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Autore: paige95    06/01/2018    2 recensioni
Vi sono piccole e grandi vicissitudini per una giovane coppia, ma qualcosa potrà sconvolgere profondamente la loro vita.
/La loro vita insieme, troppe volte sognata e a un passo dalla realizzazione, stava subendo nefasti colpi. Tutti i pensieri positivi di quella mattina, accompagnati dalla magia dell’alba, svanirono. Ora il sole in cielo era alto e, con esso, erano sorti nuovi problemi. Più che l’alba, in quell’esatto momento, Hermione la percepì come il tramonto del loro matrimonio. Non lo avrebbe lasciato, era stata sincera, ma temeva che con il tempo tutto si sarebbe distrutto da sé, di certo non avrebbero resistito in quel vortice in cui erano inconsapevolmente entrati, non era così sicura che il loro amore fosse talmente forte da contrastare quella nuova minaccia/
Dedicata con tanto affetto a HarryPotter394 e Longriffiths
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Lavanda Brown, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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"Sgradite" conoscenze

 

Aveva il cuore in gola e il fiato corto, come se si fosse sforzato in un’estenuante corsa, ma in realtà quello stato era dovuto a semplice agitazione per ciò che stava per fare.
 
Non trovò una grande idea quella di materializzarsi davanti ad un bambino che nemmeno era al corrente dell’esistenza della magia, non avrebbe di certo avuto in quel modo un buon inizio il loro rapporto. Così Ron decise di servirsi dell’auto, che, per quanto la odiasse, doveva ammettere di tanto in tanto la sua utilità.
 
Come avrebbe però fatto a trovare il coraggio di scendere? Eppure li aveva proprio davanti agli occhi. Poteva intravedere Lavanda, mentre amorevolmente dava piccole spinte al bambino sull’altalena e ovviamente distingueva nettamente Sebastian. Quel bambino non aveva veramente ereditato proprio nulla da lui, Lavanda lo aveva annunciato, ma era pur sempre suo figlio, per quanto potesse ancora essergli estremamente incredibile.
 
Aprì la portiera, ma il coraggio non voleva proprio aiutarlo a scendere, sapeva bene che da quel momento in poi molte cose sarebbero cambiate, ma soprattutto sarebbe cambiato il suo rapporto con Hermione, per quanto lui cercasse di evitarlo ed evitasse di ammetterlo. Non era quello il suo posto, sarebbe dovuto essere al Ministero e non davanti ad un parco nel centro di Londra.
 
Senza parlare del modo in cui era cominciata quella giornata. Benché si fosse svegliato all’alba, di sua moglie non vi era nemmeno l’ombra. Una sparizione che lasciava ben poco all’immaginazione, visto la piega che aveva preso la loro vita. Non aveva avuto nemmeno l’occasione di augurarle buona fortuna, anche se forse la buona sorte di cui necessitavano era ben altra e riguardava il loro destino.
 
Hermione aveva ragione - come sempre d’altronde - aveva commesso l’errore più grande della sua vita, era stato sciocco a pensare di dimenticarla con Lavanda, come se poi infondo potesse esistere una donna migliore di sua moglie e lui non era nemmeno così sicuro di meritarla.
 
Nonostante fosse pienamente consapevole delle sue colpe, il problema continuava a sussistere e ovviamente, in tutti i suoi errori, quel bambino non aveva alcuna colpa, quindi la sua testa sapeva bene qual era il prossimo passo da compiere e poco importava se il suo cuore era contrario.
 
Si apprestò a scendere, peccato che l’istinto gli urlasse di mettere in moto e andarsene, perché quella non era la vita che voleva, diviso tra due mondi, lui aveva già tutto ciò che aveva sempre desiderato. Ma forse era egoista a pensare così? Nei confronti di Sebastian senza ombra di dubbio, aveva diritto ad un padre e probabilmente, ora che era a conoscenza della sua esistenza, sarebbe stato scorretto sottrarsi dalle sue responsabilità. Quel bambino era sangue del suo sangue avrebbe dovuto desiderare di conoscerlo, di instaurare un legame con lui, ma non riusciva pensando allo sconvolgimento che avrebbe portato inevitabilmente nel suo matrimonio, dopotutto non c’era nemmeno bisogno di immaginare, visto che stava già inesorabilmente cambiando tutto alla sola consapevolezza dell’esistenza di Sebastian.
 
