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Autore: blueluxen    13/01/2018    1 recensioni
Maddison Fawley sapeva di essere speciale. Il suo sangue nobile ne era la conferma.
Cresciuta in una famiglia ossessionata con la purezza di sangue, aveva sempre creduto che nati babbani e mezzosangue non fossero degni di possedere una bacchetta. Non esistevano altre alternative.
Tuttavia, il suo primo anno ad Hogwarts non andò come previsto. Troppe persone cercavano di smascherarla, troppi occhi cercavano di giudicarla, troppi pettegolezzi cercavano di distruggerla. E gli unici maghi su cui poteva fare affidamento erano proprio i suoi peggiori nemici: traditori del loro sangue e sporchi mezzosangue. Feccia che mai e poi mai avrebbe dovuto frequentare.
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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« Sei sicuro che funzionerà? »

« Sicurissimo. Il piano è infallibile, stai tranquillo ».

« Ma se non si dovesse sedere qui? »

« Non cambia mai di posto, fidati di me ».

« E tu come fai a saperlo? »

« Lo so e basta ».

« Davvero rassicurante. Ho un brutto presentimento al riguardo ».

« Ehi, amico, rilassati. Sul serio. Quand’è stata l’ultima volta che abbiamo fallito? Ecco, vedi, non te lo ricordi perché non è mai successo. E adesso smettila di farti mille paranoie che non ti riconosco più ».

« Va bene, hai ragione, hai ragione… »

« Come sempre, del resto. Aiutami con questa sedia, svelto. Non abbiamo molto tempo ».



 

« Ti giuro, Draco, la prossima volta che Pucey osa anche solo guardarmi durante un allenamento, lo schianto » disse Maddison, mentre i due Serpeverde camminavano a passo svelto verso l’aula del professor Rüf.

« Non ha ancora smesso? »

« No! Continua a sghignazzare e a prendermi in giro, è insopportabile. Lo sai benissimo che mi dà fastidio e credo che lo sappia anche lui, ma non riesco a fare finta di nulla. Ci provo, sto provando ad ignorarlo perché me l’ha chiesto Flint, ma non ce la faccio più ». Si sistemò la divisa, poi cercò gli occhi del suo migliore amico. « Cosa faresti tu al mio posto? »

« Gli farei vedere chi comanda. Non è come me e te, Maddie, e mai lo sarà. Ricordatelo. Non farti mettere i piedi in testa da maghi inferiori ».

« Giusto, hai ragione, Draco. Grazie per il consiglio ». Fece una pausa, il cuore che le batteva rapido in petto. « Quanto manca all’inizio della lezione? »

« Circa due minuti. Dobbiamo sbrigarci se vogliamo arrivare in orario ».

« Non credo che Rüf si accorgerebbe se arrivassimo in ritardo ».

« Forse hai ragione, ma non voglio rischiare una punzione con quel magonò ».

I due presero a ridere, il rumore dei loro passi di corsa che rimbombavano per i corridoi e i libri che iniziavano a farsi pensanti per le loro braccia. Entrarono in classe pochi istanti prima che la lezione iniziasse, il fiato corto, le guance arrossate e con due sorrisi divertiti ancora presenti sui rispettivi volti. Improvvisamente però, Maddison storse il naso, profondamente disgustata. Si guardò attorno, poi afferrò l’avambraccio di Draco. « La senti anche tu? »

« Cosa? »

La ragazzina inspirò con gli occhi ridotti a due fessure. Tossì poco dopo e il disgusto cancellò la felicità dal suo viso. « Questa puzza ».

Draco la guardò stranito. « Io non sento niente ».

« Te lo giuro, quest’aula puzza incredibilmente. Ho la nausea ».

« Malfoy, Fawley, avete intenzione di passare tutta la lezione in piedi davanti alla porta? » li riprese il professor Rüf e tutta la classe si girò a fissarli.

« No, professore, Draco ed io ci stavamo giusto andando ad accomodare ai nostri posti » rispose Maddison con un sorriso finto, trascinando Draco verso i loro banchi. « Sul serio, quest’aula è più puzzolente di quella del professor Raptor » sussurrò, senza però trovare appoggio da parte del biondo.

