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Autore: paige95    17/01/2018    3 recensioni
Vi sono piccole e grandi vicissitudini per una giovane coppia, ma qualcosa potrà sconvolgere profondamente la loro vita.
/La loro vita insieme, troppe volte sognata e a un passo dalla realizzazione, stava subendo nefasti colpi. Tutti i pensieri positivi di quella mattina, accompagnati dalla magia dell’alba, svanirono. Ora il sole in cielo era alto e, con esso, erano sorti nuovi problemi. Più che l’alba, in quell’esatto momento, Hermione la percepì come il tramonto del loro matrimonio. Non lo avrebbe lasciato, era stata sincera, ma temeva che con il tempo tutto si sarebbe distrutto da sé, di certo non avrebbero resistito in quel vortice in cui erano inconsapevolmente entrati, non era così sicura che il loro amore fosse talmente forte da contrastare quella nuova minaccia/
Dedicata con tanto affetto a HarryPotter394 e Longriffiths
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Lavanda Brown, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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​​Un’importante decisione

 
 
Non poteva arrendersi alla sua partenza, non era nel suo stile gettare la spugna​, poco importava se doveva lottare contro suo marito, ma dopotutto tra loro era un'amorevole lotta continua. 

Tanto per cambiare - per un motivo o per un altro - loro due venivano bruscamente separati.
 
Non era mai stata più in disaccordo con Ron, visto che un mese non volava e lui non stava decisamente andando nel luogo più sicuro della terra.
 
Si ritrovò persino ad illudersi di riuscire a trattenerlo stringendogli semplicemente forte la mano. Non aveva più sciolto le loro dita da quando lui, forse distrattamente, aveva posato dolcemente la mano su di lei, perché infondo non poteva sapere ciò che persino lei faticava ad ammettere a se stessa e che probabilmente non avrebbe mai comunicato a lui. Non ricordava di aver riposato nemmeno un momento, eppure non aveva affatto sonno, la preoccupazione la teneva sveglia. Un’ansia generale la stava attanagliando e probabilmente la missione di suo marito era solo una delle tante cause.
 
Gli accarezzò delicatamente la mano, voleva godersi la sua presenza in quei pochi momenti che li separavano dalla partenza, si sentiva persino in colpa per averlo respinto la sera precedente, ma era troppo sconvolta. Non era la prima volta che si allontanavano per motivi di lavoro, ma stavolta sentiva che era diverso, desiderava più che mai averlo accanto e quella separazione sarebbe diventato solo un ennesimo pretesto per non poter trascorrere del tempo insieme.

Le faceva ancora un certo effetto vederlo con al dito la fede che lei stessa gli aveva infilato qualche giorno prima con tanto amore e lui da allora non l’aveva più tolta, o almeno non che lei sapesse. Era stata davvero felice in quell’occasione, la sua mente era sgombra da qualunque desiderio, perché aveva finalmente realizzato il suo sogno più grande. Sarebbe voluta tornare indietro a quel giorno per poter rivivere quella gradevole spensieratezza, o forse sarebbe stato meglio ritornare a sei anni prima ed impedirgli di commettere un simile errore. O addirittura al giorno in cui superò quel dannato esame di abilitazione. Tutto sarebbe cambiato se Ron non fosse stato un Auror e non avesse avuto un figlio con Lavanda, loro sarebbero diventati genitori e sarebbero stati semplicemente felici insieme. Si sarebbe anche accontata dell'assenza di Sebastian, perché sicuramente se lui non fosse esistito sarebbe riuscita a gestire un pochino meglio l'ansia di quel lavoro che lo metteva costantemente in pericolo e sicuramente non avrebbe pensato ad uccidere il loro bambino, pur di difenderlo da un simile destino. 
 
Cercò nella sua mente di dare un ordine di priorità ai pensieri e ai problemi che avrebbe dovuto presto o tardi affrontare e trovò, tra tutti, più urgente occuparsi di quella nuova missione.
 
Sciolse lentamente la presa su di lui, stando attenta a non provocare un precoce risveglio. Si bloccò trattenendo il fiato, quando Ron si mosse ritirando il braccio per voltarsi dall’altra parte.
 
