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Autore: StewyT    18/01/2018    1 recensioni
1625 Inghilterra: Carlo I vuole ottenere la supremazia su tutte le terre in territorio Inglese, ma Robert Lightwood, Re di Scozia non accetterà mai di cedere a quello che si dichiara unico vero re del Regno Unito con un’unica religione, e l'unica possibilità che gli resta è il Re Magnuspossessore del più grande esercito conosciuto al mondo, a cui promette la mano di sua figlia Isabelle.
Magnus Bane, il più ricco possidente terriero conosciuto al mondo, regna nelle calde isole indonesiane e in Scozia non ci metterebbe mai piede se non fosse che tempo prima, lì ci ha lasciato la donna che credeva di amare: Camille Belcourt.
Arrivato in Scozia, però, tutto quello che Magnus aveva in mente scompare con un soffio di vento dagli occhi blu e i capelli neri. Magnus, infatti, allettato all’idea di conoscere Isabelle, viene totalmente colpito da Alexander, fratello maggiore di quest’ultima, e timido ragazzo dal carattere forte chiuso in sé stesso.
Riuscirà la magia che scorre nelle vene di Magnus ad avvolgere il cuore freddo e cinico di Alec e a salvare Isabelle da un matrimonio obbligato? L'amore, in fondo, è in grado di compiere grandi magie.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Magnus Bane, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Heart on fire.
 
Era ormai passata una settimana dal mattino in cui Magnus si svegliò nello stesso letto di Alec, eppure continuava a sentire il suo odore addosso come se non avesse fatto più di dieci bagni caldi da quel giorno.
Era stato uno dei momenti più belli vissuti da quando era arrivato in quel posto infernale; il Re si era svegliato per primo non ancora conscio di avere Alec alle coste, eppure sentiva uno strano calore e delle braccia stringerlo. Si accorse solo dopo un paio di minuti che non le stava sognando: c’erano davvero.
Alec, addormentato – e ancora più bello del solito se possibile- lo stava stringendo e dormiva con la guancia incollata alla sua spalla: era adorabile.
Fu decisamente complicato staccarsi dalla sua presa ferrea e calda e fu adorabile sentirlo mugugnare un “no” seguito da una presa più forte e un “resta ancora qui, dai” concluso con un enorme sorriso sul suo volto ancora mezzo addormentato; il problema si presentò quando Alec si sveglio e si ritrovò Magnus tra le braccia.
La sua reazione fu a dir poco comica, il Re dovette davvero sforzarsi per non scoppiare a ridere avanti alla sua espressione terrorizzata e il suo volto paonazzo. Fu altrettanto difficile fargli capire che non c’era stato assolutamente la notte precedente e che si era addormentato mentre lui gli parlava del suo regno.
“Ne sei….” Certo? Si chiese da solo lui, completando la domanda di Alec, quindi si alzò dal letto e si avvicinò allo specchio provando ad aggiustare quel nido per uccelli che si ritrovava al posto dei capelli.
“Sì, insomma, sai, io non ricordo di…” vide Alec mordersi il labbro inferiore e nascondere la testa tra le mani e in quel momento non riuscì a non ridere e avvicinarglisi per poggiare le mani sulle sue spalle e portare i loro sguardi alla stessa altezza. “Alexander” sussurrò prendendogli il viso tra le mani “sei ancora casto e puro” disse ridendo e Alec arrossì ancora di più.
“Non è…” sbuffò e alzò gli occhi al cielo “smettila di scherzare, Re Magnus!” sbottò e Magnus annuì.
“Tutto quello che vuoi principe Alexander, ma non è successo assolutamente nulla, altrimenti te lo ricorderesti” gli fece un occhiolino “Ora che ne dici di andare a colazione? Sto morendo di fame” Alec scosse la testa e guardò fuori dalla finestra; l’ora della colazione era passata da un pezzo!
“Tra poco si pranza” sbuffò massaggiandosi le tempie “Io vado…” Magnus annuì e gli indicò la porta   “Grazie per la compagnia, Principe Alexander!”.
Alec si fermò un attimo alla porta e si girò per guardare la sua figura slanciata che si accingeva a riempire il bacino d’acqua calda e poi toglieva via i pantaloni; si morse il labbro inferiore e scosse la testa.
