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Autore: Fede883    13/01/2018    1 recensioni
Gianmarco è un ragazzo sconvolto dopo la tragica morte della sorella maggiore durante una gita all'Aquafan. Il lutto porterà il ragazzo in uno stato tremendo di depressione che verrà all'apparenza colmato solo dall'uso maniacale della Playstation ma che in breve tempo farà scegliere a Gianmarco la via più brutta. Questa storia è raccontata dall'agente di polizia Guido Collaferri, colui che non solo scoprirà la tragica fine del ragazzo...
Genere: Drammatico, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Gianmarco, un ragazzo di 23 anni, chiuso in una stanza, al buio, da solo, con le cuffie nelle orecchie, senza nessuno vicino e solo la Playstation accesa sulla scrivania di camera sua, ormai gioca senza soste da ore e in pratica la sua vita è fatta solo di questo e nient'altro. All'inizio era un hobby come ce ne sono essere tanti, ogni tanto qualche partita a "Pes", qualche partita a "Call of duty" o "Mass effect" ma nulla di più, delle cose per riempire buchi qua e la nelle giornate noiose o di pioggia, un hobby momentaneo che sarebbe diventato in breve tempo una vera e propria ossessione morbosa.

Gianmarco non esce più con nessuno dei suoi amici, tutti sono stati accantonati a discapito dei videogiochi, quando qualcuno li chiedeva:" Andiamo al cinema o a mangiare la pizza fuori, vieni anche tu?". La risposta era sempre un secco e deciso:" No!". Lui voleva giocare con la Playstation senza che ci fossero scocciature di mezzo, era la sua passione è vero ma quando una cosa diventa una mania di passione non si può più parlare. Piano piano la vita di Gianmarco andò in una fase di stallo, la fidanzata Sofia la mollato perchè non solo lui non la voleva più vedere ma quelle rare volte che si vedevano lui giocava con i videogiochi riuscendo anche ad ignorare le sue attenzioni, pure quelle sessuali. Il lavoro andò sempre peggio, spesso si presentava in ritardo, con la barba incolta, vestito con abiti sporchi di macchie di unto o cose del genere, non riusciva a stare concentrato e in breve tempo fu licenziato dal suo datore di lavoro che li disse espressamente:" Non possiamo avere nella nostra azienda uno zombie come lei!". Da qui in poi la vita di questo ragazzo peggiorò a talpunto da non uscire più dalla sua stanza, i videogiochi riuscivano in qualche modo a riempire i vuoti di una vita non proprio facile, un padre che c'era e non c'era in casa essendo un pilota d'aereo di linea e sopratutto l'evento più stroncante per Gianmarco, la morte della sorella maggiore di 26 anni, perita all'Aquafan di Riccione dopo un malore avuto in piscina. Quell'evento così tremendo e così ingiusto aveva segnato profondamente Gianmarco, la sorella maggiore era la sua migliore amica, l'unica persona che c'era in qualche modo sempre stata per lui, ovviamente sentiva il peso di questa perdita molto sulla sua coscienza, la sua vita era cambiata in un modo totalmente inaspettato da un giorno all'altro. La morte della sorella maggiore per lui è stata dura da superare, in realtà non l'ha mai superata e Gianmarco ormai non ha più alcuno stimolo ad andare avanti, a pensare che il mondo possa essere un posto migliore. Ogni giorno diventa sempre più isolato, sua madre si era affidata al miglior psicologo della città ma ottenendo solo una grave perdita economica per pagare le sedute, Gianmarco giocava semplicemente alla Playstation e un giorno sua madre li chiese:" Guarda che fuori c'è un mondo tutto da vivere, perchè sono mesi che stai chiuso in casa, quella macchina infernale ti frigge il cervello!". Gianmarco guarda la madre con occhi assenti tanto da non sembrare nemmeno umano, il suo volto si fece più deciso, non disse parola, nessuna, nemmeno un piccolo accenno, continuo a giocare tenendo il joystick saldamente tra le sue mani, ogni tanto guardava la madre senza dire nulla e sua madre le disse sorridendo:" Non penso che Carlotta vorrebbe vederti così! Pensa a lei, devi andare avanti per lei, lo so che la tua vita è finita durante quel giorno d'estate ma devi pensare che lei è come se fosse ancora qui con noi!". A quel punto quasi come se fosse successo qualcosa, Gianmarco posò il joystick per terra e guardò sua mamma dicendoli:" Non sai quanto mi manca Carlotta mamma, la vorrei qui con me la vorrei abbracciare!". La madre abbracciò il figlio come non aveva mai fatto il figlio, la Playstation aveva colmato un vuoto lasciato da un lutto tremendo e la madre con poche ma semplici parole disse al figlio:" Devi pensare che lei è qui con te, non vorrebbe vederti in questo modo, dobbiamo essere forti per lei tesoro!". Gianmarco si mise a piangere tra le braccia di sua madre.

