compiti e onestamente una pausa era esattamente ciò di cui aveva bisogno. E a quanto pareva, sua madre stava per fornirgliene una.

Certo, fare una pausa implicava il finire di fare i compiti un po’ più tardi, ma in quel momento la sua testolina stava chiedendo pietà. Chi mai se lo sarebbe immaginato che la seconda elementare sarebbe stata così tanto più complicata della classe precedente? Il secondo quadrimestre era appena iniziato e Louis doveva davvero darsi da fare perché sapeva benissimo che sarebbe stato sempre più difficile mantenere voti alti, con il passare del tempo.

Sua madre entrò nella stanza, lasciando la porta aperta alle proprie spalle. Il bambino poteva sentire suo padre preparare chissà cosa in cucina, producendo rumori continui.

- Lou, ti fa di fare merenda? Ho fatto i biscotti e papà sta facendo il tè. Con tanto latte, come piace a te.-

Il bambino sorrise con entusiasmo e annuì vigorosamente, alzandosi dalla sedia e saltellando fino in cucina. Adorava il momento della merenda e lo adorava anche di più se capitava che i suoi genitori fossero entrambi a casa, per quell’occasione.

Così prese posto a capotavola, afferrando un biscotto dal vassoio che sua madre aveva posizionato al centro del tavolo e addentandolo, mentre aspettava che suo padre, ai fornelli, finisse di preparare quel tè che tanto amava.

Jay si sedette accanto a suo figlio e lanciò a suo marito un’occhiata che trasudava impazienza e un pizzico di agitazione. In tutta risposta, Mark le rivolse un sorriso di incoraggiamento mentre raggiungeva il tavolo e porgeva ad ognuno la propria tazza.

La donna attese che anche lui si sedette, poi prese la tazza di tè e bevve un sorso di quel liquido ambrato bollente. Era assurdo come Mark conoscesse le perfette proporzioni di latte o zucchero da aggiungere nel tè di tutta la famiglia. Mai una volta che sbagliasse dose.

- Lou, tesoro, io e la mamma vorremmo dirti una cosa.-

Louis sollevò lo sguardo dal proprio biscotto e annuì, curioso, osservando prima suo padre, poi sua madre.

Jay prese un profondo respiro, rendendosi conto solo in quel momento di come quel discorso che si era preparata quella mattina, in piedi davanti allo specchio, fosse stupido e innaturale anche per un bambino di sette anni. Così bevette un altro sorso di tè caldo, poi posò la tazza sul tavolo e allungò una mano verso quella di suo figlio, stringendola dolcemente, con affetto.

- Sai, tesoro… L’ho scoperto solo un paio di giorni fa e volevo dirtelo perché ti voglio bene e credo sia giusto che lo sappia subito anche tu.- Jay si interruppe per qualche secondo, poi sorrise leggermente, posando la mano libera sul proprio ventre.

- Avrai un fratellino o una sorellina, fra qualche mese. Sono incinta.-

Louis spalancò gli occhi in un’espressione di pura sorpresa, che inizialmente i suoi genitori non seppero decifrare. Ma poi…

- Oddio… Oddio, mamma, è bellissimo! Che bello, che bello, avrò un fratellino con cui giocare, non posso crederci! Grazie!-

Entrambi i suoi genitori sorrisero, visibilmente emozionati, dopodiché Mark scompigliò teneramente i capelli del bambino.

- Beh, non sappiamo ancora se sarà un maschio o una femmina, ma sarai il primo a saperlo, okay?-

Louis annuì e addentò un altro biscotto, per poi finire il proprio tè e alzarsi.

- Scusate, devo finire i compiti velocissimo perché devo andarlo a dire a Hazza e Pez. A loro posso dirlo, vero?-

Jay annuì, scuotendo poi appena la testa quando il bambino si voltò per correre verso la propria cameretta. Quei tre bambini vivevano in simbiosi, non aveva mai visto una cosa del genere prima d’ora.

