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Autore: Albusseverus1996    31/01/2018    0 recensioni
La guerra è finita portandosi molte, troppe, vite con se. Harry era riuscito a sconfiggere Lord Voldemort e adesso la sua vita sarebbe stata tranquilla e, finalmente, normale o almeno così credeva lui. Inizia a lavorare come Auror presso il Ministero della Magia e, proprio la sua professione, lo condurrà verso un altra pericolosa avventura, ma questa volta, in terre a lui sconosciute insieme al suo fedele amico Ronald. Grazie a chiunque legga la mia storia e che Godric mi assista
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Note:
Siamo arrivati, anche se con un ritardo a dir poco imbarazzante,
al capitolo conclusivo di questa fan fiction.
Essendo la mia prima pubblicazione e la mia prima esperienza
nel mondo della scrittura in generale, mi ritengo abbastanza soddisfatto
anche se so per certo che avrei potuto fare meglio come per esempio nei primi capitoli.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito, messo tra i preferiti o anche solo letto
questa mia storia
Spero vivamente che vi sia piaciuta quanto è piaciuto a me scriverla.
Vi auguro una buona lettura
Albusseverus1996







UN ALTRO SIGNORE OSCURO SCONFITTO




Un urlo disperato si propagò da ciò che ormai rimaneva del temibile mago oscuro conosciuto come Dimitri Dolcov. Nient'altro che un urlo che squarciava il silenzio profondo che regnava nell'ormai desolato lago scozzese per i babbani tanto famoso quanto misterioso. Ormai nulla rimaneva della spavalderia, della potenza e del timore che tanto aveva caratterizzato e che tanto aveva terrorizzato mezza Europa, del bulgaro. Il suo corpo si stava sbriciolando davanti ad un Harry inorridito da quei tipi di incantesimi che tanto odiava ma, per una volta almeno, non potette fare a meno di evocare. Mentre il corpo Dimitri, agonizzante, continuava a sgretolarsi, l'auror non riuscì a distogliere lo sguardo nonostante ne sentisse la necessità
“A cosa è valso tutto ciò che hai fatto Dolcov?” chiese lui con un tono di voce addolorato
“Credi che abbia fatto tutto ciò per piacere di uccidere?” strillò tra un urlo di dolore e l'altro “Io non sono come quel folle di Tom Riddle. Io volevo cambiare davvero questo mondo. Credi davvero che uccidendo me qualcun altro forse anche più pericoloso e con molta più sete di sangue uscirà fuori? Io avrei risolto tutto questo. Io….. Avrei… Migliorato…..” Dolcov esalò il suo ultimo respiro. Nei suoi occhi non vi era più ardore per una battaglia o gli occhi di un azzurro chiaro quasi bianco che, con solo fissarli, avrebbero potuto gelare e far rabbrividire chiunque dalla paura. Come chi prima di lui, un altro aspirante signor oscuro, cadeva. Ucciso da chi, fin dalla sua nascita, ha affrontato l'oscurità. Un uomo che nonostante avesse perso i genitori ancor prima di poter anche solo ricordarne il volto, dopo aver passato un infanzia senza il benché minimo tipo affetto e una vita all’insegna del combattimento, della sofferenza e del dolore, non ha mai lasciato che le circostanze lo cambiassero. Quell'uomo, il bambino sopravvissuto, il prescelto, colui che sconfisse e uccise Lord Voldemort in persona, aveva vinto ancora e, con la sua vittoria, il mondo magico, ancora una volta, era salvo. Harry continuò a guardare il corpo di Dolcov decomporsi davanti ai suoi occhi e ormai ridotto in cumuli di cenere. Dopo quella che gli parve un eternità, diede le spalle al suo nemico ricordandosi della presenza di Draco che, al momento, lo stava chiamando a gran voce. Si asciugò il sangue ormai rappreso sul volto e, non rendendosi conto di non avere più in corpo un briciolo di forza, tentò di incamminarsi verso la voce dell'amico ma, dopo solo un passo, cadde rudemente al suolo stremato perdendo i sensi

“Harry!?” strillò Draco con quanto più fiato riuscì a racimolare. Non ricevendo risposta il biondo, visibilmente preoccupato riprovò “Potter! Andiamo non fare l'idiota. Rispondimi!” le urla di Dimitri, che fino a qualche minuto prima avevano sferzato l'aria, erano cessate. Victoria si trovava priva di sensi a qualche metro più in la nella quale, la donna insieme al britannico, avevano ritrovato il corpo martoriato del Bulgaro. Non sapendo dove fosse o, peggio, in che stato fosse l'amico, Draco si involò verso il corpo della povera donna.
