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Autore: _BlueLady_    31/01/2018    2 recensioni
Fine e Rein: due ragazze come tante, un pò maldestre, esuberanti, con un pizzico di vitalità in più.
Due ragazze come tante, solo gemelle. Una fortuna per molti, una sfortuna per loro.
Soprattutto quando i ragazzi da loro amati dimostrano ogni volta di avere una preferenza per la gemella opposta, anche in estate, in occasione di una vacanza col loro gruppo di amiche.
La domanda sorge spontanea: "Perchè preferiscono sempre lei a me? Cos'ho io di sbagliato?"
Sorgono così gelosia, invidia, frustrazione, rammarico.
"Sarebbe bello, almeno per una volta, essere come lei"
Il desiderio nasce spontaneo, quando prima era soltanto semplice curiosità.
Grazie ad una singolare successione di eventi, che comporterà la realizzazione di un episodio a dir poco straordinario, Fine e Rein capiranno che non è sempre la bellezza fisica la carta vincente che ci rende amabili agli occhi di una persona, e che essere se stessi nell'anima e nel corpo, conservando la propria integrità, è il principio più importante.
Perchè essere amati per ciò che si è, è la cosa più bella che ci possa mai capitare.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~ CAPITOLO 15: DIVERSAMENTE UGUALI ~
 
- Rein, stai bene?-
Fu quello il modo in cui l’accolse Fine non appena la vide tornare a casa. La gemella riconobbe sul suo viso l’impronta di una preoccupazione, l’evidente segno che qualcosa la turbasse, sebbene Rein tentasse con tutta se stessa di non darlo a vedere.
Aveva il viso pallido, scavato, gli occhi persi su un punto fisso, mentre nella mente le rimbombava continuamente il ricordo del suo trauma vissuto in passato, la cicatrice nel cuore a bruciarle insistentemente.
Rein non riusciva ancora a spiegarsi il perché avesse voluto confessare a Shade un segreto tanto delicato. Non che se ne fosse pentita, ma intimamente continuava a domandarsi perché avesse scelto di confidarsi proprio con lui.
Il suo era stato un gesto istintivo, mal pensato. L’aveva osservato negli occhi un istante, e non era riuscita a trattenere ancora dentro di sé tutto il suo dolore. Probabilmente il motivo principale era dettato dalla situazione del momento, così intima e rassicurante.
Rein non sapeva dirlo con certezza, ma guardando Shade negli occhi aveva percepito che di lui poteva fidarsi. Nonostante i loro litigi. Nonostante tutto. Shade le aveva infuso la sicurezza necessaria a condividere i suoi fantasmi del passato. Non esisteva un perché o un come. Era così e basta. E sebbene da una parte continuasse a rimproverarsi del suo irrimediabile errore, dall’altra si sentiva inspiegabilmente sollevata. Come se raccontargli tutto le avesse appena tolto un peso opprimente dal petto.
- Rein? Tutto a posto?-
Si riscosse improvvisamente dai suoi pensieri, riconoscendo nella sagoma che le stava di fronte il volto della gemella che l’osservava con aria preoccupata.
Fine aveva percepito che qualcosa non andava in lei quella mattina.
Per un istante fu tentata di confessarle tutto, il desiderio di dar sfogo a tutto ciò che le passava per la testa a premerle forte sulla lingua. Poi però un groppo in gola grosso quanto una pallina da tennis le mozzò il fiato.
Ripensò all’immagine di lei e Shade soli nell’acqua, e all’inspiegabile desiderio che l’aveva assalita d’un tratto di baciarlo. Anche in quel caso, non sapeva darsi una spiegazione.
Avrebbe voluto raccontare tutto a Fine, per cercare in lei l’impronta di un conforto, ma ripensando alle emozioni inspiegabili che aveva provato quella mattina, si sentì improvvisamente subdola e meschina, ad aver anche soltanto immaginato di tradire la fiducia della sorella in quel modo.
Certo, tecnicamente non sarebbe stato un danno irreparabile visto e considerato che in quel preciso istante, lei era sua sorella, e con Fine aveva stretto un accordo, ovvero quello di far innamorare Shade di sé. Nel profondo, tuttavia, sentiva la coscienza gridarle a gran voce che il suo impulso, all’apparenza coerente con la promessa che aveva fatto, era sporco ed egoista.
Non c’era spazio per innamorarsi di Shade, nel suo cuore. E del resto, come mai avrebbe potuto, visto e considerato quanto lo odiasse in realtà?
