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Autore: __roje    31/01/2018    1 recensioni
Ren Tomomi è popolare, è il capitano della squadra di calcio della Kuromiya e si è fatto un nome. E' conosciuto da tutti, ha degli amici fidati e vive la sua vita scolastica in maniera normale ma un giorno, finito il campionato interscolastico, incontra un ragazzo dal profumo buonissimo e ne diventa ossessionato, Nao, il quale sarà un suo nuovo compagno di classe. Ma la conoscenza tra i due sarà tutt' altro che semplice, proprio perchè Nao disprezza i ragazzi come Ren, essendo lui riservato e secchione, ma dovrà affrontare la tenacia di Ren che le proverà tutte per diventare suo amico.
違い [chigai] significa letteralmente differenze. La storia ruota appunto intorno alla differenze sociali nell'ambito scolastico, ma cosa accade se due mondi diversi, due caratteri all'opposto si incontrano?
Genere: Azione, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo [2]

Il destino ha davvero dei modi strani di agire e forse la cosa non mi stupì nemmeno più di tanto. Scoprire che il ragazzo dal dolce profumo era finito nella mia stessa sezione mi riempì di una strana euforia. Sentivo che era la volta buona per saperne di più, di conoscere il suo nome. Rispetto a tutti gli altri aveva qualcosa di diverso, era magnetico.
Per il resto dei miei compagni, me compreso, il primo giorno era sempre speciale mentre per quel ragazzo sembrava essere un giorno come tanti e se ne stava da solo guardando fuori dalle finestre distaccandosi da tutto e tutti. Era davvero particolare.
“E qui abbiamo Ren Tomomi in persona, ma che onore averti di nuovo qui con noi.”
La voce profonda, e di scherno attirò l’attenzione di quasi tutti i compagni compreso me. Notai subito il tono ironico della persona che avevo davanti, era un ragazzo che non avevo mai visto prima. Aveva la stazza di Take, magro e i capelli nocciola incorniciando un viso segnato da alcuni piercing al sopracciglio, e gli occhi neri come la pece.
“Scusa ma ti conosco?”
Si diede un colpetto alla fronte, “Oh ma che sbadato, non mi sono ancora presentato. Sono Urie Edojima, ho seguito tutto il tuo percorso nel team della Kuromiya e sono affascinato dalla tua prestazione atletica.”
“Ah.. grazie del complimento.”
“Spero anche di entrare in squadra quest’anno, e si seguire le orme del mio senpai. Ne sarei onorato.”
Sul suo viso c’era disegnato un ghigno poco amichevole, quasi di sfida. La cosa risvegliò in me il mio classico spirito competitivo da sfida e la cosa mi fece sorridere. “Ti aspetto ai provini allora.”
Ci scambiammo un lungo sguardo di sfida, poi Urie si allontanò da me. Non era la prima volta che incontravo certi tipi, e la cosa non faceva che far crescere il mio spirito di competizione, era l’occasione per dare del mio meglio non solo nella gara ma anche quotidianamente per non farmi mettere in secondo piano.
Per il resto della lunga mattina non accadde nulla di particolare, aspettai però l’appello della prima ora con impazienza e scoprii quasi subito che il ragazzo sconosciuto che tanto mi interessava si chiamava in realtà Nao Fukuda. Scoprire ciò mi fece sorridere, finalmente aveva un nome nella mia testa e osservandolo da lontano notai che per tutta la giornata non aveva rivolto la parola a nessuno. Aveva indossato i suoi occhiali, dalla montatura nera e se ne era stato con la testa incollato sui libri. Un topo da libri quindi.
Raccolsi diversi dettagli su Nao Fukuda nei giorni seguenti, alcuni che non avevo notato dei nostri due primi incontri. Rispetto agli altri era molto taciturno, e rispondeva solamente alle domande dei professori. In quei piccoli attimi avevo ascoltato una voce profonda, mascolina. Ogni volta che diceva qualcosa i professori non facevano altro che fargli i complimenti per la brillante spiegazione.
Diversi compagni avevano tentato di avvicinarlo ma in tutta risposta Nao aveva prestato loro i suoi appunti tagliando corto alla conversazione. In più occasioni avevo notato che non pranzava in caffetteria, e nemmeno nel cortile dove di solito tutti si recavano. Solo dopo qualche settimane scoprii che si rifugiava sull’ultima rampa di scale che dava al terrazzo della scuola.
Nao ovviamente oltre che essere brillante, era anche notato da diverse ragazze. Queste però, spesso e volentieri erano sue compagne di classe che evitava di guardare e quando queste si avvicinavano non faceva altro che ignorarle. Dovevo ammettere che aveva un modo di fare che mi lasciava perplesso, e ridere allo stesso tempo. Sembrava schifare il mondo intero, ma non sembrava mettersi al di sopra di tutti piuttosto sembrava trovare noioso chiunque, docenti compresi. Quando però restava da solo, e non c’erano lezioni da seguire Nao era assente e non faceva altro che tenere lo sguardo fisso nel vuoto rivolto verso le finestre.
Per quanto riguardava il suo aspetto fisico era il classico nerd sotto certi aspetti. Indossava spesso gli occhiali, ma non sembravano essere fissi, bensì li usava a scuola per leggere o altro. Ogni tanto aveva la mania di sistemarseli sul naso, quest’ultimo piccolo e dalla punta all’insù. Le labbra erano sottili, il viso ovale e a farsi notare in particolare erano due occhi dal taglio felino color notte, bui ed enigmatici. I capelli erano della stessa tonalità, portava un caschetto morbido che gli copriva appena le orecchie e una folta frangia gli cadeva sulla fronte senza però coprigli gli occhi. Le ciocche erano mosse, formando composte onde che creavano un gioco piacevole da vedere.
