Nel
bivio precedente avete deciso che Simon diventi cattivo?
Allora siete nel capitolo sbagliato, cliccate
pure qui per raggiungerlo.
Non
vi ricordate alcun bivio fra cui scegliere?
Può capitare, cliccate
qui per rinfrescarvi la memoria.
Siete
convinti che Simon diventi buono?
Allora siete nel posto giusto! Buona lettura!
Tutto ciò che è rimasto in sospeso! Piani basati su qualcosa che
non esiste?
Simon si sedette vicino a Lucy, in cortile, e le mise
un braccio sulle spalle. Lei gli sorrise intenerita e appoggiò la testa sulla
spalla di lui. Un’atmosfera quasi romantica, se non fosse stato per le guardie
che li controllavano da vicino, ma ormai stavano imparando a ignorarle.
«Mi mancavano questi momenti.»
«Anche a me.»
Rimasero in silenzio per un po’, intenti ad ammirare
il tramonto, poi Lucy disse: «Avremmo un po’ di cose in sospeso da sistemare.
Bollette, provviste...»
Simon sospirò: «... un matrimonio...»
Lucy ridacchiò: «Già... un matrimonio... mi sembra sia
passato un secolo dal nostro quasi...»
Non ebbe la forza di concludere la frase.
Simon l’abbracciò più forte. Erano successe così tante
cose da allora... loro erano rimasti insieme, e avevano vissuto da marito e
moglie anche senza quel fatidico sì. Però...
«E se chiedessimo di concludere quel che avevamo
iniziato?»
Lucy lo guardò sorpresa, mentre Simon sorrise.
«Dimmi che sai dove hai messo l’abito e al resto penso
io.»
Lei ricambiò il suo abbraccio con le lacrime agli
occhi e il ragazzo sospirò: «Forse non sarà esattamente tutto come l’avevamo
programmato allora, ma... farò del mio meglio.»
Alla seconda pubblicazione di matrimonio di Lucy e
Simon, Maka si mise le mani nei capelli: «No! No, no, no! Dobbiamo fermarli! Se
si sposano non sarà più possibile togliere Lucy dall’influenza di Simon!»
Soul la guardò preoccupato: «E cosa intendi fare? Il
classico “io mi oppongo” a metà cerimonia?»
«Intendo fermare Lucy prima che salga sull’altare. Ma mi servirà aiuto.»
Kevin indugiò a lungo sulla porta, dondolandosi avanti
e indietro, ma quando riuscì a premere quel campanello si sentì esausto come se
avesse dovuto affrontare un combattimento a mani nude. Non sapeva cosa
aspettarsi, sapeva benissimo di essere nel torto e quasi sperava in una
sfuriata. Ma quando Liz lo fissò con lo sguardo gelido fu quasi peggio.
«Ciao.»
«Ciao.»
Kevin iniziò a fissarsi le punte delle scarpe. Non
sapeva cosa fare di fronte alla sua ragazza dopo che l’aveva abbandonata di
punto in bianco per cercare di salvare il suo migliore amico. Sospirò.
«Qualunque cosa dirò sarà quella sbagliata, immagino,
quindi andrò al sodo. Mi è dispiaciuto da morire andarmene così, è stata
l’ultima cosa che avrei voluto fare, ma avevo paura che se avessi aspettato a
inseguire Simon non avrei più potuto salvare il mio migliore amico. Poi
purtroppo non c’è più stato modo di avvertirti, ma avrei voluto... non mi sono
mai dimenticato di te, se l’hai creduto mi dispiace molto.»
Liz non aveva cambiato espressione, quindi Kevin
sospirando girò i tacchi: «Bè... quello che dovevo dirti l’ho detto. Ti auguro
ogni bene, Liz, ti meriti di meglio del sottoscritto.»
Solo a quel punto la ragazza l’afferrò per un braccio:
«Aspetta. Non è vero, non hai detto tutto.»
Kevin si voltò a guardarla e lei lo fissò dritto negli
occhi: «Mi ami ancora?»
«Sì. Non ho mai smesso di farlo.»
«E puoi aiutarmi a capire cosa sta succedendo?»
«Sì, la situazione è complessa, ma non incomprensibile.»
Liz sospirò: «Allora entra. È il momento di fare due
chiacchiere come si deve.»
Lucy era felicissima. Le cose sembravano andare
finalmente per il verso giusto: Lord Shinigami aveva concesso il permesso per
le nuove pubblicazioni, Simon stava organizzando il matrimonio e, finalmente,
le sue amiche l’avevano nuovamente invitata da loro, anche se solo per
recuperare le lezioni che aveva perso. Maka dopotutto era la più brava della
classe, sicuramente avrebbe potuto aiutarla, e Tsubaki avrebbe sicuramente
aiutato ancora di più il suo umore a risollevarsi.