Scongiurato il pericolo, si alzò leggermente e si avvicinò a lui, accertandosi che avesse gli occhi chiusi. Si sporse oltre il marito con l’intenzione di prendere la sveglia dal comodino per disattivarla, era pienamente consapevole che senza l’aiuto di quel marchingegno babbano avrebbe dormito come un ghiro e lei non si sarebbe di certo sognata di svegliarlo per richiamarlo ai suoi doveri, per lo meno non quella mattina.
 
Afferrò la sveglia soddisfatta, ma, quando era pronta per ritirare il braccio, una mano - la stessa che teneva amorevolmente stretta nella sua qualche istante prima- le impedì quel gesto, afferrando anch’essa quell’oggetto.

​Dannazione! Perché non aveva pensato di incantarla, avrebbe sicuramente fatto meno rumore, ma tanto lui era evidentemente già sveglio, quindi se ne sarebbe accorto comunque, vanificando ugualmente i sui sforzi. 
 
Ron cercò velocemente lo sguardo della moglie in cerca di spiegazioni.
 
 Hermione, che accidenti stai combinando?  
 
Lo guardò dall’alto verso il basso senza sapere come giustificarsi.
 
 B-buongiorno, tesoro. Temevo ti fossi dimenticato di attivare la sveglia, visto che sei sempre così distratto 
 
Tentò di trasformare quel gesto in una prudente accortezza, ma lui era sempre meno convinto e continuava a fissarla con diffidenza.
 
 Credevo stessi dormendo, Ron 
 
 E invece no 
 
 Come mai? 
 
 E tu come mai non dormi? 
 
Nessuno dei due sembrava voler concedere all’altro una valida motivazione per l’insolito comportamento, che poi non era nemmeno così strano date le circostanze. Dopo qualche istante di silenzio tra loro, Ron gettò un occhio alla sveglia e fece per alzarsi.
 
 Ronald, è ancora presto, torna a dormire 
 
Ritentò con i suoi disperati tentativi di dissuaderlo, mentre lui apriva l'armadio per prendere i vestiti, ma stavano diventando davvero troppo deboli e facilmente intuibili.  
 
 Certo, così poi tu mi lasci dormire e arrivo in ritardo al Ministero  
 
 Veramente, se il mio piano fosse andato a buon fine, al Ministero non mettevi nemmeno piede oggi e tanto meno a Godric’s Hollow 
 
Le lanciò un’occhiata di rimprovero, ma tanto a quella conclusione era arrivato anche da solo.
 
Lo fissava sovrappensiero mentre si apprestava a prepararsi, era alla ricerca di qualche motivo valido per trattenerlo, ma continuava categoricamente a scartare quello che probabilmente sarebbe stato il più efficace di tutti. Doveva cercare di mantenere quel segreto, non voleva illuderlo, sapeva quanto lo desiderava, ma era anche pienamente consapevole che quella decisione fosse la migliore per tutti, visto che attualmente la loro vita era già abbastanza incasinata. Non voleva che il loro bambino soffrisse, Ron, per quanto si sforzasse, non sarebbe riuscito a colmare l’inevitabile vuoto che avrebbe lasciato nella loro vita, il suo lavoro e Sebastian gli occupavano fin troppo tempo e a sacrificarsi continuava ad essere convinta di dover essere solo lei. Probabilmente si stava comportando esattamente come Lavanda nascondendogli quella gravidanza, ma, a differenza sua, non ci sarebbero state conseguenze, Ron non lo avrebbe mai saputo e non avrebbe mai avuto nemmeno il più piccolo sospetto, infondo avevano tempo per pensare ai figli e quello non era affatto il momento più indicato, prima di pensare anche solo di far nascere un bambino avrebbero dovuto trovare una certa stabilità, che sicuramente a loro attualmente mancava. Ron sicuramente si sarebbe opposto alle sue ragioni, impedendole di prendere una simile decisione, su questo punto era certa e giocò d’anticipo, preferendo affrontare da sola quella situazione, piuttosto che far pesare a lui quella nuova sofferenza, che non avrebbe sicuramente interpretato come un male necessario.
 
 Peccato che io fossi già sveglio. Vero, tesoro? 
 
La voce di suo marito la riportò al presente, ma non accolse il dolce sorriso che le aveva rivolto forse per tranquillizzarla.
 
