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Autore: jarmione    25/01/2018    1 recensioni
TITOLO E RATING VARIABILI!!!!
CROSSOVER tra: Supercar - I Dalton - Star Wars - Harry Potter
Possibili citazioni di altri film
Kitt, Amy ed Evelyn (quest'ultime sono mie OC) vanno ad Hogwarts per la prima volta.
Stringono amicizia con Benjamin Solo e dimostrano che la collaborazione fra case è possibile.
Ma ognuno di loro ha un segreto e quando verranno allo scoperto il resto della loro permanenza ad Hogwarts non sarà più la stessa.
ATTENZIONE: Cercherò di seguire la base che ha dato la Rowling nella storia originale ma lo farò fino ad un certo punto.
Critiche ben accette, non siate timidi di dirmi "schifo" oppure "bleah"
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Terzo capitolo tutto per voi! Spero vi piaccia.
Sono molto amante dei Crossover e questo, ripeto, è solo un tentativo di mescolare più storie fra loro e farle interagire anche se totalmente diverse.
Vi auguro buona lettura e…il prossimo capitolo tutti ad Hogwarts!
 
 
Il treno si allontanò dalla stazione.
Dapprima lentamente, poi sempre più veloce.
Amy e Kitt fissavano dal finestrino e osservavano il loro papà, che diventava sempre più piccolo e lontano.
Amy si sentiva sconsolata, ma sapeva di non essere sola e che si sarebbe trovata più che bene.
Non voleva farsi prendere dallo sconforto, voleva dimostrare ai genitori che sapeva cavarsela e già faceva progetti su come passare il tempo al di fuori delle lezioni ed a fare le selezioni per il Quidditch.
Kitt, dal canto suo, era entusiasta di entrare ad Hogwarts ma sapeva che ci sarebbero stati parecchi problemi per lui.
Ambientarsi sarebbe stato difficile.
Con Michael c’era un legame speciale, lui era l’unico a capirlo assieme a Bonnie.
A volte avrebbe voluto che i suoi undici anni non fossero mai arrivati.
Si mise a cercare uno scompartimento, seguito da Amy che saltellava allegramente.
Ne trovarono uno completamento vuoto e si infilarono al volo.
“Cavolo siamo sul treno!”
“Pensavo fossimo ancora a casa”
“Quanto sei spiritoso Kitt” sbuffò Amy “ma che ti prende oggi? Non sembri felice”
Kitt sospirò “E’…è solo che…non importa”
Amy lo guardò sospettosa.
Le stava nascondendo qualcosa
“Kitt…a me puoi dire tutto, lo sai vero? Non dirò niente a mamma e papà, non sono una spia”
Kitt sorrise appena “So che non fai la spia ma…non saprei come dirtelo…”
“Vediamo se indovino” Amy si avvicinò a lui “sei nervoso da paura!”
Kitt sgranò gli occhi.
Nervoso si, motivazione nota solo a lui ma era così.
“Azzeccato”
Amy fece un piccolo esulto e mormorò – Si! –
“Andrai bene a Divinazione”
“Detesto Divinazione” borbottò Amy
“Ma se non l’hai nemmeno studiata!”
“Allora la detesto a prescindere” e il discorso si concluse lì, con una piccola risata da parte di Kitt.
“A che pensi?” domandò lui
“A quale casa verremo smistati”
Kitt alzò le spalle “Sarà il cappello parlante a decidere”
“Io vorrei essere messa nella stessa casa di papà”
“Come fai a dire di esserne all’altezza?”
Amy assunse un’espressione offesa “Perché, un giorno, voglio diventare…anzi no, voglio essere come lui”
Kitt annuì “Lo sarai”
Lo sguardo di Amy si illuminò.
Era il più bel complimento che Kitt le avesse mai fatto.
“Torno subito” Kitt si alzò
“Dove vai?”
Il ragazzino le lanciò uno sguardo divertito “Vuoi davvero saperlo?”
Amy emise un BLEAH molto sonoro “No grazie” e lo lasciò andare.
Dopo essersi ripresa da quella scoperta, si mise a guardare fuori dal finestrino “Hogwarts arrivo!”
******************************
Evelyn osservava Luke allontanarsi.
Ogni volta che la figura del cowboy si rimpiccioliva, una parte di lei si spezzava e moriva.
Chiuse gli occhi e sperò di riaprirli e trovarsi a casa sua, con sua madre.
Voleva andare a trovare i fratelli, voleva fare qualsiasi cosa che non fosse starsene su quel treno.
Ma non fu così.
Quando li riaprì era ancora lì, nel corridoio del treno che l’avrebbe portata lontano dalla sua vita.
Si sentì sola.
Sospirò e si mise a cercare uno scompartimento.
C’erano un sacco di ragazzi che stavano in compagnia e chiacchieravano.
Chi faceva progetti, chi si divertiva con oggetti magici, ognuna delle persone presenti su quel treno emanava gioia da tutti i pori.
Forse lei era l’unica che non era felice.
Continuò a cercare facendosi largo fra gli studenti che camminavano nel corridoio.