Il ragazzo si lascia cullare da sua mamma e le dice con la voce strozzata dal dolore e dalle lacrime che cadevano copiose sul suo giovane viso:" Dimmi come si fa a morire in quel modo in parco acquatico? Dimmi come è possibile?". La verità è che Carlotta è morta semplicemente per un malore, l'autopsia non era riuscita a capire bene le cause del decesso ma alla fine i medici erano arrivati alla conclusione che la ragazza fosse morta per una grave occlusione intestinale, Carlotta era abituata sia al mare che in piscina ad andare in acqua poco dopo aver mangiato, quella volta evidentemente le fu fatale, svenì nellla grande piscina ad onde davanti a tutti i presenti, al fidanzato e alla migliore amica, una giornata di relax e divertimento si trasormò in tragedia, i soccorsi non tardarono e fecero tutto quello che era possibile per salvarla, Carlotta morì all'aquafan di Riccione dopo 15 minuti dal suo malore, la ragazza non riprese mai più conoscenza, il giorno del funerale Gianmarco si sentì male alla camera mortuaria, il ragazzo si chiuse come un riccio  dentro alla sua corazza, il mondo era diventato un posto ostile, i videogiochi mandavano via l'ansia, la paura di ricordarsi che bisognava andare avanti, ma lui senza Carlotta non era niente. Purtroppo Gianmarco si tolse la vita il giorno dell'anniversario della morte della sorella, si sdraiò sui binari della ferrovia e si lasciò travolgere dal Frecciarossa che arriva a fortissima velocità, un urto impressionante che non diede scampo al giovane, il convoglio lo trascinò per oltre 15 metri, purtroppo il macchinista si accorse tardi del tragico evento e finì in terapia a causa di un forte stress post traumatico che l'aveva toccato dopo questa esperienza. Gianmarco aveva cercato di colmare il vuoto lasciato da Carlotta con la Playstation, senza avere più nessuno, nessun amico, nessuna fidanzata a cui dire "ti amo", nessuna persona con cui parlare del più e del meno, la solitudine aveva vinto insieme alla depressione, aveva deciso di finire la sua partita ma nel modo peggiore possibile.
Poco prima di buttarsi sotto al Frecciarossa Gianmarco aveva lasciato un breve ma conciso biglietto ai genitori scrivendo:" Non posso più vivere senza Carlotta, voglio tornare ad abbracciarla, perdonatemi, sono stato un pessimo figlio ma rivoglio mia sorella, ci saremo sempre per voi, vi voglio bene. Gianmarco!". E la sua vita finì esattamente il giorno in cui era scomparsa a soli 26 anni Carlotta, il ragazzo era così tornato dalla sorella e le loro anime sarebbero state unite per sempre. Ora tutto quello che è rimasto è una famiglia che piange su due tombe, io quel giorno ero li su quella ferrovia, la madre intanto ha scritto un libro che è diventato in breve tempo un besteseller, quello che ho raccontato qui lo so grazie a questa opera, quel giorno ho capito come la vita possa essere ingiusta, come da un lutto non ci si possa mai riprendere, capisco Gianmarco, persi mio padre due anni fa e ancora oggi ne sono totalmente devastato, quel maledetto giorno ero in servizio, arrivai sui binari della morte e quello che vidi ancora adesso mi tormenta, purtroppo questa storia non ha un lieto fine, ma solo una grande tristezza che ha portato via in brevissimo tempo due giovani ma sopratutto due figli, ho due figli che hanno la stessa età di Carlotta e di Gianmarco e non oso pensare cosa avrei fatto se questa tragedia fosse successa a me, sono un semplice agente che quel giorno faceva il suo lavoro ma ciò che vidi non lo dimenticherò mai. Ora vicino a quei binari abbiamo messo un ceppo commemorativo e in collaborazione con l'Acquafan faremo la stessa cosa anche li per ricodare Carlotta, quando si è giovani è strano poter pensare che la nostra sorte arrivi e ci prendi per mano, questa storia purtroppo mi ha sconvolto e ancora adesso che sono passati molti mesi ci penso ancora. Agente Guido Collaferri. Fine prefazione, inizio prima capitolo:" La tragica fine sui binari della morte!".
   
 
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