 

*

 

Harry, Louis e Perrie erano distesi sul letto matrimoniale della bambina, ognuno con il corpo in una direzione diversa, le teste al centro del materasso a toccarsi e i loro occhi a fissare il soffitto dipinto di rosa.

Quella di dormire assieme il sabato sera a casa di uno di loro, a rotazione, stava diventando una piccola tradizione, ormai, e non si sapeva dire chi dei tre amasse di più quella serata totalmente dedicata a loro tre. Quello che era certo era che sia Harry che Louis preferivano quando toccava a Perrie, perché il suo letto “come quello dei grandi” era più comodo dei loro letti singoli ai quali dovevano aggiungere materassi gonfiabili per poter dormire tutti e tre.

Così ogni sabato sera cenavano insieme, poi, con l’ultimo boccone ancora da masticare, si alzavano e correvano a mettersi i pigiami e poi si chiudevano in camera a chiacchierare fino a che non si addormentavano.

Di tanto in tanto la mamma del bambino o bambina ospitante andava a controllare che andasse tutto bene e quando li trovava tutti addormentati spegneva la luce e se ne andava con un sorriso intenerito.

- Devo dirvi una cosa bellissima, quindi prima di parlare di qualsiasi altra cosa, parlo io!- esclamò Louis dopo qualche momento di silenzio.

Non diede neanche tempo ai due amici di ribattere che le sue labbra si schiusero di nuovo, incapaci di trattenere quel segreto ancora.

- Mia mamma è incinta, quindi fra poco avrò un fratellino o una sorellina!- Le parole uscirono dalle sue labbra di qualche ottava più in alto del solito e Harry spalancò immediatamente gli occhi, mettendosi seduto.

Percependo quel movimento, anche gli altri due bambini si alzarono, guardandolo con espressione confusa, poi Perrie spostò lo sguardo su Louis e gli sorrise gioiosamente prima di lanciarsi verso di lui e abbracciarlo forte.

- Oddio, Loulou, è una cosa fantastica, se è femmina potrà essere la mia bambola?-

Louis scoppiò a ridere e scosse la testa, ricambiando il caloroso abbraccio della biondina.

- Pez, tanto avrò un fratellino, mi dispiace deluderti!-

I due bambini si staccarono e i loro occhi balzarono immediatamente su Harry, che non aveva ancora detto una parola e stava fissando l’amico come se avesse appena confessato di aver rubato i soldi dalla borsa della loro maestra.

- Beh, Haz, cos’è quella faccia?- Perrie diede per fortuna voce anche ai pensieri di Louis, che in quel momento stava cominciando ad irritarsi per il mancato entusiasmo da parte del suo migliore amico. Non era quella la reazione che si era immaginato quando aveva pensato a come dar loro la grande notizia.

- Beh, Pez, tu sei figlia unica e ancora lo sei anche tu, Lou, non avete idea di come sia avere fratelli o sorelle. Ma io ho Gemma e so che ora sei felice solo perché non ci dividi casa.-

- Che cosa stupida, Gemma ti vuole bene e tu vuoi bene a lei.-

Harry, in risposta, sollevò gli occhi al cielo, incrociando le braccia al petto.

- Non capite. Non so i fratelli, ma le sorelle sanno essere insopportabili. Boo, non sarai più felice fra qualche tempo, credetemi.-

Louis abbassò lo sguardo sulle sue manine intrecciate, poggiate sulle proprie gambe.

Sapeva che il rapporto fra Harry e Gemma aveva continui alti e bassi, ma lui aveva sempre sentito la mancanza di una figura fraterna al suo fianco e quando sua madre gli aveva dato la notizia era esploso di gioia; ora, però, il suo migliore amico, con poche parole, era riuscito a prosciugarlo da quella sensazione positiva e aveva riempito il suo vuoto con mille dubbi e domande.

Perrie sembrava aver notato quel cambio di umore improvviso del bambino dagli occhi blu, così scosse la testa e posò una manina sulla sua spalla, per confortarlo.