La prima parte del pomeriggio trascorse
tranquillamente, tra un esercizio di matematica e un biscotto fatto in casa da
Tsubaki. Lucy si era davvero rilassata e per qualche ora pensò davvero che
fosse tornato tutto alla normalità. Ma fu proprio quando Maka si accorse di
questo che decise di partire all’attacco.
«Senti... come va con Simon?»
Lucy le rispose con un magnifico sorriso, felice di
poter condividere la sua gioia: «Tutto a posto, grazie! Si sta dando molto da
fare per riuscire a riorganizzare il matrimonio... ma devo fare attenzione, o
finisce che mi trascura di nuovo lo studio e poi deve fare di nuovo i recuperi
con Black Star!»
Ridacchiò, ma Maka era serissima: «A proposito del
matrimonio... sei sicura che sia una buona idea?»
Lucy la guardò perplessa: «E perché non dovrebbe esserlo?
Lui mi ama, io lo amo...»
Tsubaki distolse lo sguardo, prevedendo la tragedia,
mentre Maka insistette: «Appunto... sei sicura di amarlo?»
La ragazza era ancora più confusa: «Ma certo... ci
conosci da tempo, siamo fidanzati da tre anni... qual è il problema?»
«Dopo gli ultimi eventi non hai pensato che forse
Simon potrebbe... averti costretto ad
amarlo? Non so... ipnosi, condizionamento...»
Lucy la guardò impassibile per qualche secondo,
cercando di realizzare quello che la ragazza stesse insinuando, mentre Tsubaki
dovette impegnarsi con tutta se stessa per resistere all’impulso di scappare.
Il ragazzo ansimava pesantemente: «Secondo te faremo
in tempo?»
Lei gli rispose: «Non lo so, ma dobbiamo provarci. Se
non la fermiamo...»
Un urlo confermò i loro peggiori timori. Kid sbuffò
rivolto al resto del gruppo: «Odio le giornate non simmetriche come questa...»
Fuori dalla casa di Maka sembrava essersi trasferito
un piccolo girone dantesco: la stessa Maka e Tsubaki cercavano inutilmente di
trattenere una Lucy semi trasformata in polvere che gridava come un'ossessa
contro le ragazze.
«Sono stata una stupida a pensare di potermi fidare di
voi! Nulla tornerà mai più come prima a causa della vostra ottusità! Non avete
capito niente! NIENTE!!!»
Maka cercò ancora di parlarle: «Va tutto bene! Non è
colpa tua, lo sappiamo, se solo accettassi di farti vedere da Blair, giusto per
essere sicura che...»
«SICURA DI COSA? CHE VOI SIETE DELLE FALSE AMICHE?
GRAZIE, LO VEDO DA ME!»
Tsubaki tentò, con poca convinzione, di sedare gli
animi: «Ragazze, per favore...»
Maka si fece ancora avanti, cercando di trattenere
Lucy: «Senti, ora basta! Bisogna...»
Un fulmine nero le passò davanti agli occhi e atterrò
fra loro.
«No, Maka. Sei tu che devi fermarti.»
In un attimo la piccola gatta divenne la Blair che
tutti conoscevano.
«Lucy ha ragione, questa volta sei tu nel torto.»
Maka rimase perplessa: «Cosa...»
Solo in quel momento giunsero finalmente, ansimanti, Kid,
Patty, Liz e Kevin.
Blair fulminò Maka, con un’aria seria che la ragazza non
le aveva mai visto: «Perché non sei venuta a chiedermi consiglio, invece che
fare di testa tua? Ti sei dimenticata che anche io sono una strega, anche se
gatta?»
Lucy ritornò in forma umana, sempre più confusa: «Cosa
sta succedendo?»
Kevin finalmente riprese abbastanza fiato da riuscire
a parlare: «Ho parlato con Liz e ho chiarito la questione. Pensavano che Simon
ci avesse fatto qualcosa nel periodo in cui siamo spariti per condizionarci.»
Kid annuì: «Era un dubbio che ci tormentava, ma Kevin
ha accettato immediatamente di farsi controllare da Blair e abbiamo visto che
era pulito. Poi siamo corsi qui per cercare di fermare Maka, ma evidentemente
non abbiamo fatto in tempo.»
Blair era molto arrabbiata: «Esatto. Se tu avessi
parlato a me di questi tuoi dubbi, ti
avrei già confermato a una prima occhiata che Simon in questo momento è completamente privo di magia.»
