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Autore: LightingThief    08/01/2018    2 recensioni
L'annuncio del Torneo Tremaghi, che quell'anno si terrà ad Hogwarts, scuote particolarmente gli animi degli studenti e chiunque vuole partecipare per ottenere fama e gloria. Ma il Ministro della Magia Sengoku impone un'unica regola: solamente i ragazzi appartenenti al sesto ed al settimo anno potranno prendervi parte.
Così iniziano le avventure dei ragazzi, che dovranno affrontare un anno più difficile degli altri sia per via del torneo sia per la convivenza con gli studenti provenienti dalle altre scuole. Affronteranno il famoso Ballo del Ceppo e soprattutto dovranno risolvere enigmi e prove.
Ma chi verrà scelto dal Calice di fuoco?
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Questa è una ff Crossover con i personaggi di One Piece catapultati nel mondo di Harry Potter. Spero che l'idea possa piacere e che soprattutto diverta.
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: ASL, Ciurma di Barbabianca, Famiglia Vinsmoke, Mugiwara, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2. On the train

L’espresso per Hogwarts era stato, come sempre, presto d’assalto da tutti gli studenti, che durante l’ultima chiamata s’affrettavano a salire a bordo abbandonando una volta per tutte i propri genitori. Rufy, una volta depositato il proprio baule, si era letteralmente perso Ace e Sabo, che dovevano aver raggiunto i loro compagni. Un’esplosione proveniente da uno dei vagoni gli fece intuire che i fratelli erano esattamente li, ma al momento aveva altre priorità, anche se andare con loro era fantastico. Doveva cercare i suoi amici e compagni di dormitorio, coloro con cui avrebbe passato l’intero anno scolastico e che soprattutto non vedeva da un’estate. Insomma si sentivano regolarmente, Nami gli aveva addirittura mandato una strillettera per un motivo a lui sconosciuto, ma questo lo aveva semplicemente reso entusiasta, perché voleva dire che i suoi amici pensavano a lui.
Era come se fra di loro si fosse instaurato un forte legame che gli consentiva di fare qualsiasi cosa. Insomma il loro motto fin dal primo anno era stato: uno per tutti e tutti per uno. Semplice ma efficace. 
Gli occhi del moro, una volta messo piede sul treno, vagarono alla ricerca di qualche viso conosciuto. Salutò alcuni compagni o semplici conoscenti, come ad esempio Rebecca dei Tassorosso, una ragazza gentile e cordiale che sorrideva spesso. E poi, in mezzo alla folla, andò letteralmente a sbattere con una figura che stava vagando senza meta. La bacchetta gli cadde dalla tasca, quindi fu costretto a riprenderla, ma sollevando lo sguardo vide che dal lato opposto era caduto esattamente uno dei suoi migliori amici. Zoro, con quella sua solita aria assonnata, non si era accorto di niente almeno fino all’urlo di Rufy, accompagnato da un forte abbraccio spezza-ossa.
«Eh?!»
Fu l’unica esclamazione del ragazzo dai capelli verdi, che si ritrovò letteralmente schiacciato da Rufy, ma dopo averlo riconosciuto non esitò a scoppiare a ridere, provando ugualmente a toglierselo di dosso. 
«Sono arrivato per primo! Ti stavo aspettando!»
«Secondo me ti eri perso—…» protestò Rufy rimettendosi in piedi e porgendo una mano mano all’amico, che prontamente la strinse e lo imitò nei movimenti. 
«Non è vero. Non mi perdo mai.»
A quelle parole il moro gli scoccò un’occhiata particolarmente scettica ma tornò a rilassarsi subito dopo, ridendo divertito, quasi come se quella di Zoro fosse una battuta divertente. Ma in realtà il ragazzo dai capelli verdi era terribilmente serio. Eppure Rufy ricordava bene tutte le volte in cui correvano in lungo ed in largo per la scuola, alla disperata ricerca di Rufy, fino a quando Kuma, il guardiacaccia della scuola nonchè loro amico, non li chiamava dicendo che aveva trovato il compagno nel cuore della Foresta Proibita.
«Ed invece tu, testa d’alga, ti perdi sempre.»
Una voce nuova, ma altrettanto conosciuta, costrinse entrambi a voltarsi, anche perché due braccia forti li strinsero per le spalle, facendoli sbattere malamente l'uno contro l'altro. E dire che Sanji era sempre gentile ed educato, eccezione fatta per quando parlava con Zoro. Fra di loro c’era sempre una sorta di rivalità che non nascondevano mai, anche per le più piccole cose. Ma nonostante tutto andavano d’accordo, in fondo erano compagni di dormitorio da una vita, oltre che parte dello stesso gruppo. Rufy, contento come non mai di essere di nuovo in compagnia dei due suoi migliori amici, strinse entrambi nell’ennesimo abbraccio, rischiando di toglier loro il fiato. 
