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Autore: Ghost Writer TNCS    21/01/2018    4 recensioni
Raémia è un mondo ricco di magia, dove i contadini vivono del lavoro nei campi, i soldati in armatura girano da un villaggio all’altro per garantire pace e sicurezza, e i saggi maghi offrono i propri servigi in cambio di cibo e rispetto.
I numerosi Reami, popolati da altrettante specie diverse, sono posti sotto il controllo di sei Re: persone illuminate che garantiscono pace e prosperità al mondo intero. O almeno così era un tempo. Oggigiorno i Re si preoccupano più che altro di godersi le proprie ricchezze, e i nobili cercano sempre nuovi espedienti per guadagnare maggiore potere.
In questa precaria situazione, Giako – un Gendarme solitario cresciuto da una strega – verrà a conoscenza di una grande macchinazione volta a ribaltare gli equilibri del mondo. Da solo non potrebbe fare nulla, ma questa volta non sarà solo: quante persone servono per salvare il mondo?
Domande? Dai un'occhiata a http://tncs.altervista.org/faq/
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '2° arco narrativo'
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15. L’ombra della guerra

Rossweisse era seduta nella sala delle riunioni, in attesa della Regina Blu come gli altri consiglieri. I suoi capelli argentei erano raccolti in tre trecce aderenti sul lato sinistro, a destra invece scendevano morbidamente fino all’altezza del mento. I suoi occhi erano senza pupilla, difficili da scrutare e dello stesso colore dei capelli. Intorno al polso sinistro portava una bracciale dorato dalle linee semplici: su di esso c’era solo una linea in rilievo e un po’ più scura le cui estremità si avvicinavano descrivendo due archi, come a volersi avvolgere a vicenda. La cicatrice sul sopracciglio sinistro suggeriva fosse un’amazzone, così come i robusti abiti di cuoio. Ma lei non era solo un’amazzone: lei era una semidea e, ancora giovanissima, era diventata una valkyrja. Non c’era da stupirsi se godeva della fama di essere una spadaccina senza eguali.

Un rumore di passi destò le sue orecchie leggermente a punta e adornate da diversi orecchini. La sovrana aveva varcato l’ingresso dell’ampia sala e il soffitto alto aveva accentuato il rumore dei suoi tacchi. La faunomorfa raggiunse il suo posto e si sedette con solenne eleganza. Il massiccio tavolo intorno a cui erano riuniti aveva una forma circolare e le raffinate sedie erano tutte uguali, eppure l’aura della Regina riusciva a farla spiccare tra tutti i presenti.

«Perdonate l’attesa, ma ho delle importanti novità» affermò Pentesilea. «Bengal Moros, che credevamo morto, è stato curato ed è riuscito a contattarmi.» Sapeva perfettamente che si trattava di una bugia, tuttavia la resurrezione era una pratica proibita oltre che malvista, dunque era preferibile non farne parola con nessuno. «Negli ultimi tempi ha agito sotto copertura per individuare il laboratorio dell’alchimista che sta producendo le spade magiche, ma oltre a questo ha scoperto una cosa estremamente importante: il Governatore Grangér di Grandeforêt è in combutta con i ribelli e li sta finanziando.» Un vociare sconcertato animò la grande sala riunioni. «Ma non è tutto. Il suo obiettivo è spodestare i Re e prendere il potere, e probabilmente non è l’unico Governatore coinvolto.»

«Questo è intollerabile!» esclamò un faunomorfo battendo il pugno sul tavolo. «Dobbiamo mandare immediatamente l’esercito!»

Pur non avendo aperto bocca, Rossweisse si accorse di avere gli sguardi di tutti puntati addosso. La cosa non la stupì: lei era la massima autorità militare dei Reami Blu, quindi il suo parere avrebbe avuto un peso notevole su una simile questione.

«Lord Sarantos, ci sta suggerendo di assediare una delle nostre capitali?»

Il faunomorfo si girò, gli occhi castani ancora più ardenti di prima. La giovane che aveva aperto bocca resse il suo sguardo con espressione glaciale. Era una canidiana di tipo volpe, facilmente riconoscibile grazie alla tipica coda e ai capelli lisci e rossi come il sangue. I suoi occhi erano verdi e metallici, e come Rossweisse, indossava abiti da guerriera: con ogni probabilità era anche lei un’amazzone.

«Preferite aspettare che sia lui ad assediare noi, Derinoe?» la punzecchiò il consigliere.

«Ovviamente no. Mi permetto solo di farvi notare che una simile decisione implicherebbe più danni che benefici.»