Forse quell’ultimo pensiero gli diede la giusta spinta per affrontare quell’impresa. Si avviò lentamente verso il parco. Era una bellissima giornata soleggiata, persino l’aria era tiepida, benché l’inverno non accennasse ancora a lasciare spazio alla primavera. Il clima ideale da trascorrere al parco con la famiglia…peccato che non lui non stesse raggiungendo la sua famiglia, ma due persone che nemmeno sarebbero dovute entrare nella sua vita. Ancora pensieri poco consoni per un padre invasero la sua mente, ma dopotutto lui non si sentiva affatto un genitore, ciò che aveva prospettato per il suo futuro era ben diverso, ad iniziare dalla madre dei suoi figli.
 
Non c’era nemmeno lo spazio né il tempo per eventuali ripensamenti, perché Lavanda lo vide e con un sorriso intercettò il suo sguardo, continuando comunque a spingere il bambino sull’altalena.
 
Ora che si era avvicinato gli sembrò tutto ancora più paradossale, gli parve di vivere in un sogno, anzi nell’incubo peggiore della sua vita, anche se Sebastian non aveva affatto l’aspetto di una minaccia, era un bimbo grazioso e solare, a cui, purtroppo per Ron, sarebbe stato impossibile non affezionarsi. Perché improvvisamente si sentì un mostro? Non era tanto per averlo ignorato in tutti quegli anni, infondo come avrebbe potuto fare diversamente se non era nemmeno al corrente che Lavanda fosse rimasta incinta, quanto piuttosto per quei pensieri, per quell’affetto che, per quanto si sforzasse, non riusciva a provare incondizionatamente verso di lui.
 
Mise sovrappensiero le mani nelle tasche della giaccia e si accorse solo in quel momento di essersi dimenticato di lasciare la bacchetta in auto, se Sebastian se ne fosse accorto, avrebbe sicuramente dovuto inventare una scusa plausibile e Lavanda non avrebbe gradito quella distrazione.
 
Cercò di concentrarsi sul presente e su quel posto, tentò di bloccare qualsiasi pensiero che sfuggiva al suo controllo e che viaggiava involontariamente dove il suo cuore desiderava essere. Ripeté a se stesso che lei se la sarebbe cavata benissimo, non aveva di certo bisogno di lui per affrontare un momento così emozionante, ma lei ci teneva che lui ci fosse e l’aveva delusa come al solito.
 
Si avvicinò sempre più, fino a che dovette fermarsi per non rischiare di essere investito dall’altalena. Il bambino guardò curioso il ragazzo in piedi davanti a lui e Ron non poté evitare di ricambiare lo sguardo di Sebastian. I capelli biondi del bambino risplendevano sotto la luce del sole e quei grandi occhi verdi lo fissavano curioso, mentre saliva e scendeva rapidamente e sgambettava per aumentare la velocità.

Solo la voce di Lavanda interruppe quell’intenso momento tra i due.
 
 Ron. Vuoi prendere il mio posto? 
 
Probabilmente aveva dato l’impressione sbagliata alla ragazza, ma in realtà per la sua mente erano passati tutt’altri pensieri.
 
 Come? 
 
 Vuoi spingerlo un po’ tu sull’altalena? 
 
 No, grazie, n-non sono portato per questo genere di cose 
 
Sicuramente non era un desiderio che riusciva a provare verso quel bambino. Lo sentiva ancora così estraneo a lui, non percepiva alcun legame, non riusciva, per quanto si sforzasse, a sentirlo parte di sé.
 
La ragazza rimase delusa da quella risposta, dopotutto si sarebbe dovuta immaginare che non sarebbe stato semplice, sei anni di assenza non si potevano cancellare così facilmente. Fermò delicatamente l’altalena e aiutò Sebastian a scendere, affiancando Ron, che si sentiva terribilmente a disagio in quella situazione, non aveva la più pallida idea di come si sarebbe dovuto comportare. Hermione lo accusa sempre di…no, non doveva pensare a lei in quel momento! Possibile che la mente volasse sempre e solo in quella direzione? Dopotutto era un bambino, chi non proverebbe affetto per un bambino così piccolo? Era ciò che si ripeteva, per provare a convincersi che sarebbe riuscito a mettere ordine nella sua vita, nonostante la presenza di quel bambino, sarebbe riuscito a ritrovare la serenità e poi, chissà, sarebbe persino stata una gioia per lui, oltre ovviamente a tutte le gioie che gli avrebbe regalato il suo matrimonio.
 
