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Autore: NPC_Stories    15/01/2018    1 recensioni
Dee Dee è una giovanissima elfa mezza-vampira. Quando si rende conto che nel mondo sembra non esserci posto per lei, decide di andare nel luogo che identifica come la patria dei reietti e dei mostri: la città sotterranea e multiculturale di Skullport.
Solo che per arrivarci dovrà affrontare numerose sfide che potrebbero affinare le sue abilità e rafforzare il suo carattere, ma potrebbero anche distruggere il suo spirito. Sulla sua strada incontrerà un riottoso compagno di avventure, un elfo scuro con un attaccamento morboso verso la città sotterranea.
Riuscirà la giovane dhampir a superare le sue prove, e soprattutto a dimostrare al suo nuovo compagno che è abbastanza forte per sopravvivere in una città di criminali? Riuscirà lui a mantenere la distanza che vorrebbe mantenere?
.
Spoiler: niente romance. La differenza di età la renderebbe una cosa creepy.
Nota: come al solito sono tutti personaggi originali, tendenzialmente la storia non tratta di personaggi famosi dei Forgotten Realms, anche se può capitare che vengano citati o che compaiano a spot in un capitolo o due.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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1363 DR: Na na na na na na na na


Il drow, l'aranea e la dhampir camminarono senza rivolgersi la parola per alcuni minuti. I desmodu erano una razza riservata e prudente, non volevano rischiare di spaventarli con atteggiamenti minacciosi. Cercavano di camminare nel più perfetto silanzio, per non attirare strane bestie su di loro e vicino al covo dei desmodu. Ad un certo punto Dee Dee aveva cominciato a rabbrividire per il freddo (era ancora bagnata dopo l’atterraggio nel lago e poi aveva perso il mantello), e il drow le aveva prestato il suo mantello per evitare che sbattesse i denti facendosi sentire da tutto il dungeon.
“Dopo la prossima svolta dovremmo esserci” Lizy avvertí sottovoce gli altri due.
Daren non dubitava che avrebbero trovato le persone che cercavano, la giovane esploratrice conosceva quel livello meglio di lui; dubitava che le avrebbero trovate ancora vive, e anche un quel caso... sarebbero riusciti a convincere i desmodu a collaborare? Quel clan conosceva già Lizy, e questo avrebbe potuto giocare a loro vantaggio, ma non sarebbe stato facile convincere quelle creature riservate a rivelare informazioni sul loro stesso popolo a un elfo scuro, e nemmeno ad ospitare una mezza-vampira.
 
