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Autore: LightingThief    10/01/2018    2 recensioni
L'annuncio del Torneo Tremaghi, che quell'anno si terrà ad Hogwarts, scuote particolarmente gli animi degli studenti e chiunque vuole partecipare per ottenere fama e gloria. Ma il Ministro della Magia Sengoku impone un'unica regola: solamente i ragazzi appartenenti al sesto ed al settimo anno potranno prendervi parte.
Così iniziano le avventure dei ragazzi, che dovranno affrontare un anno più difficile degli altri sia per via del torneo sia per la convivenza con gli studenti provenienti dalle altre scuole. Affronteranno il famoso Ballo del Ceppo e soprattutto dovranno risolvere enigmi e prove.
Ma chi verrà scelto dal Calice di fuoco?
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Questa è una ff Crossover con i personaggi di One Piece catapultati nel mondo di Harry Potter. Spero che l'idea possa piacere e che soprattutto diverta.
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: ASL, Ciurma di Barbabianca, Famiglia Vinsmoke, Mugiwara, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4. Rules 

Reiju osservò distrattamente l’espressione trionfante delle bellissime ragazze di Beauxbâtons, e pensare che lei stessa sarebbe dovuta essere mandata a studiare in Francia. Era stata una fortuna convincere suo padre, facendogli gli occhioni dolci e sfarfallando le ciglia, che la migliore istruzione l’avrebbe avuta laddove si sarebbe misurata con chi era al suo stesso livello e non in una scuola dove si prendeva il tè e si ballava. Insomma, lei adorava prendere il tè, era un’abitudine che aveva da sempre sia a casa che a scuola. Il problema era che non voleva allontanarsi dalla propria famiglia.
E poi un covo di sole ragazze, che noia che sarebbe stato! 
Tamburellò le dita sul tavolo in legno, senza prestare più molta attenzione a ciò che Barbabianca stava dicendo, mentre i suoi fratelli stavano letteralmente sbavando sui rispettivi piatti, guardando in direzione delle ragazze. Uno sbuffò uscì dalle labbra della fanciulla dai capelli rosa, prima che l’unico intelligente di quei tre si voltò verso di lei, riprendendosi da quello stato di trance. 
«Scuola interessante.» ribatté Ichiji con compostezza, incrociando le braccia al petto. 
«Lo dici solo per le ragazze.» ribatté la sorella leggermente infastidita, prima di volgere l’attenzione verso il fondo della sala dove sarebbero entrati gli altri ospiti. 
«Forse—… ti da fastidio? Potevi essere una di loro. » le sussurrò il rosso avvicinandosi al suo orecchio. 
«Non mi vedrete mai indossare quella divisa azzurrina. Poi il colore stona con i miei capelli.» rispose quella rivolgendogli uno sguardo divertito.
«Peccato.» 
Non le sfuggì anche l’ultimo commento di Ichiji prima di dedicarsi ai nuovi arrivati. Poteva non esser seduta davvero vicina al corridoio centrale, ma a lei andava bene così. Vedeva tutto alla perfezione, solo che quando la porta si aprì l’idea di dover affrontare una nuova ondata di ragazze saltellanti non era molto allettante. Ma le aspettative di Reiju vennero infrante quando sulla soglia spuntarono dei ragazzi alti, muscolosi, con i mantelli scuri svolazzanti e lo sguardo da veri duri. Questa volta fu lei a restare a bocca aperta, stupita dall’ingresso di quei tipi notevoli. Aveva riconosciuto benissimo Eustass Kidd, seguito da Killer, i due prima studiavano ad Hogwarts un anno avanti Reiju, ma poi il padre del ragazzo, dopo essersi trasferito portò con sé il figlio ed il suo migliore amico, in un’altra scuola. Era proprio niente male se doveva essere sincera, ma chi catturò davvero l’attenzione della rosata fu la figura alta e muscolosa di Charlotte Katakuri. La pesante sciarpa scura gli copriva le labbra, dandogli un’aria misteriosa, i capelli scuri scombinati gli stavano bene e pr di più sorpassava tutti quanti con la sua altezza. Lui non solo era un famoso giocatore di Quidditch, non che a lei interessasse quello sport per cui i fratelli stravedevano, ma era anche uno dei figli di Big Mom. Purtroppo essendo la scuola di Beauxbâtons
 unicamente per donne, la preside aveva deciso di mandare i propri figli maschi nella migliore accademia che conoscesse.
E doveva dire che era proprio niente male.

