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Autore: Chocopowder    29/01/2018    1 recensioni
Questa volta la descrizione non aiuterà in alcun modo lo scritto, ma sarà soltanto un altro spazio da riempire con parole superflue ed aria fritta.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una notte insonne. Un sacco di cose mi passano per la testa, dai problemi ai bei momenti. Litigi, amicizie, amori, rischi, giornate grigie, giornate colorate, tutto. E poi mi viene in mente lei, colei che non posso far sparire dai miei pensieri, non so perché. Giuro, lo giuro davvero, ho provato con tutto me stesso a rimuoverla dalla mente e dal cuore, ma ogni sorriso che accenna, ogni sguardo fuggente che incrocia il mio, seppur per un breve attimo, basta a far tentennare questo mio animo dolente, che prova una leggera sensazione di conforto. E ne vorrei ancora, e ancora, e ancora, più potente della droga che assumo giornalmente, più forte di qualsiasi alcolico, più straziante di qualsiasi dolore, più bello di qualsiasi cosa bella ci sia in questo mondo. Ma non posso, non so nemmeno se voglio, non lo so. Parlarne non cambierebbe alcunché, forse peggiorerebbe solo la flebile situazione del rapporto che abbiamo per adesso. E vorrei davvero, lo vorrei, che lei potesse leggere, vorrei che lei fosse sveglia, vorrei solo sprofondare in quegli occhi chiari che possiede, accarezzare dolcemente quei boccoli che cura a volte sì, a volte no. Vorrei poter tornare ad amarla come ho fatto per così tanto, e tutt'ora. Come si fa a dimenticare il passato, se è ciò che ti rendeva le cose più facili da sopportare, se il grigio non era più così grigio, se le cose prendevano un altro colore, se riuscivo a cambiare prospettiva e non annegare in questo becero mare di odio, rancore, rabbia, tristezza? Non è facile, anzi, è complicato, non poco, e vorrei, vorrei davvero poterlo fare. Ma si sa, d'altronde: al cuor non si comanda. Mi chiedo: "Come ho potuto andare avanti, vivere la mia vita sapendo che non doveva finire così?". Sapevo già la risposta, ma la negavo a me stesso, per ovvie ragioni: dovevo andare avanti. Tra una giornata e l'altra, alla deriva, piani organizzati alla carlona, il mondo che sembrava negarmi qualsiasi risultato soddisfacente dopo un grande sforzo. Non stavo vivendo, tutt'ora non vivo. Ed è questo che turba il mio sonno. Come posso abbandonare questo mondo in maniera così facile, non appena mi lascio cullare dal fittizio calore delle coperte macchiate di rimpianti che mi coprono? Tutto il tempo passato a fuggire alle domande che tanto mi tormentavano mi ha portato a riflettere su di esse nell'unico momento che avevo per farlo: la dormiveglia prima del riposo. Un'ottimo tempismo, penserete giustamente; i grattacapi sarebbero arrivati nel momento "più opportuno per me", dato che annebbiare tutto con sostanze altamente nocive per il mio corpo mi sembrava sempre la scelta giusta. Laddove non regnava il sonno, accorrevano in suo aiuto gli infidi servitori del male. Questa sera non ha funzionato, sono stati loro a prendere il sopravvento. Penso: se avessi agito diversamente quel giorno sarebbe successo tutto questo? Non posso saperlo, sono passati anni e avrei dovuto superare la cosa per bene. Invece no, sono ancora qui, a pensare alle passeggiate mano nella mano, alle dolci parole che ci scambiavamo, le passioni che condividevamo... Adesso non rimane nulla se non delle foto sparse un po' ovunque, parole effimere, risate temporanee, e poi? Nulla. A volte penso di essere un po' troppo egoista, non penso sia un bene, ma in fondo è sbagliato desiderare di riavere una persona che si ha amato per tutto questo tempo? È sbagliato desiderare di tornare indietro, e rivivere quelle sensazioni che ormai sembrano ben più che lontane dalla realtà attuale? È forse improbabile che succeda di nuovo? Può darsi. Non è quello che voglio pensare. Al momento voglio cullarmi in una finta realtà, cercando di fare un salto temporale. Voglio pensare a quando parlavamo di cose che apparentemente avevano senso, ma per noi era semplicemente magnifico il solo stare insieme e parlare. Ricordo bene una frase che le dissi: "Vorrei passare tutto il giorno a perdermi in te, senza pensare più a niente." Sembra davvero un'accozzaglia di parole dette da qualcuno che prova un sentimento tutt'altro che genuino, ma lo giuro, su ciò che ho di più caro, mi sentivo il sangue scorrere nelle vene, sentivo ogni pulsazione, ogni battito, mi sentivo vivo. Tornare alla realtà e realizzare che mi perdo in sciocchezze del passato mi fa sentire così debole... 

(Semmai dovessi leggere questa cosa per un qualche assurdo motivo, per mia volontà o no, sappi che il mio cuore non ha mai smesso di sussultare per te, nemmeno adesso che sto qui a pensarti, mentre mi commisero per quello che è accaduto.)
   
 
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