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Autore: Raven di Halloween    22/04/2005    2 recensioni
Come per l'altra,tratta del vero motivo per cui Sirius odi tanto il mio adorato Severus da fargli lo "scherzetto" del lupo mannaro... La cosa divertente è che il motivo dell'odio che avevo pensato di mettere non sono riuscita ad inserirlo,per cui prima o poi salterà fuori una terza versione di questa fan fiction...@_@
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono le 2

Sono le 2.30 del mattino a Londra,in una casa al numero 12 di Grimmauld Place.Un uomo non riesce a dormire e,ormai stanco di rigirarsi inutilmente nel letto,si veste e scende al piano di sotto. La casa è vuota,e lo rimarrà ancora a lungo.L’unica presenza nei dintorni è quella di un elfo domestico,ma non è una compagnia che il padrone di casa apprezzi.Per fortuna l’esserino è in mansarda,ad osservare la foto di una donna.

L’uomo entra nella cucina e apre la dispensa.In realtà non ha né fame né sete,quindi rinuncia e si dirige verso il soggiorno.Entra e si accomoda su una poltrona.Alza lo sguardo e si trova a fissare un antico arazzo rappresentante l’albero genealogico della famiglia Black.

E inizia a pensare….


La mia famiglia.O più precisamente la mia odiata famiglia.

Avevo giurato che non avrei più messo piede in questa casa,quando me ne andai anni fa.

Ma ora sono dovuto tornare.

Il destino sa essere davvero crudele.Anche coi miei parenti,comunque.Se sapessero che uso la nobile magione dei Black per dare rifugio ad un “orda di mezzosangue e babbanofili”, probabilmente mi ucciderebbero.

Mi sembra di sentirlo mio padre,mentre spiega a me e Regulus la storia di famiglia: torme di parenti nobili di sangue ma non di cuore.

Neanche fosse un insulto essere buoni.

Ma con che diritto io parlo di bontà? Non posso criticarli.Io sono come loro.


La pendola batte le 3.00. L’uomo si alza e va alla finestra.Tira su la tenda e osserva la notte. Tutto è quieto là fuori,e la luna piena illumina il cielo coi suoi gelidi e misteriosi raggi.


Il giorno in cui ricevetti la lettera da Hogwarts ci fu una notte come questa.Quieta e affascinante, piena di promesse e aspettative.Per tutti.

Ripensandoci credo che quello fosse l’unico momento della mia vita in cui i miei genitori furono fieri di me.Ma non per molto.

Non gli piacque affatto sapere che ero un Gryffindor.Non era giusto,in una famiglia di nobili Slytherin.

Si arrabbiarono così tanto che non mi fecero avere loro notizie per un mese intero.Non che mi importasse,comunque.E poi mi trovavo benissimo fra i Gryffindor.Avevo amici,diverse ragazze innamorate di me,persone che mi stimavano.Avevo la famiglia che non mi era mai stata data.


Il suono di un auto macchia di rumore la silenziosa oscurità.


Tutta la scuola mi ammirava.


I fari aprono uno squarcio nel buio.


Gli Slytherin mi odiavano,ma cosa importava?


Le gomme scivolano sull’asfalto,come guidate dalla traccia della Luna.


Sapevo come sistemarli.


Il mostro metallico si muove piano,quasi fosse alla ricerca della preda.


Ero felice.


I raggi di luna rimbalzano sulla pelle color acciaio.


Lo ero davvero.


Illuminano l’interno della rumorosa creatura


Sul serio!


Colpiscono la sua volontà,che ha forma di uomo anziano.


No!!!





Lo strano animale è ormai sparito da tempo dalla vista,ma l’uomo non se ne rende conto.E’ di nuovo perso nei suoi pensieri e pronto,per la prima volto,ad ammettere la verità.


Non ero davvero felice.Non lo sono mai stato.

La mia famiglia. La mia odiata famiglia.

Almeno questo è quello che pensano tutti.