 A seguire Katakuri vi era suo fratello minore, Craker, che sogghignava mentre faceva il proprio ingresso ed infine, a chiudere la fila, l’imponente figura del preside Kaido si fece avanti, mostrando uno sguardo agghiacciante e spaventoso, ma l’attenzione dei fratelli era tutta rivolta ad una sola persona.
«Avete visto chi c’è?» sussurrò Yoji che non smetteva d’indicare Katakuri stringendo la spalla di Niji. 
«Ovvio, è quel montato di Katakuri, non ci credo. Scommetto che vorrà vincere lui stesso il torneo.» aggiunse il fratello dai capelli blu e l’aria decisamente annoiata.
Reiju, invece, sorrise soddisfatta della cosa, almeno fino a quando non sentì Ichiji richiamarla. 
«Attenta, sorella, stai sbavando vistosamente per quel tipo.» 
Ma la ragazza gli scoccò un’occhiata divertita dalla reazione del rosso, che sembrava l’unico interessato a lei piuttosto che ad i ragazzi della scuola avversaria. 
«Fino a questo pomeriggio commentavi con entusiasmo le sue ultime performance nel campionato del mondo di Quidditch. Adesso per caso ti da fastidio?» cantilenò la ragazza, ripetendo esattamente le parole di Ichiji. 
Il rosso si voltò verso di lei ed entrambi si scambiarono un lungo e silente sguardo che poteva dire troppe cose, ma non le diede alcuna risposta, segno che doveva essersi infastidito sul serio. 
Di tanto in tanto Ichiji diventava geloso di lei, e questo da una parte stupiva Reiju mentre dall’altra le faceva quasi piacere. Era strano il rapporto che ultimamente aveva con il fratello, strano al punto tale da non sapere proprio come definirlo e se definirlo. Decise quindi di parlargli una volta finito il banchetto, al ritorno nella loro sala comune, discutere li in mezzo non era il caso. 
Fu una fortuna quando Barbabianca riprese a parlare, per dare il benvenuto anche agli altri ragazzi. 
«Dunque, finalmente anche i nostri ospiti di Durmstrang sono giunti da noi. Quindi un grosso applauso a loro ed ovviamente anche al Preside Kaido. E’ un vero piacere avervi qui con noi.»
Kaido non sembrava essere di molte parole, infatti strinse con forza la mano a Barbabianca, poi a Big Mom ed infine cercò di farlo anche con il Ministro, ma più che altro si guardarono male. Dovevano esserci problemi fra di loro. 
Quell’anno sarebbe stato decisamente interessante per tutti quanti, e Reiju ne era convinta sempre di più.