“Reinnerva” sussurrò Draco con la punta della bacchetta puntata al cuore della donna che iniziò a tossire furiosamente.
“Tutto ok Victoria?” chiese lui una volta che la donna riacquisì il controllo del suo corpo
“Fatta eccezione per il mal di testa lancinante si. Mi sono fatta abbindolare di nuovo. Sono una completa idiota” disse portandosi le mani sul volto “Dov’è Harry? Dimitri è scappato?” chiese tentando di rimettersi in piedi. Draco l'aiutò e, dopo essersi sincerato della condizione della bulgara, si schiarì la voce
“Credo che Harry lo abbia ucciso. E nella maniera più crudele temo” Victoria lo guardò mezza contenta mezza sbalordita
“Cosa te lo fa credere?” disse lei
“Beh… Quando tu eri priva di sensi, Harry ha usato un incantesimo che non avevo mai sentito. Le urla di tuo fratello sono state raccapriccianti. Sembrava quasi che gli stessero strappando ogni lembo di pelle, di carne, perfino ogni osso dal corpo uno ad uno. Non ho mai sentito qualcosa di simile” il volto di Draco era tutto un programma. Non c’erano parole per descrivere la sua espressione. Victoria si portò le mani sul volto prima di ritrovare la forza di guardare dritto negli occhi Draco e stringerlo per un braccio facendolo rinsavire da tutto quell'orrore.
“Se ho capito bene l'incantesimo che ha scagliato Harry a mio fratello dobbiamo trovarlo al più presto. Per il poco che l'ho conosciuto dopo ciò che ha fatto avrà bisogno della sua famiglia e di persone che gli facciano capire che è stato costretto a fare quello che ha fatto. Se non lo troviamo in fretta si incolperà a tal punto da uscirne distrutto” il biondo annuì energicamente e i due iniziarono le ricerche. Urlarono il suo nome in lungo e in largo senza però ricevere risposta alcuna. Draco iniziò a preoccuparsi visibilmente
“Victoria” disse in un sussurro il biondo “È possibile che l'incantesimo di cui ha usufruito Harry gli si sia ritorto contro?” Victoria lo guardò con un sorriso rassicurante scuotendo il capo
“Non è un tipo di incantesimo che può essere respinto da un semplice protego. È molto più probabile che Harry abbia perso i sensi e sia da qualche parte qui intorno. Per invocare una maledizione del genere c’è bisogno di un enorme quantitativo di magia e di energia vitale. Tranquillo Draco lo troveremo” il biondo tirò un sospiro di sollievo prima di estrarre la propria bacchetta levandola al cielo “Expecto Patronum” sussurrò lui evocando una serpe argentea che, dopo essersi avvolta al collo del proprio padrone, scomparve nella buia notte
“Meglio avvisare gli altri. Se Harry è stremato come dici, sarà meglio che un medimago lo veda al più presto” rispose lui ad uno sguardo interrogativo lanciatogli da Victoria che sorrise di rimando
“Ottima idea. Tu cerca ad ovest del cratere io controllerò l'altra sponda” l'uomo annuì e scomparve nella notte mentre Victoria, dopo evocato una gran sfera di luce, fece lo stesso


“Sai mio caro e vecchio amico inizio a comprendere il motivo per il quale tu tenga così tanto a questo giovane mago. Impressionante, davvero impressionante” esclamò una voce fredda ma piena della più sentita ammirazione
“Beh, d’altronde, rimembrate da quale nobile casata proviene. Non c’è nulla di cui stupirsi” esclamò una voce orgogliosa
“Come mai non si sveglia? Forza Eroe vogliamo congratularci con lei non guardarla riposare” disse una voce impaziente
“Merlino ti prego. Non mettiamo pressione al ragazzo. Deve essere esausto pover uomo” replicò una voce dolce e pacata
“Ci penso io. Se permettete” quest'ultima voce Harry l'avrebbe riconosciuta fra mille altre
“Harry” continuò “Harry, caro ragazzo mio, apri gli occhi” Harry acconsentì alla richiesta. Aprì gli occhi e si alzò anche se a fatica, trovandosi davanti un Albus Silente radioso e con le lacrime agli occhi dalla gioia