Magnus fece il suo bagno usuale, si vestì e scese a pranzo dove fu accolto con la stessa indifferenza di tutte le altre volte. E così come tutte le altre volte il pranzo trascorse in silenzio, solo con qualche sguardo lanciato quando Magnus era distratto – così pensava Alec, almeno-.
Ma dopo il pranzo Alec lo raggiunse e andarono assieme in biblioteca e il giorno dopo a fare una passeggiata e il giorno dopo lessero assieme qualche passo di Sogno di una notte di mezza estate.
E così la settimana trascorse: Alec lo ignorava in pubblico e quando erano soli lo cercava, cercava qualsiasi contatto, qualsiasi sorriso, qualsiasi sguardo.
Isabelle continuava a vedere Simon di nascosto e la cosa disturbava sempre di più Magnus che si arrovellava il cervello per cercare una soluzione al loro problema senza avergliene fatto ancora parola.
Clary continuava a zampettare dietro Jace, o forse era Jace a zampettare dietro di lei, e continuavano a fare ricerche e passare sempre più tempo assieme. Magnus forse ne era geloso ma non aveva molto spazio libero per pensarci, a dire il vero.
 
Era passata una settimana ed Isabelle cavalcava al suo fianco con la stessa regalità ed eleganza di quando erano andati a caccia; la situazione era leggermente diversa in quel momento.
La principessa guardava di sottecchi il re e il re guardava di sottecchi la principessa: entrambi si nascondevano qualcosa.
Avevano camminato per gran parte del pomeriggio in silenzio ma entrambi avevano qualcosa che gli divorava la gola e nessuno dei due era il tipo da tenerselo dentro, di solito; restava solo da stabilire chi avrebbe parlato per primo. Nonostante ogni tipo di scommessa potrebbe puntare su Magnus la prima a parlare fu Isabelle; il capo girato verso Magnus, la schiena dritta rinchiusa in un bustino di pizzo viola, i capelli raccolti con dei boccoli neri ricadenti  sul viso, un sorriso sadico sulle labbra.
“Ti piace mio fratello?” fu la sua domanda e Magnus si morse l’interno della guancia per non scoppiare a ridere – inutilmente, perché Isabelle si arrestò improvvisamente con il proprio cavallo e gli puntò un dito contro, divertita. Aveva un grosso sorriso che le andava da un orecchio all’altro-.
“Sei venuto qui per sposare me e invece ti innamori di mio fratello! Oh quale sventura! Povera me!” recitò come le migliori delle attrici di drammi e Magnus rise scuotendo la testa, ma Izzy ad un certo punto si fece seria e puntò lo sguardo nel suo. “Sii serio, Mag” sbuffò “ti piace mio fratello?” chiese nuovamente e Magnus fece spallucce.
“Sii seria” rispose quindi lui “Sei innamorata di Simon Lewis?”.
La reazione di Isabelle fu strana e gli fece quasi venire voglia di prenderla a sberle: prima arrossì – e in quel momento era così simile a suo fratello – e poi scoppiò a ridere.
“Dello stalliere?” chiese con le lacrime agli occhi e Magnus sapeva che erano lacrime di rabbia, ne era certo.
Magnus strinse più forte le briglie di Indo, così aveva chiamato il suo cavallo ormai, e scosse la testa.
“Isabelle…” ma lei non volle sentire scuse. Rise e diede un piccolo colpetto al cavallo, correndo veloce come se avesse avuto qualcosa da cui allontanarsi. Magnus la fece fare: sarebbe tornata.
E quando lo fece lo trovò seduto sull’erba, le braccia a sostenergli la lesta, lo sguardo rivolto verso il cielo.
“Come hai fatto?” chiese lei, sedendosi al suo fianco. Magnus sorrise “E tu come hai fatto?” rispose a sua volta e finalmente vide Isabelle ridere di nuovo.
“Quindi è così? Ti piace mio fratello?” e Magnus alzò gli occhi al cielo “Non lo ammetterò fino a quando tu non ammetterai di amare Simon!”.