Prese un respiro e si sedette sull’altalena accanto, lasciando Lavanda profondamente perplessa.
 
 Ron, stai bene? 
 
 Sì, certo 
 
Si mise a fissare il bambino per cercare l’ispirazione, era chiaro che avrebbe dovuto iniziare lui un dialogo, ma non gli veniva in mente nulla, tranne che molto probabilmente avrebbe dovuto portare un qualsiasi regalo a suo…sì, insomma, a quel bambino, ma lui ovviamente non aveva avuto l’istinto di comprargli qualcosa, di anche solo pensare a quel momento come ad un incontro speciale. Si sentiva un padre decisamente snaturato, ma forse lo era veramente, visto che non si sentiva affatto pronto a diventarlo in quel modo, sicuramente nella sua mente sarebbe stato molto diverso quel momento, quel bambino aveva già vissuto una piccola parte della sua vita senza di lui, sufficiente per rendere complicato instaurare un rapporto padre-figlio.
 
Sforzò un sorriso verso quel piccolo che lo fissava con grandi occhi sbarrati su di lui.
 
 Ciao, Sebastian 
 
 Sei il mio papà? 
 
Una domanda che lo fece sprofondare nella crisi più totale, come se in fondo non fosse già a sufficienza nella più nera crisi esistenziale. Ma dopotutto la domanda chiedeva se lo era, non se lo voleva essere e, dal tono con cui il bambino l’aveva proferita, sembrava particolarmente emozionato, un sentimento che pareva avere poco spazio per la rabbia verso un padre assente. Era un bambino, aveva un cuore puro e forse non era ancora pienamente in grado di provare rancore verso qualcuno, ma solo amore.
 
 Sì, sono io 
 
Non appena la frase uscì dalla bocca di Ron, qualcosa di totalmente inaspettato per lui successo. Il bambino gli buttò le braccia al collo, lasciando il ragazzo totalmente paralizzato. Percepì quel contatto come un dolce tentativo del bambino di confortarlo, probabilmente aveva intuito il suo malessere, ma anche come la possibilità finalmente di stringere a sé il suo papà e di infondergli tutto l'affetto che serbava nel suo cuore.

Alzò lo sguardo su Lavanda, dopo quella momentanea sorpresa, e trovò semplicemente gli occhi lucidi di lei che seguivano attentamente quella scena.
 
Continuava a non sapere come comportarsi, ma forse in quel caso doveva solo ricambiare quell’abbraccio, così posò una mano tremante sulla schiena del piccolo per fargli percepire la sua presenza. Il calore di Sebastian lo scosse, non aveva mai stretto tra le proprie braccia un bambino e tanto meno uno gli si era mai lanciato al collo spinto da un simile affetto, e se poi pensava che quello in particolare era suo…probabilmente se non fosse stato già seduto, avrebbe dovuto a breve rimediare. Sebastian provava un affetto incondizionato nei suoi confronti, probabilmente per lui era il giorno più bello della sua vita e Ron sentì il doppio delle responsabilità pesare su di lui. Come faceva a non deluderlo?
 
Ron fece una carezza sulla schiena del bambino per interrompere quel contatto, schiarendosi la gola, che si era seccata per l'emozione. Lavanda, ancora palesemente commossa, sorrise.
 
 È molto dolce, Ron 
 
 L-l’ho notato. Allora non ha preso da me 
 
Tentava di essere naturale, smorzando il suo imbarazzo con qualche innocua battuta, ma non sembrava riuscirgli in quel caso con la voce ancora rotta dalla commozione. La ragazza provò ad andare in suo soccorso, accorgendosi delle sue difficoltà.
 
 Allora, Sebastian, tesoro, perché non racconti al papà quanto sei bravo a scuola?  
 