Per quanto quella strana situazione di prendere lezione di nuoto da lui li avesse inspiegabilmente avvicinati, ciò non era sufficiente a gettare le basi di un innamoramento precoce tra loro. E restava comunque il fatto che, per quanto si sforzasse con tutta se stessa di piacergli, Shade avrebbe sempre e comunque pensato che lei fosse Fine.
Quella consapevolezza le aprì una voragine in petto che parve inghiottirle il cuore all’istante.  
Scosse la testa, confusa, mentre dava sfogo ad un profondo sospiro, come se fosse appena riemersa dall’acqua dopo essere stata minuti interi in apnea.
Cosa diamine le stava succedendo?
- Rein, insomma, cominci a preoccuparmi davvero. È successo qualcosa tra te e Shade stamattina durante la vostra lezione che ti ha turbata? Ti ha costretta a spingerti troppo a largo spaventandoti a morte? Coraggio, a me puoi dirlo se non ti va più di continuare questa cosa con lui! Capisco la tua paura dell’acqua, non devi sentirti costretta a farlo solo per far felice me! Ci saranno altri modi per farmi notare da lui! – esclamò Fine ad un tratto, comprendendo che c’era davvero qualcosa che turbava Rein quel giorno.
La gemella alzò le spalle, scuotendo la testa con un sorriso. Per un istante fu di nuovo lì per lì per raccontarle tutto.
- Figurati, Fine, non è successo nulla di cui preoccuparti. Per quanto sia un bravo insegnante, Shade resta comunque il ragazzo più insopportabile che abbia mai conosciuto. Tollerarlo mi costa una certa fatica, sarà per questo che mi vedi così spenta e giù di morale! Niente che una colazione abbondante non possa rimediare! – esclamò vivace, riacquistando tutto il suo carattere.
Non ebbe cuore di confessarle ciò che era successo tra lei e Shade quella mattina. Ciò che sarebbe potuto succedere.
Improvvisamente, avvertì la coscienza appesantirsi.
Fine la osservò di sbieco, ancora non completamente convinta: - Sicura che non ti crei problemi fare questo per me? Lo sai che non devi sentirti obbligata – le disse, sinceramente preoccupata per lei.
Rein le diede un buffetto sulla guancia, energica: - Una promessa è una promessa! – asserì decisa, e poi scoppiò in una risata che contagiò anche Fine, e finalmente le due avvertirono la tensione tra loro acquietarsi.
- Grazie, Rein – esclamò ad un certo punto Fine – Non ti ringrazierò mai abbastanza per tutto quello che stai facendo per me –
Rein le sorrise sincera, complice.
- Non è niente in confronto a quello che hai fatto tu per me finora – le rispose abbracciandola – Qualunque cosa succeda, l’importante è che siamo insieme – asserì, col cuore che si ingigantiva, inspiegabilmente sentimentale e bisognosa di rendere evidente quella piccola, immutabile certezza.
- Sono d’accordo – sorrise Fine di rimando – La certezza che ci siamo sempre l’una per l’altra è la nostra grande forza –
Si abbracciarono nuovamente, quasi sull’orlo della commozione, sentendosi vicine come non mai.
Poi il volto di Rein si rabbuiò, facendosi pensieroso.
- Sai, Fine – cominciò – devo confessarti una cosa –
- Dimmi – disse l’altra, sgranando gli occhioni turchini.
- Stamattina, finita la lezione con Shade, io… - deglutì - … ho avuto la netta sensazione di essere osservata –
Fine sussultò in un misto tra stupore e inquietudine.
- Pensi che Altezza possa avervi scoperti?-
Rein scosse la testa, convinta.
- No. Sono sicura che non fosse lei a spiarci. È difficile da spiegare – si portò le mani alle tempie, sforzandosi di concentrarsi – è come avere la certezza di essere osservati, sebbene concretamente non abbia scorto nessuno a spiarci. Eppure so che qualcuno c’era, Fine. Non saprei dire chi, onestamente, ma sono certa non si trattasse di nessuno dei nostri amici, e nemmeno di un passante qualunque. È come avere un nome che ti sfugge costantemente sulla punta della lingua. Essere certi di conoscere qualcuno, sebbene non vi siate mai incontrati prima. Semplici sensazioni che ti turbano l’anima. Capisci? –
Fine annuì, guardandola negli occhi perfettamente consapevole di cosa stesse parlando la sorella.