Il faunomorfo stava per aprire bocca, ma la Regina la anticipò: «Smettetela!» E poi, in tono più calmo ma duro, aggiunse: «Derinoe, vi ricordo che siete qui per imparare, non per darci lezioni.»

«Vi prego di perdonarmi» si scusò la canidiana chinando il capo, ma le sue orecchie da volpe non persero la propria sicurezza.

«Tornando a Bengal Moros, mi ha informata che l’alchimista è un myketis di circa quarant’anni di nome Zénon Des Rosiers. Con ogni probabilità per trovarlo dovremo trovare il nuovo laboratorio, e Moros mi ha assicurato che si metterà subito al lavoro per individuarlo.»

I presenti continuarono a discutere per quasi mezz’ora su come affrontare la minaccia dell’alchimista, ma soprattutto su quale fosse il modo migliore per fermare il Governatore di Grandeforêt: dovevano lanciare un chiaro segnale che i traditori sarebbero stati puniti in maniera esemplare. Alla fine si decise di lasciare piena libertà d’azione a Rossweisse, a patto che Jérome Grangér fosse catturato il primo possibile per essere processato al cospetto della Regina Blu.

Stabiliti i termini della loro missione, la semidea e la canidiana si congedarono, lasciando alla Regina e agli altri consiglieri l’onere di discutere degli altri problemi che affliggevano i Reami Blu.

«Il tuo intervento non è stato molto diplomatico» affermò Rossweisse quando furono sole.

«Non volevo essere diplomatica» ribatté Derinoe, impassibile.

Il capo dell’esercito non si stupì di una risposta tanto tagliente: la canidiana era stata sempre fredda e determinata, a tratti perfino spietata. Eppure aveva un grande talento nel gestire le situazioni più critiche nel migliore dei modi, per questo l’aveva portata con sé durante l’ultima missione in qualità di sua seconda in comando.

Rossweisse aveva già deciso che sarebbe stata Artemis la sua erede, tuttavia era convinta che Derinoe sarebbe stata la vice ideale della felidiana. In un certo senso la riteneva l’erede naturale di Persephone, anche se la canidiana sembrava ancora più insensibile della metarpia con un occhio solo. Artemis era un faro che sapeva ergersi a guida delle sue compagne, mentre Derinoe aveva una risolutezza glaciale, un lato oscuro e mai nascosto che le permetteva di prendere la decisione migliore per il bene comune, anche a costo di sembrare spietata. Rossweisse era molto più vecchia di quel che sembrava, eppure non aveva mai conosciuto una persona così “malvagiamente buona”.

«Hai qualche idea su come dovremmo fare per catturare il Governatore?» domandò la semidea.

«Sì, ho un’idea. Vorrei portare meno amazzoni possibili, direi una trentina, se possibile tutte su strigidi[20]. Dobbiamo dare per scontato che tutti i soldati della capitale siano dalla parte del Governatore, quindi credo che la cosa migliore sia un attacco a sorpresa nel cuore della notte: entriamo, prendiamo il Governatore e lo portiamo qui.»

Gli strigidi erano una razza di grifone prevalentemente notturna in grado di volare senza produrre il minimo suono. Erano senza dubbio i più indicati per le incursioni di notte e gli attacchi a sorpresa.

«Sì, potrebbe funzionare» rifletté Rossweisse. «Però così lasceremmo Grandeforêt senza un capo. Ci vuole un reggente che sappia prendere in mano la situazione e mantener l’ordine prima che scoppino delle rivolte.»

«Lo so, pensavo potessi farlo tu. Per portare via il Governatore basteranno cinque amazzoni, le altre rimarrebbero alla capitale per aiutarti a tenere sotto controllo la situazione.»

La semidea continuò a rimuginare sul piano per verificarne la fattibilità. In effetti sembrava un buon piano, dovevano solo definire tutti i dettagli e preparare qualche valida alternativa.

Il Governatore di Grandeforêt non era stupido: se si era alleato con i ribelli, di sicuro era pronto a fronteggiare l’ira della Regina Blu e delle sue amazzoni. Dovevano essere brave a coglierlo di sorpresa per vanificare qualsiasi tentativo di resistenza.

***

Era calata la notte su Grandeforêt e Giako se ne stava seduto su un masso con un quaderno tutto consumato tra le mani. Non stava leggendo: era con le spalle rivolte al fuoco e il suo sguardo era rivolto alla foresta, concentrato ad ammirarne la cupa pacatezza. Shamiram gli aveva assicurato che le sue percezioni magiche l’avrebbero avvisata per tempo di qualsiasi minaccia, tuttavia gli piaceva gustarsi quegli istanti di solitudine, ascoltando il crepitio del fuoco e i sospiri del vento.