“Dall’età di quindici anni, okay? Lo amo. E mi dispiace Magnus ma io...” sbuffò e nascose il viso tra le mani “Io lo amo e non posso sposarti. Non volevo trarti in tutto questo. E so che Simon è uno stalliere e non potremo mai avere un futuro, mio padre non vorrà mai, mia madre mi farà sentire una sgualdrina come fa ogni volta che mi guarda e Alec si sentirà deluso” Magnus la fermò strappandole le mani dal viso per puntare lo sguardo nel suo “Alec non è deluso. Alec tenta di proteggerti, ti ama. E anche io ti amo, certo non come dovrei farlo per sposarti” rise “Non ho mai avuto intenzione di sposarti Izzy. Sei adorabile e sono fortunato ad averti nella mia vita ma ti vedo solo come un’amica”.
Entrambi si guardarono per un secondo e poi scoppiarono a ridere, finendo per abbracciarsi.
“Non sono mai venuto qui per sposarti se vuoi sapere proprio la verità. Ma quando ho visto tuo fratello ogni minima idea di poterlo fare è scomparsa. È stato amore a prima vista per me, credo”.
“Quindi ti piace!” rise lei battendo le mani “ti piace piace!”.
“Piace piace?” chiese lui alzando le sopracciglia “Cioè…?” Isabelle alzò gli occhi al cielo e gli diede una pacca sulla spalla “Lo baceresti e ci faresti l’amore?” chiese curiosa e lui scosse la testa “Tuo fratello è troppo puro per fare questo tipo di porcherie con me” rise.
“Cioè non lo hai ancora baciato?” chiese esasperata e  Magnus annuì “Sei un deficiente!” disse puntandogli un dito contro. “Ehi, principessa, ricordati che sono il tuo Re” scherzò e lei gli diede un’altra pacca.
“Mio fratello non farà mai il primo passo ma posso giurarci quello che è vuoi che è cotto quanto te, da quando sei arrivato è così dannatamente strano e ti ha detto alcuni dei suoi segreti più grandi! Ti ha persino portato alla cima. Avanti!” sbuffò “Dobbiamo trovare una soluzione” disse stendendosi con la schiena sul prato.
“Già” ammise lui “Ne serve anche una per te e Simon. Ci sto pensando da quando vi ho visti baciarvi, okay forse da prima” gesticolò con la mano come se volesse allontanare qualcosa, qualche idea forse “Ma non ho ancora ottenuto alcun risultato” Isabelle gli sorrise e gli strinse una mano.
“Non so come….” Magnus ricambiò il sorriso “Izzy non devi sentirti in colpa, okay? Il diritto di amare chiunque tu voglia amare così come tuo fratello. Gli ho raccontato che nel mio regno funziona leggermente diversamente da qui. Da noi sposiamo chi amiamo non chi ci darebbe profitto. E se tu ami Simon devi sposare Simon. Io amo l’idea dell’amore e farò sempre di tutto per aiutare l’amore vero” le fece un occhiolino “Ma voglio che Simon mi aiuti….” Si morse il labbro inferiore e vide Isabelle alzarsi di scatto a sedere con uno sguardo interessato.
“Vuoi che parli lui con Alec? Io credo che sarebbe meglio se lo facessi tu, sai…”.
Magnus scosse la testa “Non è per Alec” sospirò “Devo trovare la persona per cui sono venuto qui” confessò. “La madre di Clary?” chiese lei e lui si ritrovò a scuotere nuovamente la testa “Camille Belcourt” le aveva già parlato di quella donna, di quanto fosse contata per lui, di quello che avesse significato.
“Camille….?” Restò a bocca aperta, le guance rosse di chi si trova in difficolta “Io non capisco” ammise Isabelle scuotendo la testa “Hai detto di provare qualcosa per mio fratello” e Magnus annuì “Ma tuo fratello non c’entra nulla con la storia con Camille” affermò lui.
“Quindi cerchi Camille, se la trovi e lei ti rivuole fate la pace, altrimenti cerchi di prenderti mio fratello?” aveva gli occhi ardenti di rabbia e la cosa fece sorridere Magnus; avrebbe voluto una sorella come lei.
“Voglio solo sapere che fine abbia fatto e parlarle. Devo sapere perché mi ha tradito in quel modo altrimenti penso che non riuscirò mai a fidarmi davvero di qualcuno…”.
