Capitolo
13
14
gennaio 1974
-
Rosgood è finito in infermeria – le
comunicò Rebekah non
appena la vide aprire gli occhi.
Era
stata dimessa dall’infermeria solo la sera prima,
perciò
era ancora intontita dal Bolide e dagli avvenimenti accaduti,
così sbattè le palpebre
prima di chiederle di ripetere.
-
Dicevo che è finito in infermeria, è notizia di
pochi minuti
fa. –
Alzò
gli occhi al cielo, mentre i primi immediati sospetti si
facevano strada in lei.
-
Dimmi che non è stato Kenneth. –
-
No, ritenta. –
-
Nick? –
-
Neppure, ma a difesa di quei due non è che non ci abbiano
provato … solo che sono stati preceduti. –
Aggrottò
la fronte, decisamente perplessa.
-
E allora chi? –
-
Sirius e Regulus –, replicò sorridendo divertita,
- Quei due
piccoletti hanno proprio del coraggio. –
-
Rosgood è grosso due volte loro, quando uscirà
dall’infermeria
li sgranocchierà – considerò, scuotendo
il capo davanti all’impulsività dei
cugini.
-
Prima deve sempre prenderli e dubito che Nick e Kenneth li
lascerebbero affrontarlo da soli. –
Anche
quello era vero.
Sebbene
Sirius non nutrisse particolare simpatia per Nicholas,
e poteva giurare che anche Kenneth gli stesse decisamente antipatico,
sembrava che
a Nick il suo carattere ribelle facesse decisamente simpatia; quanto a
Regulus,
se non tollerava Nick era però altrettanto vero che nutriva
una sorta di
venerazione per Kenneth che dal canto suo l’aveva sempre
tenuto sotto la sua
ala protettiva.
-
Vengo messa fuori gioco per una giornata e mezza e succede
il putiferio. Uomini, lasciati da soli vanno sempre allo sbaraglio
– sbuffò,
allontanando le lenzuola e infilando le pantofole.
-
Dove stai andando? –
-
A impedire una guerra civile. –
La
guardò come se le avesse dato di volta il cervello.
-
Silente ha detto che eri esonerata dalle lezioni fino a
domani e tu vuoi comunque partecipare? –
-
Già, qualcuno deve tenere sotto controllo quei quattro.
–
*
-
Molto bene, ragazzi, sistematevi qui vicino a me perché /
oggi faremo qualcosa di diverso dal solito e molto divertente -
esordì
Lumacorno con voce allegra.
-
È normale che io abbia paura ogni volta che dice una cosa
del genere? – chiese William, facendo scoppiare a ridere
Aiden.
-
Credo proprio di sì, perché anche io sono
tremendamente
preoccupato. Dopotutto la sua idea di divertimento sono le sue cene e
le sue
feste. –
-
Già, perciò prepariamoci al peggio. –
-
Vi dividerò in coppie e assegnerò a ogni coppia
una pozione
a cui lavorare nel corso della settimana. Saranno coppie diverse da
quelle in
cui lavorate di solito in modo tale da migliorare i rapporti tra i
membri di
questa classe e non potrete cambiare il vostro compagno. –
-
Ecco, adesso si comincia con il dramma – sussurrò
Will.
-
Innanzitutto la signorina McKinnon lavorerà con il signor
McCartney. –
Aiden
tirò un sospiro di sollievo mentre Valerie gli si
avvicinava sorridendo e sceglievano un posto a metà aula.
Se
non altro a lui era andata bene.
-
La signorina Prince e il signor Bones. –
Louisa
sedette con Edgar, sorridendo con l’aria di chi la
sapeva lunga.
Aveva
una mezza idea di sbloccare le cose tra lui e la
McKinnon e con l’aiuto e le recenti confidenze di Benjamin
aveva tutte le carte
in regola per riuscirci.
-
Il signor King sarà in coppia con il signor Wilkes.