- La stessa sensazione che ho provato io di fronte a quella strana vecchina di qualche giorno fa – disse.
Sospirarono all’unisono, smarrite e confuse.
- Fine, che cosa ci sta succedendo? Perché la nostra vita sembra essersi capovolta così all’improvviso? –
- Non lo so proprio Rein – rispose l’altra desolata, fissando un punto vuoto di fronte a lei – Ma quel che è certo è che non si tratta più di semplici coincidenze. Questo è poco ma sicuro –
 
¤¤¤¤¤¤
 
Quando Shade rientrò a casa, ancora con la mente in subbuglio e mille pensieri che gli vorticavano per la testa in seguito alla sua lezione con quella che credeva essere Fine, trovò Bright ad accoglierlo in cucina, con l’aria di chi la sapeva lunga, di fronte ad una tazza di latte e cereali.
- Bentornato! – lo salutò il biondo con un sorriso sornione – Hai fatto una levataccia anche stamattina? – gli domandò, perfettamente consapevole che ci fosse sotto qualcosa nel suo strano atteggiamento degli ultimi giorni.
Shade alzò le spalle disinvolto, tentando di non destare nel cugino alcun tipo di sospetto.
- Non riuscivo a dormire – si giustificò, senza sforzarsi troppo per trovare una scusa plausibile.
- Immagino – biascicò Bright sgranocchiando una cucchiaiata di cereali.
Il biondo osservò il cugino dirigersi verso la credenza della cucina, ed estrarre da uno degli sportelli un pacco di biscotti ed una ciotola ancora vuota.
Shade si versò una tazza di latte come se niente fosse, sentendosi lo sguardo del cugino puntato addosso.
Non riusciva ancora a scrollarsi di dosso il profumo di Fine sulla sua pelle, baciata dall’acqua salata, e lo strano presentimento che lo portava a pensare che la rossa fosse in realtà Rein, finita non si sa come nel corpo della gemella. Era un pensiero stupido e senza una logica, lo sapeva bene, eppure ciò non bastava a cancellargli dal petto quella sensazione di familiarità che provava con Fine da un po’ di tempo a quella parte, come se avesse la certezza che il suo intuito non poteva essersi sbagliato, poco prima, ad insinuargli quel sospetto sulla punta della lingua.
Era sicuro di aver visto il volto di Rein, al posto di quello di Fine, in spiaggia, quando era inspiegabilmente entrato così in intimità con lei. La sua non era stata un’allucinazione, ne era quasi certo.
Quasi, sì, perché il fatto che Rein fosse improvvisamente diventata Fine avrebbe spiegato lo strano comportamento delle gemelle da un po’ di tempo a quella parte. Per quanto risultasse impossibile e assurda quell’ipotesi, sapeva di non essere tanto lontano dalla verità. Eppure ammettere quella piccola consapevolezza a voce alta gli faceva paura. Avrebbe significato ammettere a sé stesso che era fuori di testa tanto quanto quelle due svitate che erano piombate nella sua vita senza chiedere il permesso da un giorno all’altro.
L’unica cosa certa, era che con Fine, ultimamente, si trovava incredibilmente in sintonia. Per quanto non facesse che litigare con lei dalla mattina alla sera.
- Posso chiederti una cosa, Shade? – asserì d’un tratto il biondo, riscuotendolo dai suoi pensieri.
Il moro alzò lo sguardo su di lui, sbocconcellando un biscotto di malavoglia, con la mente ancora piena di dubbi.
Non proferì parola per dare il consenso o meno a Bright circa la sua indiscreta curiosità, ma sapeva benissimo che il cugino, anche se gli avesse risposto di no, non si sarebbe fermato di fronte a quel primo ostacolo per cavargli di bocca ciò che voleva sapere.
Difatti, Bright non lasciò passare neanche due secondi dalla domanda, che subito lo anticipò con una seconda richiesta.
- Dov’è che vai così di frequente ultimamente, tanto da spingerti ad alzarti ogni giorno alle sei di mattina per poi non farti vivo fino alle otto e mezza?-
Shade non sbuffò in seguito a quella domanda: già si era psicologicamente preparato all’idea di dover rendere conto a Bright dei suoi incontri clandestini, prima o poi. Ciò, tuttavia, non gli impedì lo stesso di evitarsi di soffocarsi con un boccone di biscotto andatogli accidentalmente di traverso.
