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Autore: LuckyGhost    02/02/2018    1 recensioni
L'equipaggio incontra un misterioso straniero, che li paga per essere portato su vari pianeti. Chi è, e perché il suo volto è un mistero? Potrebbe unirsi alla Ribellione?
Traduzione di una storia su Fanfiction.Net "Unexpected Rebellion"
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Darth Maul, Ezra Bridger, Hera Syndulla, Kanan Jarrus/Caleb Dume, Sabine Wren
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati due mesi da quando i ribelli erano arrivati su Arkinnea con Reddie, che ancora non li aveva contattati. La speranza che Sabine aveva riposto nel suo ritorno stava diminuendo. Il fatto non era che le piaceva, e niente del genere, ma era ancora curiosa di scoprire lui chi era. Aveva delle immagini abbozzate su di lui nel suo quaderno. Una volta le era partita la ricerca e fece una lista delle possibili razze aliene a cui poteva appartenere.  Sfortunatamente non possedeva molte informazioni sul suo conto che poteva usare per "spulciare" le varie razze e diminuire la lista.

Il Fantasma atterrò su Lothal. L'equipaggio aveva bisogno di crediti di nuovo e decise di consultare Vizago per un lavoro. Si avvicinarono al piccolo campo e si diressero direttamente verso la tenda di Vizago. Lui era seduto davanti alla tenda, le gambe appoggiate casualmente sul tavolo.

"Hey! Come stanno i miei ribelli preferiti?" Gli urlò contro da una certa distanza. Kanan si limitò a sorridere educatamente. "Se cercate un lavoretto, credo di avere ciò che fa per voi." Disse Vizago sorridendo. Hera sospirò. Gli avrebbe affidato un compito difficile e li avrebbe pagati coso poco che sarebbero stati costretti ad accettare un'altra delle sue disoneste offerte.

L'olotrasmettitore di Hera suonò. La colse di sorpresa. Non aspettava una chiamata da Fulcrum e non erano molte le persone che avevano il suo contatto. Kanan la guardò perplesso. Hera fece spallucce e rispose alla chiamata.

"Salve, parla Reddie. Ti ricordi di me?" Chiese una voce. Sabine sorrise da orecchio ad orecchio.

"Si, ma certo." Confermò Hera.

"Bene, ecco una cosa. Sono su Garel e devo andarmene. Alla svelta. Potete venire a prendermi? Ed intendo adesso."

Hera aggrottò le ciglia. "È successo qualcosa?" Chiese lei.

"Bheee, uhm... diciamo..." Prolungò la risposta è sì interruppe. "L'Impero. E qualche altro tizio. Vi pago il doppio, potrebbe essere pericoloso. Ma non conoscono la mia posizione al momento. Posso inviarvi le coordinate?" Chiese Reddie.

Hera osservò Kanan, chiedendo silenziosamente la sua opinione. Lui diede una veloce occhiata a Vizago, poi spostò lo sguardo verso Hera, ed annuì.

"Si. Stiamo arrivando." Hera terminò la chiamata ed attese le coordinate che arrivarono subito dopo.

"Sembra che abbiamo di meglio da fare." Disse Sabine ridendo letteralmente in faccia a Vizago, il quale umore are cambiato nel peggiore.  Kanan sorrise dispiaciuto, ma si voltò ed era visibilmente contento di non dover rischiare la sua vita per quel truffatore.

Reddie era fortunato che loro si trovassero su Lothal in quel momento. Garel era un pianeta situato vicino Lothal. L'equipaggio dovette effettuare il salto nell'iper spazio che gli permise di arrivare in pochi minuti. Il posto sembrava abbandonato. Aprirono la piattaforma e scesero dalla nave.

Due Soldati Imperiali apparirono non molto lontano da loro. Kanan ed il resto dei suoi compagni cercarono di sembrare il più casuale possibile, ma i soldati li notarono ed iniziarono a dirigersi verso di loro. Non sembravano ostili, ma comunque Sabine nascose un blaster dietro la schiena e Zeb casualmente prese il suo bo-rifle.

"Buongiorno, avete visto quest'uomo?" Il soldato gli mostrò il datapad. Nella foto vide una familiare figura incappucciata.

"Vediamo..." Pensò Kanan. "Mi dispiace, ma sotto quel cappuccio potrebbe nascondersi chiunque. Non hai un'immagine migliore?" Kanan pretese di voler cooperare.

