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Autore: Ladyhawke83    23/01/2018    4 recensioni
Nota dell’autrice:
Questa OS mi è venuta così, di getto, di pancia, di istinto. Non ha un perché, ma la sento molto vicina a me.
I personaggi sono sempre quelli soliti, intorno a cui ruoto tutto il mio universo di deliri narrativi.
In questa storia tutto è ambientato in un AU! Moderno, anche se le relazioni e i riferimenti rimangono gli stessi de “la promessa del mago”.
Potete leggerla come un’originale fantasy, senza conoscerne il contesto, o il fandom di D&D.
La dedico alla mia anima affine, IrideNotturns, sperando che ti piaccia, questo per dirti che ti voglio bene, ed anche se siamo lontane, farò il possibile per essere al tuo fianco, se avrai bisogno di me.
Buona lettura!
Ladyhawke83
Genere: Fantasy, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Born at Dawn.

Nato all’alba.

 

Erano abbracciati, in quel grande letto, semi svestiti, lui le carezzava dolcemente, nel sonno, il pube con il dorso della mano, e l’anello che lui portava al dito indice le diede il solletico, oltre che una certa dose di eccitazione.

Da quanto non dormivano così vicini? Così intimi?

Isabeau non lo ricordava, per quanto si sforzasse, le uniche cose che le venivano in mente erano i litigi ed i nervosismi tra loro due, soprattutto da quando la druida aveva saputo che anche Niven aspettava un bambino, che sarebbe nato di lì a qualche giorno, e quel bambino sarebbe stato il figlio di Vargas.

La donna non lo voleva ammettere nemmeno a se stessa, ma quel fatto, la scelta del mago, e la sua nuova storia con Niven un po' la disturbavano.

Era gelosia? 

Era Invidia?

Era Amarezza?

La druida sapeva solo che al pensiero che Simenon Vargas avesse un figlio da un’altra donna, che non fosse lei, le si contorceva lo stomaco. Soffriva, eppure non ne aveva il diritto, perché anche lei aveva scelto una nuova vita, con Callisto affianco e la loro bellissima bambina Airis, quindi no, non poteva biasimare Vargas per aver fatto lo stesso. Più ci pensava, e più si intristiva, ed il suo rapporto con l’elfo, suo compagno, ci era andato di mezzo, almeno negli ultimi mesi.

Quella sera, però, era stato diverso, invece di litigare come sempre, su fantasmi e aspettative non adeguate, si erano concessi del buon vino ed una cenetta romantica, evidentemente avevano esagerato, perché Isabeau non ricordava di essersi svestita prima di coricarsi.

Quando le carezze di Callisto si fecero più intense, lei soffocò un gemito sulla sua spalla, ma lo stregone non si svegliò, forse sognava di far l’amore con lei, forse no, fatto sta che si limitò soltanto a respirare più forte, mentre le sue dita si muovevano sinuose e maliziose tra le pieghe della pelle calda e umida della druida, andando a toccare insistentemente il piccolo lembo di pelle nascosto, ma pulsante sotto il tocco dell’elfo addormentato.

“Sarebbe capace di fare l’amore senza nemmeno svegliarsi! E pensare che gli elfi non dovrebbero nemmeno dormire, figuriamoci comportarsi come sonnambuli!”. Pensò Isabeau, mentre tentava di svegliare il proprio compagno di letto.

“Ah…” La druida stavolta si lasciò sfuggire un piccolo grido di piacere, che finalmente ridestò lo stregone dal dolce sonno in cui era immerso.

“Ma cosa…” Disse lui, un po' imbarazzato, rendendosi conto di avere la mano tra le cosce di lei.

“Hai fatto tutto tu…” puntualizzò Isabeau, un po' dispiaciuta per il distacco brusco di Callisto dal suo corpo.

“Scusami” La voce dello stregone era un misto di tristezza, fastidio e rassegnazione.

“Non so cosa mi sia preso”. Il tono di Callisto era freddo come il ghiaccio, si voltò dall'altra parte, dandole la schiena nuda è segnata da profonde cicatrici, di cui lei per la maggior parte ignorava la causa.

“Ora dormiamo. Buonanotte…” concluse lui, senza lasciarle modo di ribattere.

“Sicuro di non volere nient'altro?” Domandò Isabeau, facendo scivolare la mano sulla sua erezione, che fremeva, costretta nei suoi pantaloni.

Callisto le scostò bruscamente la mano “No, stasera no, non voglio finire ad essere di nuovo un -suo- rimpiazzo… se vuoi il sesso vattelo a prendere da quel fottuto Mago mezzorecchie!”. Sputò fuori lui senza dosare le parole.

“Capisco…” sussurrò appena lei, sentendo già le lacrime salirle agli occhi. Il cuore chiuso in una morsa in fondo ai piedi, e la mente invasa da uno strisciante senso di vergogna e senso di colpa.

Isabeau si girò sul fianco dando anche lei la schiena a Callisto, provò a resistere, ma dopo pochi attimi, scoppiò in un pianto a dirotto.

Lo stregone provò a restare impassibile, ma le lacrime di lei ottennero l’effetto del sale gettato sulle ferite aperte, e gli fu impossibile resistere.

