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Autore: izzie_sadaharu    23/01/2018    3 recensioni
La Casa è un'associazione di viaggiatori nel tempo, il cui scopo è prevenire le Crepe e lasciare che la storia faccia il suo corso. Baekhyun ne è un membro da ben cinque anni, per cui non si sconvolge più di tanto quando gli viene assegnata una missione nella Germania degli anni Venti.
[CHANBAEK] [Side!Kaisoo] [Side!tante altre coppie che si vedono e non si vedono]
Genere: Angst, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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3   

 

 

 

 

 

«Già sveglio, amore?»

Jongin non aprì bocca. Rimase immobile, come pietrificato, a osservare il profilo nascosto dalle ombre della persona davanti a lui. Lo stava stringendo dolcemente, in un abbraccio sensuale e dal sapore di casa. Non la sua, però. Jongin si irrigidì, ma non disse nulla.

«Che hai, stai male?» La stretta sulla sua vita si sciolse con delicatezza, e dopo qualche secondo una luce soffusa si spanse per la stanza, evidenziandone in un caldo gioco di luci e ombre alcuni elementi: l'imponente armadio scuro, la scrivania in un angolo, il profilo della porta chiusa alla destra del letto. Jongin, tuttavia, non prestava particolarmente attenzione all'ambiente che lo circondava: era rimasto congelato a fissare il ragazzo di fronte a lui, che aveva appena acceso il lucernaio sul comodino accanto al letto e ora lo guardava preoccupato. «Tutto bene, Ninì?» Il viso dolce, gli occhi grandi e carichi di una miscela di sentimenti profondi, le labbra a cuore leggermente spinte leggermente in avanti. Jongin, a quanto pareva, conosceva questa persona. E questa persona conosceva lui.

 

 

**

 

 

Completamente immerso in una vasca di rame piena di acqua calda, Baekhyun decise che sì, decisamente i pensieri prendono una forma più consistente quando si sta rilassati e al caldo. Chanyeol gli aveva allungato una saponetta alla lavanda e pervinca, annunciando di averla preparata lui stesso in casa. «Ti pare che un fioraio non sappia fare le saponette?», aveva aggiunto con un sorrisetto, notando la sua espressione sconvolta. Ora un delicato profumo di fiori solleticava le sue narici, e una soffice schiuma bianca accarezzava i muscoli stanchi. Si era fatto anche prestare un sapone che, a detta di Chanyeol, lo avrebbe aiutato a togliersi quel “coloraccio marcio” dai capelli. Dubitava che avrebbe funzionato – diamine, quella volta si era fatto fare una tinta extra-strong che sarebbe dovuta durare per almeno altri due mesi -, ma non se l'era sentita di rifiutare la proposta del gigante. Evidentemente, non sopportava proprio quel colore. Che poi, cosa diamine interessava a Baekhyun se a Chanyeol non piacevano i suoi capelli? Effettivamente, in questo periodo storico non sarei ben visto da nessuna parte, se mi presentassi con questi capelli. Seppur a malincuore, Baekhyun giunse a questa conclusione con uno sbuffo. Questa gente aveva seriamente bisogno di una svecchiata. Immerse il viso nell'acqua calda fin sopra il naso, lasciando che gli lambisse leggermente le ciglia degli occhi chiusi. Chissà dove era finito Jongin. Mentre lui era in vasca, Chanyeol si era offerto di controllare la finestra al posto suo, e Baekhyun aveva accettato con un sorriso. Non sapeva cosa lo portasse a fidarsi di quel ragazzo così, su due piedi, tuttavia proprio non ce la faceva a pensare che fosse malintenzionato; forse erano quegli occhioni pieni di innocenza, o forse erano i sorrisi che gli aveva rivolto di tanto in tanto. Forse era puro istinto maschile – esisteva una cosa simile? -, fatto sta che non poteva non rispondere a quei sorrisi limpidi con sguardi altrettanto puri e fiduciosi. Si stava rammollendo, era la sola spiegazione.

«Baekhyun? Tutto bene là dentro?»  La voce profonda di Chanyeol risuonò da dietro la porta. Baekhyun riemerse con un sospiro soddisfatto. «Sì! Grazie, Chanyeol. Nessuna novità dal fronte?»

Seguì un attimo di silenzio, poi sentì la voce di Chanyeol pregna di puro panico. «Che fronte? Oddio, Baekhyun, è successo qualcosa? So che in Italia è morto un politico in giugno, è stata dichiarata guerra da qualcuno?»

Baekhyun soppresse una risata. «Cosa? No! Almeno, non anc-» Si trattenne, mordendosi le labbra. «Comunque, è solo un modo di dire! Nessuna traccia del mio amico?»

Sentì uno sbuffo di sollievo tinto di risentimento. «Mi hai spaventato... Comunque, no. L'unica che è passata nella via è Welm, la prostituta del quartiere. Ma dubito che fosse lei la persona che stai aspettando.»