“Ma di Alec ti fidi?” chiese lei e Magnus annuì “Temo che Alec non saprebbe far del male ad una mosca, di lui mi fido” ammise lui “Ma voglio sapere come sta Camille. Chiedi a Simon di indagare, te ne prego, Isabelle!”.
Isabelle sospirò “Se farai del male a mio fratello ti estrarrò le budella e te le torcerò attorno al collo, siamo chiari?” chiese e lui rise “Alec è così fortunato ad averti” disse allora lui abbracciandola.
“Ti giuro che farò quanto in mio potere per aiutarti” le promise “E che proverò a parlare con Alec anche se confido davvero poco nel suo interesse o quantomeno nella sua voglia di avermi attorno.” Sbuffò “Tuo fratello tiene troppo all’idea che vostro padre ha di lui per decidere di rincorrere la felicità” disse e lei sorrise “Tutto quello a cui io e mio fratello teniamo davvero è la felicità” gli promise e poi si alzò, diretta verso il suo cavallo. Magnus la seguì e in testa non aveva altro che mille idee per cercare una soluzione.
 
****
Clary lo guardava di traverso e lui era seduto sul suo letto, le mani sotto il mento, il cervello rivolto altrove.
“Ma mi stai ascoltando?” sbuffò. “Certo” rispose lui. Ma no, non la stava ascoltando per nulla. Affatto.
Tutto quello che stava pensando era trovare una soluzione.
Forse poteva aiutare Isabelle e Simon a scappare? O forse poteva comprare la sua libertà!
Ma no, in nessuno dei due casi Robert lo avrebbe accettato: non avrebbe mai permesso quell’unione!
“Ah davvero? Allora cosa ho detto?” chiese lei sorridendo e Magnus si nascose il viso tra le mani.
“Qualcosa su quanto sia favoloso Jace e su quanto ti stia aiutando, sicuramente” rise divertito ma Clary non sembrava ugualmente divertita. Anzi. “Affatto” urlò “Ti stavo dicendo che abbiamo trovato un nome, forse, Magnus! Un nome” disse “E forse questo nome mi aiuterà a conoscere quello di mia madre”.
Magnus la guardò così felice ed entusiasta dopo così tanto tempo e le sorrise.
“È fantastico!” sorrise a sua volta, seppur la preoccupazione che quel nome corrispondesse a quello di Valentine si faceva sempre più forte.
“E quale sarebbe?” chiese in preda all’ansia. Clary lo capì ma fece finta di nulla. “Lucian” rispose.
“Non abbiamo ancora un cognome ma sappiamo che esattamente sedici anni fa lavorava qui ed è andato via praticamente pochi giorni dopo la mia data di nascita. Questo dicono i libri contabili di questo posto” sorrise “Ora cercheremo questo nome anche nei diari di Maryse magari corrisponde anche ad un cognome? Senza un cognome non potremo mai cercarlo…”.
Magnus si morse il labbro inferiore. Lucian Graymark. Lo conosceva. E lui aveva conosciuto bene Jocelyn.
Ma poteva dirglielo? Dirle quel nome equivaleva a non mantenere la promessa?
Clary si alzò e gli diede un bacio su una guancia “Vado a fare un bagno caldo” gli sorrise.
“Ti voglio bene, Mag”.
Stava per andare via ma Magnus si alzò in piedi a sua volta e le sbarrò la strada: doveva farlo.
Aveva promesso a Jocelyn che l’avrebbe promessa e Lucian era l’unico ancora in grado di tenerla quanto più lontano possibile da Valentine.
“Graymark” disse stringendole il polso “Il cognome di Lucian è Graymark” le sorrise “È tutto quello che so”.
Non ebbe il tempo di dire altro, Clary gli stava inzuppando la scamiciata di seta blu con le sue adorabili lacrime e gli stava bloccando i polmoni con la sua presa piccola ma forte.
“Non so…” iniziò a dire lei, Magnus la strattonò leggermente e la guardò negli occhi.
“Non devi ringraziarmi”.
Se non poteva ancora aiutare Isabelle forse poteva farlo già con la sua Clarissa, no?