Trascorsero due mesi e osservare quel curioso compagno di classe sembrava essere diventato il mio hobby.
“Dobbiamo organizzare meglio gli orari degli allenamenti, così non coincideranno con le lezioni.. Ren? Mi stai ascoltando?” mi riprese Take notando che avevo la testa da un altra parte. Notai solo dopo il suo richiamo che sul mio quaderno avevo disegnato senza accorgermene un paio di occhiali.
“Take? Dimmi.”
Sospirò il mio amico “Si può sapere a cosa pensi? Ogni volta che ti parlo sembri avere la testa altrove.”
Un mano mi rubò il foglio da sotto al naso, era Yuuki che ne lesse il contenuto. “A quanto pare hai un fetish per gli occhiali, è la terza volta che ti becco a disegnare una cosa del genere.”
“Ridammelo!”
Glielo strappai di mano e sia Yuuki che Take parvero stupiti della cosa senza capire.
“Comunque tornando a cose importanti, dobbiamo sistemare questi orari o non potremo allenarci.”
“Fa tu, sei più bravo di me in queste cose” me ne tirai fuori privo di voglia.
In quel momento, dalla porta dell’aula che dava sul corridoio notai la sua chioma inconfondibile e quasi come una molla scattai in piedi. Mi parve di sentire il suo buon profumo anche a quella distanza.
“Ren!”
Non prestai attenzione ai richiami di Take, chiesi scusa per tutto ciò e scappai via. Erano mesi che non facevo che guardare da lontano sempre la stessa persona, mi chiedevo perché Nao fosse l’unico a non rivolgermi la parola. Mezza scuola mi parlava, ma non la persona che volevo lo facesse.
Corsi nel corridoio percorrendo il suo stesso tragitto, era l’ora di pranzo e sapevo perfettamente dove sarebbe andato a mangiare. Ormai potevo dire di conoscere abbastanza bene i suoi spostamenti, avevo imparato un po’ a conoscerlo e volevo che anche lui conoscesse me adesso.
Salii gradino dopo gradino con l’ansia nel cuore, non sapevo proprio cosa dire o come presentarmi. Pensai bene di fingere di trovarmi li per il suo stesso motivo e di giustificare la cosa dicendo che volevo cercare un posto tranquillo per mangiare e chissà magari dicendo così avremmo iniziato a parlare.
Quando salii l’ultimo gradino lo trovai seduto in cima alla rampa di scale, le gambe incrociate, il bento poggiato su di esse e Nao intento a mangiare. Restò molto sorpreso di trovarsi qualcuno davanti nel suo angolo tranquillo, vedere che mi stava rivolgendo un'occhiata mi fece sentire euforico.
“Oh non pensavo che ci fosse qualcuno qui sopra, cercavo un posto tranquillo dove mangiare.” Ridacchiai cercando di sembrare naturale. Nao tuttavia mi scrutò severo per qualche ragione, mi domandai se avessi sbagliato in qualcosa e ne ebbi conferma quando vidi che stava raccogliendo le sue cose per andarsene. “Resta non andartene solo perché sono venuto io” lo fermai afferrandogli il braccio mentre era intento ad andarsene.
Nao in tutta risposta mi guardò bieco “Non pranzo insieme ad una capra che sa solo dare calci ai palloni.”
Di colpo era stato insultato senza un valido motivo, e Nao raccogliendo le sue cose mi lanciò un ultima occhiata di disgusto e sparì lasciandomi il suo posto preferito.
Restai li non so quanto, cercando di capire cosa avessi fatto di sbagliato. Mi aveva definito capra che sa solo dare calci ai palloni. Fu la prima volta che provai quasi vergogna per la mia passione.
Tornai dai miei amici, con la testa piena di interrogativi. Per mesi non avevo fatto che osservare quel ragazzo, e la prima frase che mi aveva rivolto era stato un insulto senza motivo.
Ignorai Take e Yuuki, che scherzavano tra di loro punzecchiandosi, presi posto al mio banco e poggiai la testa su una mano facendola ciondolare. Nao mi aveva definito capra, nel senso che ero ignorante?
“Ma le capre non sanno dare calci ai palloni..” borbottai ad alta voce.
Take parve sentirmi mentre parlavo tra me e si avvicinò incuriosito. “Dove te la sei svignata prima?”
Sospirai, “Da nessuna parte.. Take secondo te le capre sanno calciare un pallone?”
“Capre?” inarcò un sopracciglio confuso per quella domanda.
Proprio in quel momento tornò in aula anche Nao, ripensando alla nostra prima pseudo conversazione e capendo che intendeva insultarmi con quelle parole, lo guardai riservandogli un occhiataccia. Quest’ultimo in tutta risposta mi fissò senza battere ciglio, e mi diede le spalle sedendosi. I nervi cominciarono a vibrare, come un stupido avevo anche cercato di farci amicizia, lo avevo trovato interessante e avevo scoperto invece che persona maleducata fosse.
“Sono già passati due mesi dall’inizio della scuola e quel ragazzo non ha ancora rivolto la parola a nessuno. Mi da' i brividi il suo modo di fare” commentò Take rivolto verso Nao.
Yuuki lo sentì e ridacchiò, “Ho sentito che è praticamente un genio, ha un alto q.i. ma è praticamente un antisociale. Non è mai stato visto parlare con qualcuno da quando sono iniziate le superiori.”
Nessuno? Eppure a me aveva dato una sonora risposta. Forse Yuuki esagerava nel dire così, ma per diverse settimane, ascoltando altri pettegolezzi sul nostro misterioso compagno di classe scoprii che era vero. Non rivolgeva la parola a nessuno, e se qualcuno gli poneva una domanda lo ignorava. Ero l'unico con cui aveva parlato, quindi.

  
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