"No, purtroppo. Non aiuterebbe in ogni caso." Disse uno dei due sconsolato. "Credo che nessuno lo abbia mai visto."

Hera osservò attentamente il datapad. "No, non lo abbiamo visto."

"Va bene. State attenti è molto pericoloso. Se lo incontrate contattateci immediatamente." Ordinò il soldato.

"Sicuro lo faremo." Annuì Kanan. Poi entrambi gli Imperiali se ne andarono. Kanan si girò appena sentì qualcuno ansimare. Reddie era appoggiato ad un contenitore. Sorreggeva qualcosa con la mano sinistra ed aveva l'intero braccio destro premuto al petto. Diede una veloce occhiata intorno a sé e poi iniziò lentamente a camminare verso la nave.

"Sono contento che siete qui. Andiamocene immediatamente." Disse silenzioso.

Sabine notò che si stava comportando in modo strano. Insomma, più strano del solito. Era così importante quel piccolo pacco, perché lo teneva tanto stretto a se? Salirono a bordo ed Hera partì immediatamente con Kanan al suo fianco come co-pilota.

Reddie si sedette stanco su una delle sedie che circondavano il tavolo.

"Va tutto bene?" Chiese perplessa Sabine. Aveva sempre notato la sua andatura elegante, ma ora sembrava esausto, qualcosa era sicuramente successo.

"Non proprio." Disse Reddie, gemendo dal dolore quando mise il piccolo contenitore sul tavolo, poi posizionò nuovamente la mano sul fianco. "Ma ci penso da solo." Aggiunse.

"Sei ferito?" Chiese lei.

"Mi hanno sparato." Ammise Reddie.

Si avvicinò al tavolo ed aprì il piccolo astuccio. Era un kit medico. Prese un contenitore con del bacta. Sabine si sedette vicino a lui.

"Lascia che ti dia una mano." Prese il contenitore e tolse il coperchio. Reddie cercò di afferrarlo ma Sabine si allontanò.

"Faccio io." Disse lei. Reddie esitò.

"È va bene." Concesse lui. Afferrò la maglietta tirandosela su ed espose la ferita. Sabine prese un pezzo di stoffa dal kit medico e puli la ferita dal sangue.

"Fa molto male?" Gli chiese lei.

"Non tanto." Disse Reddie. "Sono stato peggio."

Sabine si sentì vittoriosa quando espose più pelle per applicare il bacta.  La sua pelle era nera. Cercò di ricordarsi dove aveva nascosto la sua lista delle possibili specie ed immaginò quante poteva già scartare. Quando finì di applicare il bacta Reddie si alzò.

"Dovresti riposarti ora. Tra qualche giorno starai meglio."

"Grazie."

"Hai un posto dove andare?" Gli chiese Sabine.

"Un posto per riposare e guarire? Comunque, dove stiamo andando?" Chiese Reddie curioso.

"Credo che stiamo ritornando su Lothal." Rispose Sabine. "Ora chiedo." È se ne andò.

"Hera." Sabine entrò nella cabina di pilotaggio. "Stiamo andando su Lothal?"

Hera si voltò. "Si, rimarremo li per alcuni giorni, dobbiamo rifornirci ed inventarci un nuovo piano. L'Impero sta trasportando dei contenitori di armi e ci piacerebbe rubarli."

Sabine annuì. "Bello! È da un po' che non incontriamo quelle teste di latta."

"Reddie ti ha detto perché lo inseguivano?" Chiese Kanan.

"No, ma chiederò." Replicò Sabine. "Gli hanno sparato, in realtà. Pensi che potrebbe restare a bordo per alcuni giorni e guarire?" Supplicò Sabine.

"Non è una buona idea. Fargli fare un giro è okay, ma permettergli di restare? Non sappiamo nulla di lui, ma sono piuttosto convinto che sia un criminale." Affermò deciso Kanan.

"Anche noi siamo una specie di criminali." Disse Hera sorridendo.

"Ha bisogno di riposo. È ferito." Sabine incrociò le braccia.

"Può restare sulla nave durante il giorno, ma non lo voglio qui dentro mentre dormiamo." Disse Kanan con un tono che non ammetteva repliche.

