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Autore: Red_Coat    16/01/2018    2 recensioni
Questa è la storia di un soldato, un rinnegato da due mondi. È la storia del viaggio ultimo del pianeta verso la sua terra promessa.
Questa è la storia di quando Cloud Strife fu sconfitto, e vennero le tenebre. E il silenzio.
Genere: Angst, Guerra, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cloud Strife, Kadaj, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'L'allievo di Sephiroth'
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«Vi ringrazio del comitato di benvenuto.»

Vittorioso, il nuovo Presidente si erse su di loro ghignando e iniziando a camminare, lentamente e con tranquillità su e giù scrutandoli uno per uno.

«Ditemi, quali sono i vostri nomi?»

La prima a rispondere fu la fioraia.

«Aerith Gainsborough.» disse determinata.

Quell'uomo non gli piaceva, e non riusciva a smettere di pensare a ciò che era appena successo. Il cadavere di suo padre stava lì, a pochi passi da lui, e Rufus sembrava non essere nemmeno interessato a guardarlo.
Pensava solo alla posizione che aveva guadagnato.
Anche Tifa era della stessa opinione, ma per un motivo molto più profondo, e simile a quello di Osaka. La Shinra era il nemico, e in quel caso quel giovane uomo altero era il nuovo volto del nemico.

«Cloud Strife.» rispose duro il biondo, dopo lei e Barret «Ex SOLDIER first class.»

Victor ghignò con disapprovazione.

«Tsh, certo. Come no.» bofonchiò con disprezzo «L'unico vero SOLDIER 1st class qui presente sono io, marmocchio. Chiudi il becco, fai più bella figura.» lo zittì continuando a guardare Shinra che nel frattempo si era fermato a scrutarli entrambi, incuriosito.

Cloud lo fissò con astio.

«Neanche tu lo sei più, adesso. No?» ribatté a tono.

Victor seguitò a ridersela.

«Almeno io lo sono stato davvero, però.» rispose con sempre maggior disprezzo guardandolo dall'alto in basso.
«E tu chi sei?» li interruppe divertito a quel punto Shinra.

Victor lo scrutò con aria truce, trasformando il ghigno in una smorfia impaziente e e sfoderando a sorpresa la katana, ponendosi in posizione di attacco e allarmando tutti i presenti, inclusi i turks che si avvicinarono allarmati ma furono bloccati da un gesto di Rufus, che subito dopo sfoderò con classe la sua pistola a canna lunga e gliela puntò contro.

«Sono il vostro nuovo peggior incubo, Presidente.» si presentò Osaka, allargando le braccia e profondendosi in un inchino.

Ma quando partì all'attacco trovò la lama della Buster Sword a parare il colpo, e il suo sguardo s'incrociò in duello con quelli di Rufus e Cloud.
Fu solo un breve istante, poi  la canna della pistola sparò un colpo e lo scontro ripartì concitato.
Victor lasciò Rufus e Cloud ai loro giochi e si precipitò verso Aerith.

«Comincia a correre.» le ordinò, prima che Tseng gli arrivasse alle spalle sferrandogli un calcio alle spalle.

L'ex SOLDIER si rialzò rapido, riprese in mano la spada e gli si sferrò contro, ferendolo ad una gamba in modo che fosse rallentato nella corsa.
Ghignò nel vederlo cadere.

«Aaah! Turk.» sputò «Ora ti riconosco ...» sussurrò infine perfido.

Quindi si rimise in piedi e corse via, prima che anche Reno, impegnato assieme a Dark Nation, Rude ed Elena a difendere il Presidente, potesse pararglisi davanti ai piedi.
Trovò Aerith vicino all'ascensore ad attenderlo in ansia.

«No!» le gridò dirigendosi verso le scale «Per di qua, gli ascensori sono troppo pericolosi!»

La ragazza non si oppose, ma sulla via del ritorno non trovarono altre guardie fino al piano 57, dove era previsto prendessero la via delle scale di emergenza.
Il piano era zeppo di SOLDIER che li attendevano, ma non fecero neanche in tempo a rendersi riconoscibili, perché qualcuno li chiamò sussurrando.