Il villaggio c’era. Gli stridii dei pipistrelli giganti salutarono l'arrivo dei tre in quella grotta, avvertendo i loro coinquilini desmodu che degli estranei avevano appena sconfinato.
Umanoidi simili a grossi pipistrelli senza ali si calarono dalla volta rocciosa della cava, cercando appigli lungo le pareti oppure planando grazie alle membrane che avevano fra le braccia e le gambe.
Presto il gruppetto si trovò circondato da queste creature, che puntavano contro di loro strane lance.
“Veniamo in pace.” Esordì Lizy, aprendo le braccia per mostrare che non intendeva impugnare le armi.
I desmodu esitarono. Daren percepì la loro incertezza.
Non sono creature aggressive. Pensò, incrociando le braccia sul petto in un gesto che per la sua razza significava resa, o dichiarazione di non belligeranza. Non ci attaccheranno per primi, e sono confusi dall’eterogeneità del nostro gruppo.
“Sappiamo cosa è accaduto ai vostri vicini… o parenti… ma non siamo coinvolti in quegli avvenimenti.” Intervenne. “La ragazza è una Guardiana e lavora per Skullport. Anch’io lo sono, come lei. So che non corre buon sangue fra gli elfi scuri e i desmodu, ma sono qui come inviato neutrale.” Affermò.
Lizy annuì per confermare la sua versione.
“Il drow non sta mentendo. I veri responsabili di quella tragedia…”
“Sappiamo.” La interruppe uno di loro, cimentandosi nella lingua comune del sottosuolo. Era un desmodu particolarmente grosso, e aveva sul volto il segno di una cicatrice recente. Gli altri fecero un passo di lato per lasciare che si avvicinasse ai tre avventurieri. “Creature con tentacoli che uscivano da faccia.” Raccontò, con la sua voce profonda che si alternava ad acuti stridii quando cercava di pronunciare certe parole. “Deboli guerrieri, ma forti con loro arti oscure. Colpivano nella testa.” Rafforzò il concetto picchiettando un dito contro la fronte. “Facevano fare cose sbagliate a tribù. Molti guerrieri deposto armi e seguito invasori, docili come pipistrello addestrato.”
Dee Dee stava imparando la lingua del sottosuolo grazie agli insegnamenti del drow, ma faceva ancora fatica a capire i discorsi complessi o troppo veloci. Il modo di parlare del grosso mostro era piuttosto semplice, ma la sua voce era insopportabile, con quegli stridii che si infilavano a sorpresa fra una parola e l’altra. Presto si rese conto che faceva fatica a seguire il discorso nel suo insieme.
“Illithid.” Spiegò Lizy. “Schiavisti che dominano la mente, e quello che non riescono a dominare, lo distruggono. Tu quindi li hai visti?”
Il guerriero annuì tristemente.
“Tuyy grande vergogna per questo. Guerriero protettore di tribù, forte coraggio resiste a controllo di mente; allora mostri-tentacoli colpito mente di grande pipistrello amico di Tuyy, fatto capovolte e Tuyy caduto, pipistrello mai fatto così prima. Guerriero picchia testa contro grossa roccia che sale da fondo di grotta, non vero nemico, grande vergogna. Tuyy dorme-morto. Mostri-tentacolo pensa morto, perché non cattura. Uccide bambini, uccide vecchi, porta via guerrieri e donne-guerrieri, anche artigiani e coltiva-muschio. Tutta tribù morta o cattura. Quando Tuyy sveglia, parenti di altra tribù portato in grotta di loro. Ma Tuyy non guerriero protettore di questa tribù.”
Il suo racconto sgrammaticato fu seguito da un momento di silenzio mentre i tre esploratori raccoglievano il senso delle sue parole e le trasformavano in immagini nella mente.
“Beh, è una storia drammatica ma… quindi non sai da che parte siano andati?” Domandò Lizy.
Il desmodu scosse la testa, facendo oscillare tristemente le orecchie. “Non potuto cercare tracce. Creatura molto male rimasta in grotta. Se Tuyy avvicina, creatura di male mangia ricordi e uccide con spada e denti aguzzi.”
“Un demone servo del dolore era rimasto nella grotta per nutrirsi della paura e della disperazione residue rimaste lì.” Intervenne Daren. “Ma ora è morto.”
“Il nero parla difficile.” Il desmodu gli mostrò i denti. “Lingua di veleno. Tuyy parla solo con femmina-bassa.”
Ehi!” Protestò Lizy, ma venne ignorata.
Il drow non si aspettava niente di diverso. I desmodu erano rari, quasi estinti, e non in piccola parte per colpa degli elfi scuri. Tuttavia c’era qualcosa che non lo convinceva nel desmodu, non riusciva a capire cosa fosse e questo lo frustrava, ma sentiva che c’era qualcosa che gli sfuggiva…
“Tuyy prega grande Vesperian protegge tribù, anche in mano a mostri.” Mormorò il guerriero, portando la grossa mano all’altezza del cuore, dove un rudimentale pendaglio di legno di fungo dondolava sul suo petto.
In quel momento, ogni pezzo andò al suo posto.
Guerriero protettore della tribù. Ricordò il drow, riflettendo sulle parole che Tuyy aveva scelto per descrivere sé stesso. Il senso del dovere verso la sua comunità, al punto che si vergogna di aver fallito… E ha resistito a un assalto mentale degli illithid. E che altro? Aveva un pipistrello gigante come amico.
Vesperian dev’essere il suo dio.
Mi chiedo se sia consapevole di essere un un guerriero consacrato.

 
“La nostra intenzione è scoprire che fine abbiano fatto i tuoi compagni, e recuperarli, se possibile.” S’intromise nuovamente il drow.
Lizy lo guardò in modo strano, Dee Dee sgranò leggermente gli occhi, e a lui quasi scappò un sorrisetto. Quasi.
“Ho detto che non intendo parlare con te, nera creatura.” Insistette Tuyy. “Sarai anche al servizio di Skullport, ma i drow non agiscono mai senza un interesse personale.”
“Forse il mio interesse personale è fare in modo che gli illithid non scoprano troppe cose sui dintorni di Skullport. Forse io vivo lì.”
“Se fosse solo questo ti basterebbe avvertire la città, o scappare come fanno sempre i vili ragnetti della tua specie.”
“Sono piacevolmente sorpreso dalla tua improvvisa padronanza di linguaggio.” Ora il drow sorrise apertamente. “Parlare con me ti fa bene.”
Il desmodu lo guardò senza capire. Poi si accorse che tutti i suoi compagni lo stavano guardando con vari gradi di sorpresa e perplessità, e anche Lizy e Dee Dee.
 