- Io credo che Loulou sarà un fratello fantastico e che riuscirà ad avere un buonissimo rapporto con quel bambino.-

Harry, che non voleva mettersi contro entrambi, quella sera, si limitò a scrollare le spalle. Avrebbero saputo chi aveva ragione solo in futuro, ora toccava a lui risollevare gli animi di entrambi.

Così infilò una mano nella tasca del suo pigiama e ne tirò fuori due cartoncini un po’ spiegazzati. Li aprì e ne porse uno a Louis e uno a Perrie.

- Fra una settimana è il mio compleanno e sto organizzando una festa. Questo è l’invito. Ci verrete, no?-

Il broncio di Louis si trasformò immediatamente in un piccolo sorriso ed entrambi annuirono prontamente, afferrando l’invito mentre la voce del bambino dagli occhi azzurri tagliò il silenzio venutosi appena a creare.

- Certo che ci saremo, Haz, non ce lo perderemmo per nulla al mondo, mai.-

 

*

 

Louis si sistemò il maglioncino con una mano mentre aspettava che Perrie scendesse dalla macchina. La madre della bambina si era offerta di accompagnare entrambi alla festa di Harry visto che allo stesso orario Jay avrebbe avuto una visita in ospedale per monitorare la gravidanza. La donna avrebbe raggiunto il luogo della festa più tardi, così si era accordata con Debbie.

- Tu non lasciarmi sola per andare dai tuoi compagni di classe, chiaro? Se sparisci e mi lasci sola vengo da te e ti prendo a pugni, Louis, ti avviso.- disse Perrie con un tono minaccioso accompagnato da un broncio, per poi far intrecciare la propria manina con quella del bambino dagli occhi azzurri e avviarsi con lui verso l’ingresso della sala che la madre di Harry aveva affittato per la festa.

Appena entrarono, Debbie raggiunse l’angolo genitori, dove Anne stava chiacchierando con alcune madri dei compagni di classe di Harry, mentre Louis e Perrie si guardarono attorno, cercando di individuare il loro amichetto festeggiato. E non fu difficile, perché ci misero non più di dieci secondi a trovare quegli inconfondibili occhi verdi, puntati allora su una bambina che Louis riconobbe immediatamente come la sua compagna di classe Kendall. Istintivamente alzò gli occhi al cielo e, dal momento che aveva ancora la mano stretta in quella di Perrie, fece un cenno all’amica, come a suggerirle di seguirlo.

Non appena Perrie capì, sorrise e lasciò la presa sulla mano di Louis, mettendosi a correre verso Harry e, una volta raggiunto, lo abbracciò di slancio, ignorando completamente la bambina dai capelli scuri con cui lui stava parlando in precedenza.

- Tanti auguri, Hazza!- strillò la bionda, lasciando poi un bacino sulla guancia dell’amico. Si staccò dopo qualche secondo e Louis ne approfittò per sollevare la propria mano e agitarla in aria, per salutare l’amico. Schiuse le labbra per fargli a sua volta gli auguri, ma venne interrotto da un rumore improvviso che fece voltare contemporaneamente tutte le teste presenti nella stanza. Al centro dell’attenzione una testolina castano chiaro, con delle guance che si colorarono immediatamente di rosso fuoco mentre lo sguardo dei presenti si spostava da quel bambino alla montagna di regali fino ad un attimo prima impilati, ora caduti rovinosamente a terra.

- Giuro, è stato un incidente, non ci ho fatto apposta. Ma se si è rotto qualcosa, è colpa di Zayn, non mia.- Quell’accento così irlandese e quel faccino angelico fecero scoppiare a ridere gran parte dei genitori, mentre Anne faceva cenno a Harry di raggiungerla per farsi aiutare a raccogliere quei pacchetti contro i quali Niall era caduto pochi attimi prima.

Louis sbuffò leggermente e arricciò il naso in una smorfia irritata. E lui quando avrebbe fatto gli auguri a Harry?