 Hai paura?  tentò vigliaccamente di puntare sulle sue debolezze, insomma, possibile che fosse così sereno? Per quanto coraggioso fosse, l’idea di affrontare da solo dei Mangiamorte avrebbe probabilmente spaventato chiunque  Ron, sono sicura che Harry capirebbe se cambiassi idea. Voglio dire, dopotutto è un’impresa difficile. E p-pericolosa 
 
 Hermione, riesci a non sottovalutarmi, almeno stavolta? 
 
Rimase offesa per quelle accuse, lei non ricordava di aver mai fatto nulla di simile.
 
 Non ti sto sottovalutando. Sono solo in pensiero. Sono il Ministro della Magia, ricordi? Se solo tu me lo chiedessi, io ti sgraverei da questo compito 
 
Cercava di non ascoltarla ed evitava di risponderle, sperando che lei interpretasse il suo eloquente silenzio. Rare volte l’aveva vista così determinata a trasgredire le regole, ma stavolta era lui a capire che il fatto che sua moglie fosse il Ministro non lo giustificava a comportarsi come un vigliacco.
 
 Ron, mi vuoi ascoltare?! Non è un disonore se rinunci a questa missione e lasci partire qualcun altro. Pensa a Sebastian, ti ha appena conosciuto, quel bambino ha già sofferto a sufficienza. E poi pensa a me, hai una moglie a casa ti aspetta ora, non sfidiamo la sorte, evitiamo altri guai, ti prego. Senti, io non ho bisogno di un eroe, ma di un marito che mi assicuri la sua presenza 
 
Non poté evitare di sorridere davanti a quelle parole.
 
 E adesso cosa c’è da ridere? Non ho detto nulla di divertente, sono estremamente seria e disperata 
 
 So che sei seria, ma è assurdo, Hermione. Pur di non farmi partire, ti sta persino a cuore la felicità di quel bambino?? 
 
Era stata sincera, come poteva non colpirla la situazione di quel piccolo che non aveva alcuna colpa. Non aveva affatto gradito quella superficiale considerazione.
 
 Io ti dico che sono disperata, perché rischio di perderti e tu fai passare me per quella insensibile?? Non mi sembra di averlo sbattuto fuori di casa ieri sera, anzi, fosse stato per me sarebbe rimasto stanotte! Lo sai che sei un'idiota, vero? 
 
 Credo tu me lo abbia già detto, ma va sempre bene ricordarlo  
 
 Il più grande idiota che io abbia mai conosciuto e non ho la più pallida idea di come mi sia passato per la testa di sposarti 
 
​Solo in quel momento si degnò ad alzare lo sguardo su di lei ed esasperato lanciò i vestiti sul letto. 

 Inizio a chiedermelo anche io, sai? Visto che, come minimo, potresti iniziare ad appoggiarmi, esattamente come ho fatto io con te, visto che sapevo perfettamente quanto ti saresti pentita di non aver accettato questa promozione! Ma per te non combino mai nulla di buono, giusto? Hermione, notizia dell’ultima ora, gli Auror rischiano la vita, che ti piaccia oppure no! E sì, ho paura, come ne ho sempre, ma di certo non te lo dico per non aumentare la tua preoccupazione. Sarei solo uno stupido a non aver paura e non so nemmeno io se tornerò, ma quando mi hai sposato sapevi benissimo a cosa stavi andando incontro, quindi ora, Hermione, non credo tu possa essere nella posizione di lamentarti, visto che potevi benissimo rifiutare la mia proposta, non ti ho costretta a fare nulla. E non ho chiesto io di essere il padre di Sebastian e questo fa male anche a me, quindi ora domandati se anche io stia soffrendo! Sono diventato padre da un giorno all’altro di un bambino di sei anni, hai la più pallida idea di come ci si senta? Della paura che io abbia di non riuscire ad essere abbastanza per lui? E del terribile timore di rovinare il nostro matrimonio, a cui - per inciso - tengo più di qualsiasi altra cosa. Ora chiedimi ancora perché ero sveglio, ma credo che tu abbia già la risposta 
 
Era uscito dalla camera, recuperando velocemente i vestiti, probabilmente per dirigersi verso il bagno, sbattendo la porta. Aveva urlato lui, ma ad essere rimasta senza fiato era stata lei. Non le aveva nemmeno dato il tempo di ribattere, come se infondo avesse saputo cosa rispondere a quelle accuse, forse persino fondate, dopotutto era pienamente consapevole della dedizione con cui svolgeva il suo lavoro e lei non aveva alcun diritto di limitarlo. E forse, stupidamente, non era nemmeno stata in grado di affiancarlo come avrebbe dovuto in quella difficoltà ​che aveva bussato alla loro porta, mettendo sufficientemente da parte l’orgoglio.
 
