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Autore: _katherine_lls    23/01/2018    1 recensioni
Beatrice ha deciso di trasferirsi e di proseguire gli studi in Inghilterra convinta dalla sua migliore amica Serena che la definisce "la prima vera opportunità di cambiare la loro vita".
Un'opportunità che rischia di trasformarsi in tragedia quando scopre l'identità di uno dei ragazzi con cui dovrà condividere l'appartamento. Stando su un filo di lana Beatrice sembra aver trovato il giusto equilibrio ma la situazione andrà definitivamente a rotoli con l'arrivo di suo fratello dall'America.
Deve riuscire a proteggere le persone che amava e che ha imparato ad amare facendo scelte difficili, perché nessuna decisione può essere presa alla leggera quando c'è di mezzo la famiglia, anche se alla fine si tratta solo di legami di sangue.
Deve riuscire a fidarsi di se stessa e imparare a credere in una persona che ha disprezzato per lungo tempo perché è l'unico modo che hanno per uscirne vivi.
Ma come fai a fidarti di chi ti ha tradita? Come fai ad andare avanti quando tutti sembrano averti voltato le spalle nel vero momento del bisogno?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo appena finito di caricare la lavastoviglie con Jeremy. Da quando Serena era uscita infuriata dalla cucina non aveva più detto nulla. Aveva mangiato in silenzio e non aveva fatto nessuna delle battute che lo divertivano tanto. Mi aveva addirittura dato una mano a sparecchiare la tavola, quando di solito spariva in salotto e si piazzava davanti alla televisione.

Non avevo il coraggio di chiedergli nulla per paura della sua reazione e lui non sembrava neanche lontanamente intenzionato a dirmi che cosa stava succedendo.

Riccardo non era ancora tornato, ma conoscendolo sarebbe rimasto fuori per un bel po’ ancora, anche per tutta la notte probabilmente.

Jeremy stava controllando il cellulare, vizio che gli faceva smettere di fare qualsiasi cosa ogni due minuti, quando Serena entrò in cucina come una furia versandosi del caffè. Giusto perché le mancava qualcosa che la rendesse ancora più agitata e nervosa di quanto già non fosse!

-Ho chiamato mia madre! – disse appoggiandosi al bancone con i fianchi e trangugiando mezza tazza.

-E con questo? – chiese Jeremy lasciando momentaneamente perdere il cellulare. Non mi stupiva più di tanto la chiamata a sua madre, avevano un bel rapporto. Mi puzzava di più lo sguardo di sfida che aveva lanciato a Jeremy.

-Torno in Italia per dare una mano a mia sorella ad organizzare il matrimonio. Te l'avevo detto che si sposa a metà ottobre vero? – chiese con una faccina da angelo a Jeremy.

-Me lo hai accennato probabilmente! – ringhiò lui mentre il sorriso della mia migliore amica si allargava ancora.

-Bene, ti informo che parto la settimana prossima! –

-C’è la laurea della sorella di Riccardo la prossima settimana, non puoi partire quella dopo? – chiese Jeremy stringendo i pugni. Cominciavo a capire quale fosse il piano di Serena: partire con Riccardo in modo da lasciare me e Jeremy da soli nell’appartamento. Dio, la ucciderei adesso.

-No, parto tra cinque giorni, ho già comperato il biglietto dell’aereo! – rispose finendo il suo caffè e lasciando la cucina senza degnarmi nemmeno di uno sguardo.

Complimenti alla tua maturità, Serena! Per fare un dispetto al tuo migliore amico che ha appena litigato con il suo ti sei completamente dimenticata che sei riuscita a mettere nella merda anche me.

Tirai un calcio alla sedia e me ne tornai in camera. Non avevo alcuna intenzione di respirare la stessa aria di Jeremy ancora per molto visto che sarebbe stata la mia unica compagnia per le prossime due settimane e che sembrava sul punto di scoppiare.

 

***

 

Benissimo! Non sapevo se ringraziare di più Riccardo o Serena per le cazzate che erano riusciti a fare nelle ultime ventiquattro ore.

Il primo aveva fatto incazzare il migliore amico del fratello di Beatrice, alias uno stronzo e bastardo patentato, la seconda aveva organizzato un viaggio all’ultimo momento pur di lasciarmi per più di due settimane da solo con Beatrice nello stesso appartamento. Come se non avessi altri casini a cui pensare.

Avevo la testa che mi scoppiava a causa della sbornia micidiale che mi ero preso.

