CAPITOLO 2
Lily e
Marlene stavano fissando Emma addormentata, ancora sotto le coperte al
calduccio, si stavano chiedendo se fosse il caso di svegliarla dato che
alla
prima lezione (Divinazione, per la gioia delle tre) cominciava tra non
meno di
venti minuti.
-Mi
ucciderà- decretò Marlene.
La
bionda si avvicinò ad Emma, cercò di svegliarla
scuotendola leggermente,
chiamandola con un tono di voce basso, pacato, che si
trasformò dopo pochi
secondi in un urlo acuto e assordente.
-Ah,
mamma, lasciami dormire! – fu l’unica risposta che
ricevettero da Emma prima
che si nascose sotto le coperte.
-D’accordo,
adesso basta- Lily tirò fuori la bacchetta puntandola contro
l’amica
-Aguamenti.
Dalla
bacchetta uscì un flusso d’acqua gelida che
finalmente svegliò Emma.
-Ma che
diavolo fai?! – Urlò quest’ultima
uscendo di scatto da sotto le coperte
bagnate.
-Ti
salvo la vita, tra meno di venti minuti dobbiamo essere nella torre di
Astronomia quindi vedi di vestirti in fretta.
-Venti
minuti?!
Emma
corse in bagno cercando di vestirsi più in fretta possibile,
era già la seconda
volta nel giro di una giornata e mezza, aveva l’impressione
di aver appena
stabilito un record.
-Arriverà
mai il giorno in cui sarà puntuale? - chiese Marlene.
-Sarà il
giorno in cui io uscirò con Potter- disse Lily con un
sorrisetto stampato sul
viso.
-Lily… -
Marlene aveva capito dove voleva arrivare, ma la battuta era talmente
penosa
che non voleva sentirla.
-Mai-
disse Lily soddisfatta.
Marlene
si portò una mano alla fronte in segno di rassegnazione.
-Molto
divertente- commentò Emma sarcastica ancora con lo
spazzolino in bocca.
-Chiaroveggenza?
Con tutto questo fumo? – commentò Emma sedendosi
insieme alle altre due ragazze
ad uno dei tavoli imbanditi della stanza.
-Buongiorno,
miei cari ragazzi- iniziò la professoressa -prevedo un anno
ricco di sorprese
alcune purtroppo particolarmente spiacevoli per alcuni di voi, la
chiaroveggenza è un peso sapete, il dono della vista sembra
quasi una
maledizione a volte…
-Mi
chiedo cosa metta nel tè la mattina per essere
così pessimista- sussurrò Lily
facendo ridere le altre due ragazze.
-…non
voglio che passiate mia prima lezione con il peso di una vera e propria
profezia, non pretenderei mai così tanto da cari ragazzi
come voi, soprattutto
perché, come ho già ripetuto, il dono di predire
il futuro non è cosa da tutti
i maghi, eh no, purtroppo no- la Cooman fece una pausa così
lunga fissando il
vuoto che alcuni dei suoi allievi pensarono che le fosse preso un ictus
o
qualcosa di simile. -Allora! – disse improvvisamente con una
voce che fece
sobbalzare molti allievi, compresa Emma. -Inizieremo con la lettura
delle
foglie di tè!
-No, le
foglie di tè no… - Si lamentò James
Potter da un tavolo là vicino.
Nessuna
di loro aveva notato il gruppetto di mascalzoni (eccetto Remus,
ovviamente)
seduto a pochi tavoli di distanza.
-Che c’è
ti spaventa qualche foglia? – ovviamente Lily non perse
l’occasione di
stuzzicarlo.
-Oh,
Evans, ci vuole molto di più di qualche foglia o fiore per spaventarmi-
ammiccò James.
-Hai
ragione, sei bravo solo a distruggerli i fiori- disse Lily fulminandolo.
-Ti ho
forse disturbata in qualche modo? – le chiese James innocente.
-Sì, sei
nato innanzitutto- rispose lei secca.
-Adoro
quando mi dici cose dolci, amore.
-’sta
zitto- disse alla fine Lily per poi girarsi di nuovo verso le ragazze.
Una volta
girato tre volte il tè in senso orario e una volta atteso
che le foglie si
depositassero sul fondo delle tazze di porcellana rosa della Cooman, le
ragazze
iniziarono a tentare di interpretare le strane figure aiutandosi con il
libro
di testo.
-Cos’è una
specie di cane? – si chiese Emma
-Fa
vedere- le chiese Lily prendendo la sua tazza -non lo so, ma quella
macchietta
lì vicino assomiglia ad una rosa- decretò dopo
aver scrutato il fondo del tè a
lungo.
-E che
vuol dire la rosa? – chiese allora Emma.
-Secondo
il libro è simbolo di amore, uh, qualcuno è
innamorato? -le chiese la bionda
incuriosita.
-Frena i
tuoi istinti pettegoli, Marlene, sono solo foglie di tè- si
difese Emma.
-Foglie
di tè che predicono il futuro- specificò la rossa.
-Molto
di aiuto. Lily, grazie. Te cos’hai? - le chiese Emma
sfilandole la sua tazza da
sotto il naso.
Emma
cercò di interpretare la strana x storta nella tazza di
Lily, cercò sul libro:
morte prematura. Okay, magari non aveva proprio il dono della
Divinazione.