Prese con rassegnazione quel foglio, ancora appoggiato sul comodino, e una penna. Non era ancora riuscita a firmalo, mentre a lui aveva detto di averlo già fatto, dopotutto aveva solo rimandato quel compito di qualche ora in attesa del coraggio necessario. Ora però non aveva più scuse, doveva stringere i denti e farlo. Lo rilesse almeno un paio di volte, sperando che qualcosa cambiasse, che non fosse tutto così drammatico ai suoi occhi, ma risultava sempre estremamente difficile apporre la sua firma su quel documento. Era molto più di un semplice dovere per lei, era strapparsi l’anima dal petto e quando aveva assecondato Ron ad accettare quella promozione, non aveva affatto preso in considerazione che si sarebbe potuta trovare in simili situazioni.
 
Ritornò dopo parecchi minuti, pronto per partire. Hermione gli allungò il foglio con dispiacere, sperando che lo afferrasse in fretta, prima di avere nuovamente la tentazione di prendere la sua bacchetta e incenerirlo. Il marito assecondò il suo volere, prese il foglio e lesse la firma della ragazza.
 
 Pensavo lo avessi già firmato prima di addormentarci 
 
 L’ho firmato ora. Tanto poco importa quando, l’importante è averlo fatto, no? 
 
Si sedette lentamente accanto a lei. Forse aveva esagerato ad esplicitare in quel modo ciò che lo stava tormentando, ma l’ultima cosa che desiderava era partire lasciando quella discussione in sospeso.
 
 Senti, tesoro, ho portato quel bambino a casa perché sono spaventato, non so cosa fare e per assurdo - forse è l’abitudine - credevo che tu potessi aiutarmi a mettere un po’ di ordine nella mia vita, che poi infondo è la nostra vita, quindi i guai che combino ricadono inevitabilmente su entrambi. Ma ho sbagliato, scusami, non siamo più nel mezzo di una guerra in cui sono sufficienti il tuo ingegno e le tue conoscenze per tirarci fuori dai guai. Devo solo capire che ci sono guai che non puoi risolvere e non è nemmeno giusto che io ti chieda di farlo. Quindi perdonami, ti avevo detto che avrei pensato a tutto io e così sarà d’ora in p-poi 
 
Gli gettò le braccia al collo nell’esatto istante in cui capì che un nodo in gola lo aveva interrotto e lo strinse forte a sé per fargli percepire la sua vicinanza, esattamente ciò che lui le aveva con sofferenza chiesto di fare.
 
 Ron, io ci sono sempre per te. Scusami se ho anche solo pensato di lasciarti da solo in tutto questo, ma io sono qui e non me ne vado. Hai ragione, non ho alcun diritto di fare polemiche sul tuo lavoro, ma, ti prego, ti chiedo solo di tornare da me sano e salvo, perché per quanto io sapessi che cosa comportasse sposarti, non puoi chiedermi di non amarti e di non sperare che ogni volta non sia l’ultima che ci vediamo  sciolse quell’abbraccio con qualche reticenza da parte di Ron  Amore, so che sei un bravissimo Auror e sono anche certa che, se così non fosse, Harry non ti avrebbe mai affidato un compito così importante e rischioso. Ron, ti affiderei la mia vita, quindi non ti sottovaluto affatto, e infondo, se ci pensi, è proprio quello che sto facendo, perché se ti dovesse capitare qualcosa, non potrei sopravvivere 
 
 Hermione, non darmi questa responsabilità 
 
 Te la sei preso sposandomi. Anche tu potevi rifiutarti, sai? 
 
Gli sorrise e non poté evitare di strappare un mezzo sorriso anche a lui.
 
 A Lavanda penso io, Ron. Accampagno a casa Sebastian e la informo della tua partenza 
 
Non sapeva cosa risponderle, si sentì in colpa per il modo in cui si era rivolto a lei poco prima davanti alle premure di sua moglie per aiutarlo.
 
 Hermione, come faccio a ringraziarti? 
 
 Tornando a casa tutto intero, perché Ron, sappi che se ti azzardi a morire, ti uccido con le mie mani, intesi? 
 