Non ero ancora riuscito a chiedere a Riccardo il motivo per cui, dall’alto della sua intelligenza, era andato a rompere le palle a Caleb. Tra tutte le persone presenti in discoteca proprio lui cazzo. Già non scorreva buon sangue tra i suoi amici e i nostri, mi mancava soltanto che lo facesse incazzare e che sparisse di casa sbattendo la porta e staccando il telefono.

Lessi velocemente il messaggio che mi aveva inviato mia madre più di due giorni fa e che avevo volutamente ignorato. Il suo ultimo messaggio diceva che mio padre aveva avuto un grave incidente d’auto ed era morto sul colpo, quindi di sicuro questo non portava buone notizie.  

Avevo tagliato ogni tipo di rapporto civile con lei, arrivando anche ad andare a studiare a più di cinquanta chilometri da casa, nell’appartamento che mio padre mi aveva comperato anni fa quando avevo deciso che sarei andato al college. Non gli erano mai mancati i soldi, e questo spiegava il motivo per cui mia madre lo aveva sposato e io ero ricco sfondato.

Quando aprii il messaggio per poco non mi soffocai con la mia stessa saliva.

Sapevo che i miei genitori non si amavano, ma non mi sarei mai aspettato che mia madre, dopo neanche cinque mesi dall’incidente di papà, avesse già organizzato le nozze con l’amante, l’uomo che grazie al cielo non avevo ancora avuto l’onore di conoscere.

Ancora per poco visto che tra esattamente due giorni avrebbe dato una festa alla sua mega villa ereditata e desiderava ardentemente la mia presenza, tanto da scomodarsi di mandare l’autista a prendermi. Dopo che non la sentivo e non mi facevo sentire dal funerale di papà.

Tirai un pugno alla testiera del letto e lanciai il cellulare il più lontano possibile da me. In questo momento avevo una fottuta voglia di piangere.

Perché giustamente un casino alla volta non basta mai. Prima Riccardo, poi Serena e adesso ci si metteva pure mia madre. Mi era rimasta solo Beatrice che non mi aveva ancora giocato qualche brutto scherzo, ma mi odiava. Quindi non sarebbe stato così ancora per molto.

L’avevo sempre trattata male, senza un motivo preciso. Io e lei non avevamo nemmeno mai litigato. Sin dalla prima volta che l’avevo vista al compleanno di Serena mi era sembrata una persona controllata e pacata, cosa che mi urtava altamente i nervi e che mi rendeva ancora più semplice prenderla in giro o darle fastidio. Poi quando avevo scoperto che era la sorella di Christian, il pezzo di merda che conosco dalla culla, avevo cominciato a divertirmi ancora di più a importunarla credendo che assomigliasse al fratello.

Poi quando mi sono reso conto che non era così, era già troppo tardi per tornare indietro o per smetterla perché aveva cominciato a lanciare frecciatine anche lei e se io non dicevo nulla trovava un pretesto per darmi fastidio o per fare qualche commento.

Ringraziavo il cielo perché lei non sapeva ancora che suo fratello era tornato dall’America dove si era rintanato insieme a quel gruppo di topi che sono i suoi compagni di gang. Da quanto avevo capito, quando i suoi genitori si erano separati alcuni anni fa, lui era grande abbastanza da scegliere con chi stare e aveva deciso di seguire il padre a New York perdendo ogni contatto con la mamma e la sorella.

Probabilmente Beatrice non era nemmeno a conoscenza della fama di suo fratello, buona e gentile come era con gli altri, non doveva nemmeno sospettare che il suo adorato fratellino fosse uno spacciatore e si divertisse ad andare in giro facendo sparire gente e spaventando a morte gli altri.

Adesso poi che era in Inghilterra speravo solamente che le nostre strade, dopo che avrò sistemato il casino di Riccardo sborsando qualche soldo, non si incontrassero più.

Dal casino che proveniva dall’altra stanza dedussi che la cara e piccola Bea era andata a chiedere spiegazioni a Serena che probabilmente non aveva le palle di ammettere tutta la verità. Anche un cieco si sarebbe accorto del motivo per cui lei voleva partire a tutti i costi insieme a Riccardo per un matrimonio che sarà tra due mesi e che è già stato completamente organizzato.

Uscii dalla mia stanza ed entrai in quella di Serena senza nemmeno bussare.

-Ma si può almeno sapere il perché? – stava urlando in quel momento Beatrice lanciando un vestito addosso a Serena che stava preparando la valigia.