 

*

 

Stava detestando Perrie. Louis stava davvero detestando Perrie, in quel momento.

Lei, che prima di entrare gli aveva fatto promettere di non abbandonarla una volta dentro, aveva esattamente fatto il contrario, facendo amicizia con tutti e lasciando Louis seduto in disparte, solo.

Inizialmente aveva cominciato a parlare con una sua compagna di classe che evidentemente anche Harry conosceva, una certa Jade, dopodiché entrambe avevano attirato l’attenzione di Zayn e del suo gruppo di amici, che ora stava giocando con le due bambine. Tutti avevano trovato qualcosa da fare tranne Louis, che in quel momento si stava pentendo di essere andato a quella stupida festa. Perché sì, era stupida e la odiava se persino Harry aveva trovato qualcuno con cui stare e si era dimenticato di lui, del suo migliore amico.

E non poteva nemmeno tornare a casa, visto che sua madre doveva ancora arrivare. Ecco, suo fratello non era ancora nato e già gli rubava i suoi genitori, forse Harry aveva ragione a dire che era meglio essere figli unici.

Così, senza che quel broncio irritato lasciasse il suo viso, Louis si alzò e, dopo aver preso un pezzo di pizza dal tavolo del buffet, si andò a sedere a terra in un angolo della stanza, un po’ in disparte dal resto della festa. Sperava solo che sua madre arrivasse in fretta e lo portasse via da lì.

- Ehi, Boo, non mi piacciono i musi lunghi alla mia festa.-

Un paio di occhi blu si alzarono al cielo, mentre Harry si sedeva accanto al suo migliore amico, a gambe incrociate. Non rispose, ma si limitò ad incrociare le braccia al petto per fargli capire che era arrabbiato anche con lui.

- Dai, Boo, che ti ho fatto, ora? Scusa se non sono venuto prima a salutarti ma dovevo salutare anche gli altri. Perché sei qua tutto solo? Mica ci sono solo io qua.-

- Zitto, Harold. Sei antipatico e ti odio, hai salutato tutti gli altri prima di me. E Perrie mi aveva detto di non lasciarla sola ma poi lei ha lasciato solo me, anche lei è antipatica. Siete tutti antipatici con me, oggi.-

Harry ignorò quelle lamentele da diva che era solito fare Louis quando era arrabbiato e sorrise appena, facendo scontrare leggermente le loro spalle.

- Dai, fammi un sorriso, lo chiedo come regalo di compleanno e siccome sono il festeggiato, oggi, devi accontentarmi.-

Louis indicò il tavolo dei regali con un dito e sbuffò appena.

- Ti ho già fatto un regalo, sta là sopra, accontentati.-

- Non voglio quei regali, se non sorridi. Preferisco vederti sorridere che avere quei giocattoli.-

Nonostante la rabbia, senza accorgersene Louis si ritrovò a curvare le labbra in un sorrisetto dovuto alle parole del suo amico e in risposta Harry applaudì piano.

- Ecco, ora è un bel compleanno. Ora… pensi di salutarmi e farmi gli auguri, così facciamo pace, oppure continuerai ad essere arrabbiato?-

E per quanto il bambino dagli occhi azzurri volesse ancora tenergli il muso, giusto per fargli capire che non era giusto come si era comportato nei suoi confronti, si ritrovò a slanciarsi verso di lui e abbracciarlo forte, seppur in modo confuso visto che entrambi ora erano scivolati a terra, sdraiati in un groviglio di piccoli corpicini.

- Ciao Haz, tanti auguri.- La voce acuta di Louis era ridotta ad un sussurro appena udibile, quasi temesse che se avesse pronunciato quelle parole più forte, qualcuno avrebbe potuto rubare quel momento che era solamente loro.

- Ciao Boo, grazie degli auguri.-

Il riccio allentò la stretta dell’abbraccio e Louis era convinto che stesse per alzarsi, quando, senza che capisse bene come, per qualche millesimo di secondo poté sentire le labbra di Harry premute contro le proprie in un innocente bacio a stampo.