«No, infatti...» Baekhyun si alzò in piedi e cominciò a risciacquare via il sapone, apprezzando la sensazione dell'acqua calda che scorreva lentamente sulle sue membra rigide. Uscì con lentezza, tentando in tutti i modi di non scivolare sul pavimento in legno, per poi avvolgersi in un accappatoio enorme e soffice. Inspirò a pieni polmoni, e si rese conto che con tutta probabilità apparteneva a Chanyeol: era pregno del suo profumo dolce, di vaniglia e mele. Dopo essersi asciugato ed avere infilato gli abiti che gli aveva prestato Chanyeol, in attesa che i suoi si asciugassero dopo il lavaggio, uscì dalla stanza con un sospiro soddisfatto. Era preoccupato per Jongin ma, d'altro canto, capitava abbastanza spesso che i due Viaggiatori venissero spediti in due parti diverse della città. Lui stesso, al primo viaggio, era arrivato in una zona completamente diversa da quella del suo accompagnatore, Heechul. Si trattava di normali esperienze lavorative, che tutti prima o poi provavano sulla propria pelle. Certo, Jongin era ancora molto giovane e pronto ad andare nel panico, ma questa esperienza gli sarebbe servita per crescere, sia sul piano professionale che su quello personale. Un po' come lasciare casa per la prima volta, per normali teenager. Per lui, beh, era un discorso un po' diverso.

Si diresse verso quella che si ricordava essere la stanza di Chanyeol, e bussò alla porta socchiusa. «Entra pure!»

Aprì la porta, e subito sentì qualcosa che sfregava sulle gambe. Abbassò lo sguardo e sorrise: un grosso gatto grigio e bianco stava tentando la scalata del Nuovo Monte Umano, miagolando piano.

«Si chiama Katze. Per gli amici Kat.»

Baekhyun ridacchiò. «Hai chiamato il tuo gatto Gatto*?»

Chanyeol si strinse nelle spalle. «È una gatta, comunque. Puoi accarezzarla, se vuoi: non graffia.»

Baekhyun si inginocchiò di fronte al gatto con un sorriso e tese la mano di fronte a sé. Katze spinse il muso verso di essa, facendo le fusa. «Adoro i gatti.»

«A giudicare dalla sua reazione, anche lei adora te.»

Baekhyun ridacchiò sommessamente. Sperava che anche Jongin si trovasse in un ambiente altrettanto confortevole come quello in cui si trovava lui.

 

 

**

 

 

Dopo una serie di ragionamenti e valutazioni che gli erano parse infinite, Jongin appurò che sì, sarebbe potuta andargli decisamente peggio: dopotutto, si trovava in una casa calda, con davanti una tazza di caffè fumante e biscotti dall'aria appetitosa, e un ragazzo dall'aria eterea che lo osservava con un sorriso dolce sulle labbra.

«Hai fame, eh, Ninì?»

Jongin annuì titubante. Non aveva la minima idea di che carattere avesse il Jongin che questo ragazzo conosceva (e a quanto pare amava) – diamine, non sapeva nemmeno il nome del suo benefattore!-, e non aveva la benché minima idea di come dovesse rapportarsi con lui. Doveva essere dolce? Simpatico? Allegro? Ombroso? Nel dubbio, decise che la cosa migliore da fare fosse comportarsi normalmente. Tanto, se ne sarebbe dovuto andare da quella casa di lì a poco.

«Scusa se il cibo è poco. Dalla settimana scorsa mi è rimasto solo mezzo sacchetto di caffè e qualche pugno di farina. Non ho potuto racimolare altro.»

Jongin sgranò gli occhi, trattenendosi a stento dallo sputare il biscotto che aveva appena addentato. «Hai così poco in dispensa? E hai fatto i biscotti?!» Si rese conto che stava mangiando solo lui, e che il ragazzo non aveva toccato cibo né caffè. «Oddio, ma li hai fatti solo per me?» Allungò la tazza di caffè verso il moro, che lo guardò stranito. «Jongin?»

Il più alto scosse la testa, basito. «Dividiamoli, almeno, i biscotti!» Ce n'erano solo tre, e Jongin li allungò tutti verso il suo ospite. Questi, dal canto suo, si limitò a guardarlo, un'espressione indecifrabile dipinta sul suo volto. «Ti senti bene, Jongin?»

Jongin annuì convinto. «Dai, mangia qualcosa anche tu. Ehm... amore

Se possibile, gli occhi del ragazzo diventarono ancora più grandi. Non disse niente. In quel clima di imbarazzo (da parte di Jongin) e statuario sospetto (il padrone di casa), all'improvviso sentirono bussare alla porta, e una voce melodiosa provenire da dietro di essa. «Kyungsoo? Sei in casa?»

Il ragazzo – che Jongin finalmente scoprì chiamarsi Kyungsoo – si riscosse, e annuì vigorosamente. «Entra, Frieda! Non far finta di non avere le chiavi!»

Si udì una risata cristallina, accompagnata dal rumore delle chiavi che giravano nella toppa. Dopo qualche istante apparve in cucina una giovane donna, bionda e con vivaci occhi verdi. Rivolse un sorriso radioso a Kyungsoo. «Ciao, Soo.» Il sorriso le morì sulle labbra quando lo sguardo si posò su Jongin. «Oh. Ci sei anche tu.»