«Psssh!»

Si voltarono verso una pianta situata vicino all'entrata dell'elevatore.
C'era una ragazza in camice bianco. Grandi occhi da cerbiatta neri, capelli corvini tagliati a caschetto attorno al piccolo viso.
Victor la riconobbe subito, e anche lei gli sorrise salutandolo con un cenno della mano.

«Maidlen..» mormorò stupito, avvicinandosi con cautela.

Si abbracciarono forte, come due vecchi amici che si rincontrano dopo tanto tempo.

«Come va la mano, capitano Victor Osaka?» chiese prendendola tra le sue.

Lui sorrise.

«Molto meglio, anche grazie a te ... e Jim.»

La dottoressa sorrise commossa.

«E il cuore, invece?» chiese ancora.

Il sorriso del SOLDIER si fece triste.

«Sono vivo...» replicò tristemente «Basta e avanza.»


La scienziata sorrise di nuovo, quindi porse loro un paio di camici bianchi e gli chiese d'indossarli.

«Ho visto dalle telecamere quello che è successo col professore. Posso accompagnarvi fino all' ascensore del piano SOLDIER, ma da lì dovrete fare da soli, desterei troppi sospetti.» li informò.

Victor annuì e sorrise di nuovo, grato.


«È già molto. Grazie.»
«Lo faccio per il Generale.» replicò decisa la donna mentre loro indossavano i camici «E per Jim.»

Quindi insieme presero l'ascensore, scendendo fino al 46.

«Come stai?» s'informò, sincero.

La dottoressa scosse le spalle con un sorriso amaro.

«Sono viva ...» gli fece eco «Questo basta e avanza.»

Strappandogli un sorriso comprensivo.

«Ma mi manca da morire.» aggiunse, facendosi seria.

Victor abbassò il capo, annuendo e intristendosi.

«Lavori ancora per lui, dopo quello che ha fatto?» le chiese incupendosi.

Aerith era curiosa, mentre li ascoltava e li guardava interagire tra di loro riuscì a capire che dovevano essere stati amici o qualcosa di simile, quando lui era un SOLDIER. Avrebbe voluto saperne di più, ma quando la conversazione si fece più seria non se la sentì d'intromettersi. Così si limitò ad ascoltarli ed osservarli, in silenzio.


«È l'unico modo che ho per vivere, e continuare il lavoro che avevo iniziato con Jim.» spiegò la ricercatrice.

Di nuovo, Victor annuì.
Poi però, d'improvviso le luci dell'ascensore si spensero e si accesero quelle di emergenza. La discesa si bloccò due piani prima del loro arrivo, e di colpo prima che riuscissero a prepararsi le porte si aprirono e i soldati iniziarono a sparare.
Victor fece appena in tempo a circondarsi della barriera magica, prima di accorgersi dallo sguardo di Aerith che qualcosa non andava.
Sentì un peso morto cadergli tra le braccia, i soldati si chiamarono tra di loro radunandosi a sbarrare loro la strada.
Guardò in basso.
La donna che li aveva aiutato a scappare giaceva agonizzante a terra, il petto crivellato da cinque colpi di fucile.

«Cazzo!» bofonchiò stridendo i denti.

Quindi uscì fuori ad affrontarli, con tutta la furia che aveva in corpo mentre Aerith si prendeva cura della ferita.
Provò a usare la sua magia curativa, ma anche così non riuscì a risollevare più di tanto le sue sorti, solo a darle qualche minuto in più di vita.
Non appena ebbe finito con l'ultimo soldato, un 3rd class, Victor si precipitò di nuovo da loro chiamandola per nome e prendendole il viso tra le mani.

«Mi senti?» le chiese «Resisti, okkey?»

Non aveva code di fenice con sé, né elisir. Solo pozioni, e non sarebbero bastate.


«Maledizione!» sbottò.