E prima ancora che si rendesse conto dell’accaduto, Harry era già in piedi e stava correndo verso i suoi amici e sua madre, che aveva appena poggiato sul tavolo la sua enorme torta di compleanno.

Si tirò in piedi ancora visibilmente scosso e portò due dita sottili alle sue labbra, tastandole, come se quel gesto potesse aiutarlo a capire meglio.

E si stava avvicinando anche lui al tavolo quando notò sua madre e suo padre entrare in sala e sorridergli dolcemente.

- Tutto bene?- mimò Jay con le labbra mentre si portava una mano alla pancia che ormai cominciava a formarsi e Louis sorrise di rimando, annuendo.

Tutto alla grande, mamma, vorrei che questa festa non finisse mai.

 

*

 

- Io a scuola non voglio più andarci.-

Non un ciao, né alcun altro cenno di saluto. Il quasi ormai novenne Louis si lasciò cadere sul prato curato del giardino di casa sua, accanto a Harry, ad occhi chiusi, già sdraiato a pancia in su, a godersi gli ultimi caldi raggi di sole prima dell’arrivo dell’inverno. Il riccio aprì un occhio e rivolse al suo migliore amico uno sguardo confuso, per poi sospirare.

- Boo, se si potesse decidere di non andare più a scuola quando si è in quinta elementare, non mi scomoderei ogni mattina ad alzarmi dal letto e venirci, non credi?-

Louis alzò gli occhi al cielo e sbuffò. Harry poteva anche risparmiarsi quel sarcasmo e magari poteva anche degnarsi di aprire gli occhi e prendere la cosa sul serio.

- Sei uno stupido, non intendevo questo. Non sopporto che Charlotte ancora stia a casa con mamma. Me la sta rubando e sa a malapena parlare. Passa il giorno a dormire e fare i capricci. Quando fa qualcosa di diverso, ecco subito mamma e papà lì a lodarla. L’altro giorno hanno fatto quasi una festa perché ha detto che doveva fare la cacca, ti rendi conto?-

Harry aprì gli occhi e scoppiò a ridere, capendo immediatamente quale fosse il problema dell’amico.

- Dio, non ridere, è una cosa seria! Quando sei diventato così irritante?-

- E tu quando sei diventato così geloso di tua sorella?-

Un piccolo pugno colpì il braccio di Harry, che in risposta mugolò appena per il fastidio, per poi scuotere la testa.

- Quella bambina ha appena due anni, Boo. Suppongo che i tuoi abbiano festeggiato anche quando tu hai cominciato a cagare in bagno anziché nel pannolone.-

Harry si alzò, quindi, poi si stiracchiò e porse la mano a Louis per spingerlo a fare lo stesso.

Due minuti dopo i due erano a casa del maggiore e stavano bussando ripetutamente alla porta della stanza di Gemma.

- Sto studiando, chiunque tu sia, se non stai morendo, puoi tornare più tardi.-

Louis fece un passo indietro, pronto a tornare giù, dal momento che a quanto pareva Gemma era impegnata, ma Harry gli afferrò la manica della felpa e scosse la testa, abbassando la maniglia dopo avergli fatto cenno di seguirlo.

Gemma, sdraiata sul letto, si tolse una cuffia e sollevò un sopracciglio, mettendo poi in pausa l’episodio di una qualche serie tv che stava vedendo.

- Harry, ti ho detto che stavo stud...-

- Guarda che mamma è l’unica che ancora ci crede. Qualsiasi cosa tu stessi guardando può aspettare, Lou ha bisogno di chiederti una cosa.

L’adolescente spostò così lo sguardo da suo fratello al migliore amico di suo fratello, aggrottando la fronte. Certo, Louis ormai era di famiglia, praticamente, ma con lei non aveva tutto questo gran rapporto. Non che uno dei due avesse fatto qualcosa di male all’altro, ma gli amici di Harry erano affare di Harry, anche quando passavano più tempo a casa sua che a casa propria, così come i suoi amici erano affar suo e Harry sapeva che non avrebbe dovuto mai fare alcuna domanda a riguardo.