« Maddison, seriamente, non c’è nulla che puzzi » la contraddì Draco, sedendosi davanti a Theodore Nott ed a Blaise Zabini. Si voltò verso i due ragazzini e domandò loro se sentissero un odore strano. Entrambi scossero il capo. « Visto? »

Maddison arricciò il naso, per niente convinta. C’era davvero qualcosa che non andava in quell’aula. Se lo sentiva. Il suo istinto le stava dicendo di non fidarsi dell’opinione dei suoi amici, ma non poteva più insistere o l’avrebbero presa per pazza. Così, rassegnata, prese posto accanto a Draco. Non appena si sedette sulla sedia, la ragazzina udì un rumore strano, come un rumore di un meccanismo che veniva azionato. Si guardò attorno con aria sospetta alla ricerca di qualche marchingegno nascosto, ma nulla attirò la sua attenzione.

Tuttavia, l’espressione sul viso di Maddison attirò l’attenzione di Daphne, seduta qualche banco più avanti. Le tirò una pallina di carta gialla, segno che si trattava di un bigliettino. La ragazzina la srotolò, poi ne lesse il contenuto. Daphne le aveva chiesto cosa la turbasse. Non le sfuggiva niente. Maddison prese la sua piuma e rispose con: “C’è qualcosa che non mi convince. Quest’aula puzza e la mia sedia ha fatto un rumore strano non appena mi sono seduta. Ho come la sensazione che ci sia lo zampino dei Weasley dietro a tutto questo”. Lanciò la pallina di carta all’amica ed aspettò una risposta.

Intanto, il professor Rüf stava spiegando come riuscivano i maghi durante l’età della pietra a sopravvivere. Noioso. Maddison prendeva appunti di tanto in tanto, dandosi il cambio con Draco e Theodore. Avevano deciso che due persone dovevano prendere appunti per dieci minuti, per poi darsi il cambio con altre due. Una volta finite le lezioni si riunivano nella Sala Comune o in biblioteca e mettevano insieme tutto ciò che avevano, aiutandosi a vicenda. Un metodo efficace ed infallibile per evitare di addormentarsi durante Storia della Magia.

La risposta di Daphne arrivò quando Maddison finì il suo turno. Prese la pallina di carta e lesse velocemente quello che c’era scritto. “Anche io sentivo un odore strano, ma non ho sentito nessun rumore. Stai attenta, ho un brutto presentimento”. Daphne e Maddison si scambiarono uno sguardo rapido, poi la bionda si voltò verso il professore.

Almeno Daphne le credeva. L’aula del professor Rüf puzzava tremendamente. Era un odore forte e nauseabondo, come di pesce andato a male. In più, Maddison sentiva un ticchettio incessante che proveniva da qualche parte vicino al suo banco, ma non riusciva a localizzarne la fonte. Aveva i nervi a fior di pelle. Non riusciva a concentrarsi sulla lezione e non riusciva nemmeno a seguire il filo dei suoi pensieri. Era un incubo.

Strinse con forza la piuma che impugnava con la mano destra, il ticchettio che si faceva sempre più forte e vicino. A quel punto era impossibile che fosse l’unica a sentirlo. Si voltò verso Pansy e Millicent e le vide guardarsi attorno con aria infastidita. Anche Draco aveva iniziato a sentire qualcosa.

« Maddison, » la chiamò con una nota di fastidio nella voce, « senti anche tu questo ticchettio? »

La ragazzina annuì. « È da tutta la lezione che va avanti, ma adesso si è fatto più forte ».

« È come se provenisse da… da sopra le nostre teste ». I due si guardarono negli occhi, poi sollevarono lentamente il capo. Qualche istante dopo, Maddison era stata ricoperta completamente da una sostanza verde, puzzolente ed appiccicosa.

Tutta la classe, professor Rüf compreso, si voltò verso la ragazzina, che tratteneva a stento l’urlo furioso che avrebbe voluto gridare a pieni polmoni. Aveva il viso coperto dalla sostanza verde, ma l’ira che le bruciava negli occhi castani non passava inosservata, anzi.

Draco, per qualche assurdo motivo, era rimasto illeso. Non era stato sfiorato neanche da una goccia. Nulla. Se ne stava lì seduto, immobile, con le labbra sottili che formavano una “O” e con gli occhi grigi sbarrati. Non sapeva cosa dire, sempre che ci fosse qualcosa da dire. Maddison stava ribollendo di rabbia, un passo falso e sarebbe esplosa, facendo una strage di giovani maghi e streghe. Non poteva fare nulla, non quella volta.