All'improvviso, la donna si aggrappò al suo braccio, e quando lui la guardò gli sorrise, scuotendo il capo.

«Non preoccuparti ... per me.» mormorò, serena «Io ... sto per rivederlo.»

I suoi occhi si riempirono di lacrime, sognanti. Victor la ascoltò in silenzio e rabbrividì, ma parve calmarsi all'istante.

«S-solo ... prometti ... » gli chiese infine la donna prendendo fiato « ... il Professore ... uccidilo.»

Aerith, già addolorata e triste per l'accaduto, sgranò gli occhi sconvolta.
Guardò Victor, lo vide stringerle la mano e annuire, serio e dolce, portandosela alle labbra e stampandole un bacio appena accennato sulle dita affusolate.

«Promesso.» mormorò con un sorriso «Saluta Jim da parte mia, okkey?»

La giovane sembrò trovare pace, e dopo aver sorriso grata annuì, sibilando un addio a fior di labbra e poi chiudendo gli occhi, abbandonandosi all'oblio.
Victor e Aerith la guardarono svanire, in una pioggerella verde di lifestream.
Quando anche l'ultima goccia fu svanita l'ex SOLDIER sospirò, quindi tornò serio e si alzò in piedi, premendo il pulsante numero 0 sul tastierino di nuovo funzionante.
Non disse nulla, fissando torvo il vuoto.
Aerith lo osservò preoccupata.

«Victor ...» mormorò.

Lui si voltò a guardarla. Sembrava normale ... ma nel profondo i suoi occhi stavano sprofondando nel buio.


«Va ... tutto bene?» gli chiese.
«Mai stato meglio.» replicò secco lui, tornando a guardare la porta di metallo dritto davanti a sé «Tra poco saremo nella hall.» la informò quindi, togliendosi di dosso il camice e impugnando di nuovo la spada «Corri più veloce che puoi e aspettami all'uscita.» le ordinò.

Lei annuì più volte.

«Si. Certo, ma ...»
«Aerith.» la richiamò allora di colpo lui, serio e determinato.

S'interruppe bruscamente, calamitata dai suoi occhi.

«O noi, o loro.» le disse lentamente, scandendo bene il concetto «Smettila di blaterare, e fa' come ti dico.»

Quindi, non appena l'elevatore si fermò, la spinse via e insieme iniziarono a correre, facendosi largo nel casino di guardie e gente in fuga che si era creato, evitando gli scontri evitabili fino a che non riuscirono a precipitarsi fuori, nel buio della strada.
Non smisero di correre, inseguiti. Quando non ce la fecero più Victor si voltò e affrontò altri tre soldati, quelli abbastanza tenaci da meritare una promozione a first.
Ne uccise uno con la pistola, un altro con una rapida combinazione di fendenti e l'ultimo con un ottacolpo ben assestato, una tempesta di fulmini e un affondo nel ventre, quando ormai giaceva agonizzante a terra.
Quindi si voltò a guardarsi intorno. Dovevano allontanarsi, e alla svelta
Serviva un mezzo di fuga più veloce delle proprie gambe.
Vide un giovane uomo con un giubbotto di pelle destreggiarsi con una moto sportiva nera, uno dei nuovi modelli di lusso.
Doveva essere nuova di zecca, e anche abbastanza veloce.
Ghignò, quindi si avvicinò e lo afferrò per i capelli, realizzabili da parte a parte il ventre con la lama della katana e poi lasciandolo cadere a terra.

«Niente di personale.» si scusò sbrigativo senza neanche guardarlo «Mi serve la tua moto.»

«No!» urlò Aerith accorrendo a tentare di soccorrerlo.
 
Ma ormai era troppo tardi. Alzò lo sguardo verso Victor intenzionata a rimproverato e lo vide montare in sella alla moto sportiva, accendendo e facendo ruggire il motore e sogghignando e annuendo soddisfatto.
 
«Victor!» lo richiamò infastidita.
 
Lui la guardò seccato, tornando serio.
 