Le rivolse un sorriso commosso, prima di porgerle un dolce e delicato bacio che lei ricambiò con sentimento, un sobrio contatto che faticarono a sciogliere.
 
 Mi raccomando, guardati le spalle 
 
Si alzò velocemente, troncando quei saluti, che iniziavano seriamente a distruggere anche lui, ma la voce della ragazza lo fece voltare con urgenza.
 
 Ron! 
 
 Dimmi 
 
Lo aveva richiamato quasi inconsapevolmente con concitazione, forse il suo cuore voleva dirgli la verità e non desiderava avere dei segreti con lui, ma lo stava facendo per il bene di tutti, doveva convincersi di questo, non era il momento per diventare genitori insieme. Purtroppo.
 
 Sii prudente e torna presto 
 
Uscì con qualche indugio, la concitazione che aveva impiegato per richiamarlo indietro lo aveva lasciato perplesso, come se ci fosse qualcosa della vitale importanza da comunicargli che non poteva aspettare, specie se il ritorno non era così certo. 
 
Quando il marito ebbe socchiuso la porta della stanza, tirò un sospiro. Ora non vi era più alcun ostacolo tra lei e il suo piano, lui non l’avrebbe fermata e si sarebbe portata per sempre nel cuore la morte del loro bambino. Forse non era così forte da sopportarlo veramente.
 
Un lieve cigolio della porta richiamò la sua attenzione. Si spaventò quando lo vide rientrare, forse temeva leggesse sul suo volto i segni della colpevolezza.
 
 Ron. Hai cambiato idea? 
 
​Era un segno?

 Hermione, ho dimenticato la bacchetta 
 
Si avviò mortificato a recuperarla dal suo comodino, sotto lo sguardo sconvolto della moglie.
 
 È così che mi fai stare tranquilla?? 
 
Rise imbarazzato per quella dimenticanza e si avvicinò a lei per rinnovarle un nuovo bacio. Stavolta ebbe davvero il timore che lui potesse perepire qualcosa dal tremore con cui sfiorò le sue labbra. Invece non percepì nulla ed Hermione non sapeva se gioirne oppure no. 
 
 Hai ragione, amore. Come sempre 
 
Uscì velocemente, ma prima di chiudere la porta le rivolse un’ultima battuta.
 
 Tesoro, non vorrei metterti fretta, ma credo che il Ministro dovrebbe essere al lavoro tra non molto 
 
 Resto a casa finché non mi scrivi 
 
 Hermione, puoi ricevere mie notizie anche al Ministero 
 
 No, perché se le notizie arrivano al Ministero significa che non sono buone 
 
***
 
Alla fine dovette cedere e raggiungere il Ministero. Non era ancora arrivato nulla da Ron e lei si stava già seriamente spaventando, nonostante fosse partito solo da qualche ora.
 
Quella mattina non riuscì a concentrarsi ed era esattamente quello che desiderava scongiurare non accettando quella promozione. Aveva la mente altrove e delle questioni importanti da affrontare, ma lei non sapeva nemmeno da che parte iniziare. Kingsley e Ron l’avevano cacciata proprio in un bel guaio, lei non aveva la più pallida idea dei ruoli che il Ministro dovesse svolgere, cercò di farsi guidare dall’intuito, ma diventare responsabile all’improvviso di questioni riguardanti i più alti interessi del Mondo Magico la faceva agitare e non poco. Come se in fondo di ansia in quel momento non ne avesse già abbastanza da vendere. Non era mai stata più insicura in tutta la sua vita, era ancora troppo inesperta e forse le sue infinite conoscenze non le sarebbero state sufficienti. 
 
Due leggeri colpi alla porta la distrassero dai fascicoli su cui la mente cercava disperatamente di concentrarsi.
 
 A-avanti 
 
Il Capo del Dipartimento degli Auror si affacciò timidamente alla porta con la chiara paura che la sua presenza non fosse tra le più gradite.
 
 Ministro, è permesso 
 
Si rivolse a lei formalmente, ma con un tono leggermente remissivo tentava di colpire la sua amica dritta al cuore.
 
 Entra, Harry 
 
Gli concesse l’ingresso con tono stranamente pacato e questo lo insospettì. Chiuse la porta alle sue spalle e si avvicinò alla scrivania, ma non azzardò a sedersi, trovò che concedergli l'ingresso senza Schiantarlo fosse già un buon traguardo. Non aveva gli occhi di lei puntati addosso e questo lo aiutò a prendere coraggio per parlare.
 
