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Autore: SofyTrancy    17/01/2018    2 recensioni
[SPOILER]
“«In differenti circostanze potevamo essere grandi rivali... o forse anche amici.»
«Non è ancora troppo tardi.»”
I suoi occhi si spalancarono, non appena le parole che poco prima si era scambiato con Akira si imprimevano nella sua mente.
Perché...?
Perché doveva pensare a lui proprio in quel momento?!
Lui odiava Akira. Lo odiava. Lo odiava!
“«Tu non odi davvero Joker, vero?»”

Coppia: Akechi x Akira
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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QUESTA STORIA PARTECIPA AL COW-T INDETTO DA LANDE DI FANDOM
PROMPT: Premio

NOTE AUTRICE:
Premetto col dire che questa sarà l'unica fanfiction che scriverò su questa coppia (almeno spero).
Visto che io odio questa ship, non credo la storia sia venuta un granchè... ma ho deciso comunque di postarla. Se avete dei suggerimenti mi farebbe piacere leggerli in una recensione, potete anche dirvi che vi fa schifo e non vi biasimerei xD
Spero comunque sia una lettura per voi carina!
 


You don't really hate Joker, do you?
 

Il soffitto della sala macchine era completamente spoglio e non nascondeva minimamente i grossi tubi che servivano a mettere in moto la nave.

Questo era l'unica cosa che Akechi poteva vedere in quel momento, trovandosi a terra, inerme e con una pallottola conficcata nello stomaco.

Nonostante il suo alter-ego creato da Shido avesse dei riflessi e una mira davvero pessimi (al che il ragazzo si era leggermente sentito offeso per la concezione che suo padre aveva di lui), le ferite inferte dai Phantom Thieves lo avevano reso incapace di muoversi come avrebbe voluto; di conseguenza uno dei tanti proiettili sparati dalla Shadow lo aveva colpito di striscio alla gamba, immobilizzandolo e, poco dopo, un secondo proiettile gli aveva preso in pieno lo stomaco. Non che al nemico fosse andata molto meglio: la figura cognitiva che aveva osato sfidarlo era infatti completamente scomparsa dalla sua vista dopo il terzo colpo che Akechi gli aveva sparato contro e che si era piantato dritto nella sua fronte nello stesso punto degli altri due. Ma oramai quello non importava. Nonostante Akechi avesse trionfato sul nemico infatti, adesso si trovava comunque in punto di morte e su questo non poteva farci niente.

Cercò di affilare l'udito, ma l'unica cosa che riusciva a percepire era il brusio di tutti quei macchinari.

Sospirò, gli altri se ne dovevano essere andati; evidentemente avevano ascoltato il suo consiglio ed erano subito corsi a prepararsi per rubare il Tesoro di Shido prima che fosse troppo tardi, convinti che il ragazzo fosse ormai morto visto aveva smesso di rispondere alle loro urla.

«Meglio così...» sussurrò, percependo un tono di rassegnazione che mai aveva sentito prima nella sua voce, ma decise di non farci caso.

Rimase così, a osservare il soffitto, attendendo la morte che piano piano gli stava mangiando l'anima.

«Non otterrai mai il premio a cui aspiravi»”

La voce del suo alter-ego gli tornò alle orecchie, mentre ripercorreva gli ultimi eventi nella sua mente.

Una piccola risata uscì dalle sue labbra ma si trasformò presto in un colpo di tosse.

Quanto poteva essere stato ridicolo? Non solo non era riuscito a nascondere il suo piano a Shido, ma si era fatto addirittura ingannare da quell'orribile uomo.

Ed era solo per la sua sconsideratezza che Akechi era lì in quel momento; era solo per la sua idiozia che il ragazzo non aveva ottenuto il premio che tanto aveva ambito; era solo per la sua stupida illusione di poter essere felice che tutto era andato a rotoli.

La mezza risata di poco prima si placò e ben presto il ragazzo si ritrovò nuovamente in silenzio. L'unica cosa che riusciva a percepire era il battito del suo cuore che, lentamente, si arrestava.

La felicità. Un qualcosa che aveva da sempre cercato di inseguire ma che non aveva davvero mai raggiunto.

Da sempre aveva dato la colpa agli altri, fuggendo dalla verità di quel mondo orribile dove tutti lo disprezzavano e lo consideravano una nullità.

Quando aveva finalmente trovato suo padre ed era riuscito a farsi un nome, aveva davvero creduto di poter raggiungere quel sentimento che gli era sempre scivolato tra le dita. Ma infondo lui sapeva che gli altri non lo avrebbero mai accettato.