A Ron stupì la naturalezza di lei nel rivolgersi al bambino, dopotutto era la prima volta che lui e Sebastian si vedevano, come poteva già essere per lui il “papà”? Quesito che ovviamente il piccolo nemmeno si pose, tanta era la gioia di averlo finalmente conosciuto. Probabilmente per Sebastian era stato un desiderio talmente grande incontrarlo, che ora che poteva finalmente abbracciarlo e parlargli non gli sembrava nemmeno così inusuale, come se lo avesse sempre avuto accanto a sé - sicuramente con il cuore - e sapesse che prima o poi sarebbe tornato da lui.
 
 Papà, sai che ho imparato a scrivere? E un po’ a leggere 
 
Sapeva quanto era bravo a scrivere da quella lettera che Lavanda gli aveva mostrato. Continuava ad essere scosso per quel momento, sentirsi chiamare “papà” da un bambino di sei anni, che era entrato all’improvviso nella sua vita sconvolgendola, era difficile da accettare e paradossalmente, in quell’istante, era lui a desiderare la vicinanza di Hermione, ora più che mai.
 
***
 
Nonostante Ron credesse di vivere i momenti peggiori della sua vita, anche la sua consorte non sembrava particolarmente gioiosa, quando in realtà sarebbe semplicemente dovuta essere entusiasta.
 
Camminava avanti e indietro attendendo che la cerimonia iniziasse. Forse solo la presenza di una persona avrebbe potuto calmarla, ma era pienamente consapevole che non sarebbe arrivato e forse nel suo cuore iniziava a credere che non fosse nemmeno il suo posto. Almeno non più. Davvero voleva competere con suo figlio? Sapeva che infondo era giusto così, lei era solo sua moglie, doveva semplicemente muovere un passo indietro e mettersi nei panni di quel bambino. Per quanto lo amasse e soffrisse per quella situazione, Sebastian aveva diritto a quel tempo e lei doveva accettarlo. Loro non avevano figli quindi alla resa Ron non le doveva nulla, la sua famiglia era altrove.
 
Gli aveva domandato se l’avrebbe sposata comunque, ma pur conoscendo la verità, iniziava ad esserne lei per prima poco sicura, visto che ci sarebbero state sicuramente meno sofferenze, poiché Ron sarebbe stato dove doveva essere, si sarebbe messo il cuore in pace prima o poi e avrebbe imparato ad amare la madre di suo figlio. E lei…sì, bé, sarebbe stata infelice per il resto della sua vita, ma il sacrificio faceva parte della sua indole, quindi un giorno forse la ferita si sarebbe chiusa, lasciando solo una visibile cicatrice.
 
Era dalla sera precedente che non incrociava il suo sguardo e sperò con tutta se stessa che dopo quell’incontro sarebbe riuscita a riconoscere quegli occhi che tanto amava, che non si dimenticasse per sempre di lei solo perché aveva scoperto di avere un figlio con Lavanda. Sperò davvero che incontrandoli non riscoprisse il desiderio di stare con loro, di formare una famiglia con loro, perché ormai erano sposati e non era così sicura di riuscire ad accettare un suo abbandono.  
 
Era uscita di casa mentre lui ancora dormiva. Dopo quella discussione si erano rivolti ben poche parole, ma prima di raggiungere il Ministero gli aveva lasciato un dolce bacio a fior di labbra, ma probabilmente lui non se ne era nemmeno accorto. Desiderava solo comunicargli quanto lo amava, senza nemmeno pronunciare una parola, voleva semplicemente che fosse il suo cuore a ricordarlo.
 
Buttava di tanto intanto un occhio verso il corridoio, sperando in un miracolo, ma lei continuava a ripetersi che non c’era spazio per lei in quel momento, che lui era esattamente dove doveva essere, da suo figlio, che - era stata sincera sia con lui che con se stessa - non avrebbe mai provato a privarlo dell’affetto di un padre.
 
Era talmente immersa nei suoi tristi pensieri che nemmeno si accorse della presenza di sua cognata, che la stava fissando preoccupata.
 
 Hermione? 
 
 Ginny! Che cosa ci fai qui? 
 
 Tu diventi Ministro della Magia ed io dovrei perdermi la tua nomina?? 
 
Ginny le sorrise orgogliosa, ma non poté non notare la sua espressione afflitta. La conosceva bene e non provava solo ansia per quella cerimonia, qualcosa di più profondo la tormentava.
 
 Dov’è mio fratello? 
 