Maka era sconvolta: «Cosa?»
«Esatto.»
Tutti si voltarono. Dietro di loro c’erano Soul, Black
Star e, soprattutto, Simon, con il suo violino in mano e l’aria molto delusa.
«Lord Shinigami non è stupido. Ha accettato di
riammettermi alla Shibusen solo perché in questo
momento sono perfettamente innocuo.»
Maka scosse la testa: «E allora perché non dirlo?»
«Perché mi fidavo di voi! Ero convinto che avreste
potuto accettarmi anche come Stregone! Ma evidentemente mi sbagliavo...»
Soul sospirò: «Che situazione poco figa, eh? Noi lo
abbiamo scoperto poco fa, quando l’abbiamo visto uscire da casa di Stain dopo
che aveva finito di scaricare la sua magia...»
«... come faccio sempre ogni giorno, alle cinque, per
la vostra sicurezza.»
Black Star commentò urlando a squarciagola: «Una
scoperta così scioccante che ci siamo pure dimenticati di rubare le risposte
del compito di Stain di domani! E dire che ci eravamo andati apposta!»
Simon sospirò con un mezzo sorriso: «Già... per
passarle a me, visto che non riuscivo a studiare...»
Black Star sorrise: «L’avevo detto che era tutto a
posto, no?»
Soul sospirò: «Poi abbiamo sentito le vostre urla e ci
siamo precipitati qui.»
Ma il violinista ritornò serio: «Bene, Maka, ora che
sai la situazione...»
Si avvicinò a lei brandendo il suo violino e
piazzandosi davanti a Lucy: «... hai ancora intenzione di aggredirla? Perché ti
assicuro, magia o meno, se la tocchi di nuovo farò tutto ciò che è in mio
potere per difenderla! È mia moglie, santo cielo!»
Maka abbassò lo sguardo: «... mi dispiace. Ero solo...
avevo solo...»
Simon completò per lei: «... paura, lo capisco.»
«E non è nella paura che intendo celebrare il nostro
matrimonio.»
Simon si voltò verso la sua amata: «Lucy, cosa stai
dicendo?»
Lucy sembrava sul punto di piangere: «Sto dicendo che
ormai noi siamo marito e moglie, e il
matrimonio a questo punto è una stupida formalità burocratica! Non mi interessa
cosa dice la legge, o il mondo, noi siamo
marito e moglie. E se dev’essere un’occasione per fare festa bè... questa
non lo sarebbe di sicuro. Quindi basta, questo matrimonio forse semplicemente
non dovrà mai essere celebrato.»
Simon la fece appoggiare sulla sua spalla e si rivolse
agli altri: «Per favore, per oggi basta. Torniamo a casa, riprenderemo questo
discorso un altro momento, direi che abbiamo tutti bisogno di rimanere un po’
da soli.»
E si allontanò con Lucy. Kevin, dopo aver rivolto
un’occhiata a Liz e aver ricevuto da lei un sorriso e un cenno d’assenso, li
seguì. Solo a quel punto Maka crollò in lacrime.
«Che cosa ho fatto?»
Patty: «Kid?»
Death the Kid: «Dimmi, cosa c’è?»
Patty: «Mi
togli una curiosità?»
Death the Kid:
«Se è simmetrica... come la scelta del prossimo capitolo!»
Un canestro
contro ogni problema! Amici come prima?
(per vedere cosa succederà dal punto di vista di tutti coloro
sono comparsi in questo capitolo)
o
Una
condanna senza speranza! Come puoi perdonarmi dopo quello che ti ho fatto?
(per vedere cosa succederà dal punto di vista di Rachel)
Patty: «Perché
hai corso con tutti noi invece di usare lo skateboard?»
Death the Kid:
«Chiedilo a Black Star e alle sue manie divine...»
Black Star:
«Ci ho solo fatto un giro per dimostrare che le mie acrobazie erano DEGNE DI UN
DIO!!!»
Death the Kid:
«MI HAI SCHEGGIATO LO SKATEBOARD DI BEN 4 MILLIMETRI SUL FIANCO DESTRO!!! È
COMPLETAMENTE ASIMMETRICO, ADESSO!!!»
Liz: «Dai,
Patty, lasciamoli battibeccare e andiamo a casa. Ti faccio il ciambellone.»
Patty: «Quello
che fai quando sei felice?»
Liz: «Sì.»
Patty: «Che
bello, sorellona!»
Death the Kid: «TEPPISTA!»
Black Star: «DIVINITÀ!»
Death the Kid: «TEPPISTA!»
Black Star: «DIVINITÀ!»
Liz: «Sigh...
e sembra avrò molto tempo per prepararlo...»