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Autore: kymyit    24/01/2018    1 recensioni
[Digimon Xros Wars: The Young Hunters Who Leapt Through Time]
SPOILERS!!!
-Siamo vincolati indelebilmente. Io e tu, Astamon. Non puoi scacciarmi. Il tuo programma è incompleto e finiresti per diventare un rifiuto digitale irrecuperabile, mentre io... - Ryouma si concesse una risatina che fece rizzare i capelli in testa al digimon. -Per sopravvivere, dovrei rifugiarmi nel corpo di qualcun altro e… ci sono già, come puoi vedere.-
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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“My dearest little thing,

I can’t turn my back on you”







From the fire that burns inside, consuming
I fight to stand up but I can't breathe
The voices scream, the enemy takes over everything
This is the madness in me
(Madness in me, Skillet)







Aveva atteso con impazienza, si era aggrappato ossessivamente a quella speranza sottile come un filo di ragnatela, ma sembrava che quel momento mai giungesse. Prigioniero del proprio corpo, confinato a sola coscienza, Astamon osservava il tempo scorrere, gli eventi succedersi e la propria volontà in tutto ciò affievolirsi sempre più. Quartzmon l’aveva privato di tutto: la libertà, la proprietà di sé e presto persino la vita. Era solo un oggetto, un mero strumento di potere e questo non poteva sopportarlo. Non voleva morire, per di più divorato vivo dall’interno senza poter far nulla!
Quella lunga, estenuante, infruttuosa attesa, quella strenua speranza gli diede forza di sopravvivere finché un giorno, Quartzmon mostrò il fianco.
Accadde quando MetallifeKuwagamon riuscì a sfuggirgli. Nonostante tutto, Astamon non riuscì a considerare fallito quel tentativo di libertà, seppur dall'amaro finale. MetallifeKuwagamon era però comunque ormai libero, e a quel punto, solo la morte poteva rendere tale anche lui. A seguito di quel fatto, con le difese del suo carceriere abbassate, con la sua coscienza opprimente rivolta ad altro, Astamon si convinse che il momento propizio per fuggire dall’orrido invasore fosse ormai giunto.
I dati erano in subbuglio e la creatura stava ripristinandosi, in modo da sopperire al vuoto lasciato dall'unico digimon che era stato capace di sfuggirgli. Certo i suoi dati non erano vicini al nucleo come quelli di Astamon e non era neppure stato consumato quasi totalmente, però non aveva neppure la stessa esperienza. Astamon aveva ripetuto mentalmente quel piano milioni di volte, perciò, semplicemente agì.
Sacrificando parte dei suoi dati si allontanò dal nucleo. Lasciò perdere l'allettante prospettiva di gettarsi su di esso per sterminare l'invasore in apparenza indifeso, perché non poteva compromettere l'unico tentativo che possedeva di tornare a vivere.
Poiché Quartzmon aveva usato i suoi dati per tanto tempo, quando alla periferia della sfera luminosa — che costituiva in soldoni la dispensa del mostro digitale — Astamon fu sondato dai dati sentinella, essi non s'allarmarono immediatamente. Astamon era un Virus, quindi riuscì ad infettarli, costringendoli ad ignorarlo. Facile facile.
Pregustava già la libertà...
Certo, ci sarebbe voluto del tempo per ricostituirsi, ma avrebbe aspettato con pazienza.
Mancava poco.
Doveva raggiungere il DigiQuartz e restare nascosto aspettando che gli umani vi entrassero. Dopodiché sarebbe sgusciato fuori e tanti saluti a tutti.
Poco.
Ancora poco...
-Astamon?-
Si voltò di scatto. Era sicuro di non essersi fatto notare! Vedere il suo interlocutore gli gelò il sangue nelle vene.
-Che ci fai qui, Ryouma?- esclamò, sorpreso.
Ancora in pigiama, il giovane cacciatore camminò verso di lui, pareva spaesato e ancora assonnato.
-Dove siamo?- domandò.