 Hermione, mi dispiace per Ron, ma sono certo che impiegherà meno per trovare quei Mangiamorte. Un mese è nel peggiore dei casi 
 
Non lo stava nemmeno guardando mentre tentava di farsi perdonare, lo sguardo preoccupato della ragazza era fisso su quei fogli.
 
 Hermione? M-mi stai ascoltando? 
 
 Sì, Harry, ti sto ascoltando 
 
Gli rispose distrattamente e con preoccupazione. L’unico modo che aveva per capire cosa attirasse così tanto l’attenzione dell’amica era vedere quei fascicoli. Fece il giro della scrivania e guardò insieme a lei quei fogli. Lei se ne accorse, ma non alzò lo sguardo su di lui.
 
 Non so da che parte prendere, non ne ho la più pallida idea. Ron non si rende minimamente conto del peso che mi ha messo sulle spalle 
 
 Ron? Che cosa c’entra lui? Pensavo che l’incarico ti fosse stato affidato da Kingsley 
 
Solo allora Harry riuscì a catturare il suo sguardo.
 
 Sì, ma Ron ha insistito che accettassi, perché voleva che non  si bloccò, quando si accorse che stava parlando più di quando avrebbe dovuto, lasciandolo perplesso  S-sapevi che Ron era a conoscenza delle intenzioni di Kingsley e non mi aveva avvertita? 
 
Harry rifece il giro della scrivania e si sedette di fronte a lei.
 
 No, non mi ha accennato nulla. Strano perché mi dice sempre tutto. Ha insistito che accettassi perché voleva che non? 
 
Non gli era sfuggita quell’interruzione e lui voleva saperne di più.
 
 Che non me ne pentissi  gli sorrise per fuorviarlo  Scusa, Harry, ma ti informa proprio di tutto?  
 
​Di Sebastian non lo aveva sicuramente informato e chissà come ci sarebbe rimasto se solo l'avesse saputo, ma forse chi avrebbe dato il colpo di grazia a Ron sarebbe sicuramente stata Ginny.

 Di norma sì  la imbarazzò quella notizia e a lui non sfuggì la sua reazione  Hermione, tranquilla, immagino che qualcosa rimanga fra voi due 
 
Abbassò nuovamente gli occhi sui fascicoli, ma stavolta fu l’imbarazzo a guidarla in quel gesto al solo pensiero di ciò a cui Harry alludesse.
 
 C-certo. Harry, se hai notizie di Ron le fai avere anche a me? Che siano belle o brutte, non tenermi all’oscuro 
 
 Sì, Hermione, ma vedrai che prima che ce ne accorgiamo ritorna a fare la sua solita confusione 
 
Le sorrise per rincuorarla, anch'essi lievemente in imbarazzo per le allusioni che erano state fatte pocanzi, ma non sapeva che un sorriso non era sufficiente per placare la sofferenza che stava tormentando il cuore di Hermione.
 
***
 
Non ebbe nemmeno la necessità di trovare molte scuse per uscire dal Ministero e passare a prendere Sebastian.
 
La scuola pubblica non distava molto dal palazzo del Ministero, così decise di raggiungerla facendo due passi, forse un po’ di aria fresca l’avrebbe aiutata a schiarirsi le idee.
 
Arrivò in anticipo, non le piaceva ritardare e tanto meno fare aspettare un bambino così piccolo, così dovette per forza attendere che arrivasse l’orario della fine delle lezioni. Si sedette su una panchina lì accanto e attese.
 
Fu inevitabile per lei lanciare un occhio su quella scuola. L’aveva frequentata anche lei da bambina. Quando non sapeva ancora di essere una strega, i suoi genitori l’avevano iscritta ad una scuola babbana. Ricordava quegli anni e poteva capire cosa stesse passando Sebastian tra quelle quattro mura, circondato da tutti quei bambini. Hermione si sentiva diversa dai suoi coetanei e quella diversità non poteva che farla sentire male, come se fosse lei ad essere sbagliata. Solo quando ricevette la sua lettera per Hogwarts capì che non vi era nulla di sbagliato in lei, ma era solo il posto ad essere sbagliato per poter valorizzare il suo potenziale magico. Quella scuola le impediva di esternare ciò che lei realmente era e nemmeno aveva mai osato farlo.
 