Tossì animatamente, quasi volesse distogliere l’attenzione del cugino dal suo obiettivo, e non poté fare a meno di pensare a Fine, e alla piccola confessione che si era decisa a fargli così di punto in bianco, senza un valido motivo. La sua storia ancora lo lasciava perplesso, sconfortato, con l’amaro in bocca e la sfiducia nel genere umano ad avvelenargli l’anima.
Provò istintivamente una profonda tenerezza per quella ragazzina pura ed ingenua, così abbattuta dalle delusioni della vita troppo prematuramente.
Improvvisamente, fu tentato di scoprire se anche in Bright si fosse insinuato lo stesso dubbio che aveva preso a tormentare lui dalla loro uscita con le gemelle.
Scrutò il biondo di fronte a lui con sospetto, ricevendo in cambio un’occhiata altrettanto acuta ed indagatrice.
- Ma sì, a te posso confessarlo, in fondo. So che sei un tipo affidabile – asserì con un’alzata di spalle, ben sapendo a ciò a cui andava incontro – Ma devi promettermi che non ne farai assolutamente parola con Altezza. Ne va della mia vita –
Bright ridacchiò sommessamente, facendogli un occhiolino d’intesa.
- Ti ho dato mai motivo di dubitare di me? – chiese consapevole, ricevendo in cambio un cenno di assenso.
- Proprio per questo – continuò Shade – so che posso fidarmi –
Inspirò profondamente un istante, incamerando una notevole quantità d’aria, prima di dar voce alle sue parole.
- Sto re-insegnando a Fine come si fa a nuotare – pronunciò tutto d’un fiato, quasi sentendosi uno stupido per ciò che gli stava uscendo di bocca.
Bright alzò un sopracciglio, dubbioso.
- Fine? – biascicò scettico, con il cucchiaio colmo di cereali a mezz’aria - Ma non era Rein ad avere paura dell’acqua? –
Shade alzò le spalle, senza sapere cosa dire.
- A quanto pare dopo l’incidente avvenuto quando le abbiamo soccorse, anche Fine è stata contagiata dall’idrofobia – rispose, constatando quanto quelle parole fossero prive di senso e di logica. A ripensarci adesso, si rese improvvisamente conto di quanto quella giustificazione paresse campata per aria. C’era qualcosa che indubbiamente cozzava contro la realtà del fatti.
Bright annuì pensieroso, sgranocchiando l’ultima cucchiaiata di cereali nella ciotola.
- Adesso mi spiego il perché quella mattina Fine ha impiegato così tanto a lasciarsi convincere a tuffarsi. Sono parecchio suscettibili, quelle due, se riescono ad influenzarsi a vicenda così profondamente - osservò, per niente convinto dalle giustificazioni che Shade gli aveva fornito come prova di quella stranezza.
- Hai notato anche tu qualcosa di strano? – gli domandò Shade a bruciapelo, appigliandosi a quel piccolo dubbio del cugino per verificare i suoi sospetti.
Bright alzò le spalle, disinvolto.
- Diciamo che Fine ultimamente si mostra molto più intollerante nei tuoi confronti di quanto non faccia Rein – asserì, osservandolo negli occhi con miliardi di pensieri a vorticargli in testa – Per non parlare di come Rein non ha più la stessa vivacità e spensieratezza di prima. Sembra tesa, costantemente in ansia di sbagliare –
- Quello stesso giorno Fine mi ha confessato di aver completamente disimparato a nuotare – aggiunse Shade, accomunando i suoi sospetti a quelli del cugino – Le ho letto negli occhi la stessa sensazione di panico ed impotenza che si accende negli occhi di Rein quando si avvicina a riva. Possibile si tratti solo di coincidenze? –
Bright sospirò, scuotendo piano la testa in preda a mille dubbi.
- Non so – rispose atono – Ma sono contento di non essere soltanto io ad avere dei sospetti – disse, osservando il cugino negli occhi.
Stettero un istante in silenzio a rimuginare su tutta quella strana vicenda.
- Beh, dalle vostre lezioni di nuoto assieme avrai pure intuito qualcosa in più su Fine, no? - domandò ad un tratto Bright a Shade, che subito trasalì incrociando il suo sguardo indagatore scrutarlo diritto nelle pupille.
Deglutì a fatica, incerto se confessargli o meno la strana sensazione che aveva percepito quella mattina quando Fine, o chiunque fosse, aveva deciso di confidarsi con lui circa i fantasmi del suo passato.
