Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Ricorda la storia  |      
Autore: Longview    19/01/2018    2 recensioni
Dal testo:
Quando poco prima si trovava stretto nella presa di Levi ed era così vicino al suo corpo, aveva sentito un profumo forte e inebriante bruciargli le narici; gli tornò in mente quando, da piccolo, correva in mezzo al bucato steso ad asciugare da sua madre; quell’odore pulito, cristallino, che sa un po’ di felicità. Senza che se ne accorgesse, gli nacque sulle labbra un sorrisetto sincero.
[Eren/Levi]
Genere: Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren, Jaeger, Levi, Ackerman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti! Questa è la mia prima volta in questa sezione; dopo qualche tempo passato a leggere e apprezzare le varie storie pubblicate, ho deciso di provarci anch'io e mettermi in gioco. Ho preso ispirazione dalla canzone "Wilson (Expensive Mistakes)" dei Fall Out Boy, e niente, in poco ne è uscita questa cosa ahahah 
Buona lettura c:





 
 
Expensive Mistakes
 
 

 
I was gonna say something that would solve all our problems 
But then I got drunk and I forgot what I was talking about 
I forgot what I was talking about
-Wilson (Expensive Mistakes)
 
 
 
“Capitano?”
Non era abitudine di Levi vagare per gli alloggi di sera. Infatti, la normalità prevedeva che, conclusa la cena, si ritirasse nella sua stanza, senza più farsi vedere fino al mattino seguente; ma qualcosa aveva turbato la sua routine, costringendolo a recarsi in quel luogo. Tutti i presenti nella sala comune si voltarono stupiti e si misero sull’attenti, in piedi o seduti, per fare il saluto. Si trattava di un’intrusione inaspettata, dal momento che i ragazzi della legione esplorativa stavano festeggiando –seppure niente di specifico, forse semplicemente il fatto di essere sopravvissuti a un’altra giornata.
In quel momento, il capitano si maledisse per aver abbandonato il buon libro su cui era concentrato fino a poco prima; e se ne pentì maggiormente non appena si ritrovò in mezzo a quel branco di ragazzini, alticci per l’alcol ingerito (che erano riusciti a introdurre nel quartier generale nonostante il suo preciso divieto). Scrutò tutti i suoi soldati, uno per uno, cercando di non rendere evidente l’irritazione che gli stava montando nello stomaco: il suo sguardo glaciale fu sufficiente per metterli a disagio.
Eren venne scosso da un tremito non appena lo vide oltrepassare la soglia. Non sapeva se fosse la sbornia che gli annebbiava la vista e i pensieri, la situazione incredibilmente tesa, o se fosse solo a causa della sua presenza, ma era certo di star per vomitare. Non si mise in piedi, né sollevò il capo, ma fece qualche respiro profondo per ricomporsi: sarebbe stato quanto mai inopportuno rimettere la cena in quel frangente.
“Jaeger”
Eren sobbalzò, ma non si mosse, nella speranza di confondersi con il mobilio, ricorrendo alla tattica del fingersi morti proprio come si fa con gli orsi: ma il capitano Levi assomigliava più a un lupo, che si muove silenzioso nel buio e fiuta l’odore della sua preda da lontano: e, se qualcuno glielo avesse chiesto, avrebbe detto che la sua puzzava di sudore misto a paura.
Lo sentì avvicinarsi lentamente, mentre i suoi compagni formavano un  corridoio per permettergli il passaggio. Armin cercò di ridestarlo rifilandogli una gomitata tra le costole, ma non servì a nulla: alla fine lo abbandonò al suo destino; destino che si appressava con probabili intenti omicidi.
“Jaeger”
Levi, tra le altre cose, odiava doversi ripetere; ma il ragazzo si trovava in una sorta di stato comatoso –sguardo assente, labbra semichiuse, gli sembrava anche che sul suo mento stesse colando della… bava?-. Di tutta risposta, quello aguzzò lo sguardo nella sua direzione, e si ripulì con la manica proprio quando il capitano gli si parò davanti. Intanto, il resto dei presenti aveva già ripreso a chiacchierare.