Rammentava il colpo che venne ai suoi genitori quando scoprirono di avere una strega in famiglia, ma ricordava anche con piacere la gioia che ne seguì per tutte le soddisfazioni che riuscì a dare loro, eccellendo in ogni disciplina. Non aveva ancora informato i suoi genitori della promozione, ma immaginò già quanto ne sarebbero stati entusiasti.
 
Era convinta che Ron e Lavanda dovessero parlare con Sebastian, informarlo delle sue origini e nessuno meglio di lei poteva essere certa che fosse la scelta migliore.
 
Quando finalmente la campanella dell’ultima ora suonò, si alzò dalla panchina e in mezzo a quella miriade di bambini tentò di intercettare Sebastian.
 
In quella ricerca non poté proprio evitare di pensare a suo figlio. Era assurdo gli ritornava in mente proprio nei momenti meno opportuni come a volerle insinuare maggiori sensi di colpa per la decisione che aveva drammaticamente preso. Come se quel bambino le volesse dire che lui c’era e che voleva esserci, di farlo nascere anche se non sarebbe stato semplice, anche se Ron ci sarebbe stato poco per loro, anche se lei non era pronta ad assumersi una nuova responsabilità così presto.
 
Per quanto le sembrassero precoci i pensieri del marito sui loro futuri figli, anche lei ovviamente non aveva mancato di fantasticarci sopra. Aveva sognato che Ron fosse il padre dei suoi figli, aveva sempre desiderato che i suoi figli fossero dei Weasley ed ora che sembrava realizzarsi anche quel sogno il destino aveva pensato bene di non regalarle quella gioia, almeno non come l’aveva sempre immaginata. Non sapeva neanche se fosse un maschio o una femmina, Ron voleva una bambina, ma forse non saperlo sarebbe stato meglio e le avrebbe provocato meno dolore.
 
Infondo i loro figli sarebbero stati dei Mezzosangue, lei non poteva evitare di sporcare la purezza del sangue dei Weasley. Tentava di consolarsi, di cercare anche solo un briciolo di bontà in quell’azione che avrebbe compiuto, ma chi voleva prendere in giro? A Ron non era mai importato nulla di questo genere di cose.
 
E finalmente intercettò quel piccolo Purosangue fra tutti quei bambini. Non riusciva proprio ad odiarlo, per quanto la sua presenza avesse stravolto loro la vita, le infondeva una certa tenerezza, dopotutto non aveva alcuna colpa.
 
Sebastian si guardò attorno per cercare il padre e nonostante al suo posto intercettò Hermione, un grande sorriso si dipinse sul volto del piccolo. Le corse incontro e non tardò ad avvolgerla all’altezza della vita, lasciandola spiazzata, non si aspettava di certo una simile accoglienza.
 
Dopo un momento di perplessità ricambiò commossa quell’abbraccio. Non capiva se era stata la gravidanza a renderla più emotiva, oppure se fosse semplicemente l’idea di stringere tra le braccia un bambino che fosse parte di Ron. Ricordava di averlo già stretto tra le braccia quella notte, riconobbe il suo piacevole calore, che aveva conciliato il suo sonno, sentirlo così vicino le aveva dato per un istante l'idea di strigere quel suo bambino che non aveva nemmeno ancora visto la luce del sole e che forse non l'avrebbe nemmeno mai vista. 
 
Cercò di controllare l’emotività e si rivolse a Sebastian.
 
 Ciao, piccolo 
 
 Hermione. Dov’è il mio papà? 
 
Lo prese per mano, senza smettere di sorridergli, e lo invitò a seguirla.
 
 È al lavoro, tesoro, e dovrà restarci per un po’. Oggi ti accompagno io dalla mamma 
 
Il bambino non sembrava particolarmente triste per quel cambio di programma, anzi gli piaceva trascorrere del tempo con l’amica di papà e poi poteva solo immaginare in quale segretissima missione fosse impegnato, dopotutto era un eroe.
 
Il tragitto fu per nulla silenzioso, Sebastian non mancava di raccontarle della scuola, dei suoi amici, dei suoi giochi e la vitalità di quel bambino non poté che alleviare la tensione che si era accumulata in lei. Le sarebbe piaciuto stringere tra le mani il loro bambino, ma per qualche strana ragione Sebastian riusciva a colmare quel vuoto, nonostante non fosse nemmeno la madre.
 