Schioccò la lingua risoluto: non poteva tradire la fiducia di lei in quel modo. Dopotutto le aveva promesso che l’avrebbe aiutata, pur mantenendo il segreto.
- Niente di particolare – rispose disinteressato, dissimulando il suo turbamento interiore – Le solite sensazioni, ma nulla di concreto –
- Capisco – asserì Bright, pacato – eppure da un po’ di tempo a questa parte sembri aver acquistato un certo interesse nei confronti di Fine – gli disse a bruciapelo, scrutandolo poi con la coda dell’occhio per osservare la sua reazione.
Shade non batté ciglio, ma anzi contrattaccò con un colpo da maestro.
- Lo stesso si può dire di te nei confronti di Rein – azzardò.
Bright trasalì, mentre le gote gli si imporporavano un poco.
- Non sono io quello che dà lezioni di nuoto in gran segreto per non farsi scoprire – asserì inacidito.
- Le sto soltanto insegnando a nuotare – si difese prontamente Shade, infastidito da quelle insinuazioni.
Osservò Bright negli occhi, scorgendo una leggera punta di curiosità mista a fastidio ad accendergli le pupille. Shade quasi non allibì quando comprese che l’animo del cugino sembrava essere animato da una lieve punta di gelosia.
- Ti dispiace? – gli domandò, alzando un sopracciglio.
Bright alzò le spalle, sciogliendo la tensione accumulata poco prima.
- No – rispose sorridendo sornione – Non più, almeno –
- Che intendi dire? – gli domandò Shade, disorientato dal suo atteggiamento strambo.
Il biondo ridacchiò, abbandonando tutto l’astio provato poco prima nei suoi confronti.
-Intendo dire che se in un primo momento il fatto di saperti solo assieme a Fine mi avrebbe dato un certo fastidio, lo ammetto, ora come ora mi è del tutto indifferente –
Shade lo squadrò dall’alto in basso, senza capire fino in fondo.
- Mi stai dicendo che…-
- Ho riscoperto Rein da un altro punto di vista, sì. E devo dire che non mi dispiace affatto. Ha un lato dolce e vulnerabile che non conoscevo. Sicuramente è ciò che più apprezzo di lei. Oltre al fatto che è una bella ragazza, e questo è evidente –
Shade sospirò, annuendo piano con la testa.
- Già…- rispose soltanto, senza lasciare che il dubbio accesosi in lui si affievolisse.
Pensò a Rein per un istante, scorgendo una punta di gelosia accenderglisi in petto in seguito alle parole di Bright. Poi ripensò a come ultimamente la turchina si dimostrasse passiva nei suoi confronti, così insipida ed anonima, e si domandò se davvero ne valesse la pena.
Scosse la testa, risoluto. Senza la sua esuberanza, Rein non era altri che un semplice involucro.
Un involucro indubbiamente attraente, ma pur sempre un involucro. Era come un pacco regalo senza sorpresa dentro. Vuoto, e decisamente deludente.
Niente a che vedere con ciò che aveva scoperto in Fine ultimamente, sempre se si trattasse davvero di lei. Ora che il dubbio si era insinuato così concretamente nei suoi pensieri, era difficile scacciarlo via.
Sentiva fermamente che alle gemelle fosse successo qualcosa che avevano voluto tenergli segretamente nascosto. Non poteva sbagliarsi, del resto anche Bright aveva confermato i suoi sospetti.
Il punto era: cosa?
- E tu? – si sentì domandare ad un tratto dal cugino, riscuotendosi improvvisamente dai suoi pensieri.
Scorse Bright osservarlo con una punta di malizia nello sguardo. Anche se particolarmente discreto, sapeva di non riuscire a nascondere al cugino le sue emozioni così facilmente.
- Fine ha sicuramente saputo sorprendermi – disse solo, incrociando entrambe le braccia dietro alla nuca.
Bright alzò un sopracciglio, non soddisfatto.
- Nient’altro?- gli domandò.
Shade l’osservò un istante negli occhi, prima di arrendersi.
- C’è qualcosa di lei che mi sfugge. Qualcosa che fatico a focalizzare. È come se non riuscissi a cogliere ciò che in realtà è così evidente –
Bright ridacchiò: - Fine e Rein sono indubbiamente due ragazze fuori dal comune. Con loro e da loro non sai mai cosa aspettarti. Sono una continua incognita. Penso sia questo il loro punto di forza –
- Eppure qualcosa di loro non mi convince affatto. Il loro improvviso cambiamento… in un primo momento, quella che riusciva a spiazzarmi di più era Rein – confessò il moro, disorientato dal suo uragano di emozioni.