Sapeva che il vero problema non erano gli altri ma lui stesso.

Nessuno avrebbe mai potuto amarlo...

«In differenti circostanze potevamo essere grandi rivali... o forse anche amici.»

«Non è ancora troppo tardi.»”

I suoi occhi si spalancarono, non appena le parole che poco prima si era scambiato con Akira si imprimevano nella sua mente.

Perché...?
Perché doveva pensare a lui proprio in quel momento?!

Lui odiava Akira. Lo odiava. Lo odiava!

«Tu non odi davvero Joker, vero?»”

Le parole di Morgana gli risuonarono in testa, colpendolo completamente alla sprovvista.

«Zitto...» sussurrò, le mani che gli tremavano.

«Segui i tuoi veri sentimenti...»”

«Sta zitto!» gridò a se stesso, prendendosi la testa tra le mani e ignorando le fitte di dolore che lo stomaco gli lanciava.

Akira Kurusu doveva essere morto, era stato lui a porre fine alla sua inutile vita.

Lo aveva visto morire di fronte ai suoi occhi.

Aveva goduto a quella vista.
Allora perché...?

Perché quando si era ritrovato Joker davanti aveva sentito quel senso di vuoto che lo aveva accompagnato negli ultimi giorni scomparire completamente?

Perché aveva sorriso in quel modo così vero? Perché non aveva mostrato il suo solito falso sorrisetto?!

 

«Quel sorriso prima di averci sfidato... non è così che ti senti davvero?»”

 

Quando Akechi si accorse delle lacrime che gli rigavano il volto, era ormai troppo tardi per fermarle.

Chiuse gli occhi, lasciandosi andare a quel flusso di ricordi e sensazioni ormai troppo potente per essere fermato.

Ricordò il suo primo incontro con Akira; la curiosità che aveva provato nel momento in cui i due si erano scambiati per la prima volta alcune parole; il senso di soddisfazione che aveva provato ogni volta che aveva pensato di essere lui a ingannare l'altro; il senso di inferiorità che si faceva invece sempre più strada dentro di lui quando si rendeva conto che il ragazzo era diventato capace di leggergli completamente nel pensiero.

Ricordò la spensieratezza che lo aveva colto mentre avevano combattuto insieme; l'ammirazione che aveva provato ogni volta che Akira mostrava quel suo coraggio che tanto lo rendeva unico; il senso di superiorità che l'aveva invaso quando aveva visto il capo dei Phantom Thieves inerme in quella stanza, completamente alla sua mercé; l'eccitazione che si era fatta strada nel suo corpo nel momento in cui aveva premuto il grilletto...

Ma quelle non erano le uniche cose che gli tornarono in mente.

Per quanto lui volesse, non era capace di dimenticare quel forte sentimento di solitudine e dolore che si era impadronito del suo cuore una volta compiuto quel gesto, sentimento che scomparve non appena si era reso conto che qualcosa era andato storto, che Akira era ancora vivo e si stava prendendo gioco di lui; una rabbia mista a speranza lo aveva invaso in quel momento, facendolo quasi spaventare per il modo in cui l'aveva fatto sentire.

E poi lo aveva rivisto.

Il suo cuore aveva perso un battito quando Joker si era presentato di fronte a lui e Akechi in quel momento non era riuscito a non vacillare anche se solo impercettibilmente.

Certo, nessuno sarebbe stato capace di rendersene conto vista la sua eccelsa dote nella recitazione. Nessuno tranne lui.

L'unica persona a cui aveva mostrato il suo vero io.

L'unica persona che era riuscito a farlo sorridere davvero.

L'unica persona che avesse mai amato.

Quando quella consapevolezza si scolpì nella sua mente, Akechi sentì il suo cuore ricominciare a battere, mentre ancora più lacrime gli rigavano le guance.

Ma le forze gli stavano ormai venendo meno e il ragazzo non poté far altro che concentrarsi su quel nuovo sentimento che si era fatto strada nel suo cuore ed era esploso tutto insieme in quei suoi ultimi istanti.

La figura di Akira si focalizzò nella sua mente: i bellissimi capelli corvini, il suo viso sorridente, i meravigliosi occhi nascosti dai grandi occhiali.

«Non otterrai mai il premio a cui aspiravi»”

Quella frase tornò per tormentarlo nuovamente, ma Akechi la ignorò.

Lui amava Akira e anche se oramai era troppo tardi per afferrare quella felicità che il ragazzo gli aveva finalmente teso, non importava. Quel sentimento era il premio più bello che avrebbe mai potuto ottenere.

   
 
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