-Sì,
beh, come sempre- gli rispose non curante Sirius -Il mio sembra un
po’ il
gramo, anche se lo si osserva più da vicino potrebbe
sembrare un…
-NO,
SIRIUS! -disse Remus interrompendolo bruscamente, avendo intuito cosa
stava per
dire.
-E tu
cos’hai Rem? – gli chiese quindi James.
Remus
mostrò il suo fondo di tè agli altri.
-Una
palla? – chiese ancora confuso.
-A me
sembra una luna piena- disse Remus rassegnato, Sirius
scoppiò a ridere -Grazie,
fondo di tè, molto divertente.
-E tu
Peter? - chiese James.
-Il mio
sembra un ragno, che secondo il libro significa che tradirò
qualcuno in modo
terribile? – Peter guardò, i suoi amici sembravano
confusi quanto lui.
-Nah, è
impossibile! – decretò Sirius.
Le tre
ragazze si sistemarono comodamente sugli spalti, l’intera
squadra di Grifondoro
era già in campo.
-Stanno
facendo le selezioni? - chiese Lily notando diversi ragazzi senza la
divisa.
James ovviamente non era uno di quelli, aveva convinto il capitano
attuale che
le sue selezioni come cercatore erano soltanto una formalità
dato il suo
insuperabile talento nel volo. Il che era anche vero, ma nessuno glielo
fece
mai notare per l’arroganza che aveva durante le partite, e
non solo.
-Direi
di sì- confermò Emma.
-Lily,
tesoro, sei venuta a fare il tifo per me? – urlò
James in modo che tutta la
squadra lo sentisse.
Lily
divenne rossa in viso, palesemente in imbarazzo.
-No, io
me ne vado- disse alzandosi dagli spalti
-Lily,
aspetta, è soltanto un idiota, lascialo stare-
tentò di fermarla Emma
-No, io
ve lo avevo detto, me ne vado in biblioteca, voi fate come volete!
– Lily girò
i tacchi e se ne andò palesemente arrabbiata.
-Tocca a
te- disse Emma a Marlene.
Quest’ultima
roteò gli occhi e seguì la rossa.
-Problemi
con le tue amichette, Lovelace? – le chiese Sirius spuntando
alle sue spalle.
Ora fu
Emma a roteare gli occhi.
-Ma che
onore, il grande Sirius Black conosce il mio nome… -
commentò sarcastica.
-È così,
mia cara- disse sedendosi accanto a lei.
-Oh,
Merlino… - si lamentò ancora Emma.
-Ti
piacciono i giocatori di Quidditch? Purtroppo credo che la maggior
parte di
loro sia impegnato, ti ho già detto che potrei entrare in
squadra? – disse
Sirius
-Dacci
un taglio Black, non attacca – tagliò corto lei.
-Ah,
peccato! Ma c’ero vicino vero? – le chiese
sorridendo.
Ad Emma
scappò una risata pacata, che poco dopo coinvolse anche lui.
-Taci-
gli disse poi.
-Ai suoi
ordini.
-Fai
amicizia con la sanguesporco, Black? – fu uno dei degli
aspiranti giocatori ad
urlare.
Emma
sentì una fitta trapassarle il petto, odiava essere chiamata
in quel modo, così
come tutte quelle come lei, ma che problemi avevano? Che avevano fatto
di tanto
sbagliato per meritarsi l’odio di quegli altezzosi purosangue.
-Chiudi
quella fogna, Mitchell! – lo attaccò James.
Beh,
quasi tutti…
-Lascialo
stare, è solo un idiota- cercò di consolarla
Sirius, era la prima volta che lo
vedeva parlare seriamente.
-Lasciarlo
stare? Dopo quello che mi ha detto? Nossignore- disse Emma decisa.
-Dico
davvero, non vale la pena di star male per un cervello bacato del
genere-
insistette Sirius.
-Stare
male? Io non sto male, ma lui sì, purtroppo non
supererà le selezioni- annunciò
Emma con un ghigno sul viso.
-Che
intenzioni hai? – le chiese lui.
Sirius
aveva l’aria anche troppo eccitata per uno che stava per
assistere al
sabotaggio di un potenziale giocatore della squadra.
-Vedrai-
disse semplicemente lei.
Dopo
qualche minuto arrivò il turno di Mitchell, stava giocando
come battitore, Emma
estrasse la sua bacchetta di legno di rosa. Sirius la notò,
sorrise beffardo.
-Confundus-
sussurrò Emma lanciando l’incantesimo in modo che
il bolide finisse proprio
contro la spalla del giocatore facendolo cadere giù dalla
scopa, purtroppo si
rialzò abbastanza in fretta, teneva la mano sulla spalla
lamentandosi di quanto
stesse facendo male, alcuni ragazzi lo accompagnarono in infermeria.
-Ed ecco
che cosa succede a chi prova a chiamarmi in quel modo- disse Emma per
poi
voltarsi verso Sirius.
Lui
aveva le sopracciglia alzate in un’espressione di stupore
puro. Forse aveva
esagerato? No! No, che non aveva esagerato! Lui l’aveva
chiamata sanguesporco
ed era quello che si meritava.
-Lovelace,
sei stata fantastica!