Non poteva certamente dirle la verità. Quella domanda la colpì inspiegabilmente dritta al cuore, come se fosse stata toccata sul vivo. Un conto era pensare a lui e un altro era sentirlo nominare da una voce estranea alla sua testa.
 
 Aveva un impegno. Non so dove sia ora 
 
In effetti lei non sapeva davvero dove fosse, poteva solo immaginare che fosse con suo figlio, ma si sarebbe semplicemente dovuta fidare di lui, anche se di mezzo c’era Lavanda, non aveva altra scelta. La cognata però non sembrava essere rimasta convinta da quella vaga risposta.
 
 Un impegno proprio oggi? È sempre il solito, Hermione! Quante volte ti ho ripetuto che eri sprecata con lui?! Ma tu non mi hai voluto dare ascolto e lo hai voluto sposare comunque 
 
 Ginny, è tuo fratello! 
 
Era rimasta sconvolta da quelle parole, ma la ragazza sembrava particolarmente convinta delle sue idee. Ginny, per quanto tenesse ad entrambi e conoscesse l’amore che entrambi professavano l’uno per l’altra, non era mai stata così sicura che fossero fatti per stare insieme, o meglio faceva fatica a vedere Ron con chiunque per via della sua sbadataggine e decisamente la poca maestria con il genere femminile.
 
 Appunto, mia cara, lo conosco meglio di chiunque altro. Hermione, vi siete sposati da cinque giorni e già ti dà buca ad uno degli appuntamenti più importanti della tua vita?! Va tutto bene tra voi? 
 
 Va’ alla grande, Ginny! E poi, perché dovrebbe andare male? Lo hai detto tu, è solito mancare agli appuntamenti. Non è una novità  cercò di simulare serenità, ma le parole della cognata non erano poi così infondate  Ora, scusami, ma credo di dover cominciare ad andare 
 
Non le diede nemmeno il tempo di replicare, o semplicemente di augurarle buona fortuna, che subito si voltò con l’intenzione di troncare quella conversazione.
 
***
 
Una corsa non era esattamente quello di cui aveva bisogno in quel giorno funesto…ma doveva almeno provare ad arrivare in tempo.
 
Maledisse l’auto per la centesima volta, smaterializzandosi avrebbe senza dubbio ottimizzato i tempi. Corse verso il Ministero ed entrò velocemente, non badando nemmeno ai saluti che qualche impiegato gli aveva rivolto. Uno di essi però, in particolare, non poté proprio evitarlo.
 
 Harry! Ti prego, dimmi che non è ancora iniziata 
 
All’amico sembrò particolarmente sconvolto, lo vide piegato in due con il fiato corto e non sapeva darsi una spiegazione a tanto affanno. Non riuscì a rispondere prontamente a quelle suppliche, tanto era concentrato sulle sue condizioni.
 
 No, Ron, sei in orario. Ma da dove vieni così di corsa? 
 
Si accorse dopo che quella concitazione avrebbe senza dubbio potuto insospettire e decisamente l’ultima cosa che desiderava era dover dare spiegazione.
 
 Da casa. Sai quanto sono ritardatario. E c’era traffico  
 
 Traffico? Perché, sei venuto in auto? Tu odi guidare  
 
Si accorse ben presto che quella conversazione non poteva di certo finire bene data la piega che aveva preso, così cercò di troncarla.
 
 Scusami, Harry, ma devo raggiungere Hermione. Sarà già abbastanza infuriata con me, non credi? 
 
Riprese la sua folle corsa, sperando di trovarla nei pressi del suo nuovo ufficio, magari ad attenderlo fino all’ultimo secondo, non perdendo la speranza in un miracolo e fidandosi delle sue parole.
 
Girò l’angolo in fretta e furia e dovette sbloccarsi di colpo.
 
 Ron! 
 
Era di fronte a lui e non poté fare altro che tirare un sospiro di sollievo. Peccato che sua sorella ebbe la sgradita idea di rovinare quel felice attimo.
 
 Era ora, sai, Ron? 
 
 Ginny, grazie per la puntualizzazione sul mio ritardo, ma lo so già. Mi concederesti un momento per parlare con Hermione? Da soli 
 
Precisò, dato che non era così convinto che la ragazza capisse l’urgenza di quella conversazione. Attese solo un istante che la sorella si allontanasse, ma sua moglie lo anticipò.
 