«Sanji! Quanto mi sei mancato anche tu!
» commentò guardando il biondo, che in risposta gli mostrò il miglior sorrisetto sghembo, scostandosi il ciuffo biondo da davanti gli occhi. 
«Scusate se non mi sono fatto sentire troppo, ma sapete bene che casa mia è un vero inferno.»
Purtroppo tutti sapevano bene quale fosse la famiglia di Sanji, l’unico fra i fratelli  Vinsmoke a finire a Grifondoro piuttosto che a Serpeverde. Insomma fin dal primo anno aveva avuto problemi e come ogni anno Rufy gli aveva proposto di andar a stare da lui, pur di non vivere con gli altri Vinsmoke, ma quell’anno Sanji fu letteralmente costretto a rifiutare a causa del padre. 
«Sì—… spero che non ti abbiano trattato davvero male.»
Con una semplice scrollata di spalle il biondo sminuì la cosa e si rigirò la bacchetta in legno di cedro fra le dita. 
«Ci siamo ignorati, eccezione fatta per Reiju.» 
«Che a proposito è proprio in fondo a corridoio—… e sembra stia venendo verso di noi.» commentò Zoro, che stava guardando oltre le spalle del compagno biondo, indicando così la sinuosa figura della ragazza dai capelli rosa e le labbra morbide incurvate in un sorriso, mentre si faceva largo fra i ragazzi che l’avevano letteralmente lasciata passare. Lei, stranamente, era l’unica della famiglia di Sanji che stava simpatica a Rufy, forse perché aveva saputo di quando lo aiutava da piccola, o di quando placava gli animi degli altri fratelli per evitare risse in corridoio, cosa che accadeva sempre troppo spesso. Lei era diversa e di questo se ne rendevano conto in pochi, nonostante l’atteggiamento vagamente altezzoso che avesse con gli altri. 
«Sanji!» cinguettò Reiju richiamando l’attenzione del fratello minore, perché lei era un anno più grande, oltre che prefetto della sua casata. «Hai dimenticato questa.» 
E con un sorriso gli porse la sciarpa giallo-rossa della casata di Grifondoro. 
«Ehi, Reiju! Come va?» 
Rufy, come sempre, non perse occasione di richiamare l’attenzione, sollevando una mano in aria, cosa che Zoro trovò particolarmente fastidiosa. 
«Ragazzi! Abbastanza bene, mi raccomando prendetevi cura del mio fratellino. Io vado a controllare gli altri prima che Ichiji venga a cercarmi.» 
Così con quel tono di voce divertito si voltò e tornò da dov’era venuta, mentre tutti e tre la fissarono, proprio come la fissarono il resto dei ragazzi nel corridoio che restarono a bocca aperta.
«Andiamo, che avete da guardare? Aria!» urlò loro Sanji, che si alterava ogni qual volta qualcuno provava a guardare un secondo di troppo sua sorella, in fondo lui era un bravo fratello.
Erano gli altri tre a dare fastidio. 
Infatti, per questo motivo, Rufy ringraziava ogni singolo giorno di avere come fratelli Ace e Sabo, loro erano decisamente meglio di quegli spocchiosi dei Vinsmoke purosangue. 
Senza perdersi in altre chiacchiere Sanji fece loro segno di seguirlo, perché a quanto pareva il resto del gruppo aveva già trovato degli scompartimenti vuoti da usare per il viaggio d’andata e li avevano occupati per tutti.
Furono letteralmente costretti a superare un mucchio di ragazzini del primo anno che girava intorno ad Ace intento a scoppiare piccoli fuochi d’artificio nel bel mezzo del corridoio. Rufy, ovviamente, tentò di fermarsi col fratello, ma Zoro l’afferrò per un orecchio e lo trascinò con sé, e dire che di solito le cose andavano al contrario. 
Effettivamente Sanji aveva detto la verità, perché in uno degli ultimi vagoni vide l’ennesimo affollamento, davanti agli scompartimenti, di ragazzi vestiti casual che ridevano e scherzavano. Ancora nessuno aveva indossato la propria divisa. Nel vedere Nami e Bibi intente a ridere e scherzare Rufy non perse tempo e saltò loro addosso, proprio come aveva fatto con gli altri. Non erano cambiate neanche un poco, anche per la reazione successiva. Infatti non solo lo spinsero via ma scoppiarono anche a ridere. 