"Va bene." Sabine uscì dalla cabina e ritornò da Reddie. Trovò lui e Zeb che giocavano a Dejarik.

"Dovresti riposarti." Lo rimproverò Sabine.

"Sto bene." Disse Reddie anche se aveva la mano sinistra premuta sul fianco destro e non si muoveva molto. Sabine non era molto convinta.

"Quando finisci la partita dovresti andare nella cabina e dormire un po'."

"Va bene infermiera." Replicò Reddie e Zeb si mise a ridere.

"Puoi restare per alcune ore, così ti riprendi un po'." Lo informò Sabine. Reddie annuì. La partita durò altri dieci minuti. Durante il gioco Reddie stava anche vincendo, ma alla fine Zeb distrusse senza pietà gli ologrammi di Reddie e vinse.

Sabine accompagnò Reddie alla sua cabina.

"Quindi sei stato sparato. Cosa hai combinato?" Chiese lei.

"Be, c'è stato un piccolo disaccordo durante il lavoro."

"Il tuo obbiettivo ha opposto resistenza?" Chiese Sabine.

"No. Ero sotto copertura. Ma avevo scoperto delle cose che il mio cliente non desiderava far sapere, quindi ha pensato bene di uccidermi." Spiegò Reddie.

"È terribile!" Escalmò Sabine.

"Si, lo è. Ma è il rischio del mio lavoro. Avrei dovuto prenderlo in considerazione." Disse Reddie.

"Lo stai dicendo come se fosse colpa tua."

"Be, parzialmente lo è stata. Se solo fossi stato più attento." Si rimproverò Reddie.

"Che informazioni hai scoperto?" Chiese lei curiosa.

"Qualcosa che probabilmente potrebbe distruggere l'intera famiglia reale di Garel." Disse Reddie ridendo. "Ma non mi interessa molto." Fece spallucce.

"Che cos'è." Sabine provò di nuovo.

"Be, da quello che ho scoperto, l'erede al trono ha due figli con una donna di classe inferiore, questo là è proibito. Ed in ogni caso, il re ha già organizzato un matrimonio combinato per il figlio." Disse Reddie a Sabine.

"È abbastanza per rovinare a qualcuno la giornata." Notò Sabine. Reddie si sedette sul letto poggiando a terra il suo zaino.

"Buona notte." Sabine gli sorrise ed uscì dalla stanza.

Reddie si sdraiò sul letto e iniziò a pensare alle attenzioni di quella ragazza. Si interrogava, chiedendosi se le meritasse davvero, ma poi si addormentò molto presto.

Sei ore dopo Kanan entrò nella stanza di Reddie. Era sorpreso di vedere l'uomo ferito ancora addormentato. Si aspettava di vederlo seduto al tavolo, ma a quanto pare Sabine aveva ragione riguardo alle sue condizioni. Reddie doveva essere proprio esausto. A quanto ne sapeva poteva essere in fuga da quegli Imperiali da chi sa quanto tempo.

"Reddie?" Bisbigliò Kanan. L'uomo si svegliò prendendo un profondo respiro e si sedette immediatamente sul letto.

"Si?" Chiese lui.

"È ora che tu vada." Disse Kanan sentendosi immediatamente in colpa vedendo quanto era stanco il loro ospite.

"Certo." Disse Reddie annuendo e lentamente si sedette sul bordo del letto. Verificando la sua ferita.

Si stropicciò gli occhi e stiracchiò le braccia. Prima di alzarsi si mise in spalla lo zaino. Kanan si avviò fuori seguito da Reddie.

"Da quanto tempo eri in fuga?" Chiese Kanan curioso di sapere perché era così esausto.

"Quasi due giorni." Replicò Reddie.

"È non ti sei curato per tutto quel tempo?" Kanan si voltò verso di lui.

"Non c'era tempo." Disse Reddie alzando le spalle.

"È davvero molto." Notò Kanan.

Hera e Sabine stavano aspettando fuori dalla nave.

"Perché vi piace così tanto questo pianeta?" Chiese Reddie.

"È complicato." Hera gli rispose nello stesso modo che adottò lui tempo addietro.

"Ma certo." Lui annuì. "Comunque vi ringrazio. Mi siete stati di grande aiuto." Reddie porse dei crediti ad Hera. Era molto più delle altre volte.

"Addio." Annuì ringraziandoli e partì.

   
 
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