 Ronald, che ci fai qui? Non dovresti essere con Sebastian? 
 
 Ti avevo promesso che ci sarei stato e volevo tener fede alla mia parola 
 
L’aveva piacevolmente stupita la sua presenza, ma qualcosa la rese perplessa.
 
 Scusa, ma hai piantato tuo figlio e Lavanda in asso e sei corso qui? Non è questo il tuo posto e lo sai 
 
L’espressione di Ron a quella domanda non la fece ben sperare.
 
 Per la verità, ho promesso a Sebastian che stasera lo avrei portato a fare un giro. Aveva iniziato a piangere, quando gli ho detto che dovevo scappare e non sapevo come calmarlo 
 
Hermione perse quell’espressione felice in volto, dopotutto se lo sarebbe dovuta aspettare, avrebbe dovuto dividere il loro tempo con quel bambino da quel momento in poi.
 
 Credevo che avremmo trascorso almeno la serata insieme. È da ieri che non ci vediamo 
 
 Lo so, tesoro  era sinceramente dispiaciuto per quell’imprevisto, ma non sapeva come rimediare  Perché non vieni con noi? 
 
 Stai scherzando, spero! Dovrei trascorrere la serata con Lavanda e vostro figlio?? 
 
 Lavanda non ci sarà, Hermione. Solo con me e Sebastian 
 
Suo marito non voleva proprio capire, quel bambino non era suo figlio, non era il loro bambino e quella posizione le sarebbe sicuramente andata stretta.
 
 No, grazie, Ron, preferisco aspettarti a casa 
 
E così, proferito il suo verdetto, gli passò accanto per avviarsi dove tutti l’attendevano.
 
 Hermione. Non essere nervosa, sarai bravissima 
 
Gli rivolse solo un malinconico sorriso con la convinzione che i suoi peggiori timori si stessero avverando.
 
***
 
Ovviamente non aveva potuto sottrarsi da quella promessa, era dovuto scappare non appena la cerimonia fu finita, senza nemmeno avere il tempo di congratularsi con lei, per passare a prendere Sebastian.
 
Se tutte le giornate sarebbero state così d’ora in poi, probabilmente sarebbe morto prima. Oltretutto senza nemmeno usare il valido supporto della magia. Così era veramente troppo.
 
Aveva letto troppa sofferenza negli occhi di sua moglie, aveva ragione, era dalla sera precedente che non si vedevano e la sua unica richiesta era stata quella di trascorrere qualche ora con lui. Come se infondo a lui non mancasse la presenza di Hermione.
 
Non era proprio riuscito a prendere la via del pubblico passeggio, era stato più forte di lui. Non voleva assecondare nel modo più assoluto quel destino che sembrava stesse decidendo per loro, non sarebbe stato complice del loro allontanamento e poco importava se lei aveva espressamente detto di non voler conoscere quel bambino.
 
 Sebastian, che ne dici, ti va di venire a casa mia? Ti faccio conoscere una persona speciale 
 
Il bambino non rispose, così Ron prese quel silenzio come una conferma e, euforico per la sua idea, si apprestò con Sebastian ad entrare, sapendo già che sua moglie era ancora al Ministero.
 
 Papà, chi è questa persona? 
 
 Si chiama Hermione e sono certo che andrete molto d’accordo. Sai, lei è dolce, come te, e poi può insegnarti un sacco di 
 
Si bloccò, di certo non poteva dirgli che era una strega eccezionale e conosceva più incantesimi lei di qualsiasi altro libro che fosse mai stato pubblicato.
 
 Di cosa? 
 
 D-dolci. Hermione è molto brava a preparare le torte 
 
Sperò che il bambino non avesse notato la sua titubanza, ma lui sapeva ben poco di Babbani e tutte le sue conoscenze gli erano state impartite da sua moglie e qualcosa da Arthur. 
 
 Papà? 
 
Sebastian si era guardato intorno curioso, era un ambiente diverso per lui e, mentre si apprestava a tempestare Ron di domande, scrutava ogni singolo angolo di quella grande casa.
 
 Dimmi, Sebastian 
 
 Che lavoro fai? 
 