Il professor Rüf, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, si schiarì la gola, indeciso sul da farsi. Si guardò attorno con aria spaesata, poi diede le spalle alla classe e ritornò a spiegare, come se non fosse successo nulla.

Fu Pansy a prendere l’iniziativa. Si alzò dal suo posto e raggiunse l’amica, attenta a dove metteva i piedi e tappandosi il naso con una mano. « In piedi, su » ordinò con voce nasale. Quando Maddison le rivolse uno sguardo perplesso, Pansy sbuffò spazientita. Le afferrò una mano con palese disgusto e la tirò verso di sé. « Andiamo a cambiarci. Non avrai mica pensato che ti avrei lasciata andare in giro per la scuola in queste condizioni? »

Maddison scosse lievemente il capo.

« Appunto. E adesso sbrigati che puzzi da morire ».




 

Una volta arrivate nella Sala Comune, le due ragazzine si rinchiusero nel loro dormitorio. Avevano incontrato diversi studenti più grandi e nessuno aveva avuto la decenza di farsi i fatti propri. I commenti sottovoce, gli indici e i nasi storti le avevano accompagnate per tutto il tragitto e la rabbia di Maddison non aveva fatto altro che crescere a dismisura.

« Io giuro che chiunque abbia avuto la brillante idea di farmi uno scherzo del genere è un mago morto! » sbraitò Maddison, una volta sbattuta la porta del dormitorio. « È morto! Stecchito! Morirà lentamente, dopo mesi, anni, di torture! »

Intanto, Pansy le stava preparando la vasca da bagno ed un paio di vestiti nuovi, mentre la lasciava camminare avanti e indietro per la stanza, gridando e maledicendo qualsiasi persona le venisse in mente. Sperava che, in quel modo, la rabbia sarebbe scemata prima che fosse entrata in bagno.

« Non sopravviverà alla mia furia! » continuò Maddison, strappandosi i vestiti sporchi di dosso e scagliandoli al pavimento. « Che figura mi ha fatto fare! Entro stasera tutto il castello lo verrà a sapere e non si farà altro che parlare di questo! Sono rovinata! Oh, eccome se è un mago morto, lo giuro sul mio nome! »

« Ti sei tolta i vestiti? » le domandò Pansy dal bagno, facendo capolino da dietro la porta.

« Sì! » ruggì l’altra, la sostanza verde che la faceva assomigliare ad un Troll della foresta.

« Allora puoi entrare nella vasca e vediamo se riusciamo a darti una pulita ».

Maddison obbedì, borbottando. Entrò nella vasca da bagno e s’immerse nell’acqua, ma quando riemerse la sostanza le era rimasta ancora sulla pelle e sui capelli. « Non dirmi che è idrofoba » disse, con una nota di panico e disperazione nella voce.

« Passami una delle spugne e del sapone. Non ci resta che provare a grattarla via ».

Le due ragazzine passarono venti lunghi e frustranti minuti a grattare il viso di Maddison, eppure gli unici risultati che avevano ottenuto erano i muscoli delle braccia in fiamme e doloranti. Provarono di tutto: incantesimi, vari tipi di saponi, acqua bollente, ma niente: la pelle di Maddison rimaneva verde pallido, mentre i capelli, una volta ramati, erano diventati verde acceso.

La ragazzina gettò la spugna contro alla parete. « Sembro un cavolo di Avvincino! » gridò irata, gli occhi colmi di lacrime. Le bruciava la gola e le tremavano le labbra, ma il suo orgoglio le impediva di piangere di fronte all’amica.

Pansy le posò dolcemente una mano sulla spalla nuda. « Appena troviamo il Troll che ti ha fatto questo, ti aiuto a nascondere il corpo »

Maddison sorrise, voltandosi verso Pansy. « Grazie, davvero ».

« Non preoccuparti, sarò sempre dalla tua parte ».

« Qual è il piano? »

« Stavo pensando a Madama Chips, magari ha qualcosa in infermeria ».

« Lo spero… Mi potresti passare il mio asciugamano? Cerco di prepararmi il più in fretta possibile, voglio che questa cosa sparisca prima di pranzo ».




 

Dieci minuti e una serie infinita di scale dopo, Maddison e Pansy arrivarono in infermeria. Era quasi deserta, fortunatamente. Le due si avvicinarono alla donna, che in quel momento sedeva dietro ad una scrivania piena di fogli di pergamena e cartelle colorate.