“Ehi, tesoro, non piangere. Sono ubriaco e stanco, non far caso alle mie parole…” le disse lui abbracciandola da dietro, ma lei continuava a singhiozzare e a sbiascicare mezze frasi sconnesse.

“Non mi ami più… io non ti piaccio più…” Isabeau ripeté queste parole un paio di volte, finché lui,esasperato non la strinse forte, impedendole di divincolarsi.

“Lo sai che non è così, ti ho sempre amato, ma non sopporto di sentire la sua presenza aleggiare fra noi, non ora che siamo una famiglia...” Callisto sembrò deciso, anche se sapeva già che le avrebbe fatto del male con quelle parole.

“È che non sopporto di vedere come Vargas tratta lei. Con me non ha mai fatto così, men che meno quando ero incinta di Nak’ell. Praticamente l’ho partorito da sola, e l’ho cresciuto da sola...” Ricordò lei con astio.

“E ti dà fastidio che, con Niven, lui sia diventato un compagno amorevole, ed anche un futuro padre presente?”. 

Lo stregone aveva capito al volo i sentimenti della druida, senza bisogno di porle quelle domande, ma voleva comunque farle ammettere la situazione, per quanto fastidiosa fosse, il mezzelfo aveva voltato pagina e lei doveva accettarlo.

Prima l’avrebbe fatto, prima fra loro sarebbe tornato un clima sereno, almeno così pensava Callisto.

“Mi manca, e non posso farci niente. Vargas è stato importante  per me, ed era il mio primo amore. Penso avrà sempre un posto speciale nel mio cuore” Ammise lei a fatica.

“Ma hai ragione tu, scheggia, devo andare avanti, dobbiamo andare avanti...”. La riflessione di Isabeau fu interrotta dalla vibrazione del suo smartphone, che per poco non cadde dal comodino lì accanto.

La donna lo prese e distrattamente guardò lo schermo, in fondo erano le due di notte, e lei desiderava solo dormire, si sentiva sfinita, triste, stanca.

Un messaggio attirò la sua attenzione, risvegliandomi suoi sensi intorpiditi in un attimo, il mittente era Simenon Vargas.

“È il momento… 

e lei ha chiesto di te. 

Vieni subito!”.

S.V.

 

Il testo era stringato, e il mago non si era nemmeno scusato per aver scritto a notte fonda, ma era comprensibile, pensò Isabeau, stava per diventare padre per la seconda volta, dopo vent'anni, chi non sarebbe stato concitato e confuso al suo posto?

La druida, appoggiò il cellulare, ed in un attimo sgusciò fuori dalle coperte e dal caldo abbraccio di Callisto.

“Che succede?” Chiese lui, con aria assonnata e perplessa.

“Niven… devo andare…” Gli rispose di fretta lei, mentre rapida come un fulmine, indossava i vestiti e gli stivali.

In un attimo era già quasi pronta, si stropicciò il viso, nel tentativo di svegliarsi, si ravvivò i capelli scompigliati, infilandosi la tracolla sulla spalla sinistra. Ritornò in camera da letto e riagguantò il cellulare, che stava scordando, dal comodino e in pochi passi già sulla porta di casa.

“Ehi! Non dimentichi niente tesoro?” Le gridò uno scontento stregone dalla camera da letto.

Lei scosse la testa, tornando indietro da Callisto, che nel frattempo stava seduto a torso nudo, e gli diede un bacio fugace.

“Finiremo di parlare più tardi. Ora devo andare…” Disse lei, un po' sulle spine.

“Devi per forza andare tu da lei? Non puoi mandare qualche altra druida del tuo Circolo?” Chiese lui, trattenendola per una manica.

“Niven ha chiesto di me. Lei c’era su quella maledetta nave quando è nata Airis. Ricordi?… Glielo devo, come druida e come amica…”. Sottolineò lei e, nella voce e nei modi, si percepiva la preoccupazione di Isabeau, mista ad una certa sofferenza non espressa.

“Andrà tutto bene, ti farò sapere io, tu riposa”. Gli disse infine lei, mentre varcava la soglia di casa, dopo essersi liberata dalla presa dell’elfo dai capelli bianco-celesti.

“Ti amo…” Disse lui, mentre lei uscendo gli dava le spalle.

“Lo so” Rispose semplicemente lei, e mentalmente si preparò ad aiutare Niven, in quel difficile, ma intenso momento, aspettando insieme a  lei, che il piccolo Viktor Vargas venisse al mondo, tra  lacrime  di gioia e di fatica, un paffuto e perfetto mezzelfo, baciato dalle prime luci dell’alba di una calda mattina d’estate.

 

 

Nota dell’autrice:

Questa OS mi è venuta così, di getto, di pancia, di istinto. Non ha un perché, ma la sento molto vicina a me.

I personaggi sono sempre quelli soliti, intorno a cui ruoto tutto il mio universo di deliri narrativi.

In questa storia tutto è ambientato in un AU! Moderno, anche se le relazioni e i riferimenti rimangono gli stessi de “la promessa del mago”.

Potete leggerla come un’originale fantasy, senza conoscerne il contesto, o il fandom di D&D.

La dedico alla mia anima affine, IrideNotturna, sperando che ti piaccia, questo per dirti che ti voglio bene, ed anche se siamo lontane, farò il possibile per essere al tuo fianco, se avrai bisogno di me.

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