«Ci stavi soffocando, Rufy!» protestò Nami con un tono decisamente molto poco calmo ed il pugno sollevato nella sua direzione. 
«Però sei mancato anche a noi.» continuò l’azzurrina porgendogli una mano per aiutarlo a rimettersi in piedi. «Anzi, ci stavamo chiedendo dove foste finiti.» ci tenne a puntualizzare lei appoggiandosi ad una delle vetrate degli scompartimenti.
«Mie bellissime Nami e Bibi, spero di non avervi fatte aspettare troppo e poi dove sono finite Koala e Perona?»
A quella domanda posta da Sanji le due si scambiarono una rapida occhiata confusa, perché era come se non si fossero accorte della loro mancanza fino a quel momento. 
«Koala è andata a cercare Sabo, diceva qualcosa riguardo il volerlo salutare—…» spiegò Nami picchiettando un dito contro le labbra.
«Oh, che gentile!»
Il commento sincero di Rufy fece ridere tutti quanti, perché forse lui era uno dei pochi a non aver capito che fra i due vi fosse qualcosa di più profondo, che però cercavano di non mostrare in pubblico.
«Mentre Perona era—…» Bibi si guardò intorno confusa, cercando effettivamente di capire la sparizione improvvisa della ragazza, poi però guardandosi intorno la vide nascosta all’interno di uno dei due scompartimenti. «E’ li dentro.» 
«Non è vero.»
L’urlo della rosata giunse alle orecchie di tutti, che s’affacciarono all’interno per controllare che effettivamente stesse bene.
«Che ci fai li dentro?» chiese Zoro con tutta la confusione possibile stampata in viso. 
La ragazza arrossì immediatamente, scuotendo quei capelli rosa e morbidi che le ricadevano sulle spalle, e allora s’alzò sistemandosi le pieghe del vestito. 
«Ora devo proprio andare. Ci vediamo dopo sono nello scompartimento in fondo.» 
Sia Nami che Bibi cercarono di fermarla, ma inutilmente, perché veloce ed agile come un fantasma sgattaiolò via dalle loro prese, rossa in viso come non mai e s’allontanò. Lei era una delle poche eccezioni nel loro gruppo. L’avevano conosciuta meglio durante il secondo anno, nonostante fossero compagni di classe, con lei intenta a dar loro lezioni di Pozioni, perché si sa che i Sempreverde sono da sempre i preferiti del professore Donquixote, nulla di nuovo. Quindi almeno avevano nel gruppo qualcuno che ne capisse sul serio di pozioni. 
«Bene, Usopp è andato a prendere delle caramelle con Chopper, quindi arriveranno presto. Poi Robin è andata con Law a sedersi in fondo perché volevano leggere la Gazzetta del profeta in santa pace, quindi sappiamo dove trovarli. Dunque finalmente ci siamo tutti e possiamo entrare, anche perché il treno ormai è partito già da un pezzo e noi non abbiamo ancora preso posto.»
Il biondo ricapitolò alla perfezione ciò che c’era da sapere e poi fece cenno a tutti quanti di mettersi a sedere perché il viaggio era appena iniziato e sarebbero giunti a destinazione verso il tardo pomeriggio. 

In prossimità di Hogwarts
Avevano mangiato una quantità di caramelle indecente. Insomma Bibi si era mantenuta normale, proprio come Nami, ma Rufy aveva letteralmente esagerato. Probabilmente avrebbe fatto indigestione di cioccorane prima ancora di giungere al castello, infatti ad un certo punto iniziò a lamentarsi di una fitta alla pancia. Ma gli altri non furono da meno. Durante l’intero viaggio ci fu un via vai notevole da quegli scompartimenti. Prima furono allietati, letteralmente, da Ace e Sabo, con cui riuscirono a commentare la questione degli abiti da cerimonia, poi passarono Law e Robin, che da bravi Corvonero cercarono di puntare la discussione su temi più intelligenti tipo “i compiti per le vacanze”, che quasi nessuno aveva fatto. Il momento più esagerato si ebbe con Bartolomeo, un ragazzo del sesto anno Grifondoro con una passione sconsiderata per Rufy e tutti loro. Era il suo mito, fissato con il Quidditch. Quindi una volta aver visto in azione la nuova squadra aveva eletto Rufy come suo nuovo idolo e modello da imitare, o qualcosa del genere. Ormai lo conoscevano tutti, e Bibi lo trovava anche abbastanza simpatico e divertente, eccezione fatta per quando durante le partite commentava etifava per i Grifondoro stando a torso nudo ed urlando, marcato come sempre dal professor Phoenix seduto al suo fianco che lo minacciava di espellerlo all'ennesimo commento contro le squadre avversarie. 