Era stata una pessima idea portarlo a casa, probabilmente quelle mura gli ispiravano domande che per Ron erano alquanto complesse, visto che era diventato una specie di tabù tutto ciò che riguardava la magia.
 
 L-la guardia 
 
 Sei un agente di polizia?? 
 
Quella risposta lo aveva entusiasmato, insomma, già, come tutti i bambini, aveva la percezione di suo padre come di un eroe, figuriamoci se poi ricopriva un ruolo così affascinante. A Ron ovviamente non sfuggì quella reazione e colse l’occasione al volo.
 
 Sì 
 
 Quindi hai le manette? 
 
 Certo 
 
Il bambino scrutò il ragazzo per cercarle.
 
 Me le fai vedere? Hai arrestato molti criminali? 
 
 Non me le sono portate dietro per venirti a prendere. Però, sì, qualcuno ho arrestato 
 
Sebastian era sempre più curioso e tutta quella curiosità lo portò a fare esattamente ciò che aveva temuto Ron dall’inizio di quella giornata trascorsa con suo figlio, si avventò su di lui e mise la mano nella tasca della sua giacca, incuriosito dall’oggetto misterioso che era nascosto al suo interno, che, dopo la rivelazione sul mestiere del padre, iniziava ad avere un certo senso.
 
 Ed hai anche una pistola? 
 
 No, ma ho una…Sebastian, che fai? 
 
Non fece in tempo a terminare la frase - ammesso che fosse la scelta giusta - e nemmeno a bloccarlo, che il piccolo estrasse la sua bacchetta con stupore e perplessità. Ron gliela strappò prontamente di mano, evitando che potesse combinare qualche guaio.
 
 Non è un giocattolo! 
 
 E allora cos’è? 
 
 È una 
 
Stava rischiando di parlare troppo con quelle domande, ma fu decisamente fortunato quando sentì una chiave girare nella serratura.
 
 Deve essere tornata Hermione. Che ne dici, andiamo a salutarla? 
 
Non gli diede il tempo di rispondere, ripose la bacchetta, lo prese per mano e si avviarono insieme verso la porta.
 
La ragazza entrò con sicurezza, convinta di essere sola, e richiuse la porta alle sue spalle. Ma, quando si voltò, rimase pietrificata alla vista del bambino e del grande sorriso del marito che l’accoglieva.
 
 Sorpresa! 
 
Rivolse solo uno sguardo interrogativo a Ron, prima di concentrarsi sul piccolo che la guardava incuriosito.
 
Dopo un attimo di sconcerto, la ragazza si decise a parlare al bambino.
 
 C-ciao. Tu devi essere Sebastian 
 
 Tu sei Hermione, un’amica di papà? 
 
Guardò Ron perplessa, ma lui alzò le spalle, come a dire che era arrivato da solo a quella conclusione. Non aveva mai avuto simili esperienze, ma trovò che doveva sicuramente essere sconsigliabile dirgli la verità, lei dopotutto non era la sua mamma e qualunque bambino vorrebbe che i suoi genitori fossero insieme, ragion per cui lo assecondò.
 
 Sì, piccolo, sono un’amica del tuo papà 
 
 Allora perché vivi con lui? 
 
Un’insolita perspicacia in un bambino di quell’età, ma data la loquacità del piccolo non avrebbero di certo dovuto avere dubbi su chi fosse la madre. Ron la anticipò.
 
 È provvisorio 
 
Hermione rimase male davanti a quella rapida e decisamente poco sensibile risposta. Aveva cercato di non ferire il bambino, ma non aveva di certo badato ai sentimenti di sua moglie. Si sforzò di tenere a freno la sua impulsività e con dolcezza si rivolse nuovamente a Sebastian, ignorando per un istante la presenza, o forse addirittura esistenza, di Ron.
 
 Sebastian, avevo preso il gelato, perché credevo di trascorrere la serata da sola. Ti andrebbe di farmi compagnia?  il bambino era ben felice di quell’invito  Ron, mi dai una mano? 
 
Cercò di mantenere un tono apparentemente pacato, mentre gli chiedeva di seguirla. Peccato che lui sapesse già cosa lo attendeva, così accese prudentemente la televisione per tenere impegnato Sebastian fino al loro ritorno.
 
Non appena il ragazzo chiuse delicatamente la porta della cucina, la voce di sua moglie lo fece sobbalzare, anche se era preparato a quella sfuriata.
 