Il dolore non può sparire così facilmente.

Io li amavo.E questa la verità.Tutti.Dal primo all’ultimo.

Amavo mio padre,che rimaneva fermo sulle sue convinzioni anche se il mondo gli dimostrava il contrario.

Amavo mia madre,che difendeva le stesse idee di mio padre con una passione infinita.

Amavo mio fratello,che viveva per loro.

Già,mio fratello.

Lui sì che gli diede soddisfazione.Faceva tutto quello che gli ordinavano di fare.Diceva tutto quello che gli ordinavano di dire.Pensava tutto quello che gli ordinavano di pensare.

Finchè non morì.

Il loro dolore fu grande.E anche il mio.

Ma nessuno lo seppe mai.

Nessuno sapeva quanto mi mancassero.

L’unica cosa ereditatata dalla mia famiglia.

La menzogna.

Sono sempre stato il migliore,nel mentire.Superavo persino le mie cugine.

Ed è solo grazie a questa mia abilità se sono riuscito a sopravvivere a scuola.

Quando arrivai,tutti sapevano chi ero.Tutti conoscevano la mia famiglia e, soprattutto,le sue idee.

Ero segnato.

Ed essere assegnato a Gryffindor fu una vera sorpresa per tutti.Soprattutto per me.

Ma non cambiò le cose.

I miei compagni mi stavano lontani,convinti che fossi una specie di spia della mia famiglia e degli Slytherin.E in particolare James.Lui non ha mai potuto soffrire i sostenitori dell’oscuro signore….di Voldemort! Di Voldemort sì…..solo i mangiamorte lo chiamano in quel modo…ma in famiglia lo si appellava rispettosamente così…un’altra cosa che mi distingueva dai miei compagni.

E quando James mi sentì chiamare Colui-che-non-deve-essere-nominato in quella maniera ci mancò poco che mi saltasse addosso.

Coloro che amavo mi odiavano,e le persone con cui speravo di poter cambiare le cose mi consideravano un reietto,un mostro infiltrato tra loro per eliminarli.Ero disperato.

Pensai che dimostrarmi ostile verso gli Slytherin e in particolare verso le mie cugine sarebbe servito.Ma non funzionò.Servì solo ad accentuare il disprezzo che entrambe le fazioni nutrivano già verso di me.

Così vuotai il sacco.

Una sera diedi appuntamento a James in riva al lago,e gli raccontai tutto della mia famiglia: gli dissi che erano solo degli esaltati,indegni di definirsi maghi,e gli spiattellai tutti i loro segreti,dal primo all’ultimo;ciò che mio fratello temeva,quello che mia madre odiava,e tutti i contatti che mio padre aveva coi mangiamorte,compresi alcuni dei loro luoghi di ritrovo abituali.

James non mi credette,all’inizio,e mi chiese perché lo facessi.

Io risposi che li odiavo,e che avrei fatto qualunque cosa per fermarli.E assieme a loro tutti gli altri.

Era fatta. Avevo tradito coloro che amavo.Ora dovevo odiarli.Per non ammettere che l’avevo fatto solo per debolezza,per avere un amico.

Se Potter mi avesse accettato,tutti gli altri lo avrebbero fatto.Lui era la star dei Gryffindor.

Passò qualche giorno prima che James si convincesse a darmi una possibilità,anche grazie all’intercessione di Lupin.Caro Remus,sempre pronto a dare un’opportunità anche a coloro che non la meritavano.

Ma capivo da solo che non sarebbe bastato.James cominciò a trattarmi da amico ma sapevo che lo faceva principalmente per ricevere altre informazioni,che io non ero però più in grado di dargli. Quel poco che gli avevo raccontato lo avevo scoperto per caso,e non avevo idea si come reperire altre informazioni.

Un mese dopo la mia confessione,James mi portò davanti ad una quercia in riva al lago,dove si riunivano molti Slytherin,e mi obbligò a sceglierne uno a cui fare uno scherzo molto pesante.