Bright sospirò: - Già – disse solo.
- Cosa è cambiato? – domandò Shade, cercando di dare un nome alla soluzione che premeva forte sulla punta della lingua, ma faticava ad uscire.
Il biondo alzò le spalle, scuotendo la testa.
- Non ne ho idea – rispose – Forse è cambiata lei, o forse è cambiato il tuo modo di vederla –
- La sua incoerenza mi destabilizza – confessò Shade a denti stretti - Come mi destabilizza l’atteggiamento di Fine ultimamente –
- Se devo essere sincero, ho l’impressione di conoscere Rein da molto tempo prima di riscoprirla sotto una nuova luce. Come se in realtà sapessi già tutto di lei, ancora prima di avvicinarmi. È questa la cosa che mi sorprende più di tutte – asserì Bright, con gli occhi che brillavano di ammirazione.
Shade l’osservò di sbieco, dubbioso.
- Non hai l’impressione che siano diverse, ultimamente? –
Bright sospirò:- Sono diverse, sì, ma uguali. Come due facce della stessa medaglia –
Il biondo dopo aver pronunciato quelle parole gli sorrise, lasciandogli intuire che anche lui aveva compreso molto di più di ciò che non voleva far credere.
Shade, nel realizzare di non essere completamente uscito di senno, si sentì improvvisamente in pace con il mondo.
Rigirò la frase di Bright nella mente, analizzandola da ogni angolatura.
- Diversamente uguali…- mormorò pensieroso, e sorrise.
Restarono un istante a contemplare le ciotole della colazione ormai vuote di fronte a loro.
- In ogni caso sono strane – affermò Bright divertito.
- Decisamente – asserì Shade.
- Senza ombra di dubbio –
- Ma..?- incalzò Shade, sapendo che c’era dell’altro.
- Ma continuano ad essere le ragazze più straordinarie con cui io abbia mai avuto a che fare – asserì Bright in un sorriso, raccattando ciotola e confezione di cereali per sgomberare il tavolo di cucina.
- Deduco che persisterai nel volerle conoscere – gli fece eco Shade, ancora seduto di fronte alla confezione di biscotti.
Bright ridacchiò: - Perché, tu ti dai per vinto? Non è da te – lo provocò.
- No, infatti – sorrise Shade.
- Siamo sulla stessa lunghezza d’onda, allora –
- A quanto pare –
Bright cominciò a sciacquare le tazze sotto il getto dell’acqua, insaponandole per bene, mentre Shade riponeva con cura la confezione di cereali e di biscotti nella credenza. Ad animare il silenzio creatosi tra loro era soltanto il cozzare delle stoviglie le une sulle altre.
- Comunque non sono geloso – asserì Bright ad un tratto, asciugandosi le mani dopo aver terminato i suoi lavoretti da casalinga.
- Che intendi dire?- chiese Shade bloccandosi sulla soglia della cucina.
Bright gli sorrise malizioso, lanciandogli un occhiolino complice.
- Intendo dire che puoi continuare a dare a Fine tutte le lezioni di nuoto che preferisci -


Angolo Autrice:

E' da un pò che non mi faccio viva sul fandom, lo ammetto, ma indovinate? Gli impegni quotidiani hanno preso il sopravvento, sì.
La novità di quest'anno è che ho vinto un concorso per una Laurea Specialistica in ospedale, dunque il tempo lo occupo tra tirocinio e lezioni. E per scrivere resta quel che resta *sigh*
In ogni caso, come vedete, ogni tanto torno! yuppy!
Spero che, nonostante la lunga assenza, il capitolo sia gradito (se mai qualcuno lo leggerà ancora D:)
Come potete vedere in questo capitolo comincia a venir fuori qualcosina sui nostri amati personaggi... intrecci, antipatie, simpatie, chi più ne ha più ne metta.
Cosa mai potrà accadere adesso?
Ringrazio chi ancora mi segue e si lascia appassionare da questa storia senza pretese. Spero che, nonstante il periodo di assenza, sia sempre piacevole trovare un mio aggiornamento ogni tanto.
Baci a tutti, ci si rivede al prossimo capitolo

_BlueLady_




 
  
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