“Cosa… cosa nemico fatto parlare Tuyy?” Balbettò, senza capire.
“Nella tua lingua drow e nemico si dicono nello stesso modo? Wow, davvero forte come cosa… ma in sottocomune drow si dice drow e nemico si dice nemico.” Puntualizzò Daren. “E tutti ci stanno guardando strano perché fino a questo momento abbiamo parlato nel linguaggio che usi per pregare il tuo dio.”
Tuyy gli rivolse uno sguardo scettico, non sapendo cosa rispondere.
“Dio di desmodu parla lingua desmodu.” Rispose, sulla difensiva. “Drow ancora menzogne.”
“Io però non parlo la lingua desmodu, e tu non parli bene il sottocomune, quindi come hai fatto a capirmi così bene?”
Il desmodu ci pensò un po’.
“Il nero fa arti oscure con la mente, come mostri-tentacoli.” Il grosso desmodu si avvicinò al drow, torreggiando su di lui dall’alto dei suoi nove piedi d’altezza. Il drow dovette alzare la testa per continuare a guardarlo in faccia.
“Anche se sei grosso, non mi fai paura.” Scandì lentamente. “Noi andremo a cercare gli illithid che hanno osato arrivare così vicini alla nostra città e rapire i servi che coltivano il nostro cibo.” Spiegò, come se fosse un fatto. “Non ci serve il permesso dei desmodu, non ci serve aiuto, ma ci serve un posto sicuro dove lasciare lei.” Indicò Dee Dee senza distogliere gli occhi dal massiccio uomo-pipistrello.
I desmodu si avvicinarono un po’ di più a Dee Dee, cercando di capire chi o cosa fosse. Erano mossi solo dalla curiosità, ma lei li trovò comunque un po’ spaventosi.
Tuyy passò accanto al drow, ostentando sicurezza nel porgergli il fianco, e si fermò davanti a Dee Dee. Quando la sua testa simile a quella di un pipistrello si avvicinò al volto della piccola elfa, lei chiuse gli occhi un po’ disgustata. Aveva visto di peggio in vita sua, ma non molto di peggio. Il desmodu l’annusò sonoramente.
“Tuyy capisce.” Mormorò alla fine. “Drow va a cercare mostri-tentacoli, drow vuole che lascia qui suo cucciolo.”
 
Sia Dee Dee che Daren rimasero in silenzio attonito per qualche secondo, poi reagirono con veemente indignazione.
“Non fono il fuo cucciolo!” Protestò la dhampir, alzando la voce.
“No di certo.” Rincarò il drow. “Lei è solo… lei è…”
“Debole per alleata o guardiana. Niente forza, puzza di paura.” Considerò il guerriero, raddrizzando la schiena e rialzandosi in tutta la sua altezza. “Giovane per amante, non odore di magia, quindi inutile. Ma odore di guardiano nero su di lei.”
“Le ho solo prestato il mio mantello.” Spiegò lui.
“Femmina non-guardiana inutile.” Ribadì il desmodu. “Debole, non maga. Ma ancora viva e con mantello di guardiano nero. Quindi tua tribù. Giovane, quindi tuo cucciolo.” Insistette, difendendo la sua deduzione.
“Ma sei cieco o cosa, non lo vedi che io sono nero e lei è pallida?” Sbottò Daren, al culmine della sopportazione.
Lizy gli diede una gomitata, con discrezione. “I desmodu non hanno il concetto di famiglia di sangue.” Gli sussurrò. “I loro figli sono di tutta la tribù. Avete una forma simile e viaggiate insieme, per lui questo basta a chiamarvi tribù. Forse chiamerebbe così anche me, se non sapesse che sono un’aranea.”
Il drow gemette, accettando quella logica assurda.
“D’accordo. D’accordo. Allora, questo cucciolo…” riprese, sempre indicando Dee Dee “che non è il mio cucciolo ma non c’è verso di farvelo capire, quindi lasciamo perdere… lei deve stare in un posto sicuro. Non in città. E deve nutrirsi di sangue, circa, ogni due o tre giorni.”
Prevedibilmente, questo non piacque ai desmodu.
“Come, sangue?” Borbottò uno.
“Cosa sono ‘giorni’?” Un altro cominciò a chiedere in giro.
“Cucciolo è malato?” Ipotizzò un terzo.
I tre avventurieri non capivano la lingua desmodu, ma la loro agitazione era palpabile.
Dee Dee affondò il viso nelle mani, sentendosi imbarazzata e umiliata. L’elfo scuro ci mise un po’ a far tornare la calma.
“Non è malata, è… di una tribù che mangia cibo e beve sangue. Ogni tanto. Può berne un po’, senza uccidere.” Per dimostrarlo, si tirò su la manica destra e porse il polso alla dhampir.
“Co… cofa ftai facendo?” Sussurrò lei.
Lui le rispose nella lingua comune della Superficie.
“Hai bevuto solo qualche topo, ore fa, e da allora abbiamo fatto un bagno nell’acqua fredda, abbiamo combattuto e camminato, quindi sarai stanca. Quel poco sangue animale che hai bevuto non ti basterà un giorno. E io sto per partire, forse per giorni, o settimane.” O potrei non tornare affatto, pensò, ma si rifiutò di dirlo. “Voglio ritardare il più possibile il momento in cui avrai bisogno di nutrirti di loro, e intanto abbiamo occasione di dimostrargli che puoi bere sangue senza uccidere. Avanti.” La incitò, porgendo di nuovo il polso.
L’odore del sangue appena sotto la pelle era dannatamente invitante, e Dee Dee comprese che il suo ragionamento era sensato. Non si fece pregare. Poggiò una mano sull’avambraccio del drow e l’altra sul suo palmo, ricevendo una stretta incoraggiante in risposta. Poggiò la bocca sul polso, cercando al tatto la vena, poi morse.
 
