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Autore: Lady_Erato    17/01/2018    2 recensioni
Nella Grande Mela vive Alec, all'ultimo anno di liceo, che finalmente ottiene dai genitori il permesso per trasferirsi in un appartamento ad Harlem. Magnus non ha voluto l'autorizzazione di nessuno, è scappato e basta. Cosa succederebbe se rimanessero vittime della stessa truffa?
(AU ispirata al manga/serie tv "Good Morning Call")
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mrs Grace Wondor era una signora dall'aria austera sui settanta. Si può dire che casa sua era l'esatto specchio del suo aspetto esteriore. I mobili erano bianchi come i suoi capelli perfettamente ordinati in uno chignon fermato da un nastro in velluto perla. Il viso era leggermente allungato,gli zigomi alti ed il naso lungo e stretto aveva una trascurabile gobba, messa in ombra dagli occhi acqua marina. Era una donna molto riservata, aveva lasciato da una decina di anni la sua abitazione nell' Upper East Side,era azionista di maggioranza di una società che fabbricava tessuti per grandi case di moda. Stanca dell'ambiente si era trasferita nell'Upper West Side,decisamente più informale, ed aveva iniziato a scrivere romanzi rosa, tutti best seller. Nonostante non avesse più la vita frenetica di prima, ogni giorno indossava un completo di tutto rispetto, anche solo per stare a casa a prendere il the con le amiche.

Usciti dall'ascensore, Magnus suonò il campanello sistemandosi la camicia mentre Alec fissava la porta con notevole nervosismo,come se dovesse prendere fuoco in quel preciso istante. Thiara, la colf di Mrs Wondor li fece accomodare in salotto sulle poltrone bordeaux. L'unico tocco di colore deciso in quel appartamento. La padrona di casa scese le scale del piano superiore-ovviamente aveva acquistato attico e superattico comunicanti- in un completo che Bane riconobbe come uno Chanel dal rosa taffy, sorridendogli. Ad ogni suo passo le ballerine con l'iconica camelia emettevano un leggero rumore.

‹‹Signor Bane e signor Lightwood, non ho capito che tipo di problema avete con l'appartamento››. 

La voce di Grace era pregna di sfumature gentili e preoccupate.

‹‹Nonostante conosca entrambi da quando eravate nelle pance delle vostre madri, non mi sarei mai immaginata di trovarvi entrambi nel mio salotto››. 

Sorrise mostrando dei denti bianchi e perfetti, incorniciati da delle labbra toccate dai segni dell'età.

Si sedette sul divano grigio davanti ai suoi ospiti, oltre un tavolino in vetro dove Thalia aveva apparecchiato per un veloce brunch prima della sua seduta di fisioterapia.

Alec aprì bocca dopo quella che sembrò una frazione di secondo,esponendole il misfatto: entrambi avevano firmato un contratto, scoprendo solo quel giorno che avrebbero avuto un coinquilino e dell'agenzia immobiliare non vi erano segni di vita.

Il più giovane fu interrotto da Magnus: ‹‹Quindi vorremmo sapere se magari ha altri appartamenti in affitto, in modo da avere entrambi una sistemazione››.

Grace negò esaminando i contratti :‹‹Non ho altre sistemazioni, stando alla data di questi documenti Alexander –Alec rabbrividì sentendo il suo nome per intero- ha siglato per primo l'accordo, dunque pagando millequattrocento dollari al mese, invece dei settecento segnati, potrà stanziarsi nell'immobile, magari lasciando una stanza a te Magnus››.

Lui rispose con uno sguardo indecifrabile, guardando un punto non ben definito oltre le finestre verso Central Park.

Lasciarono l'appartamento e salirono su un taxi diretti verso quella che il più grande non sapeva se definire casa o meno.

Alec si rigirava tra le dita il cellulare, non sapendo se contattare o meno Izzy per un consiglio. Sembrò tornare in sé quando Magnus tirò fuori dalla pochette il suo mazzo di chiavi, porgendoglielo senza dire una parola. Quel gesto era pieno di rassegnazione e l'altro la percepì completamente.

Ad occhio e croce Bane non sembrava una persona di cui non poter fidarsi. Da quando l'aveva incontrato quella mattina non gli aveva dato modo di pensare altrimenti.

Scesi dal taxi lo vide prendere il cellulare. Capì al volo che stava chiamando la ditta di traslochi per far ritirare il mobilio della sua camera da letto. 