 Un'amica che vive temporaneamente con te?? 
 
 Hermione, abbassa la voce. Scusami, non sapevo cosa dirgli, ma che sei mia moglie direi che è sconsigliabile, non credi? 
 
Questo lo sapeva anche lei, peccato che quella poca considerazione l’avesse fatta inaspettatamente soffrire più di quanto avrebbe voluto.
 
 Ronald, rischi davvero che la nostra convivenza diventi provvisoria, lo sai? 
 
 E dai, tesoro, cerca di capirmi 
 
Non si azzardava a muovere un passo verso di lei, preferì rimanere sulla porta per evitare qualsiasi possibile ripercussione fisica su di lui, visto che non preparava il gelato con molta grazia.
 
 Capirti?? Non mi sembra che tu abbia provato a capire me! Cosa non ti è stato chiaro, quando ti ho detto che non volevo conoscerlo? 
 
 Non volevo lasciarti da sola stasera 
 
 E non ti è passato nemmeno per l’anticamera del cervello che preferissi la solitudine, vero? 
 
Non ne combinava mai una giusta per lei e lui non era nemmeno lontanamente vicino dal riuscire a capire il suo volere a quanto pare.
 
 Avevo avuto un’impressione diversa oggi. Mi dispiace 
 
Lo fulminò rassegnata, tanto provare a spiegarglielo era inutile. Prese il gelato e si avviò verso la porta.
 
 Per me? 
 
​Nel preparare il gelato aveva totalmente ignorato che c'era anche lui.

 Mi sembri sufficientemente grande da serviti da solo 
 
 Non gli farà male? Siamo in pieno inverno  forse aveva azzardato un po’ troppo, perché si era bloccata con un sospiro prima di aprire la porta  D-dicevo così per dire, visto che Lavanda se la prende con me poi 
 
Hermione non fiatò per lunghi istanti, era chiaro che quella situazione non le era gradita.
 
 Forse hai ragione, Ron. Dopotutto perché mi affanno tanto a prendermi cura di tuo figlio?!  
 
Stava per uscire con decisione, quando Ron la bloccò nuovamente all’improvviso, ma stavolta non soltanto con la voce, allungò una mano e richiuse quel piccolo spiraglio di porta che lei aveva aperto.
 
 Aspetta! Ti sarei grato se non usassi la magia in presenza di Sebastian 
 
 E per quale ragione? Temi che gli possa fare del male? Credi davvero che arriverei a tanto?? 
 
Lo aveva frainteso, era andata totalmente fuori strada e la tensione che si era accumulata in lei non aveva aiutato a renderla meno impulsiva.
 
 Hermione, assolutamente no! Solo che, non sa di essere un mago 
 
Solo quella rivelazione era riuscita a placarla, lasciandola totalmente pietrificata.
 
 Stai scherzando, vero?  lui negò  Ron, è un Purosangue quel bambino, come può Lavanda essere così crudele da non dirgli nulla?? 
 
 Non vuole che vada ad Hogwarts. Credo che l’ultima Guerra l’abbia particolarmente segnata 
 
Hermione continuava ad essere incredula, persino i suoi genitori che erano Babbani avevano accettato che lei fosse una strega, quindi trovava particolarmente incredibile quella decisione.
 
 Ok, tranquillo, non sarò certo io a dirglielo o a parlargli di magia 
 
 Grazie, Hermione 
 
 Ma credo che dovresti convincere Lavanda. Probabilmente quel bambino si sente diverso dagli altri o sentirà non tanto tardi di avere qualcosa di speciale e il non sapere cosa lo farà soffrire 
 
Le parole di sua moglie lo fecero pensare, era pienamente consapevole delle sofferenze che aveva dovuto subire Harry a causa di quegli zii Babbani che odiavano la magia e tutti coloro che la possedeva e non voleva nel modo più assoluto che suo figlio vivesse simili sofferenze.

 
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao ragazzi!
 
Innanzitutto buon anno!!! 😊
 
Capitolo decisamente più lungo, c’erano passaggi che non potevo proprio spezzare (anzi ho già pronto il seguito nella mia mente, ma ho tirato il freno alla fantasia per un momento), ma spero che lo apprezziate comunque 😉
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale
   
 
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