Una prova d’ammissione,la definì.

Non sapevo che fare.Li conoscevo tutti,erano figli di amici dei miei genitori.Con molti di loro avevo persino giocato,quand’ero piccolo.Non potevo fare del male a nessuno di loro.Non me la sentivo.Col senno di poi mi rendo conto che quello di cui avevo realmente paura era il cambiamento.Ora avrei dovuto scegliere da che parte stare,ed essere fedele.A qualunque costo. Perché sapevo che nessuna delle due parti mi avrebbe concesso una seconda possibilità.

Guardai nuovamente il gruppo,cercando la mia vittima.

Lucius Malfoy….No,mia cugina lo amava,non potevo farle questo…

Antonin Dolohov? Lo consideravo il mio migliore amico,quando ero piccolo.

Tiger,Goyle,Narcissa….In tutti loro vedevo un pezzo importante,incancellabile,della mia vita.Non potevo toccarli.

Cominciai a tremare.Non avevo speranze.Guardai verso James,e vidi che mi studiava attentamente. Lui ancora non credeva alla mia redenzione,evidentemente.Ero in trappola.

Poi lo vidi.

Un ragazzino magro,dai lunghi capelli scuri,che sedeva solo,intento a leggere un libro all’ombra di una quercia,lontano dal resto del gruppo.

Non conoscevo il suo nome.Non avevo mai fatto caso alla sua esistenza,preso com’ero dai miei drammi,e non faceva parte dei miei ricordi d’infanzia.Uno Slytherin sconosciuto.

La vittima perfetta.

Mi dispiaceva vederlo solo,mentre i suoi compagni si divertivano: lui era come me,non apparteneva a loro,ma aveva già fatto la sua scelta.

La mia la compii in quel momento.

Mi liberai dalle catene della mia famiglia e colpii.

L’incantesimo funzionò,e James scoppiò in una gran risata.Poi mi prese per un braccio e cominciò a correre,urlando insulti contro la casa di Salazar.

Da allora le cose cambiarono.I Gryffindor cominciarono a volermi bene.Non ero più il nemico,ma il miglior amico di James Potter.Eravamo sempre insieme,ed ero ormai certo di aver trovato un’amico.Tanti amici.E anche tante amiche…Ero felice,anche se una piccola macchia nera continuava a sporcare la mia anima: un sottile ma persistente senso di colpa,che continuava ad alimentare l’affetto,mai confessato, per la mia famiglia.

In breve il ragazzino solitario divenne la mia vittima preferita.Per James non faceva differenza,ma a lungo andare trovò strano il mio continuo accanimento su di lui.

Ci sono tanti altri Slytherin che hanno bisogno di una raddrizzata,diceva,non esiste solo Snape.

Ma James non capiva.

Severus era sacrificabile.

E cominciai ad odiarlo,lo consideravo debole,patetico,un povero perdente senza speranza,ma in realtà vedevo in lui ciò che sarei potuto essere io se avessi scelto diversamente.E ne ero atterrito.

Soprattutto dopo che la mia famiglia me lo portò ad esempio.

Dopo il mio ultimo scherzo arrivò una lettera di mia madre; la cosa non mi turbò affatto, ne ricevevo diverse,e tutte con lo stesso argomento: la mia cronica incapacità di giudizio,la mancanza di maturità,il poco impegno nello studio…in genere non gli prestavo molta attenzione,dopo aver dato loro una rapida scorsa le gettavo nel fuoco…per poi riprenderle dopo,quando i miei compagni dormivano.Per quanto non studiassi,un semplice incantesimo ignifugo riuscivo a compierlo…In quelle lettere era scritto l’odio di mia madre per me,e tenendole dimostravo l’effetto che nutrivo per lei.Era un modo per avere un legame,un gioco perverso in cui il perdente ero sempre e solo io.

Ma questa era diversa.