«Ehi, tutto bene?»

Era stata Jehanne a parlare. Il Gendarme si voltò quel tanto che bastava a osservarla mentre si sedeva accanto a lui.

«Sei silenzioso» gli disse la giovane. Dopo un attimo si corresse: «Intendo, più del solito.»

Il Gendarme si strinse nelle spalle.

L’umana gli diede una leggera gomitata. «Dai, annoiami un po’ così mi addormento.»

Giako non riuscì a trattenere un mezzo sorriso. «Come vuoi… Il fatto è che… Insomma, mi sento un po’ inutile. Ora che ci sono Bengal, Shamiram e Alisha, non hai più bisogno di me.»

Jehanne si prese qualche secondo per riflettere prima di rispondere. «Sarò sincera: forse hai ragione. Ma non fraintendere, questo non vuol dire che voglia fare a meno di te. Se non fosse stato per il tuo aiuto, non avrei mai incontrato Bengal. Chissà, magari è per questo che gli Astrali mi hanno mandata da te e non da Shamiram.»

Il Gendarme rimase in silenzio.

«Però hai anche torto. Mi spiego: pensa a un esercito, o anche al Corpo di Gendarmeria: un solo Gendarme è quasi inutile se paragonato all’intero Corpo, ma è proprio la “piccola utilità” del singolo che permette al gruppo di fare la differenza. Giako, tu hai già fatto la differenza, e puoi continuare a farla. La Storia ricorda i nomi dei generali, ma sono i soldati che vincono le battaglie.»

Il mezzelfo rifletté con attenzione su quelle parole. In effetti Jehanne aveva ragione: probabilmente nessuno si sarebbe ricordato di lui, tuttavia il suo contributo poteva indirizzare le cose in una direzione piuttosto che in un’altra. E poi tanto la fama non lo aveva mai allettato: meglio una vita tranquilla con la consapevolezza di aver fatto del proprio meglio. «Grazie, lo terrò a mente.» E dopo un attimo aggiunse: «Sei… saggia.»

L’espressione di Jehanne tradì la sua soddisfazione. «Davvero?»

Giako rimase un attimo pensieroso. «In realtà non ne sono sicuro.»

La giovane fece una smorfia di disappunto e gli rifilò un pugno sul braccio. «Meglio che vada a dormire. Tu lavora sulla loquacità, e io mi occuperò della mia saggezza.»

Il mezzelfo sorrise e annuì. «Farò del mio meglio» aggiunse.

L’umana andò a stendersi e poco dopo anche Giako ripose il suo logoro quaderno e si preparò a riposare.

Alisha, sdraiata accanto a Bengal, sorrise lievemente. Vinta dalla curiosità, aveva ascoltato lo scambio di battute fra il mezzelfo e l’umana, e ne era rimasta stupita: Giako era sempre stato un tipo introverso, non l’aveva quasi mai visto giocare con altri bambini ed era solito viaggiare sempre da solo. Mai si sarebbe aspettata di sentirlo parlare così apertamente e scherzare con qualcuno.

Era davvero felice che lui e Jehanne si fossero incontrati.



Note dell’autore

Ciao a tutti!

Come anticipato nel capitolo precedente, la guerra è alle porte, ma Pentesilea vuole comunque fare di tutto per evitarla. E ovviamente un incarico tanto delicato non poteva che assegnarlo alla sua guerriera più capace: Rossweisse.

La semidea e Derinoe devono preparare il loro attacco a sorpresa ai danni del Governatore. Catturarlo sarebbe un duro colpo ai ribelli, sia tatticamente che per il morale, ma sicuramente non sarà facile.

Nei prossimi capitoli pubblicherò un disegno per la “malvagiamente buona” Derinoe, questa volta però è il turno di Rossweisse:

Rossweisse (AoD-1).svg

Per mantenere viva la “tradizione” dei discendenti, questa volta vi ricordo che la semidea è anche la madre adottiva di Alphard di L’ascesa delle Bestie :)


Nella parte finale sono tornato dal gruppo di Giako e in particolare il mezzelfo ha potuto dare voce ai suoi dubbi. In un gruppo come quella che è venuto a formarsi, il Gendarme è sicuramente quello più “ordinario”, ma Jehanne crede in lui e in ciò che ancora può fare per il mondo.

E Alisha, origliando un po’ la conversazione, ha potuto appurare che il suo semi-figlio/fratellino ha finalmente trovato qualcuno con cui aprirsi ^.^


Grazie per aver letto e a presto! XD


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[20] Da Strigidae, la famiglia di rapaci di cui fanno parte uccelli notturni come i gufi.

   
 
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