Il giovane Lightwood compì un gesto che sorprese entrambi. Posò lievemente la sua mano destra su quella dell'altro e gli sorrise facendo nascere sul volto di Magnus un'espressione interrogativa.

‹‹Senti, io non ho voglia di chiedere millequattrocento dollari ad i miei genitori. Mi sono accordato con loro per l'esatta metà. Guarda non so neanche come dirtelo, cioè- stava facendo una notevole fatica ad esporsi così tanto- Non mi sembri una cattiva persona, se vuoi possiamo essere coinquilini››.

 Il sorriso sulle sue labbra gli aveva illuminato gli occhi blu.

Il suo ipotetico coinquilino studiò mentalmente ogni opzione a sua disposizione.

Vivere con un perfetto sconosciuto o in qualche hotel cercando ogni maledetto giorno degli annunci su proprietà abbordabili?

Finalmente strinse la mano di Alec: ‹‹Affare fatto Alexander››.

 

A casa si sedettero a tavola e stilarono delle semplici regole per la convivenza.

I ripiani del frigo erano divisi, ognuno consumava ciò che acquistava. Non si poteva entrare nella stanza dell'altro senza permesso. Si potevano invitare amici solo dopo aver chiesto all'altro. Le aree comuni andavano pulite da entrambi a giorni alterni.

‹‹Alexander, ora devo uscire, ho un appuntamento con degli amici per cena, quindi ci vediamo domani mattina››.

Il coinquilino annuì :‹‹Sto uscendo anche io...Però ti prego,chiamami Alec››.

Magnus gli sventolò l'elenco delle regole sotto il naso con un sorriso sornione sul viso: ‹‹Non vado contro le regole! ››.

Alec sbuffò sonoramente e si preparò per fare della spesa per cena.

‹‹Magnus, dimenticavo. Ognuno non deve immischiarsi nella vita dell'altro››.

Lui lo guardò sbilenco fermandosi sulla via per la porta.

‹‹Non voglio dire che mi dai l'aria di un impiccione. Tengo alla mia privacy››.

Con queste parole si annodò una sciarpa nera al collo.

Quel giorno si trovò per la terza volta in ascensore con Magnus e lanciando un'occhiata ai riflessi sulle pareti specchiate vide effettivamente il giorno e la notte.

Il più giovane aveva una felpa nera,una t-shirt antracite, dei jeans strappati scuri e delle nike airmax ai piedi,lo stesso abbigliamento che indossava quella mattina.

 L'altro si girava tra le mani un foulard in seta variopinto sui toni del verde smeraldo,  cercando di annodarlo al polso destro, mentre il sinistro era occupato da un orologio molto elegante, un Cartier forse, risultava nel complesso incredibilmente chic e allo stesso tempo eccentrico con le spalle larghe strette in una giacca in vinile sopra una camicia così slacciata e larga da far intravedere la poca peluria del petto.

‹‹Sei fidanzato, Alexander? ››.

Alec alzò un sopracciglio:‹‹Si tratta di una cosa privata, che ti ho detto prima? ››.

Magnus finse di non essere irritato dalla risposta e si dedicò a stringere la setosa stoffa attorno al suo polso.

A Lightwood quel gesto parve infantile, ma anche un po' maniacale. Qualcosa dentro di se non trovava risposta ad una domanda che lui neanche si era lontanamente posto.

‹‹No,non sono fidanzato ed è una situazione di merda la mia››.

‹‹Se continui a fissare così il mio foulard si strapperà››.

Bane non aveva sentito la sua risposta? Aveva posto quella domanda per interesse o semplicemente per avviare una breve conversazione?

‹‹Vedi, ci tengo molto, facciamo così- incatenò il suo sguardo cioccolato all'oceano negli occhi di Alexander- io non ti faccio nessuna cazzo di domanda, ma tu fa in modo che non accada nulla a questo pezzo di stoffa semmai dovesse capitarti sottomano››.

Le pesanti porte metalliche si aprirono al pianterreno e Magnus schizzò fuori dall'ascensore come se ne andasse della sua stessa vita.

Il suo coinquilino lo vide allontanarsi come un felino nella caotica notte di Harlem.

"Non sarà un casinista mal fidato, ma qualche disturbo bipolare ce l'ha di sicuro"

 

 

 

 

Davvero non so che piega far prendere a questa fanfic, posso solo chiedervi scusa per eventuali errori (/orrori) di battitura 😅

 

A presto!

 

   
 
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