Fu questione di pochi secondi. Dopo qualche sorso si ritrasse, sapendo che non doveva esagerare se non voleva andare incontro a quella sensazione di nausea che il troppo sangue drow le causava. Era stato un procedimento molto discreto, nell’insieme. Non aveva versato una sola goccia, né fatto versi animaleschi, e quando ebbe finito il suo compagno drow sembrava ancora in buona salute.
Questo in effetti contribuì a calmare i desmodu.
Si consultarono fra loro, alla fine un anziano (probabilmente in cima alla gerarchia sociale) si fece avanti e prese la parola.
“Il cucciolo resterà. La nostra tribù la terrà al sicuro.” Daren si accorse con sollievo che almeno parlava il Sottocomune meglio di Tuyy. “Ma la tribù di Tuyy non è la vostra tribù, né la nostra. Se Tuyy vorrà venire con voi dovrete lasciarlo fare, e impegnarvi di tenerlo al sicuro… come noi faremo con lei.” Pretese, indicando la giovane dhampir con un cenno della mano.
 
Daren rifletté su quella proposta di negoziazione, riconoscendola per quello che era.
Uno scambio di ostaggi. Non li credevo capaci di una simile raffinatezza. Il vecchio sapeva che Tuyy vorrebbe venire con noi, e ha accettato di tenere Dee Dee come assicurazione per la sopravvivenza del guerriero.
Per gli Dei, ma questi non sanno proprio
nulla dei drow?

“Mi sembra onesto.” Rispose, accettando il patto. “Ma non so quanto un guerriero potrà esserci utile. Contavo di basarmi soprattutto sull’inganno. Ma dovremo camminare nel Buio Profondo per giorni, e Tuyy potrà spianarci la strada.”
“Guardiano nero vuole ingannare mostri legge-mente?” Tuyy fece una smorfia di derisione. “Tuyy prende loro teste molli e schiaccia come funghi piccoli.”
Daren gemette a quella prospettiva. Cominciava a pensare di non aver fatto un buon affare.

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Nota: I desmodu di questa storia sono scesi a patti con il maggior consorzio mercantile di Skullport per produrre il cibo per la città (in pratica sono poco più che schiavi), e questo li pone relativamente al sicuro dai drow e da altre razze predatrici. Siccome questo accordo c'è da generazioni, la loro vita è diventata più semplice e sono arrivati a sapere poco delle altre razze. In questo capitolo dimostrano di non conoscere la differenza fra drow ed elfi. I desmodu hanno una pelliccia che può essere di diversi colori, da un marrone quasi nero fino al rossiccio chiaro, quindi pensano che anche il colore della pelle dei drow possa avere sfumature.

           

   
 
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