“Capitano Levi, signore” Eren barcollò e si sporse pericolosamente in avanti; si sarebbe anche lasciato docilmente trascinare a terra dalla forza di gravità, se solo due braccia non glielo avessero prontamente impedito. Due braccia forti, molto forti –quanto bastava per sostenere il suo peso senza troppi sforzi- che lo avvolgevano cautamente. Eren si sentì avvampare; non capiva cosa stesse succedendo, dal momento che aveva più alcol che sangue a scorrergli nelle vene, ma per qualche strana ragione il suo corpo non rispondeva più ai suoi ordini: continuò a scivolare in quella stretta. Alla fine, Levi lo respinse malamente sulla sedia, ignorando il suo sguardo inquietantemente caldo e liquido.
“Ti avevo chiesto di raggiungermi nel mio ufficio più di un’ora fa, Jaeger”
Eren lo osservò confuso, mentre il preciso significato di quelle parole raggiungeva la sua memoria.
“Oh…” fu l’unica cosa che gli uscì dalla bocca, non sapendo che altro aggiungere.
Solo allora si ricordò di quella convocazione, del fatto che dovessero discutere la procedura dei suoi allenamenti speciali nella forma da gigante, e si ricordò anche del modo in cui Hanji lo aveva convinto a unirsi ai festeggiamenti quella stessa sera, rassicurandolo con la promessa che avrebbe parlato lei stessa con Levi. Era evidente che non avesse mantenuto la parola.
Tra l’altro, si ricordò di avere avuto un’idea strabiliante che avrebbe aiutato i loro progetti per le future spedizioni; ma sentiva la testa pesante e non trovava la concentrazione adatta per rammentare i dettagli. Più si sforzava, più la sua attenzione veniva catturata dall’ometto che gli era davanti: certo aveva almeno dieci anni più di lui, e chiamarlo “ometto” non era propriamente cortese –nonostante la sua bassa statura lasciasse in Eren delle opinioni contrastanti-, ma non poteva negare che fosse estremamente affascinante. Quando poco prima si trovava stretto nella presa di Levi ed era così vicino al suo corpo, aveva sentito un profumo forte e inebriante bruciargli le narici; gli tornò in mente quando, da piccolo, correva in mezzo al bucato steso ad asciugare da sua madre; quell’odore pulito, cristallino, che sa un po’ di felicità. Senza che se ne accorgesse, gli nacque sulle labbra un sorrisetto sincero.
“Suppongo tu non sia nelle condizioni di discutere di qualcosa, ora” Levi osservò l’espressione sorniona sul viso di Eren, e pensò che, se non se ne fosse andato subito, gli avrebbe spaccato la testa contro il muro. Ma non appena fece per girare i tacchi, quello lo fermò.
“C-capitano! Io volevo dirle che…” che cosa? Il ragazzo cercava una scusa per trattenerlo ancora un po’, per essere al centro del suo interesse momentaneo. Il capitano, però, era ogni secondo sempre più infuriato; poteva in qualche modo leggerlo nei suoi occhi che si facevano pian piano più sottili, nonostante il suo volto rimanesse sempre impassibile. Sentì la nausea montargli nuovamente nello stomaco.
“Parla, moccioso, non ho tempo da perdere”
Eren si sentiva stranamente intraprendente, cosa che mai gli era successa con il capitano Levi. Per quanto dimostrasse il suo coraggio in qualsiasi occasione lo richiedesse, non appena percepiva il suo sguardo bruciante giudicarlo, diventava un disastro ambulante. Aveva l’occasione di essere totalmente sincero e di dimenticarsene poi, senza sensi di colpa né rimorsi; ma erano circondati dai suoi compagni, alcuni dei quali parevano improvvisamente interessati a ciò che stava per dire.
“Volevo dirle che…” … che è un uomo eccezionale. Lei è affascinante, elegante, e di bella presenza. E credo anche di starmi innamorando di lei. Era deciso a dirgli tutte queste cose, ma quelle parole erano troppo grandi per non incastrarsi in gola.
 “… la stimo molto”
Per la prima volta, Eren vide un accenno di stupore sul viso di Levi. Il capitano non sapeva se fosse il delirio di un ubriaco o se si trattasse della pura verità, ma ne fu comunque in qualche modo lusingato. Era passato molto tempo da quando qualcuno gli aveva rivolto una parola carina. Ci fu uno scambio di sguardi carico di cose non dette, ed Eren capì: Levi gli era riconoscente. Arrossì.
“Moccioso, non costringermi a romperti il naso”
Il ragazzo sorrise sognante; mai prima di quel momento una minaccia era suonata tanto piacevole.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: Longview