“Harry. Meraviglioso, coraggioso e grande uomo. Una volta ancora il mondo magico ti deve la sua salvezza e io non so spiegarti l'orgoglio che provo guardando come sei diventato oggi. Dai siediti prima che questo vecchio scoppi in lacrime” esclamò l'ex preside di Hogwarts evocando un fazzoletto dal colore rosso acceso e porgendogli una comodissima sedia imbottita
“Professore posso farle una domanda?” chiese Harry dopo aver osservato gli sguardi pieni d'orgoglio che i magici 7 al completo gli stavano riservando
“Ci mancherebbe ragazzo. Tutto ciò che desideri” replicò Silente asciugandosi le lacrime dal volto
“Ci ho lasciato le penne questa volta non è così?” la sala intera scoppiò a ridere. Un suono potente e soave si propagò nelle mura del tempio dove Harry in passato era già stato. Una risata così pura e cristallina che riuscì a scacciare perfino le paure e le inquietudini di un uomo che aveva appena terminato, con successo, una battaglia all'ultimo sangue. Harry sorrise con il cuore leggero e si abbandonò alla comoda sedia levando lo sguardo all’altissimo soffitto. Dopo che i magici 7 riuscirono a controllare le proprie risate, il primo a proferire parola fu Tolomeo
“Lei non è deceduto signor Potter si è, possiamo dire, preso un assolutamente meritato riposino” Harry lo fissò un po’ confuso ma preferì non approfondire così continuò a rilassarsi sotto gli occhi illustri dei magici. Dopo quella che sembrò un eternità, a parlare fu proprio Silente con un tono stavolta più attento e comprensivo del solito
“Sai perché ti abbiamo portato qui nuovamente caro Harry?” l'auror lo fissò e dopo qualche attimo di esitazione disse
“Si, suppongo di si. Per congratularvi con me per aver compiuto un atto eroico. Aver distrutto completamente un altro essere umano disarmato e indifeso” il dolore con la quale proferì queste parole scombussolò la quiete e la spensieratezza del luogo
“Come potete voi, che dovreste essere quello che più si avvicina alle sembianze di dei, congratularvi con me per quello che ho fatto? Nessun essere umano si sarebbe meritato una fine come quella. Sono un mostro” urlò Harry piegandosi sulle ginocchia. La spensieratezza che lo aveva investito ascoltando le risate dei magici 7 si era volatilizzata alla domanda postagli dal suo tanto amato ex preside che lo raggiunse carezzandogli il capo
“Tu non sei un mostro Harry. Tu sei, a mia modesta opinione, uno degli uomini più buoni, gentili e forti mai esistiti a questo mondo. Quell'orribile maledizione che hai scagliato, non cambia chi sei realmente. Non modifica il tuo essere e non spezzerà la tua anima. Tu sei migliore Harry. Probabilmente migliore di tutti coloro presenti in questa sala me compreso” Merlino fece per parlare ma Morgana, con un ben assestato gancio destro lo mandò a gambe all'aria impedendogli di rovinare il magnifico discorso di Albus Silente
“Per questo abbiamo un regalo per te che forse, e dico forse, potrà alleviare il dolore che provi adesso” il vecchio uomo si voltò verso l'immenso portone d’ingresso. Esso si aprì ed Harry, seppur riluttante, alzò lo sguardo. Ad entrare furono 3 uomini ed una donna avvolti in un fascio di luce argentea. Harry tentò senza successo di identificare i nuovi arrivati. Tolomeo si avvicinò a quest’ultimi e, dopo avergli concesso un inchino, li invitò ad avanzare. Ad ogni passo che fecero Harry sentì l'eccitazione e l'ansia prendere il sopravvento sul suo corpo. Conosceva quelle persone. Ne era sicuro ma, non volendo illudersi con false speranze cercò di rimanere calmo fin a quando una bellissima donna dai capelli rosso fuoco entrò nel suo campo visivo
“Il mio bambino coraggioso” esclamò lei correndogli in contro. Era Lily Potter, seguita a ruota dal resto dei Malandrini. Remus Lupin, Sirius Black e James Potter belli ed eleganti come non mai, fatta eccezione per Sirius ovviamente che di elegante, aveva ben poco. Harry strinse forte a se la madre che ricambiò la stretta con altrettanta foga e amore lasciando in disparte, e abbastanza stizziti, i tre uomini
