Little
brother
Kousuke
Ooshiba allentò il nodo stretto della cravatta scura come i suoi capelli e si
concesse un breve momento di relax, affacciato alla finestra aperta
sull’esterno. Kensuke stava giocando al riporto con un cane randagio scodinzolante, la risata vivace e allegra riecheggiava nei dintorni.
Il
più grande sorrise, mentre accendeva una sigaretta per inspirare ed espirare
qualche boccata di fumo.
“Il mio fratellino non se ne rende conto, ma
è dotato di una spontaneità naturale che brilla di luce propria. Ha un
incontenibile ottimismo racchiuso dentro sé, illumina i suoi occhi castani e si
sprigiona intorno, arrivando alle persone che lo circondano. In quanto fratello
maggiore, non pretendo chissà cosa da lui, a parte che potrebbe applicarsi con
maggiore impegno nella materia in cui io modestamente eccello, altrimenti non la
insegnerei. No, non è questo che mi preoccupa. Ken è così fiducioso e buono che
qualunque sciocchezza potrebbe deluderlo, ferirlo. È già successo in passato.
Rammento ancora il trasferimento forzato del suo migliore amico ai tempi delle
elementari: lo prese talmente male che, pur fingendo che non gliene importasse
nulla e che ormai Hasamaka (o era Hakusera?) non era altro che un estraneo per
lui, si avvertiva la sua sofferenza. Quel dolore era impercettibile, era muto,
ma c’era. Ci impegnammo tutti quanti a non farglielo pesare e devo ammettere che
l’avvicinamento casuale di Masahiro a mio fratello mi ha fatto ben sperare. Se
sono amici, possono stare entrambi sotto la mia protezione in modo da non
frequentare cattive compagnie.
A
Ken non glielo dico spesso, quasi mai a dire il vero, ma provo un autentico
affetto fraterno per lui. Cerco di essere gentile, gli faccio domande sulla
scuola, gli chiedo cosa preferirebbe che gli cucinassi quando nostra madre è
stanca. A volte posso sembrare freddo e distante, altre volte non ho mancato di
rimproverarlo o di indurire lo sguardo, tanto che penso abbia paura di me, anche
se non gli ho mai alzato mani o riservato una lezione esemplare come quelle
inflitte ai gangster, tanto da guadagnarmi l’appellativo di ‘Orso assassino’.
Questa però è un’altra storia. Forse è successo quando era più piccolo, voleva
giocare con me e io mi sono rifiutato bruscamente perché dovevo studiare... Non
ricordo. O forse, il suo timore è legato a quella volta in cui, giocando con gli
animali, aveva riversato per sbaglio una tazza di caffè nero sopra dei fogli
importanti, facendomi arrabbiare? Oppure quando, un giorno, mi vide rincasare
pieno di lividi e con un occhio nero? Può darsi che l'abbia spaventato
involontariamente, comunque non gli farei mai del male, non a lui: è il mio
fratellino e sono contento del bravo ragazzo che è diventato. Presto andrà al
liceo e farà nuove esperienze, ma sono abbastanza tranquillo a riguardo. Se la
caverà”.
Kousuke
spense la cicca della sigaretta consumata sul posacenere. Gettò un’ultima
occhiata al soggetto dei suoi pensieri e poi si voltò: non aveva davvero motivo
di cui preoccuparsi. Quell’ottimismo speciale che, pur essendo diversi,
condividevano, non lo avrebbe abbandonato facilmente.
Note:
Flashfic di 500 parole esatte scritta per il 2° step - amicizie, via con le bromance (o
il legame con la famiglia). Incentrata principalmente sul legame fra i due
fratelli secondo Kousuke, con accennini alle amicizie di
Kensuke.
Grazie mille a
chiunque abbia letto e a chiunque vorrà lasciarmi un parere!
^_^
Rina