« Qual è l’emergenza? » domandò Madama Chips, senza alzare lo sguardo dal foglio che stava compilando.

« La mia amica qui presente è verde » rispose Pansy. « Durante la lezione di Storia della Magia è stata ricoperta da capo a piedi da una sostanza verde che non siamo riuscite a lavare via ».

Madama Chips squadrò Maddison con un sopracciglio sollevato. « Avete provato con la magia? »

« Abbiamo provato tutto: magia, lozioni, saponi. Nulla. Sono ancora verde » spiegò Maddison, indicandosi la faccia ed i capelli. « Per favore, mi dica che si può fare qualcosa. Non sopporto più questa puzza ».

La donna ci pensò su, poi si alzò dalla sedia. « Dovrei avere una pozione che potrebbe fare al caso tuo… Vediamo un po’... » Si portò davanti ad una vetrina colma di diverse fialette e cominciò a cercare. « Eccola! Oh, per Merlino, è vuota ».

« Cosa?! » squittì Maddison, nel panico.

« Non preoccuparti, il professor Piton dovrebbe avere ciò che mi serve per prepararne una nuova. Tra due, massimo tre giorni sarà pronta per l’utilizzo ».

« Tre giorni?! Non posso passare tre giorni in queste condizioni! È inaccettabile! La mia vita è rovinata! »

« Suvvia, fanciulla, non è nulla di grave. Ho qualcosa per la puzza, bevi, su. Ma, purtroppo, per il colore devi aspettare la pozione ».

Maddison bevve il contenuto della fialetta rosa. « Possiamo andare immediatamente dal professor Piton? »

« In questo momento è impegnato con- »

« Non mi interessa, ho bisogno di questa pozione il prima possibile! » la interruppe la ragazzina, gli occhi che emanavano scintille.

Madama Chips la guardò in tralice, ma ascoltò il suo desiderio. Si avviarono a passo svelto verso l’aula di Pozioni, Pansy che cercava di confortare Maddison in tutti i modi i possibili e Maddison che la ignorava e si lamentava. Avrebbe scritto una lettera ai suoi genitori riguardo all’accaduto. L'artefice di quello scherzo di cattivo gusto non l’avrebbe passata liscia, parola di Maddison Fawley.

La donna bussò alla porta prima di aprirla, senza aspettare la risposta del professore. « Severus, abbiamo un’emergenza » annunciò, mentre la classe spostava l’attenzione dai calderoni all’infermiera.

« Di cosa si tratta? » chiese il professor Piton, infastidito.

« Ho una giovane Serpeverde vittima di uno scherzo, ma, purtroppo, ho finito l’antidoto che mi serve ».

« Vediamo cosa possiamo fare. Dov’è la ragazza? »

Madama Chips fece cenno a Maddison di entrare. La ragazzina ubbidì. Si portò al fianco della donna tra le risate generali della classe.

« Silenzio! » Il professor Piton fulminò con lo sguardo i suoi studenti, poi si avvicinò a Maddison. « Chi è stato? »

Maddison fece per rispondere, ma prima che potesse dire qualcosa, i suoi occhi incontrarono quelli azzurri di Weasley. E solo allora capì. Era la sua vendetta per qualche settimana prima, quando lo aveva pietrificato ed umiliato. Aveva senso. Del resto, Fred e George Weasley erano gli unici studenti in grado di una bravata simile. Se non fossero state verdi, le sue guance si sarebbero tinte di un rosso acceso. « Weasley, Fred e George Weasley » rispose glaciale, senza distogliere lo sguardo da quello divertito e palesemente colpevole di Fred.

Il professore si voltò verso i due colpevoli e, con un ghigno soddisfatto, sottrasse cinquanta punti al Grifondoro. « E punizione fino al primo di Novembre » aggiunse, mentre sia Maddison sia Pansy sorridevano maligne. « Non la passerete liscia questa volta, Weasley ».

Eppure, nessuno dei due gemelli sembrava minimamente spaventato. Anzi, sembravano divertiti. Come se stesse andando tutto secondi i loro piani. Maddison li guardò con odio. Sapevano che sarebbe andata a chiedere aiuto al professor Piton, perché sapevano che la pozione che le serviva era finita. Avevano architettato tutto alla perfezione.

« Ho un’idea » sussurrò Maddison all’orecchio di Pansy. « E ho bisogno del tuo aiuto. Ci stai? »

« Conta su di me. Quei due sono morti che camminano ».

 
  
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