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Autore: Iuccy_97    26/01/2018    1 recensioni
Dieci ragazzi sull'Isola di Ember, iniziano per gioco a raccontarsi delle storie. Ma come ogni gioco, anche questo ha delle regole. Tutti devono raccontarne una e devono sottostare ad un tema prestabilito.
Le vacanze non sono mai state così interessanti.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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"Libero sia a ciascuno di quella maniera ragionare che più li sarà a grado"
 
-Allora… la storia inizia così…- disse Franya, accucciandosi su uno scalino, mentre gli altri la circondavano.
 
 
«Tutti ormai sanno la triste storia della Signora Ursa… Anche se è ricordata soprattutto per il suo sacrificio, ha fatto molto altro, prima di scappare. Era una donna forte, ma l’unico modo per avere un po’ di potere sul marito era forzare sul suo affetto per la principessa Azula.
-Non posso permettere che mia figlia cresca solamente a palazzo. E’ sicuramente giusto che sia presente per fatti politici, ma ha bisogno di un po’ di pace ogni tanto. Le farà anche bene distrarsi- ripeteva a Ozai.
Un giorno, finalmente, lo convinse. La casa per le vacanze erano state l’ennesimo capriccio per allontanare i figli, ed in particolare Zuko, dalla capitale, dove le sue sfortune sembravano raddoppiarsi ogni giorno. Ursa preferiva un’isola al sud per sentirsi più vicina a casa, e in questo fu soddisfatta. Ma anche il Signore sapeva far valere le sue idee e scelse come lato dell’isola il nord.
A quel tempo infatti c’era un grande via vai di navi clandestine cariche di persone che scappavano alla guerra. Posizionare lì la dimora del Signore del Fuoco significava aumentare il controllo sui mari e diminuire il movimento del popolo che poteva combattere tra le fila della Nazione.
Il progetto comunque partì, e la Famiglia Reale si recò sull’isola per assistere all’inizio dei lavori. La casa, arroccata sulla roccia, era molto distante dal paese, dove Ursa e il piccolo Zuko si dirigevano spesso.
Un giorno, mentre i due erano sul molo, videro due pescatori litigare furiosamente davanti ad un bambino. Il motivo era se il piccolo potesse viaggiare o meno su un peschereccio.
-Mamma- chiese allora il piccolo Zuko –perché il bambino non può andare con loro?-
-Perché purtroppo siamo in guerra, piccolo mio. Quel bambino vuole fuggire con loro, ma il mare è pericoloso, e probabilmente non vogliono farlo rischiare-
-Qui c’è la guerra, mamma?-
-No, tesoro, ma là, al nord sì, per questo la gente scappa qui-
-E’ per quello che papà è arrabbiato?-
-Arrabbiato?-
-L’altro giorno l’ho sentito dire che non voleva più vedere navi che scappavano, e che avrebbe fatto demolire il faro-
Ursa a quel punto impallidì: senza faro, le imbarcazioni si sarebbero arenate vicino alla costa, e i fuggitivi sarebbero stati facile preda delle guardie.
Quando ne discusse con Ozai, quella sera, lui rimase impassibile: l’esercito aveva carenza di uomini, e non poteva permettersi di lasciarsi sfuggire possibili soldati.
Passarono due anni, e la casa venne completata. Quando iniziarono le loro prime vacanze, la donna scelse per sé la camera da letto con vista sul mare.
La prima sera si fece portare candele e lanterne in quantità e, quando passò nelle camere dei figli per dare il bacio della buona notte, invitò il maggiore a seguirla.
Nella stanza, con l’aiuto del Dominio del figlio, accese tutte le lucine e le mise sulla terrazza, sui davanzali e sulle finestre.
-Questo sarà il nostro faro, piccolo mio- spiegò poi al figlio –Con questo tanti bambini come quello del molo potranno scappare dalla guerra»
 
 
-Ecco quindi come molti profughi riuscirono a salvarsi, grazie all’idea e al buon cuore di Ursa. I cittadini dell’isola chiamano questa casa “Il faro” proprio per questo episodio-
-Bellissimo- mormorò Girsol, in mezzo al cortile con lo sguardo fisso verso la stanza in questione.
-Già, è incredibile come sia bastata qualche candela per salvare la vita a centinaia di persone- esclamò Haru.
-Quindi, morale della favola?- intervenne Derin, alzando lo sguardo da terra, dove col dito aveva disegnato una lunga serie di linee e spirali.
-La morale è che bisogna sempre aiutare gli altri- esordì Mila, con un sorriso sognante.
-Ecco che arriva l’idealista- scherzò Paerer. Poi si fece serio –Secondo me la morale è che il coraggio non si trova nei gesti grandiosi, ma in quelli piccoli di tutti i giorni. Se avesse costruito un altro faro, Ozai lo avrebbe fatto demolire, e non sarebbe andata a finire così. Invece, con la piccolezza di alcune candele è riuscita a fare qualcosa di grandioso-
-Sono totalmente d’accordo con te- annuì Sereha.
   
 
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