E poi, quando finalmente ci fu un momento di calma, decisero che era giunto il momento di cambiarsi ed indossare le divise perché presto sarebbero giunti a scuola. Con Nami e Koala, chiusa la porta del proprio scompartimento, riuscirono nell’impresa di mettere a posto i vestiti di tutti i giorni per far largoalle divise che avrebbero indossato, ma una volta aperta di botto la porta che le avrebbe condotte nel corridoio Bibi si ritrovò ad andare a sbattere contro una figura più alta di lei, ed anche abbastanza familiare.
«Devo ammettere che se colpirai così gli avversari durante le partite di Quidditch quest’anno vinceremo di nuovo la coppa.» 
La voce conosciuta di Pell la costrinse a sorridere divertita, senza però guardarlo in viso, anche perché alle sue spalle sentì la chiara risata di Nami e di Koala, che sembravano concordare. 
«Scusa, non ti avevo visto, sei saltato fuori dal nulla. E poi è ovvio che quest’anno vinceremo la coppa.» ci tenne a precisare la ragazza dai capelli turchesi prima di sollevare gli occhi in direzione del ragazzo. 
Pell aveva già indossato la divisa, oltre che la spilletta che gli era stata mandata con la lettera, ma sulla camicia candida appena stirata aveva ancora la cravatta slacciata, perché lui odiava indossarla. Alcune ciocche di capelli tirati indietro gli ricadevano ai lati del viso, conferendogli un aspetto più scombinato del normale, mentre il sorriso non abbandonava le sue labbra.
«Capitano, siamo sicuri che quest’anno ci riusciamo a vincere di nuovo?» domandò Koala agitando una mano per richiamare l’attenzione del ragazzo. 
Anche lei faceva parte della squadra di Quidditch, era una dei migliori cacciatori della scuola, oltre che essere agguerrita quando si trattava di scendere in campo e saettare su una scopa.
«Spero proprio di sì, Koala, anzi, preparatevi perché già questa settimana mi farò dare un permesso dal professor Phoenix per iniziare ad allenarci. Dobbiamo riprendere la squadra.»
Era incredibile quanto si concentrasse nel momento in cui la sua mente veniva catturata dal Quidditch. Questo infatti fece sorridere Bibi. 
«Ottimo, capitano, sarà fantastico.» precisò la ragazza dai capelli corti ed il sorriso smagliante.
«Bene, io farò come sempre il tifo per tutti voi.» aggiunse Nami sollevano un pugno in aria, perché lei non avrebbe mai e poi mai provato anche solo a fare un giro su una Nirebolt o una Nimbus. 
Bibi e Pell si scambiarono un’occhiata lunga prima che si allontanassero entrambi nelle direzioni opposte, intenti a tornare ognuno nei propri scompartimenti perché il momento stava arrivando. 
Una volta al loro posto trovarono gli altri già vestiti di tutto punto, Chopper, il più giovane ma anche uno dei più intelligenti, si era addirittura messo il cappello che andava usato solo in occasioni speciali, e questo fece ridere parecchio tutti. Così tutto ciò  che fecero, in quegli ultimi momenti sul treno, fu guardare dal finestrino l’avvicinarsi della scuola. Era illuminata come sempre ed il lago rispecchiava l’imponente castello.
Era tutto così magico, ma improvvisamente, fra le nubi, spuntò qualcosa di strano, che tutti notarono. 
«Avete visto?» chiese Rufy spiaccicando la faccia contro il finestrino. 
«Sì—… » risposero all’unisono tutti quanti. 
«Secondo voi di che cosa si trattava?» continuò il ragazzo che stava esperimento le stesse domande che avrebbe voluto fare Bibi. 
«Non lo so, ma era strano. E guardate la superficie del lago, sembra che ci sia sotto qualcosa.» rispose Nami indicando il lago che ormai si stavano lasciando alle spalle. 
«Saranno di sicuro i Re del Mare portati fin li. O il Kraken.» aggiunse Zoro prima di mettersi a dormire nel suo posto. Quel ragazzo era un caso perso. 
«K—… kraken? Siete sicuri che esista?» domandò Usopp con fin troppa paura nel tono della voce. 
Nessuno gli rispose, forse per lasciarlo nel dubbio, ed anche perché ciò che avevano visto era così strano da averli colpiti. 
Se davvero qualcosa di nuovo ed incredibile stava per succedere ad Hogwarts allora lei, come tutti del resto, non vedeva l’ora di mettere piede a scuola, anche perché ormai erano giunti a destinazione. 
   
 
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