“Andiamo Lils. Lasciacene un po’ ti dispiace? Sono o non sono il padre dopotutto” iniziò a piagnucolare James
“E io sono il padrino non dimentichiamolo” continuò Sirius sorridendo e scuotendo la sua chioma riccia
“E io lo zio” rincarò la dose Remus
“Certe cose non cambiano mai” esclamò Silente radioso


Il ministero era in subbuglio. Auror, impiegati e post inter-uffici viaggiavano a velocità supersonica tra un livello e un altro scambiandosi indiscrezioni dalla dubbia provenienza. Regnava il caos più totale e nessuno aveva idea di cosa stesse succedendo e tanto meno di cosa si dovesse fare per porvi rimedio. Alcuni auror, chiamati dal ministro della magia in persona, presidiavano l'entrata del proprio ufficio. Era stato loro spiegato, in toni non molto amichevoli, che qualunque cosa o persona fosse entrata o avrebbe tentato di entrare all'interno della sala anche a chiedere una tazza di tè, sarebbe stata licenziata o peggio. Nel frattempo all’interno dell’ufficio stesso, al contrario del puro caos che regnava tra i corridoi, il silenzio e la malinconia la facevano da padrone. Nonostante la stanza pullulasse di persone, non una di esse trovava la forza o la voglia di riferire parola alcuna
“Tesoro” disse infine Ron asciugandosi le lacrime con la veste “Non possiamo continuare a star chiusi qui dentro a piangerci addosso o a disperarci. Non serve a nulla e tu hai della responsabilità da tener in conto” Hermione resse lo sguardo del marito per qualche secondo prima di tornare a fissare il vuoto
“Hai ragione ma non ho la benché minima idea di cosa fare. Temo di non essere abbastanza forte per reggere tutto questo” disse la donna con un filo di voce. Ron, non contento della risposta ricevuta, spostò rudemente la scrivania sulla quale Hermione poggiava le braccia rischiando di farle perdere l’equilibrio. Completamente sconvolta, la donna fissò il suo sguardo in quello tanto amato del marito, non proferendo parola. Questi gli si piazzò davanti e, dopo avergli afferrato il viso dolcemente, sorrise
“Andiamo tesoro. Tu sei il ministro della magia. Hai combattuto contro il più oscuro dei maghi in età adolescenziale. Hai difeso i diritti di creature a cui nessuno importava o dava credito garantendogli una vita migliore. Tu puoi fare ogni cosa e, se ti servisse una mano, non mi hai sposato solo per la mia estrema bellezza o simpatica, ma anche per sostenerti nei momenti più duri mi sbaglio mia cara mogliettina?” Hermione, ancora profondamente stupita, continuò a fissarlo per qualche secondo prima di asciugarsi le lacrime e concedergli un rapido bacio
“Devo ammettere che hai ragione” disse lei alzandosi dalla propria postazione. Ron rise fingendosi anche stizzito dal tono usato dalla moglie
“Dopo tutti questi anni sembri ancora sorprenderti delle mie capacità da motivatore” Hermione ricambiò il sorriso e lo abbracciò mentre, la famiglia Potter, abbracciati tutti fra loro, cercavano di farsi forza a vicenda. Hermione li osservò con la tristezza nel cuore, prima di avvicinarsi a Ginny che, intenta nel consolare i propri figli cercando invano di rassicurarli, sembrava non aver ascoltato neanche una parola della conversazione precedente
“Ehm.. Ginny tesoro?” Iniziò Hermione attirando l’attenzione dell’amica “Io dovrei risolvere alcune cose vuoi che chiami qualcuno che vi porti a casa?” Ginny sorrise appena scuotendo la testa prima di tornare ad occuparsi della piccola Lily che, sconvolta, giaceva sdraiata sulle proprie gambe. Hermione esitò qualche secondo prima di, su richiesta del marito, uscire dal proprio ufficio dove, appostati come avvoltoi, stampa, Auror e dipendenti vari del ministero l’aspettavano con ansia. Hermione, concedette loro la stessa considerazione che si potesse concedere ad un piccolo insetto schiacciato su di un vetro e, con il marito sotto braccio, si diresse verso l’ascensore fendendo la folla con estrema facilità.