Si imbatté persino in un ragazzo, più o meno della sua età, con i capelli neri che si recava in bagno.
Quest’ultimo venne spinto da un gruppo di ragazzi, con la divisa di Serpeverde, finendo addosso ad Evelyn.
I ragazzi se ne andarono, ridendo e prendendolo in giro.
Il bambino li ignorò e guardò Evelyn
“Scusami, ti ho fatto male?”
Evelyn non aveva capito bene l’accaduto, ma scosse la testa “No tranquillo” sorrise appena
“Meno male…allora…ciao e…scusa ancora” la superò e andò a chiudersi in bagno.
Evelyn lo osservò andarsene.
Almeno qualcuno di gentile c’era sul treno.
Camminò ancora, finchè trovò uno scompartimento dove c’era solo una persona.
Una ragazza dai lunghi capelli mori, anche lei avrà avuto sì e no la sua stessa età.
Il treno era tutto occupato, quello era l’unico scomparto più libero.
Allungò la mano e bussò.
La bambina all’interno si girò.
“Ciao scusami” disse Evelyn “posso sedermi qui? Il treno è tutto occupato”
“Ma certo!” sorrise felice la mora “vieni pure!”
Evelyn ricambiò e si sedette subito all’inizio.
“Anche tu al primo anno?” chiese, sperando di avviare una conversazione tale da farle dimenticare la mancanza della madre, dei fratelli e di Luke.
“Si! Non vedo l’ora” esultò l’altra bambina “io mi chiamo Amy, Amy Knight” allungò la mano.
Evelyn la strinse “Io sono Evelyn, Evelyn Dalton”
Amy ebbe un sussulto e uno strano pensiero aleggiò nella sua mente.
Non volle essere indiscreta e non disse nulla, ma la curiosità rimase.
“Che bel nome”
Evelyn arrossì “Grazie…anche il tuo”
“Va a punti di vista” puntualizzò
Un gruppo di ragazzi sfrecciò nel corridoio, urlando e schiamazzando, seguendo una luce multicolore.
“Ma saranno tutti così ad Hogwarts?” ridacchiò Amy
“Oddio speriamo di no altrimenti sai che disastro per parlarsi”
Le bambine risero.
Poco dopo, un ragazzo dai capelli neri, lo stesso che era finito contro Evelyn, fece il suo ingresso nello scompartimento.
“Ciao” sorrise il ragazzo ad Evelyn
“Ehi!” ricambiò la bionda
“Questa è la circostanza giusta”
“Si infatti”
“Ehi un momento” intervenne Amy “vi conoscete di già?”
“Le sono finito addosso in corridoio”
“Causa gente stupida” aggiunse Evelyn “ma vedo che anche voi due vi conoscete”
“E’ mio fratello gemello” spiegò Amy
“Mi chiamo Kitt” strinse la mano di Evelyn “Kitt Knight e tu sei?”
“Evelyn Dalton”
Dopo le presentazioni, Kitt si sedette accanto ad Amy.
“Primo anno?” chiese rivolto ad Evelyn.
Lei annuì “Anche tu?”
“Si”
“Voi avete già un idea della casa in cui verrete smistati?”
“Io si!” esclamò Amy
“Io no” rispose Kitt “sarà il cappello parlante a decidere, non vedo perché dobbiamo farci fantasie adesso”
“E’ solo per sognare Kitt”
“E se poi non finite nella casa sperata?”
“Sei un guasta feste fratellone”
“Non ha tutti i torti” ridacchiò Evelyn “è solo per parlare, meglio farlo adesso visto che non sapremo quanto potremo farlo ad Hogwarts”
“Finalmente qualcuno che mi sostiene!” Amy era esasperata, meno male che Evelyn sembrava sulla sua stessa lunghezza d’onda.
“Dai Kitt, prova ad immaginare in che casa ti manderanno”
Kitt ci pensò.
Non era una cosa su cui aveva meditato.
Lui accettava la vita così come veniva, benevola o malevola che fosse, non aveva mai fatto dei veri e propri progetti.
Non che un ragazzi di undici anni potesse farne tanti ma non aveva sogni, ne ambizioni.
Lui voleva solo crescere e studiare.
Per altri era monotono, per lui era tutto.
A volte si chiedeva come facesse Amy a sopportarlo ma, in fondo, era sua sorella.
Doveva sopportarlo per forza.
Alla fine non doveva essere così male sognare e progettare.
“Non lo so…non ci ho mai pensato” disse
“Io dico che sei talmente pignolo da finire in Corvonero”
“Tu meriteresti Serpeverde”
“Almeno divento cattiva, avrò potere e ci sarà una taglia sulla mia testa, diventerò famosa e finirò ad Azkaban dove tutti mi porteranno rispetto”
Evelyn sgranò gli occhi e rise nel vedere Amy e Kitt fare certi discorsi.
Non erano discorsi belli da fare, non per lei, non per Evelyn.
Per fortuna si vedeva che scherzava.
Cercò di intervenire e partecipare alla conversazione.