Jongin non sapeva esattamente come reagire. Represse a stento l'istinto di alzarsi e inchinarsi in forma di rispetto e saluto, e si passò una mano tra i capelli. «Ciao, ehm... Frieda.»

«Ah, adesso improvvisamente sai come mi chiamo e come si saluta la gente? Vai a cagare, stronzo.»

Jongin impallidì. Si schiarì la gola, incerto, poi tentò di sorridere. «Scusa, ehm...» Si ricordò tutt'ad un tratto una delle prime cose che Baekhyun gli aveva detto, anni prima, al suo ingresso alla Casa. “Può capitare che tu debba impersonare qualcuno anche contro la tua volontà... a me è successo un paio di volte. Ricordati, Jongin: abbandona te stesso, e abbraccia l'identità della persona che devi diventare.” Inspirò a fondo. A quanto pareva, il Jongin della Germania del 1924 aveva litigato con Frieda, quindi lui stesso doveva comportarsi di conseguenza. «Frieda, sempre la solita figlia di cagna, a quanto vedo.»

Kyungsoo sgranò gli occhi. «Dai, amore...»

La donna scoppiò a ridere senza allegria. «Soo, attribuire la parola “amore” ad una persona come questo verme è un insulto al vocabolario tedesco! Questo figlio di cane, se potesse, manderebbe al rogo tutti gli ebrei! Hai visto come si è comportato con Taemin, no? Eppure era il suo amico di infanzia!»

Jongin digrignò i denti. A quanto pareva, la farsa “diventerò nazista e ne sono fiero” era già iniziata. Decise di non rispondere, ma si alzò da tavola con un sospiro. «Beh, Kyungsoo, è ora che vada. Mangia i biscotti e bevi il caffè prima che si freddi, mi raccomando.» Fece per andarsene, ma venne bloccato dalla mano morbida di Kyungsoo sul suo avambraccio. «Sei strano oggi, Ninì.» Lo sbuffo esasperato di Frieda fece da sottofondo ad uno sguardo dolce di Kyungsoo, che fece arrossire visibilmente Jongin. Non ebbe modo di allontanarsi – e non era nemmeno sicuro di volerlo fare - , quando Kyungsoo si alzò sulle punte e lo baciò delicatamente sulle labbra, lasciando che la lingua accarezzasse lascivamente il labbro inferiore di Jongin. Si staccò con un sorriso, lasciando il più alto imbambolato a fissarlo. «A lunedì.»

«S-sì... a lunedì.» Balbettò Jongin.

Per la miseria!

 

 

**

 

Quel soldato era davvero bello, non c’è che dire: alto, dal fisico asciutto e muscoloso nei punti giusti, e uno sguardo intelligente e velato di dolcezza. Raro, per un uomo addestrato ad uccidere. Questo, tuttavia, non giustificava Baekhyun: non era ammissibile che un soldato che combatteva per la corona inglese si mettesse a baciare dietro ad un albero uno che lottava per la Cina. Non durante la Guerra dell’Oppio, per l’amor del cielo.

Tuttavia, non era proprio riuscito a trattenersi: nemmeno sapeva il suo nome, eppure era bastato un attimo, uno scambio di occhiate eloquenti ed eccoli lì, avvinghiati l’uno all’altro, a gemere l’uno nella bocca dell’altro, a godere del calore l’uno del corpo dell’altro.

Non sapeva chi fosse, e nemmeno gli interessava: aveva un sapore troppo buono, perché Baekhyun si mettesse a preoccuparsi di scemenze di questo tipo. Sospirò tra le labbra rosse del soldato, accennando un sorriso mentre le mandi grandi del cinese gli accarezzavano i fianchi. Un altro bacio sulle labbra, e Baekhyun si staccò. Il più alto allontanò le mani dal suo corpo, nella lentezza dei movimenti era evidente la riluttanza. Lo guardò, senza dire una parola, mentre Baekhyun si allontanava in silenzio.

Un unico, fugace sorriso fu il solo loro addio.

 

 

 

 



 

(*) Katze vuol dire “gatto” in tedesco 





________________  

Che dire! Sono in ritardo di qualche giorno, ma alla fine ce l'ho fatta! 
Quanto è ciccino Soo dal livello 1 al livello pinguino? Quanto è caruccio Chanyeol? Quanto mi state odiando per queste domande?
Baekhyun coglie ogni occasione buona per farsi qualcuno durante i suoi viaggi, che vuoi che sia. Proprio incorreggibile, pfft. 

Voglio ringraziare tutti coloro che stanno seguendo la storia, siete fantastici ♥ Tengo talmente tanto a questa fanfiction, che vedere che vi sta interessando mi scalda proprio il cuore! *vi abbraccia uno a uno piangendo arcobaleni*

Il prossimo capitolo non dovrebbe tardare, se non altro perchè è quasi pronto per essere pubblicato, ma conoscendomi preferisco non dare false indicazioni.
Spero che anche questo capitolo, sebbene di passaggio, possa esservi piaciuto... alla prossima! (◕v◕)

 

   
 
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