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Autore: Fonissa    24/01/2018    1 recensioni
"Il rosso è il mio colore preferito. Ma non il rosso di un pennarello o il rosso del tramonto, ma il vivido rosso del sangue che scorre. Quel bel colore che esce quando il mio coltello affonda nella carne delle mie vittime. Mi sento così bene quando lo faccio, mi sento finalmente me stessa.
Questo lato di me appena conosciuto... perchè non è venuto fuori prima? Eppure è questo che io sono. Non posso scappare a me stessa, devo accettarlo e andare avanti.
Io sono un'assassina"
Genere: Horror, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono tre giorni ormai che ci troviamo in questa piccola città. Secondo Hiroji, al massimo dopodomani dovremmo cambiare luogo. Dormiamo ancora in questa villetta, per poi andarcene in giro di mattina, cercando di prendere le strade poco frequentate. È l'una di notte, quando entrambi ci stendiamo sull'erba. Nessuno di noi due ha molta voglia di dormire.

"Hiroji, posso chiederti una cosa?"

Il ragazzo mi guarda curioso, annuendo.

"Non sarebbe meglio decidere una meta precisa da raggiungere, invece di girovagare a caso?"

"Ci stavo pensando anche io... Ma ti dico sinceramente che non ho idea di dove andare."

"Fuori dal Giappone." dico decisa. Ne avevo abbastanza di quel paese, delle sue regole e delle sue tradizioni. Volevo esplorare il mondo, conoscere altre culture, e allontanarmi il più possibile dal luogo dove tutto ha avuto inizio.

"Si, anche io voglio lasciare il paese. Magari... lasciare l'Asia."

"Dove ti piacerebbe andare?"

"Penso in Europa, vorrei vedere l'Inghilterra."

"Era il luogo d'origine di tuo nonno, vero?"

"Già, esatto."

"Anche a me piacerebbe visitare l'Europa... Non sono sicura di dove fossero i parenti da cui ho preso questi occhi blu, mia madre non me l'ha mai detto, ma sono sicura che provengono da lì. È una sensazione che ho."

"Non sarà facile. Per partire dovremmo superare molti controlli, e avere passaporti falsi..."

"Ma potremmo riuscirci. Fino a poco tempo fa, pensavi che sarebbe stato possibile scappare con un'assassina e essere ricercato dalla polizia?" dico ridacchiando.

"Per niente." mi risponde Hiroji ridendo anche lui. Dopo un po' che stiamo in silenzio a guardare il cielo iniziò a sbadigliare, e Hiroji mi guarda sorridendo.

"Dormi pure, sto sveglio io."

Io annuisco, iniziandomi a preparare per dormire. Tolgo le lentine, lego i capelli e mi stendo con la testa sul mio zaino. Poco prima di addormentarmi, sento qualcosa, come se qualcuno mi stesse accarezzando i capelli, ma subito mi addormento.
Non so quanto tempo passa quando mi sveglio all'improvviso a causa di un urlo. Mi alzo subito, guardandomi intorno. Iniziò ad andare in panico quando mi accorgo dell'assenza di Hiroji.

"Hikaru! Aiutami!"

Di nuovo un urlo, di nuovo la stessa voce. Hiroji.

"HIROJI! DOVE SEI?!" grido ormai in panico. Le mani mi tremano e la vista mi si è appannata. Riesco ad avere quel minimo di lucidità per recuperare il coltello, sentendolo, per la prima volta, pesante.

"HIKARU!"

Le mie gambe si muovono da sole verso il luogo da cui proviene la richiesta d'aiuto. Man mano che mi avvicino riesco a distinguere altre voci sconosciute, che dicono a Hiroji di stare zitto. Supero un albero, salto un cespuglio, quasi cado per colpa di un fosso. Devo correre di più, Hiroji è in pericolo, e io devo salvarlo. Non è come a scuola, adesso è lui che mi sta chiamando, sa che posso farcela.
Non appena riesco a vederlo, mi si gela il sangue.
Un grosso uomo ha immobilizzato Hiroji tenendogli le mani dietro la schiena e la bocca tappata. Un altro uomo, più basso ma comunque corpulento, ha una mano alzata. Solo in quel momento noto un segno rosso sulla guancia del ragazzo.
Lo hanno picchiato, gli hanno fatto male, tutto ciò mentre io ero a pochi metri di distanza.
La vista mi si oscura completamente, il mio corpo si muove da solo. Sento qualcuno che cerca di afferrarmi, ma il mio coltello subito va' a lacerargli la mano. E continua, arrivando al petto e alla gola, sempre più in profondità. Sento il sangue caldo raggiungermi il viso e imbrattarmi i vestiti. Quando riesco a vedere di nuovo, vedo l'uomo che aveva alzato le mani su Hiroji a terra in una pozza di sangue. Nessuno può fargli male senza conseguenze. Mi giro verso di lui, aspettando che il mio corpo uccida anche il secondo tizio, ma l'unica cosa che vedo è Hiroji piegato a terra con le braccia intorno allo stomaco, mentre annaspa in cerca d'aria. Non faccio in tempo a correre da lui che qualcuno mi afferra. L'uomo più alto mi mantiene le braccia, sollevandomi di qualche centimetro da terra. Il coltello, zuppo di sangue, mi cade, finendo sull'erba, mentre io non posso far altro che guardarlo. Sento le ossa a un passo dal rompersi, mentre il mio cuore inizia a battere più velocemente. Ho paura. Non sentivo la paura da quando sono scappata da scuola, con la polizia alle calcagna. Cerco di divincolarmi, senza riuscirci.

"Lasciami andare!" urlo, mentre quello stringe fortemente i miei polsi. Sicuramente mi lascerà dei segni.

"Stai ferma! Hai ucciso il mio collega... Se solo il capo non ti volesse viva e senza nemmeno un graffio, ti avrei già rotto il collo!"

Mi carica in spalla e inizia ad allontanarsi, mentre io provo a ferirlo con calci e pugni, senza risultati. Quando noto che siamo quasi all'uscita del parco, urlo e mi dimeno più forte. L'immagine di Hiroji piegato a terra è ancora davanti ai miei occhi, i sensi di colpa per non averlo protetto mi stanno mangiando dentro, come un piccolo parassita che vive nel mio petto. Non può e non deve finire così. Sento le lacrime cadermi sul viso, mentre pian piano le forze mi abbandonano. L'adrenalina dovuta all'omicidio di prima sta lasciando il posto alla disperazione.

Poi, all'improvviso, l'uomo urla. Io cado a terra, sentendo qualcosa graffiarmi la guancia. Ancora stordita mi alzo vacillando. La prima cosa che vedo è l'uomo a terra con un coltello piantato nella schiena. Il mio coltello. Hiroji è poco distante da lui, inginocchiato a terra, il volto e le mani sporchi di sangue, gli occhi vitrei.
Ci metto qualche secondo a realizzare, ma poi rimango con un'espressione stupita.
Hiroji ha appena ucciso la sua prima vittima.
  
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