Dopo il solito inizio pieno di ramanzine e preoccupazione per il buon nome di famiglia,saltò fuori il nome di Severus.

“Non concepisco la tua mancanza di disciplina e di abnegazione verso lo studio!Perché non prendi esempio dai tuoi compagni?In particolare c’è né uno che,ne sono certa,ti gioverebbe frequentare. Severus Snape è al tuo stesso anno,e nonostante non provenga da una nobile casata,si è subito distinto per il suo altissimo rendimento scolastico e per le sue altolocate e ottime amicizie.La signora Malfoy ci ha inoltre detto che è diventato il miglior amico di suo figlio,e portano avanti insieme gli ideali e le tradizioni del grande Salazar Slytherin.Figlio mio,dovresti seguire il suo esempio. Sono certa che i suoi genitori,al contrario di altri,sono fieri di lui,e hanno ottimi motivi per farsi vedere, a testa alta, in società.”

Mi sedetti vicino al fuoco e piansi calde,salate lacrime di rabbia e dolore.

I miei genitori mi odiavano.

Non avrebbero mai voluto un figlio come Me.

Avrebbero voluto un figlio come Lui.

Avrebbero voluto Lui.

Mai Me.

E in quel momento lo odiai davvero,come mai avevo odiato in vita mia.Un furore cieco mi avvolse,e mi permise di concepire lo scherzo più crudele che fosse mai stato inventato ad Hogwarts. La morte di uno studente.

Il resto è storia.

Lo convinsi a seguirmi fino alla stamberga strillante e alla camera in cui Remus mutava, e dove James lo salvò.

Già,io non ero più lì.Scappai sfruttando gli attimi di stupore e paura di Severus,e mi misi in salvo.

Anche dai sensi di colpa.

Mi trincerai dietro alla scuse,al fatto che fosse uno Slytherin e,come tale,un nemico abituale che ero stanco di tollerare.Un ragazzino impiccione che aveva bisogno di una lezione,perché ci lasciasse in pace una volta per tutte.

Ma ormai so che non è così.

Ma conoscere non comporta necessariamente un cambiamento.

Anche adesso che siamo dalla stessa parte,continuo ad odiarlo.

Provo una gioia cieca ad ogni insulto lanciato,ad ogni provocazione crudele.E se Remus non ci dividesse sempre…so cosa succederebbe,e me ne vergogno ogni volta.

Non sono affatto cresciuto dai tempi della scuola,nemmeno la prigione mi ha reso più maturo.

Solo più folle.

Ancora adesso voglio bene alla mia famiglia,e ora che sono morti posso illudermi che anche loro me ne abbiano voluto.Specie mia madre.

Anche se il suo quadro mi sputa addosso il suo veleno ogni giorno,posso convincermi che è solo un dipinto,in cui non ha riversato i suoi veri sentimenti,ma solo la sua apparenza.

Ma è ora che le mie illusioni crollino e io accetti la realtà.

Loro mi odiavano.Mia madre in particolare.

Quando me ne andai di casa,mi urlò che me ne sarei pentito amaramente,che quando l’Oscuro signore sarebbe salito al potere,lei avrebbe avuto la sua rivincita nel vedere soffrire l’orrendo aborto che il suo grembo le aveva dato.Mi urlò che non mi considerava più suo figlio da tanto tempo,ma che ero avevo firmato la mia condanna a morte.

Voldemort non ce l’ha fatta,ma io rimango preda dei miei insani affetti.

Mia madre ha avuto la sua vendetta,tramite il sentimento che meno le apparteneva.

L’Amore.



L’uomo ormai stanco dei ricordi sale al piano di sopra e torna a letto.Ora che si è liberato dalle sue catene mentali,può tornare a preoccuparsi solo di quelle sociali,che la sua vita da recluso gli impone.

La sua mente si svuota e finalmente riesce a dormire.

Ma non prima che una piccola,enorme lacrima gli segni il volto.


  
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