“Mi chiedevo una cosa” disse Hermione dopo un breve periodo di silenzio disturbato solo dalle urla dei giornalisti e dal cigolio dell’ascensore. Ron la fissò invitandola con un gesto del capo a formulare la sua domanda
“Cosa è cambiato dall’ultima volta quando Harry fini in coma? Eri diventato freddo e distaccato sia con me che con i bambini” si vide chiaramente il dolore velare i suoi occhi come un ombra scura. Hermione se ne accorse e lo strinse più forte a se mentre Ron, con un sorriso addolorato sul volto, si apprestò a rispondere
“Lo so tesoro. Sono stato un enorme coglione sia con te sia con i bambini e soprattutto con mia sorella. Stava passando un momento infernale e io, invece di aiutarla e sostenerla, ho fatto l’esatto opposto. Furono le parole di Harry a farmi capire che, punto numero uno, non ero l’unico a soffrire per la sua assenza, e, cosa più importante, sono il suo migliore amico e sempre lo sarò. In sua assenza devo essere io a proteggere la sua famiglia e a cercare per lo meno di affievolire il dolore che la sua assenza comporta. Non posso permettermi ancora una volta di cedere, come neanche tu d’altronde. Siamo sempre stati uniti fin da piccoli. Il trio più scapestrato che Hogwarts e tutto il mondo magico abbia mai visto. Abbiamo delle responsabilità e dei doveri verso Harry e verso la comunità perciò andiamo ad adempiere il nostro compito” fu un discorso che colpì profondamente Hermione e anche il resto dei presenti poiché, senza accorgersene, avevano raggiunto l’Atrium del ministero gremito di maghi e streghe che, al loro arrivo, si zittirono all’unisono come fossero un unico essere. Dopo alcuni secondi di un imbarazzante silenzio, un fragoroso applauso risuonò furioso tra le mura ministeriali. Hermione e Ron si abbracciarono asciugandosi a vicenda le lacrime quando, proprio mentre la donna iniziò a schiarirsi la voce per riferire le ultime novità e per dare direttive ai propri uomini, una serpe d’argento entrò con prepotenza trapassando individui, pareti e tutto ciò che si trovasse sul proprio cammino. L’Atrium intero, identificando l’animale come il Patronus di Draco, trattenne il respiro. Sembrò passare un eternità prima che il serpente, scuotendo le sue spire, parlò

Harry Potter è ancora vivo. Dolcov è morto


“Grazie Preside” sussurrò Harry dall’interno dell’abbraccio ancora ben saldo della madre. A nulla erano valse le lamentele da parte del resto della combriccola che, situata qualche passo dietro di loro, osservava la scena mezza divertita e mezza irritata. Silente rise di gusto prima di rivolgersi agli altri ospiti
“James, Sirius, Remus dire che per me è un piacere rivedervi sarebbe un eufemismo miei cari ragazzi” i tre sorrisero radiosi prima di stringere la mano del loro vecchio mentore
“Anche per noi è un piacere. Come sarebbe un piacere immenso poter stringere e abbracciare il mio amato, quanto unico, figlio. LILY! Per l’amor del qui presente Godric ti prego” Esclamò James dopo aver letteralmente scollato la moglie da Harry. La donna lo fulminò con lo sguardo prima di rivolgersi nuovamente al figlio
“Per Godric tesoro mio. Stai bene? Sei magrissimo. E tutti questi tagli? Silente ti sembra normale lasciarlo in questo stato?” Urlò isterica la donna provocando grosse risate da parte della sala intera, Harry compreso
“Sto bene mamma. Durante la mia vita mi sono abituato alle ferite di guerra” James gonfiò il petto d’orgoglio. Un orgoglio puro, di quelli che solo un padre può provare alla vista del proprio figlio
“Questo perché sei un guerriero e un eroe figlio mio. Non so spiegarti quanto amore e orgoglio io provi per te. E adesso, prima che mamma orsa ricominci a studiare ogni centimetro del tuo corpo, vieni a stringere il tuo vecchio” i due si strinsero forte per qualche secondo. Poi fu il turno di Sirius e Remus che iniziarono a ostentare lodi verso il salvatore del mondo magico che, con gli occhi pieni di lacrime esclamò
“Mi siete mancati. Ogni giorno e così sarà sempre” Lily e James lo abbracciarono nuovamente seguiti a ruota da Remus, Sirius e, strano a dirsi, da un uomo dal classico cappello a punta che, però, venne prontamente schiantato da una donna particolarmente soddisfatta
