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Autore: Fede883    31/01/2018    2 recensioni
Da Wikipedia:" è una condizione neurologica (in alcuni casi definita cronica, in altri transitoria, come per esempio un episodio mai più ripetutosi) caratterizzata da ricorrenti e improvvise manifestazioni con improvvisa perdita della coscienza e violenti movimenti convulsivi dei muscoli, dette "crisi epilettiche". Questi eventi possono avere una durata molto breve, tanto da passare quasi inosservate, fino a prolungarsi per lunghi periodi.
In questa "storia" racconto la mia esperienza con l'epilessia, una malattia con il quale ho dovuto convivere dai 4 ai 14 anni circa, ho cercato di riassumere i tanti anni in cui ho dovuto fare i conti con questa "scomoda compagna di viaggio!". I miei pensieri, le mie paure e tutto quello che ho passato.
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualche anno fa mi si è ingrigito il pelo, è spuntata la barba, sono arrivate le responsabilità, tipo quelle di essere una persona matura, un adulto che facesse le scelte giuste, a guadagnarsi i propri soldi con un lavoro, trovare una fidanzata anche non avrebbe di certo fatto schifo, essere un ragazzo con la testa sulle spalle stando sempre attento alle persone che ti vogliono vendere la droga o che ti vogliono far per forza bere.
Ma svariati anni fa per la prima volta ho tirato il freno, quando convivi da tempo con una cosa chiamata "epilessia" pensi che sia molto facile andare avanti, di poter andare a mille sempre come Saetta Macqueen di "Cars" ma sai che purtroppo non sempre è così. La mia infanzia si divideva tra ospedali, referti dubbiosi e persone che davano per il mio futuro per spacciato dicendomi:" Non ce la farai mai, questa malattia ti impedirà di fare tante cose, rassegnati!". Da bambino pensavo che queste persone fossero solamente dei medici che facevano il loro dovere, erano duri ma forse avevano ragione ma con il passare del tempo ho capito quanto hanno sbagliato. Per me l'infanzia in ospedale non è stata facile, quanto avrei voluto stare fuori a giocare a calcio insieme ai miei amici, a fare quello che fanno tutti i bambini e non vedere persone con il camice bianco che mi facevano esami, teste mi somministravano farmaci di ogni tipo. Li solo dentro una fredda camera d'ospedale come Han Solo nella grafite "Nell'impero colpisce ancora" pensavo che in qualche modo anche io avrei avuto tempo di giocare, che ero li perchè era il posto migliore dove poter stare, quando si è bambini una malattia si vive in modo molto strano, non vedi il lato medico della cosa, la vivi come un gioco, come il bambino di Benigni nel film "La vita e bella" che il padre gli fa credere di giocare ad un gioco dove chi arriva primo vince il carro armato durante la prigionia al campo di concentramento. La si vive più o meno in questo modo, ancora adesso non saprei spiegare che cosa sia l'epilessia a chi me lo chiede, clinicamente sono guarito eppure ancora ripenso a quei giorni, carichi di tensione, che hanno purtroppo modificato la mia vita senza ombra di dubbio, una malattia che forse mi ha prescluso la strada ma sento anche questa "mia scomoda compagna di viaggio" mi ha fatto diventare la persona che sono oggi, una persona forte che affronta la vita a muso duro come cantava Pierangelo Bertoli, una persona abbastanza sicura di se che però nonostante tutto si fa ancora scoraggiare da tante cose. Non è facile scrivere queste parole ma lo faccio pensando che di sicuro non sono l'unico aver avuto una brutta esperienza con questa malattia, ci sono tante persone che ne soffrono al mondo e molti purtroppo non hanno la mia stessa fortuna.

Troppi muoiono durante una crisi, troppi prendono la cosa sotto gamba, la medicina avanza e anche la ricerca piano piano, per me andare avanti in questo periodo della mia vita ammetto non sia stato facile, nel 2004 ho avuto una crisi molto forte, pensavo di non farcela, secondo i medici non avrei superato la notte e forse avevano ragione, magari durante la notte sono anche morto per un attimo e invece la mattina dopo ero li, ho avuto paura di non farcela, di non riuscire ad avere la vita che avrei tanto voluto e che i miei familiari volevano per me, ci sono certi momenti della vita dove sei continuamente in alto mare, dove la barca in cui sei sembra possa affondare da un momento all'altro, questa mia "scomoda compagna di viaggio" mi ha accompagnato per una buona parte della mia vita, in qualche modo mi ha visto crescere, mi ha visto diventare sempre più forte, rompere il buio delle tenebre e della paura dell'essere diverso dagli altri, perchè purtroppo è un sintomo che molte malattie hanno ovvero quello di farti sentire inadeguato alla situazione che stai vivendo, che pensi che sia colpa tua che non accetti il fatto di avere qualcosa che un altra persona non ha, che pensi del perchè sia capitata proprio a te e perchè tu la devi tenere li con te come se fosse il tuo gioco preferito che ti porti sempre in giro, le malattie a parte i danni clinici fanno anche questo ma ho avuto il coraggio un giorno di guardare questa presenza che era sempre dietro di me, pronta a spaventarmi, pronta a farmi sentire inadeguato, non all'altezza della mia vita e dei miei sogni, un giorno gli ho detto che era solo una lurida stronza e che io volevo che scendesse dalla mia macchina, che se ne andasse per sempre, era una presenza troppo pesante che mi ero portato dietro per troppo tempo. Che ci crediate o meno quando ho iniziato la prima liceo sono guarito clinicamente dall'epilessia, non è una cosa così comune guarire da questa malattia, che ripeto è ancora in fase di studio da parte della medicina moderna.
Quella presenza così brutta, perfida, infame e cattiva se ne era andata per sempre, la mia vita era uguale a quella delle altre persone e le persone che mi dicevano che mi dovevo rassegnare al fatto di aver avuto la vita compromessa ho risposto con i fatti senza usare troppe parole, sono riuscito a fare la maturità prendendo un discreto 90/100, sono riuscito a prendere la patente che era cosa insperabile fino a qualche anno fa, sono riuscito a fare quasi tutto quello che volevo fare e anche a trovare Irene, la ragazza più speciale del mondo che adesso condivide il mio viaggio insieme a me.
La malattia mi ha fatto sicuramente dei danni ma mi ha dato la forza di volontà di combattere ogni giorno senza mai tirarmi giù di morale, ci sono stati i momenti critici... E' inutile negarlo ma ne sono sempre uscito a testa alta e con tanta voglia di ricominciare, adesso quella "mia scomoda compagna di viaggio" se ne andata, molte persone ancora la portano con loro e la speranza è che la ricerca possa avanzare sempre di più per rendere ogni giorno un pò migliore per chi soffre di epilessia, queste sono i pensieri e le confessioni di un ex epilettico, non arrendetevi mai, per quanto la malattia possa essere forte ricordatevi sempre che voi potete essere più forte di lei, ci vuole tanta forza di volontà e anche tanta pazienza, non mollate mai... Non spegnete la luna.
   
 
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