«Che vuoi?» sospirò.
«Vuoi smetterla di farlo, per piacere?»
 
L'ex SOLDIER le rivolse uno sguardo a metà tra il divertito e il confuso.
 
«Di fare cosa?» le rispose facendo finta di non aver capito.
 
Stavolta fu lei a sbruffare.
 
«Questo! Ammazzare e attaccare gente innocente come se nulla fosse.» rispose seccata, china sul cadavere «L'hai ucciso.»
«Prima o poi tutti dobbiamo morire.» fu la contro risposta sbrigativa di Osaka «Solo che io gradirei tanto non farlo adesso.» aggiunse, per poi farle cenno con il capo di muoversi «Se tu vuoi tornare in gabbia col Professor Hojo che ti ridacchia nel cervello mentre dormi fai pure, io me ne vado.»
 
A quel punto, seppur contro voglia, alla giovane non restò che arrendersi. Sospirò di nuovo.
 
«Aspetta!» esclamò poi, rialzandosi e correndo a prendere posto dietro di lui.
 
Gli legò le braccia attorno alla vita, lo sentì sospirare spazientito.
 
«Non sperare di liberarti di me così facilmente.» aggiunse determinata e seria «E comunque non abbiamo ancora finito.»
 
Victor si fece serio, e guardando la strada di fronte a sé si preparò a partire, appoggiando anche il piede destro sul pedale.
 
«Io credo proprio di sì, invece.» le rispose deciso, avvisandola «E aggrappati forte, non torno indietro a riprenderti se dovessi cadere.»
 
Per poi partire a tutta velocità, pochi istanti prima che anche Cloud e i suoi compagni raggiungessero l'uscita, inseguiti dagli uomini di SOLDIER decisi a fermarli.
Sfrecciarono a tutta velocità per le vie della città, fino a raggiungere l'autostrada e raggiungere appena in tempo il ponte prima che si sollevasse definitivamente impedendo ai fuggitivi il passaggio.
Nel voltarsi e vedere che l'avevano scampata per un pelo, Victor non poté fare a meno di ghignare soddisfatto, salvo poi accorgersi che anche Cloud, Tifa e Barret avevano superato l'ostacolo grazie ai veicoli rubati alla Shinra.
 
«Tsh!» soffiò irritato, facendosi serio e tornando a guardare davanti a sé.
 
Si fermò poco dopo, dove la strada lasciava il posto al deserto. Non perché glielo avesse chiesto Aerith ma perché aveva bisogno di qualche istante di tempo per realizzare l'accaduto.
Stava lasciando Midgar dopo aver appena attaccato l'HQ e aver visto uccidere il Presidente.
Tornare indietro ora era fuori discussione, perciò ...
 
«Aerith!»
 
Si riscosse. Tifa corse ad abbracciare l'amica, e il suo sguardo e quello di Cloud Strife s'incrociano. Si guardarono in cagnesco, sfidandosi in silenzio mentre le due ragazze si sinceravano l'una delle condizioni dell'altra, contente di avercela fatta.
 
«C'è mancato davvero poco, stavolta.» osservò sollevata Aerith, voltandosi poi verso di lui e avvicinandosi ad avvolgere un braccio attorno al suo «È stata una fortuna ci fosse anche Victor con me.»
 
L'ex SOLDIER fece una smorfia, quindi si scansò in malo modo e risalì sulla moto.
 
«Già, vera fortuna...» le fece eco sarcastico.
 
Cloud li osservò in silenzio, sempre più serio.
 
«Ma adesso che si fa?» tornò a chiedere Tifa «Non possiamo tornare a Midgar. Non subito almeno.»
«Comunque dovevamo partire ...» osservò rassegnato Wallace scuotendo le spalle.
«Dobbiamo seguire Sephiroth.» decise all'improvviso Strife, rompendo il silenzio e guardando negli occhi nessun altro a parte lei.
 
Victor sollevò di scatto il volto a guardarlo, e lentamente un lieve sogghigno iniziò a colorare le sue labbra.
 