- Oh… Ditemi.-

Dalla voce di Gemma traspariva una certa curiosità, che quasi prevaleva sulla preoccupazione. Doveva essere successa una cosa grave se entrambi i ragazzini erano lì e la ragazza sapeva quanto cattivi potessero essere i coetanei di suo fratello a quell’età.

Ricordava quando quella stronza di Doniya Malik, all’inizio delle medie, avesse cominciato a mettere in giro voci su di lei riguardanti cose che a quell’età a malapena Gemma sapeva esistessero solo perché un giorno, all’intervallo, l’aveva vista parlare con un ragazzo che a quanto pareva non era indifferente a Doniya e con il quale Gemma doveva semplicemente essere interrogata assieme il giorno dopo.

Louis abbassò lo sguardo per qualche secondo e arricciò il naso in una smorfia, sospirando. Harry aveva insistito per farlo parlare con sua sorella, in quanto, a sua detta, lei sapeva bene cosa si provasse ad avere un fratello più piccolo, ma se all’inizio gli era sembrata un’idea poco convincente, ora avrebbe solamente voluto prendere il suo migliore amico a schiaffi, perché gli stava per far fare la figura dello stupido davanti ad una persona con la quale non aveva mai avuto troppa confidenza.

- Harry.. uhm, Harry crede che tu possa darmi consigli da fratello maggiore perché è convinto che io sia geloso di Charlotte.-

- Gem, è convinta che Lottie voglia rubargli Jay. Insomma, tu avevi motivo di pensare che io volessi rubarti mamma perché insomma, sono sempre stato molto meglio di te, ma questo era un caso più unico che raro.-

Louis scoppiò a ridere e Gemma alzò il dito medio in direzione di suo fratello, poi fece cenno all’altro di sedersi sul letto accanto a lei. Ora capiva bene cosa intendeva sua madre ogni volta che diceva che il piccolo Tomlinson era praticamente il suo terzo figlio, perché in quel momento si sentiva esattamente la sua sorella maggiore. E da brava sorella maggiore, quel giorno riuscì a sbloccare in Louis quel qualcosa che gli avrebbe fatto capire tante cose, come il fatto che l’affetto dei genitori nei propri confronti non cambia nel momento in cui arriva un secondogenito o il fatto che i fratelli Styles si ostinavano a non mostrare l’affetto che li unisse, ma che esso c’era ed era fra i più forti che Louis avesse mai visto e chiunque lo avrebbe potuto notare nello sguardo colmo di ammirazione che Harry stava rivolgendo a Gemma mentre parlava o nel sorriso che spuntava sul viso della ragazza ogni volta che suo fratello la interrompeva per commentare qualche vecchio avvenimento che stava utilizzando per far capire a Louis l’importanza di essere un buon fratello maggiore.


 

ANGOLO AUTRICE:

Mio Dio, credo che la sessione invernale possa uccidere ancora prima di cominciare.

Come prima esperienza con gli esami universitari, definirmi stressata è riduttivo.

Martedì devo dare il mio primo esame e credo di impazzire.

Ma fa nulla, avevo bisogno di una pausa e sono riuscita ad aggiornare, finalmente.

Non so quando riuscirò ad aggiornare di nuovo, ma spero prima della fine della sessione. *dita incrociate*

Ma bando alle ciance (?), questo è l’ultimo capitolo con i Larry bambini (o poco più che bambini). Dal prossimo avremo degli adolescenti super socievoli, che ci porteranno tanti nuovi personaggi di cui non vedo l’ora di scrivere.

Mi farebbe molto piacere se lasciaste dei commenti alla storia, giusto per capire se ciò che sto creando è di vostro gradimento oppure no. Se siete timidi, basta una stellina, mi farebbe tanto piacere.

Ora torno a studiare, pausa finita, al prossimo aggiornamento! x

   
 
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