Astamon non rispose, trovava totalmente assurdo che il ragazzetto fosse lì. Erano nel mondo degli umani, come poteva essere in forma di dati se...
-Ryouma, cosa ci fai qui?- ripeté, ma con un tono più aggressivo, intuendo, purtroppo, la verità.
-Ho sentito uno strano rumore.- rispose il ragazzo per poi distorcere la bocca in un ghigno -Lo scalpiccio di un topo fastidioso.-
Astamon corrugò le sopracciglia.
-Quartzmon!- ringhiò il vampiro, stringendo i pugni.
-Cosa volevi fare, Astamon?- gli occhi verdi del ragazzo s’accesero di una luce sinistra.
-Secondo te? Non ti bastano tutti i dati che hai ingurgitato? Non ti servo a niente. Lasciami andare!-
-Non posso, Astamon.- fu la risposta falsamente bonaria dell'invasore.
-Siamo vincolati indelebilmente. Io e tu, Astamon. Non puoi scacciarmi. Il tuo programma è incompleto e finiresti per diventare un rifiuto digitale irrecuperabile, mentre io... - Ryouma si concesse una risatina che fece rizzare i capelli in testa al digimon. -Per sopravvivere, dovrei rifugiarmi nel corpo di qualcun altro e… ci sono già, come puoi vedere.-
Ecco, gli sarebbe bastato procedere col piano, ma quelle parole non erano state certo dette a caso. Ad un’azione segue sempre una reazione uguale e contraria. Non riusciva ad ignorare l’idea che Quartzmon si rifugiasse nel corpo di Ryouma. Per qualche motivo non voleva che lo facesse. In fondo, era anche lui una vittima, anche se non lo sapeva, di quel maledetto.
Ma non era solo quello...
-Ma, sì, capisco, vai pure, procedi col tuo folle piano. Provaci. Una volta dall'altra parte fammi sapere se sopravvivi, d'accordo?- sproloquiò Quartzmon camminandogli davanti e aprendo un varco verso il DigiQuartz.
-Sono curioso, perché neppure io so come liberare del tutto qualcuno della mia presenza.- e rise. -Specie qualcuno già digerito.-
Rise ancora.
Quanto era sgradevole quella risata su Ryouma...
Le unghie del ragazzo crebbero, mutando in lunghi artigli bianchi e affilati.
Gli artigli gli solcarono il viso rigandolo di sangue.
Doveva solo gettarsi nel DigiQuartz. Poi avrebbe avvisato gli umani e loro avrebbero salvato Ryouma. Non poteva buttare via quell'occasione!
Ancora quella folle risata, altro sangue, il varco...
-FERMO!-
Astamon si scagliò contro Ryouma e gli afferrò le mani, per tenergliele lontane dal viso. In qualche modo contorto, si era creato un vincolo con quel ragazzo. Non poteva abbandonarlo. Non poteva voltargli le spalle a quel modo.
Poteva, ma...
-Fermo.- ripeté.
Non voleva.
-Non ti libererai mai di me, Astamon, ricordalo.- disse l'orrido invasore.
Strinse i denti. Quanto desiderava ucciderlo.
Ma non poté.
Gli lasciò andare le mani e gli artigli bianchi gli trapassarono il corpo. Ad un passo dalla meta, fermato da un sentimento che non credeva così forte per qualcuno che neppure ben conosceva.
-Capito? Mai!- replicò Quartzmon recuperando le sue sembianze e liberando i dati di Ryouma. Il ragazzo si accasciò accanto a loro, privo di sensi.
Astamon non rispose.
Se quel legame, quel sentimento bizzarro, poteva rappresentare una carta vincente, forse il suo non sarebbe stato un vano tentativo. Tutto era nelle loro mani... Akashi Tagiru e Gumdramon. Lui poteva solo vegliare dall'interno.
"Questo lo vedremo." pensò.
Trovò bizzarro il suo stesso sogghignare a un passo da quel destino che riteneva peggiore della morte.







Note: E' una storia un po' vecchia, ma sono riuscita a sistemarla e concluderla solo oggi. Credo che un po' di differenza fra vecchio e nuovo si possa notare. Non ho mai accettato quel finale per entrambi. Ovviamente, essendo il finale di Hunters aperto, c'è sempre speranza ;)
Diciamo che se poi avessero fatto in modo che Ryouma potesse rivedere il vero Astamon non mi sarebbe importato dell'angst di tutto il resto. Anzi u.u
Spero vi sia piaciuta, baci a tutti!!
   
 
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