Fu una passeggiata talmente serena che solo nel momento in cui raggiunsero la destinazione Hermione realizzò di dover affrontare Lavanda, che non si aspettava di certo di vederla.
 
Sebastian la tirò per incitarla ad entrare nel palazzo dove la madre lavorava, la guidò fino ad una porta e ad un certo punto guardò Hermione come a farle intendere che erano arrivati.
 
Bussò un po’ titubante, stringendo forse inconsapevolmente la mano del bambino per cercare la forza necessaria per sostenere quel confronto.
 
Non impiegò molto a ricevere risposta. La porta fece per aprirsi ed Hermione desiderava solo Smaterializzarsi il più lontano possibile.
 
Come aveva previsto l’accoglienza non fu delle migliori, Lavanda la guardò con diffidenza e sorpresa e, senza distogliere da lei gli occhi, prese il bambino per mano. Hermione si vide scivolare il piccolo dalla sua accorata presa. Sebastian sembrò cogliere la tensione tra le due.
 
 Mamma, è un’amica di papà 
 
 Sì, tesoro, entra, io arrivo subito 
 
Attese solo qualche istante che il figlio si allontanasse per poi rivolgersi ad Hermione, ma quest’ultima la anticipò con pacatezza.
 
 Lavanda, c’è stata un’urgenza al Ministero e dovrà stare via per un po’ 
 
Rimase stupita dalla calma con cui le aveva comunicato quella notizia.
 
 Grazie, ma poteva anche avvisarmi e avrei trovato il modo di passarlo a prendere io o di mandare qualcuno 
 
Richiuse la porta senza nemmeno darle la possibilità di replicare. Probabilmente Lavanda non si rendeva conto che nemmeno a lei faceva piacere quella situazione, ma per lo meno lei provava a conviverci.
 
***
 
Fortunatamente quel giorno finì di lavorare non tanto tardi, al Ministero non aveva ricevuto alcuna notizia di Ron ed iniziava seriamente ad essere in pensiero.
 
Si smaterializzò davanti alla porta di casa e subito con il cuore in gola notò sullo zerbino una lettera. La raccolse velocemente da terra e la aprì con impazienza restando sulla soglia. Non poteva aspettare di entrare in casa e poco importava se fuori faceva freddo, aveva talmente tanta urgenza di leggere che non percepiva nulla in quel momento.
 
Ciao tesoro,
lo so, sono in ritardo, ma sto bene. Ti immagino già in pensiero per non aver ricevuto mie notizie, ma non ho avuto modo di scriverti prima, scusa.
Purtroppo oggi non ho avuto molto successo, ma ho una gran voglia di tornare a casa il prima possibile, quindi nei prossimi giorni conto di fare qualche progresso.
Le lettere non fanno per me, lo sai, non sono bravo con le parole, sappi solo che mi manchi già e sarà difficile riuscire a riposare senza di te stanotte. Credo di essermi già abituato ad averti sempre accanto. Se la scorsa notte sono riuscito a dormire qualche ora è stato solo grazie alle tue mani che amorevolmente stringevano la mia.
Spero tu non abbia avuto grossi problemi con Lavanda, non credo ti abbia riservato una bella accoglienza. Mi dispiace.
Non so quando potrò scriverti di nuovo. Lo so che ti ho promesso che ti avrei dato spesso mie notizie, ma non stare in pensiero, vedrai, non è un’impresa così complicata.
Spero a presto,
ti amo
Ron

 
Una lacrima sfuggì al suo controllo, posandosi su quel ti amo, scritto con mano tremante. Aveva percepito la sua ansia leggendo quelle poche righe, non sapeva perché non era riuscito a scriverle prima, ma sicuramente Ron non le aveva volutamente detto tutta la verità. Strinse la lettera al cuore e pensò solo che in quella notte avrebbe sentito anche lei immensamente la mancanza di suo marito.

 
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao ragazzi!
 
Ho aggiornato presto, ma avevo in mente la struttura di questo capitolo e se non lo scrivevo rischiavo di dimenticarlo XD
 
Drammaticità su drammaticità…Hermione è determinata a non volere questo bambino, ma chissà se qualcosa o qualcuno potrà farle cambiare idea…
 
GRAZIE come sempre di cuore per continuare a seguirmi! <3

Alla prossima :)
Baci
​-Vale 
   
 
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