Rufy era rimasto ammaliato dalla grandezza di Kaido e dei suoi ragazzi, aveva visto anche Kidd, l’ex amico di Law, che veniva chiamato da Rufy "Trafalino".  Si era allontanato dalla scuola a causa del trasferimento della sua famiglia, questo lo ricordava bene. Insomma c’erano davvero tutti quell’anno e lui non vedeva l’ora di affrontarli in quel meraviglioso torneo di cui Barbabianca aveva appena parlato. Applaudì con forza, insieme a tutti gli altri, facendosi sentire, ma poi rimase in silenzio ad ascoltare ammirato ciò che il Primo Ministro aveva da dire. Dunque era questo il segreto di cui aveva parlato il vecchio Garp. Fantastico, anche se non ci sarebbe stato il Quidditich si sarebbe divertito lo stesso, e poi le partite non erano vietate, quindi avrebbe tormentato Pell per giocare almeno una volta alla settimana. 
«Ragazzi, adesso che siamo tutti qui vorrei spiegarvi come sceglieremo un campione per ogni scuola.»
Sengoku tossicchiò leggermente e poi fece cenno ai suoi uomini di allontanarsi ed in silenzio s’avvicinò alla grande cassa posta al centro della sala. Doveva trattarsi di qualcosa di grosso, ne erano certi, quindi il cuore di Rufy si fermò per qualche attimo prima di ritrovarsi a sperare in qualcosa di fantastico. 
Il primo ministro picchiettò sulla superficie lignea della scatola e questa pian piano andò svanendo, lasciando intravedere una fioca luce blu. Quando finalmente tutto ciò che vi era venne dissolto dall’incantesimo rimase solamente un enorme e grosso calice che risplendeva di luce propria e dal quale uscivano delle  vere e proprie fiamme blu. 
Erano tutti senza parole, lui era ammaliato da quel colore e cercò di reprimere l’istinto di urlare, così colpì Zoro alla spalla, che era altrettanto perso a guardare quella cosa immensa. 
«Ragazzi, vi presento il Calice di Fuoco.» si aspettò forse un’applauso ma il momento era troppo mistico per distruggerlo e perfino uno come lui lo avrebbe capito.  «Avrete tempo due settimane per gettare all’interno del Calice il vostro nome e cognome, scritto su una pergamena. Al termine del tempo prestabilito il Calice sceglierà i più meritevoli ed allora ogni scuola avrà il proprio campione. Ma fate ben attenzione perché scegliere di provare a partecipare è una cosa assai importante. Si tratta di prove difficili, che vi metteranno sotto stress ed anche in difficoltà da ogni punto di vista. Non sarà una passeggiata il Torneo Tremaghi. Quindi chiunque voglia partecipare dovrà, secondo coscienza, scegliere se gettare il proprio nome.»
Fu allora che tutti quanti applaudirono incondizionatamente, urlando in direzione del calice, perché era chiaro che praticamente chiunque avrebbe provato a partecipare a quella competizione fra scuole. Era la cosa più bella ed emozionante di sempre. Rufy si scambio uno sguardo d’intesa con Zoro, Sanji ed ovviamente con i propri fratelli, tutti convinti come non mai sul da farsi, ma allora Barbabianca si fece di nuovo avanti, richiamandoli tutti all’ordine. 
«C’è un’ultima cosa di cui dovremmo informarvi—… vista la pericolosità del Torneo Tremaghi, in cominuone con gli altri presidi e con il Ministro della magia in persona, abbiamo stabilito che solo gli studenti appartenenti al sesto ed al settimo anno di ogni istituto potranno provare a partecipare.»
Un attimo di silenzio, per metabolizzare le parole del preside, e poi nella sala grande si scatenò un inferno, nel vero senso della parola. 
«Andiamo, è un’ingiustizia. Vecchio mio, ma per chi ci hai preso?» urlò Ace alzandosi in piedi ed indicando direttamente a Barbabianca. 
Lui finiva sempre dal preside quindi fra di loro si era ormai instaurato un rapporto quasi d’amicizia, come il fratello era solito dire. Si era addirittura slacciato la cravatta e l’aveva buttata a terra quasi per protesta. 
«Ci state sottraendo la nostra libertà di scelta.» si aggiunse Sabo urlando e sbattè un pugno contro il tavolo.
Lui stesso rimase indignato e sconvolto, perché essendo al quarto anno non aveva possibilità di partecipare, ma non era arrivato a tanto. Zoro, invece, stava già sfoderando la bacchetta, come se volesse schiantare qualcuno. Fu una fortuna che Nami e Bibi lo bloccarono, altrimenti li dentro sarebbe successo il finimondo. Incontrò gli occhi nocciola di Nami, che lo implorarono quasi di stare al proprio posto, ed una volta tanto Rufy cercò di ascoltarla, anche se era tutto molto ingiusto.
«SILENZIO!»
Quella volta Barbabianca urlò ancora più forte per richiamare all’ordine l’intera scuola e ci vollero le occhiatacce dei professori a costringerli a sedersi ai propri posti ed a non urlare. 
«Mi dispiace ma è l’unica soluzione alla questione, il torneo è troppo pericoloso. Intorno al calice ho personalmente circostcritto una linea dell’età, quindi chiunque non abbia l’età necessaria verrà respinto via.» 
Maledizione e dire che lui aveva già sperato di provare ad aggirare le regole, ma chiaramente non sarebbe stato possibile. 
«Adesso che avete finito di lamentarvi vi prego di riflettere attentamente sulla questione durante il nostro consueto banchetto d’inizio anno—…» e con un semplice colpo di bacchetta Barbabianca fece letteralmente apparire sulle lunghe tavolate delle varie case un’enorme infinità di cibo.
E quello bastò per far riprendere Rufy, che come sempre si buttò sul cosciotto, sottraendolo a suo fratello Ace, un po’ demoralizzato. Di certo quella non era la migliore delle notizie, ma per lo meno lui stesso conosceva qualcuno che avrebbe potuto partecipare e per questo motivo già il giorno seguente sarebbe andato da lui a torturarlo per gettare il suo nome nel calice, e la sua vittima era Trafalino.
«E’ un’ingiustizia.» commentò Zoro prendendosi da mangiare.
«Concordo, ma avranno i loro buoni motivi per—… quello è un meraviglioso soufflé. Devo assolutamente farmi dare la ricetta.» ovviamente anche l’attenzione di Sanji fu tutta deviata sul resto del cibo, proprio come avevano fatto gli altri, decisi a mangiare ed a riflettere, come aveva suggerito il preside, su tutta la questione del torneo.

 
   
 
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