-Che cazzo sta succedendo? – chiesi. Sapevo che Sere non era una cima nell’autocontrollo ma non avevo mai visto Beatrice perdere così tanto la pazienza. Aveva il viso rosso dalla rabbia, gli occhi ridotti pericolosamente a due fessure e stava cercando di trattenere le lacrime.

-Ho anticipato il volo! – spiegò Serena e io strinsi immediatamente i pugni lungo i fianchi. Avrei voluto saltarle addosso e soffocarla dal nervoso, ma dovevo trattenermi. Perché se l’avessi uccisa Riccardo non mi avrebbe di sicuro perdonato.

-E si può sapere perché o è un segreto? – chiesi mentre Beatrice cercava inutilmente di calmarsi facendo dei respiri profondi. Temevo di sapere il motivo della sua partenza ma volevo semplicemente farglielo ammettere. Guardai con una smorfia di disgusto la pila ordinata di vestiti del mio migliore amico che veniva messa all’interno della seconda valigia che stava preparando Serena.

-Allora? –

-Riccardo è partito dall’aeroporto cinque minuti fa con il primo volo per Venezia e a causa tua non si è nemmeno portato dietro nulla se non le chiavi dell’auto e il cellulare che probabilmente è anche scarico. Come credi che si vestirà in Italia? Con i sacchi della spazzatura? – mi chiese riducendo gli occhi a due fessure. Complimenti a Riccardo. Era riuscito ancora una volta e farle fare quello che voleva lui.

-Ti ha chiamata? E comunque a casa dei suoi ci sono ancora vestiti e può sempre andarseli a comperare! – berciai seccato. Lui apriva bocca e lei correva. Me ne ero accorto da poco che Serena si era presa una cotta per lui, esattamente l’ultima volta che Riccardo era rientrato con una delle tante ragazze che rimorchiava in discoteca.

-No, non mi ha chiamata. Ha lasciato il portafoglio e gli euro che non aveva ancora cambiato qua e i vestiti che ha dai suoi non gli vanno più bene. Lo sai anche tu! – mi rispose continuando a preparare le valigie. Beatrice era rimasta immobile con lo sguardo perso nel vuoto. Non aveva più detto nulla perché sapeva benissimo che Serena sarebbe partita lo stesso con una settimana d’anticipo.

-Sua madre gli presterà venti euro per una volta. Non puoi andare adesso in aeroporto. Sono le sei e dubito fortemente che ci sia un volo prima di domani mattina! –

-Sua madre non gli presterà nulla, e anche se lo facesse lui non accetterebbe nemmeno un euro dalla sua famiglia dopo che si è sempre guadagnato tutto. Credo di essere abbastanza grande da poter decidere da me cosa fare, e io ho deciso che vado in aeroporto! – sbottò lanciandomi un’occhiata di sfida. In risposta Beatrice uscì dalla camera chiudendosi dietro la porta e io la fulminai con lo sguardo.

-Abbi la decenza di mandarle un messaggio quando trovi un volo e quando atterri. A me non frega un cazzo ma lei ti vuole bene! – le dissi passandole il vestito che aveva posato sulla sedia e che le avevo regalato al suo compleanno.

-Da quando in qua ti importa di lei? –

-Non sono lo stronzo che lei pensa che io sia e lo sai benissimo! –

-Hai ancora paura di Christian? – mi chiese chiudendo la valigia. La sua abilità di cambiare discorso con così tanta nonchalance mi lasciava sempre stupito. Tuttavia alzai le spalle.

-Non mi fa paura, è solo imprevedibile. Tutto qua. Non si sa mai come reagisce! – le risposi. Non avevo paura né del fratello della mia coinquilina né tanto meno della sua gang di amici.  Semplicemente evitavo di finire nei casini anche quando non ce n’era bisogno.

-Vedi di trattarla bene e di evitare che le venga un esaurimento nervoso mentre sono via! – mi disse Serena attirando nuovamente la mia attenzione.

-Non ti preoccupare, mi hai battuto sul tempo. Glielo hai appena fatto venire tu un esaurimento nervoso. Se vuoi io posso provare a non peggiorare la situazione ma non ti assicuro nulla! – risposi accennando un sorriso e un saluto prima di uscire dalla sua stanza.

Sarebbero state due settimane e mezzo davvero difficili.

 
Note dell'autrice
Ciao a tutti. Questo è il nuovo capitolo di On My Way. Spero vi piaccia :)
A presto
  
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