«Se è tornato ci sarà un motivo.» spiegò serio «Dobbiamo capire perché e come sia stato possibile.»
 
Ora, il ghigno di Victor Osaka era ormai impossibile da nascondere.
Riaccese la moto e si preparò a ripartire, limitandosi a voltare loro le spalle e salutarli con un torvo.
 
«Buona fortuna, allora ...»
 
Ma di nuovo la voce di Aerith lo richiamò trattenendolo.
 
«Dove andrai?» gli chiese guardandolo preoccupata.
 
Avrebbe potuto non risponderle e ripartire lasciandola lì con loro. Ma non era quello il suo piano.
Scosse le spalle.
 
«A Junon, da un amico. Mi fermerò da lui fino a che le acque non si saranno calmate e poi tornerò a casa.» mentì.
 
Cloud non gli credette neanche un po’, gli altri sì invece. Inclusa Aerith.
 
«Vieni con noi, Aerith.» le propose Tifa.
 
Ma lei scosse il capo con un sorriso.
 
«No.» rispose decisa, poi si voltò verso di lui «Prima che succedesse tutto questo stavo pensando di andare alla ricerca del Tempio degli Antichi.» rivelò «Victor sa dov'è, c'è già stato una volta. E ha promesso di accompagnarmici ...»
 
Osaka fece una smorfia scuotendo il capo e guardandola con finta disapprovazione.
 
«Io non ti ho mai promesso un bel niente ...» fece per contraddirla, ma lei neanche lo sentì.
 
«Andrò con lui, perciò ...»
«Ma anche no!» ribadì sempre più deciso Osaka, ridendo dentro di sé un po’ per vittoria e un po’ per disperazione.
 
Sarebbe stato un lungo viaggio.
 
«Sei sicura...?» le chiese semplicemente Strife, guardandola serio negli occhi.
 
La giovane annuì di nuovo, quindi si voltò verso Osaka e saltò di nuovo in sella alla moto.
 
«Sicurissima.» decise guardandolo in faccia mentre lui le rivolgeva uno sguardo quasi sconvolto «Starò bene. E ci rincontreremo ... in fondo percorreremo la stessa strada, no?»
 
Osaka sospirò spazientito.
 
«Dipende ...» replicò soltanto.
 
Quindi levò di nuovo il piede da terra e ripartì a tutta velocità, mentre lei gli si stringeva forte contro.
Cloud, Barret e Tifa li guardarono allontanarsi in una nuvola di polvere, in un silenzio assorto e serio.
 
«Ah!» osservò Wallace «Non mi piace quel tipo ... più lo guardo e più non mi piace. Non sono sicuro sia stata la scelta giusta partire con lui.»
 
Tifa si avvicinò in silenzio al suo amico d'infanzia, che continuava a scrutare l'orizzonte serio e pensieroso.
 
«Cloud ...»
 
Provò a parlare, ma lui la interruppe subito, riavendosi all'improvviso e decidendo sicuro.
 
«Sarà meglio muoversi.»
«Chiedo scusa ...»
 
Red XIII, che era fuggito assieme a loro, si fece educatamente largo nella conversazione avanzando fino a stargli di fronte. Cloud si voltò a guardarlo.
 
«Posso chiedervi di accompagnarmi al mio villaggio? Cosmo Canyon. È da molto che manco da casa, e temo di non essere più in grado di ricordare la strada ... Vi garantisco che so difendermi molto bene, in compenso.»
 
Strife scosse le spalle.
 
«Va bene.» accettò «S'è così per me non c'è problema.»
«Benvenuto tra noi!» ridacchiò contento Barret, e al suo buon umore si unì Tifa.
 
Red li ringraziò accennando ad un inchino piegando il capo e appena un po’ le zampe anteriori, quindi insieme s'incamminarono.
Il viaggio era lungo e difficile, meglio sbrigarsi.
Ogni minuto era prezioso quando c'era di mezzo Sephiroth.

 
   
 
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