“Tu non centri nulla Merlino” esclamò divertita Morgana mentre l’uomo di rialzava a fatica e la malediceva a gran voce. Si sedettero su di un comodo divanetto a parlare del più e del meno per quelle che sembrarono delle ore. Risate, occhiate d’amore e d’apprensione, aneddoti e chi più ne ha più ne metta. Tuttavia Harry pareva ancora stesse lottando contro una forza interiore che l’opprimeva e, da brava madre apprensiva qual era, Lily se ne accorse
“Vieni con me tesoro” disse lei con una dolcezza disarmante. Harry, se pur confuso dalla richiesta, si alzò senza discutere. Così fecero anche James, Sirius e Remus
“Credo che sia ora di salutare il nostro eroe” proferì con tono gentile e solenne Tolomeo. Godric fu il primo a pararsi davanti a Harry augurandogli ogni bene e ringraziandolo di cuore di onorare sempre al meglio il nome della sua nobile casa. Uno per uno, i magici 7 lo riempirono di lodi e ringraziamenti prima di scortare lui, i suoi genitori, Sirius, Remus e Silente verso l’enorme portone che si aprì lasciando entrare una luce accecante. Dopo un’ultima occhiata orgogliosa da parte delle divinità magiche, il grande portone si chiuse lentamente alle sue spalle lasciando che la nebbia li avvolgesse. Pieno di domande e curiosità, Harry si rivolse alla madre nuovamente
“Mamma, esattamente dov’è che stiamo andando?” Chiese lui. Lily sorrise e, stringendo ancor di più la sua mano, sussurrò
“In un luogo dove capirai che quello che hai fatto è stato un atto eroico e non importa quanto crudele questo sia stato” quando la donna terminó la sua frase, i sei si ritrovarono all’interno dell’Atrium del ministero che era in festa. Lodi a Harry Potter il salvatore si levavano in aria con una potenza inaudita. Poi la location cambiò, si ritrovarono in una pianura, all’apparenza, dell’est Europa. Li un fiume di maghi e streghe rendeva onore ai familiari caduti intonando un cantico alquanto malinconico e gridando al cielo che giustizia era fatta. Così, la scena cambio e si ritrovarono in America, poi in Scozia, in Francia e in Italia. L'intero mondo magic, al momento, era impegnato nel lodare le gesta di un coraggioso mago britannico in un canto nella quale, si mescolavano lingue, culture, usi e costumi differenti ma che, tuttavia, risuonava armonioso e pieno di speranza. Harry, profondamente commosso, una volta che la nebbia prese nuovamente il sopravvento di quel luogo, si voltò verso la madre e il padre che piangevano dalla gioia guardandolo con profondo orgoglio.
“C’è un ultima persona che devi incontrare prima di andartene campione” disse Sirius nascondendo le lacrime tra i folti capelli. James, notando che perfino il suo migliore amico, non certo noto per la sua emotività, si era commosso non tardò nel farglielo notare
“Sono lacrime quelle gocce cristalline sul tuo volto per caso Ramoso? E io che pensavo avessi la sfera emotiva di sasso” esclamò tra un singhiozzo e una risata. Sirius, tuttavia, non fece in tempo a ribattere che un alto uomo di colore, calvo e con un sorriso bianco come la neve, fece la sua apparizione ammutolendolo
“Harry Potter” esclamò radioso Kingsley Shacklebolt allungando la mano verso il suo caro amico e sempre fedele Auror. Harry, frastornato dall’arrivo dell’ormai defunto amico, stupì tutti iniziando a ridere. Una risata nervosa ma liberatoria
“Ehi Kings. Amico mio come te la passi?” Chiese lui dopo esseri sbellicato dalle risate. L’ex ministro della magia allargò ancora di più il suo candido sorriso
“Meglio di te a quanto pare” Harry sorrise amaramente
“Beh non sei tu colui che ha recentemente annientato un uomo d’altronde” Lily, Remus, Sirius, James e Silente lanciarono a Harry sguardi pieni di rispetto, orgoglio e preoccupazione mentre Kingsley, invece,  si accigliò vistosamente