 
****
 
Subito dopo cena Magnus si era rifugiato in camera sua e aveva provato a sciogliere tutti i muscoli intorpiditi con uno dei suoi tanto amati bagni caldi; mentre era ancora nella vasca la porta della camera si era spalancata e da essa era entrato Alec che non appena lo aveva notato lì nella vasca da bagno aveva assunto tutte le tonalità di rosso esistenti
“Scusa io-” aveva alzato gli occhi al cielo e aveva scosso la testa “Non pensavo..”.
Magnus rise “Vuoi unirti?” chiese alzando un bicchiere di vino come per brindare e Alec aprì la bocca, boccheggiando in cerca d’aria. “Io…”. Magnus scoppiò a ridere “Scherzavo” disse facendogli segno di girarsi ma Alec non lo fece. “Allora, non vuoi che esca dalla vasca?” rise e Alec scosse la testa “So che ami i bagni caldi” si sedette sul grosso letto prendendo tutte le forze che aveva in corpo per non spogliarsi e spingersi in acqua con quel meraviglioso uomo che lo guardava con i suoi enormi occhi verdi.
“Non vedo perché dovresti rinunciarci solo perché sono qui” sorrise e si stese sul letto come ormai era abituato a fare; lo raggiungeva sempre dopo cena, anche solo per restare qualche minuto in silenzio in sua compagnia, con l’unico suono dei loro respiri sincronizzati.
“Perché sei qui, Alexander?” e con qui intendeva nella sua vita.
Perché piano piano aveva deciso di entrarci con forza per non andare più via?
“Stavo per farti la stessa domanda” rispose lui prendendo coraggio “Non hai mai avuto intenzione di sposare Izzy” disse e lo guardò con sfida.
“No” confermò Magnus.
“Allora perché sei venuto qui?”.
Voleva davvero parlare della sua ex fidanzata con Alec? Oh no che non voleva.
“Sono venuto qui per cercare qualcuno…” sospirò dopo un po’ che i loro sguardi continuavano ad intrecciarsi.
“Chi?” chiese Alec, un grosso groppo sullo stomaco.
“Camille Belcourt” rispose “Una delle donne che ho più amato in vita mia”.
Alec sbatté le palpebre un paio di volte e poi annuì “Me ne hai parlato” disse quasi con la voglia di scappare via da quella camera. Era stato uno sciocco a credere di poter interessare al Re.
Era stato uno sciocco ad innamorarsi di lui.
“Sei qui per lei, quindi?” chiese, nuovamente. Gli occhi velati di lacrime.
“Sono venuto qui per lei. Simon mi sta aiutando a cercarla” disse “Voglio sapere che fine abbia fatto”.
‘Strano’ , pensò Alec ‘perché mia sorella mi ha proprio detto che ti piaccio piaccio’.
Invece annuì. “E perché?” chiese.
“Perché voglio sapere il motivo del suo tradimento. Non riesco più a fidarmi di nessuno a causa sua” fu tutto quello che disse e per un paio di minuti la camera cadde in silenzio.
Alec ora era nuovamente seduto e lo guardava fisso, Magnus aveva poggiato la testa sul bordo della vasca, gli occhi chiusi, la voglia di chiedere ad Alec perché fosse così tanto interessato.
Ma il primo a rompere il silenzio fu proprio il principe.
“La ami?” chiese e Magnus scoppiò a ridere, più per il nervosismo che per ilarità.
“Amare” sussurrò. “L’amore è un concetto troppo astratto e complicato per poterlo spiegare” disse e Alec scosse la testa “Se la cerchi è perché hai bisogno di lei, no?” disse curioso.
“No” rispose lui “È perché ha qualcosa di mio” e non intendeva il suo cuore, quello era già di Alec.
“Cosa?” chiese Alec e Magnus alzò gli occhi al cielo “Non ti credevo così curioso”.
“Non volevo sembrarti indiscreto” sbottò Alec “Ma credevo che fossimo amici, ormai”.
Più che amici a dire il vero.
“Un gioiello per me molto importante. Era di mia madre” confessò Magnus aprendo leggermente lo sguardo per guardarlo “Soddisfatto, ora?”.