“Se ti dicessi che hai tutto tranne che l’aria di essere una Serpeverde?”
“Direi che ti ringrazio e che diventeremo ottime amiche”
“Lo spero”
“Non stavate sognando le case?” le interruppe Kitt
“Ah già giusto” proseguì Amy “io spero di finire in Grifondoro come mio padre, un giorno diventerò come lui”
“E’ una cosa carina” disse Evelyn “io penso che finirò nella stessa casa della mia famiglia, Serpeverde”
“Nah!” dissero in coro Kitt ed Amy “impossibile, troppo normale per essere Serpeverde”
Evelyn fece per ribattere ma si interruppe quando un ragazzino, anch’esso sugli undici anni e con i capelli neri, si fermò davanti allo scomparto.
Aveva lo sguardo spento, quasi triste.
Fissò il trio con aria stupita, poi scosse la testa e si allontanò a grandi passi.
Evelyn restò a fissare la porta ad occhi sgranati.
“Lo avete visto anche voi?” domandò Amy
“Avrà sbagliato”
“Ma chi è?”
“Benjamin Solo” mormorò Evelyn
“Lo conosci?”
“Da un paio di anni ma…solo di vista”
Non fu convincente, se ne rese conto.
Sperò che nessuno le facesse domande e si ripromise di fare più attenzione a ciò che diceva.
Era difficile per lei fare una faccia diversa, era sempre stata sincera.
Amy capì che c’era qualcosa sotto ma non chiese niente e se lo fece bastare, per la gioia di Evelyn.
Qualche minuto dopo passò nel corridoio una signora anziana.
“Qualcosa dal carrello!?” esclamava “zuccotti di zucca, bacchette di liquirizia!”
“Era ora!” Amy scattò in piedi, ma Kitt la fermò “che c’è?”
“Non prendere le tutti i gusti più uno”
“O ma dai!”
“Lo sai che se ti capita quella al gusto di arachidi ti viene la faccia gonfia”
Amy sbuffò e si risedette “Maledetta allergia”
Evelyn le battè una mano sulla spalla “Tranquilla anche a me capita la stessa cosa con le carote e pensa che le adoro”
“Almeno sono in compagnia”
“So io cosa ci vuole per tutti” Kitt si alzò ed uscì nel corridoio.
Rientrò poco dopo lanciando fra le mani di Amy ed Evelyn un pacchetto a testa di Bolle Bollenti
“Caspita grande!” Amy lo aprì subito
“Grazie Kitt” Evelyn guardò il pacchetto “ma…al momento non ho come ripagarti”
“Non preoccuparti, te le offro volentieri”
“Sei molto gentile Kitt” scartò il pacchetto “ti ringrazio”
Per alcuni istanti ci fu silenzio, poi Amy lo interruppe.
“Tu che progetti hai?” chiese a bruciapelo ad Evelyn “si, insomma, cosa vorresti fare nel tempo libero?”
“Amy!”
“Voglio solo fare conversazione”
“Tranquillo Kitt, non mi dà fastidio” guardò Amy “forse mi farò lunghe passeggiate nei dintorni di Hogwarts, mi hanno detto che ci sono delle cose fantastiche che lo circondano e voglio scoprirle tutte”
“Che fico”
“Amy modera il linguaggio”
“Fico non è una parolaccia, ma un frutto molto dolce”
“Ah…quindi ciò che Evelyn ha detto è un frutto molto dolce?”
Evelyn non riuscì a non ridere
“Oggi passi da momenti di simpatia a momenti in cui ti vorrei uccidere”
“E’ il mio compito di fratello maggiore”
“Maggiore di dieci minuti e 23 secondi” precisò
“Ma pur sempre maggiore”
Amy sbuffò e poi tornò a guardare Evelyn, ignorando il fratello “Io pensavo di fare le selezioni per il Quidditch”
“Grande” rispose “però ho sentito dire che non prendono al di sotto dei dodici anni da secoli a causa di incidenti”
“Vorrà dire che sarò la prima dopo secoli” Amy alzò le spalle con indifferenza e si alzò “torno subito”
“Dove vai?”
Amy sbuffò “A mangiare tutte le caramelle del carrello…secondo te?”
“Ho capito grazie” e la lasciò andare, sospirando
“Vorrei avere io la sua ambizione”
“Ed io vorrei che ne avesse di meno”
“Posso chiederti una cosa Kitt?”
“Certo”
Evelyn esitò.
Li aveva appena conosciuti, fare domande indiscrete era troppo, ma quella le frullava in testa da un po’.
“Non…non so perché ma…non c’è molta somiglianza fra voi due”
Kitt sembrò irrigidirsi e distolse lo sguardo.
“Scusami” Evelyn si sentì in imbarazzo e capì di aver sbagliato.
Se qualcuno le avesse fatto domande simili, anche lei avrebbe reagito così.
“Non fa niente…” sospirò “sai mantenere un segreto?”
Evelyn annuì e Kitt iniziò a parlare.
Il resto del viaggio proseguì tranquillo.
  
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