“Ricordi cosa hai promesso alla mia famiglia? Cosa hai promesso durante il mio funerale? Ricordi la promessa che hai fatto a tua moglie il giorno del tuo matrimonio o quelle fatte alla nascita dei tuoi figli? Pensi di aver davvero commesso una azione atroce nell'assassinare Dolcov? Se credi davvero di aver compiuto un gesto orribile Harry ricorda come e per quale motivo le persone presenti adesso non possano far parte della tua vita e non possano vivere la propria. Perché hanno lottato contro il male sacrificando tutto ciò che avevano più caro al mondo. Che sia Grinderwald, Tom Riddle o Dimitri Dolcov non fa differenza. Hanno portato morte, distruzione e caos. Credi che se l'unico modo con cui Albus avrebbe potuto pervenire le vittime provocate da Grinderwald e da Tom Riddle fosse stato questo incantesimo non l'avrebbe fatto? Harry tu sei un eroe e l'uomo migliore con la quale io abbia mai avuto il piacere di avere a che fare. Hai mantenuto la tua promessa. La mia morte non è stata vana. Pensaci quando ti torturerai con questo pensiero. Pensa a noi e a tutti coloro morti lottando per concedere un mondo degno di questo nome ai nostri familiari” Lily e James strinsero le loro mani sulle spalle del figlio che gli sorrise
“Ci proverò. Ma adesso, prima che mia moglie e i miei figli mi uccidano una volta per tutte, dovrei tornare” disse l’auror in direzione di Kingsley che scoppiò a ridere scomparendo pian piano nella nebbia. Silente fece qualche passo indietro per permettere i saluti generali canticchiando l'inno della sua così tanto amata scuola. Remus abbracciò Harry raccomandandogli di tenere d'occhio suo figlio Teddy. Sirius lo strinse a se ancora più forte. Poi fu il momento di James e Lily, quest’ultima, già in lacrime
“Vi voglio sempre con me” sussurrò Harry all'orecchio dei genitori. I due risero tra le lacrime
“Sempre” e anche loro sparirono nella nebbia mentre voci confuse e preoccupate invocavano a gran voce il suo nome
“Qualcuno ti reclama mio caro ragazzo” esclamò il preside nascondendo tra i baffi dorati un ghigno divertito. Harry rise
“Si. Immagino che Draco sia alquanto fuori di se. Ci rivedremo professore?” chiese lui quasi malinconico. Silente si avvicinò poggiandogli una mano sulla spalla
“Il più tardi possibile io mi auguro caro ragazzo ma si, ci rivedremo senz’altro. Magari quando lo faremo avrai imparato” disse il vecchio mentre la nebbia iniziava ad invadere il suo campo visivo
“Imparato cosa professore?” urlò Harry alquanto confuso
“A darmi del tu mio caro ragazzo”

“Draco!” urlò Victoria non meno di mezz’ora dopo aver iniziato la ricerca. Il biondo tuttavia, trovandosi a parecchi metri di distanza dalla donna, non la sentì, continuando a scandagliare centimetro per centimetro, il suolo nella ricerca di un dettaglio che potesse indicargli la posizione dell'amico scomparso
“DRACO! L'HO TROVATO!” l'uomo profondamente concentrato fece un balzo spaventato portandosi al petto la bacchetta
“Hai trovato Harry?” chiese stupidamente lui con voce emozionata. Victoria sbuffò sonoramente
“No ho trovato una colonia di Gnomi scozzesi. Ma che razza di domanda è?” Draco sorrise leggermente prima di smaterializzarsi in direzione della donna
“Vediamo questi Gnomi allora. Ma solo per qualche minuto, poi dovremmo riprendere la ricerca di quello stupido Grifondoro” sussurrò l'uomo verso la donna
“Vuoi prendermi in giro” esclamò esasperata mentre Draco iniziava a ridere
“In effetti si. Sai per sdrammatizzare” Victoria sbuffò nuovamente prima di indicare quello che pareva un grosso e sporco ammasso di vestiti logori e insanguinati. I due si avvicinarono e, dopo aver distrutto le poche rocce sopravvissute che ancoravano il corpo dell'amico al suolo, si accovacciarono su di lui chiamandolo a gran voce
“Perché non si sveglia?” chiese Victoria preoccupata “Non sarà mica…” Draco la bloccò con un gesto della mano
“Se mi avessero dato un galeone ogni volta che ho creduto morto Harry Potter non sarebbero bastate 10 camere blindate della Gringott per contenerli tutti” infatti, dopo molti schiaffi e getti d'acqua Harry si mosse
“Andiamo tesoro altri 10 minuti” sussurrò lui assonnato lasciando a bocca aperta Draco e Victoria
“Stava…. Stava davvero…. Dormendo?” chiese la donna incredula guardando la scena
“A quanto pare. Guarda e impara” disse Draco con un ghigno
“Harry, Ginny è furiosa con te” l'Auror fece un balzo, completamente sveglio
“Non è stata colpa mia” urlò lui a pieni polmoni