Alec si leccò le labbra “Quindi non la ami più?” chiese nuovamente e Magnus rise di nuovo.
“Te lo ripeto, Alexander. L’amore è una cosa complicata per essere definita così su due piedi” scosse la testa “Cosa potremmo dire che è l’amore?” domando sbuffando “Quello che provi tu per tuo fratello Jace?” Alec aprì la bocca per controbattere, le guance rosse e gli occhi serrati.
“Io” sbuffò “Io non sono innamorato di Jace” ammise per la prima volta.
E a dire il vero lo aveva capito solo di recente; da quando il Re Magnus era arrivato a corte, da quando lo aveva stregato con i suoi meravigliosi e strani occhi verdi macchiati d’oro, da quando lo aveva fatto ridere la prima volta, da quando lo aveva sognato la prima volta, da quando si era svegliato con una prepotente erezione dopo averlo sognato più e più volte, da quando aveva capito che quello che provava per Jace era affetto mentre quello che man mano aveva iniziato a provare per il Re era stato simpatia, interessa, voglia di conoscere, amore. Forse quello era amore. Ma anche in quel caso era stato uno stupido.
Perché finiva sempre per innamorarsi di qualcuno che non lo avrebbe mai ricambiato?
“Ah attenzione” Magnus rise puntandogli un dito contro “Ho detto che lo ami, non che ne sei innamorato e sono due cose completamente diverse. Esistono molteplici forme d’amore! Ami anche tua sorella. E solo quando capirai che ami Jace nello stesso identico modo in cui ami Isabelle sarai finalmente libero di vedere chi ti sta davvero avanti”.
Come te? Avrebbe voluto chiedere Alec ma non lo fece.
“Beh l’ho capito molto tempo fa” disse Alec “Ma so anche di non poter amare chi vorrei”.
Si alzò dal letto intento a voler andare via e Magnus glielo avrebbe lasciato fare, ma non prima di avergli tirato e stretto il polso per farlo abbassare leggermente e dirgli “Puoi amare chiunque tu voglia”.
Dopodiché Alec fu andato.
Il principe si chiuse la porta alle spalle e si morse il polso stretto prima da Magnus per urlare tutto quello che aveva dentro. Non poteva amare chiunque volesse. E non solo perché Robert glielo avrebbe impedito.
Come uno stupido si era innamorato in solo un mese di quell’uomo, forse si era innamorato di lui non appena lo aveva visto, a dire il vero. Fatto restava che Re Magnus non lo amava e non poteva amarlo.
Altrettanto velocemente di come era uscito da camera di Magnus entrò in camera di Isabelle con le guance rosse di rabbia “Ama un’altra” disse e Isabelle sbuffò dandogli uno schiaffo dietro la testa “No” disse ma lui non volle ascoltarla. Non fece altro che stendersi al suo fianco sotto le sue coperte e cercare il suo conforto mentre lei provava a fargli capire che gli piaceva e non era una cosa strana.
Alec aveva iniziato a lottare contro sé stesso dall’età di quindici anni, quando per la prima volta aveva baciato una ragazzina e aveva capito di non essere come gli altri e di non volere quello che volevano gli altri ragazzi della sua età; lui non sognava di baciare labbra dolci e delicate ma labbra forti e ruvide, quelle di un uomo.
Isabelle gli era sempre stata vicina, aveva sempre provato a fargli capire che lei lo avrebbe amato comunque, che non cambiava nulla. Se fosse stato felice con un uomo, una donna o qualsiasi altra cosa lei sarebbe stata felice. Lo aveva visto crollare tante volte, troppe volte, e non gli avrebbe permesso di crollare di nuovo. Non quella volta. Non senza un vero e valido motivo.
Magnus poteva renderlo felice.
E se nel regno di Magnus era vero che chiunque poteva amare chiunque, Isabelle doveva convincerlo a lasciarsi andare a quell’uomo. Ad andare via con lui. A farsi trasportare dall’amore.
Magari sarebbe potuta andare via anche lei con Simon assieme a Magnus ed Alec.
Forse finalmente avrebbero potuto raggiungere entrambi la felicità che sognavano da bambini.
E avrebbero potuto farlo assieme.

 
  
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