“Ecco fatto” replicò Draco soddisfatto “Puoi spiegarmi come diavolo hai fatto ad addormentarti in una situazione come questa?” Chiese con un espressione assassina sul volto. Harry, dopo aver inforcato i suoi amati occhiali e dopo essersi scompigliato i capelli, si appoggiò alle spalle dell'amico
“Credo che io abbia abusato un po’ troppo della mia magia Draco. Sono sfinito” disse a fatica l'Auror
“Dai vieni. Andiamo al ministero” Harry annuì ma prima che Draco potesse anche solo pensare di smaterializzarsi, sul posto arrivarono decine di Auror e, insieme a loro, il ministro in persona e suo marito, scortati a ruota dalla famiglia Potter al completo che, non curante delle condizioni in cui si trovasse il padre, lo assali mentre Ginny osservava da lontano aspettando il momento propizio. La prima parola, detta quasi all'unisono, che i piccoli Potter rivolsero al padre fu
“Sei un completo idiota” seguito dai vari ti voglio bene, non farlo mai più ecc ecc. Ci vollero circa 30 minuti prima che i piccoli della famiglia si ritenessero soddisfatti e lasciassero respirare il padre. Una volta ripreso possesso del suo corpo, Harry si alzò dirigendosi verso la moglie
“Tesoro mi dispia….” Non riuscì nemmeno a terminare la frase che, il tornado dai capelli rossi anche meglio conosciuta come Ginny Weasley, gli saltò addosso baciandolo con quanta più passione avesse in corpo
“È andata decisamente meglio di quanto mi aspettassi” disse Harry con un sorriso da orecchio a orecchio. Ginny rise
“Oh io non canterei vittoria troppo presto. Ho parlato con Hermione e, per i servizi resi alla comunità magica ti hanno concesso 3 mesi di vacanze pagate che passerai con la tua famiglia. E lì mi prenderò la mia vendetta” esclamò con tono di enorme felicità ma allo stesso tempo di malignità. Harry tuttavia non si scompose e, guardandola dritta negli occhi esclamò
“Oh non vedo l'ora” e i due ripresero il loro bacio infinito sotto gli occhi disgustati dei loro figli. 

Gli Auror, insieme ai molti dipendenti recatisi sul posto, ebbero il loro gran da fare per tentare di ricostruire il luogo prima che i babbani lo vedessero. Trovare una spiegazione ragionevole per la quale, e in una sola notte, una verde collina insieme ad un intero e immenso lago si fosse trasformato in una profonda quanto larga voragine priva di qualsiasi filo d'erba, non sarebbe stato facile soprattutto per l'ambasciata babbana scozzese. Gli sarebbe venuto un colpo se fossero venuti a sapere che la loro fonte inesauribile di turisti fosse stata ridotta ad un deserto formato per intero da schegge di roccia. Tuttavia Hermione, notando la stanchezza dei suoi uomini evocò un enorme e bitorzoluto masso dalle strane sembianze tranquillizando i propri uomini che avrebbe risolto lei la faccenda dicendo che, a ridurre così il luogo, fosse stato un semplice meteorite caduto dallo spazio. Pur non avendo la benchè minima idea di cosa indendesse il ministro, una volta concessogli di tornare a casa a riposare, si limitarono a ringraziarla profondomente sparendo uno dopo l'altro fin a quando, nel luogo completamente distrutto, rimasero solo Harry, Ron, Hermione insieme a Ginny e ai bambini che giocavano ora spensierati 
“La nostra vita riesce a stupirci ogni volta. Sei d’accordo con me grande salvatore?” esclamò Ron divertito mentre osservava il sorgere del sole insieme alla moglie e al suo migliore amico. Harry rise di gusto
“Durante il mio chiamiamolo   ho incontrato i miei genitori. Erano insieme a Sirius, Remus e Silente” disse con voce tranquilla come se stesse parlando del tempo. Ron cadde dalla roccia su cui era seduto mentre Hermione strabuzzò gli occhi, tanto che sembravano poterle uscire dalle orbite
“Che cosa!? E cosa ti hanno detto?” chiese la donna con voce stridula mentre il suo caro maritino tra un imprecazioni e un'altra si rimetteva in piedi massaggiandosi la nuca. Harry sorrise e alzò lo sguardo verso il cielo
“Quello che ho sempre voluto sentirmi dire da loro. I miei genitori sono orgogliosi di me” Hermione e Ron sorrisero dolcemente continuando a guardare l’alba sorgere, sperando in cuor loro, che la pace duri almeno il tempo necessario per riprendersi da questa faticosa battaglia.
   
 
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