–
Il
silenzio che scese nell’aula fu tale che Lumacorno si
sentì
in dovere di precisare. – So che potrà apparire
come una scelta
incomprensibile, ma non sempre lavorerete con persone che sono vostre
amiche
nel mondo al di fuori della scuola e dovrete cominciare a farci
l’abitudine. –
Kenneth
si voltò verso Nicholas, inarcando un sopracciglio.
-
Preferenze per il posto? –
Il
Grifondoro si strinse nelle spalle, puntando verso il banco
tra quello di Valerie e quello di Edgar.
Se
non altro davanti e dietro avrebbe avuto dei volti amici.
-
Infine il signor White lavorerà con il signor Greengrass.
Troverete le pozioni scritte sulla lavagna -, mosse la bacchetta, -
sceglietene
una a coppia e cominciate a lavorare. –
*
Regulus
si fece piccolo piccolo sotto lo sguardo severo della
cugina, trascinando nervosamente il piede contro il pavimento in marmo.
-
Quello è grosso come un troll, Reg, e poi non dovreste
lanciare incantesimi alla gente in giro per i corridoi –
concluse.
-
Lo zio Alphard ha detto che potevamo – obiettò.
-
Cosa? –
Ci
mancava solo suo padre che assoldava quei due come una
sorta di vendicatori prezzolati.
-
Non dirgli che te l’ho detto -, aggiunse in fretta, -
perché
ha detto a me e Sirius di non farlo. –
-
Non glielo dirò, ma in futuro non lasciatevi coinvolgere dai
piani deliranti di mio padre. –
-
D’accordo … ma tu come stai? –
Gli
scompigliò i capelli corvini, sorridendogli.
-
Sto bene, Reg, non preoccuparti. –
-
Menomale, mi sono spaventato moltissimo durante la partita. –
Si
chinò verso di lui, soffermandosi quando vide alcuni dei
suoi compagni che lo fissavano.
-
Posso abbracciarti davanti ai tuoi amici oppure ti vergogni?
–
-
Certo che puoi. Tutti loro pensano che tu sia bellissima e
fantastica, perciò mi invidieranno tantissimo. –
Rise,
stringendolo a sé e baciandogli una guancia.
-
Vai a lezione, Reg, ci vediamo più tardi. –
*
21
gennaio 1974
Kenneth
era appoggiato alla parete dei sotterranei quando
Nicholas fece la sua comparsa.
-
Sei in ritardo – lo accolse, scostandosi dalla parete in
muratura e facendogli strada lungo l’aula dei sotterranei che
Lumacorno aveva
concesso loro di utilizzare; era una di quelle in disuso in cui
solitamente il
docente lavorava ai suoi esperimenti.
Lì
nessuno li avrebbe disturbati.
-
Ho la faccia di uno a cui frega qualcosa di averti fatto
aspettare? – rilanciò il Grifondoro.
-
Meglio che non ti dica che faccia hai o finiremo in
infermeria prima ancora di aver cominciato a lavorare alla pozione
– lo rimbeccò.
-
Come siamo spaventosamente ragionevoli. –
-
Sto cercando di essere quasi
civile con te King, ma non provocarmi. –
-
E a cosa devo il tentativo? –
-
Semplicemente perché capisco quello che provi –
replicò, aprendo
la porta dell’aula e facendo per entrare.
La
mano di Nicholas calò sulla sua spalla, fermandolo e
spingendolo a voltarsi con espressione irritata.
-
Se non vuoi perdere l’uso della mano, King, ti consiglio di
togliermela di dosso all’istante. –
-
Perché capiresti quello che provo … e
perché pensi di sapere
cosa provo? –
-
Perché ho passato anni nella tua situazione e so quanto
faccia schifo; ti senti morire, vorresti spaccare tutto, ma sai che non
servirebbe a nulla perché è lei che ha scelto e
scoppiare non servirebbe a
farle cambiare idea. –
Nicholas
rimase in silenzio, fissandolo come se per la prima
volta avesse fatto qualcosa d’impressionante.
-
Ti sentivi così anche tu vedendo me e Hydra insieme?
–
-
Anche peggio. –
-
E come hai fatto a non spaccarmi la faccia ogni due secondi?
–
-
È stata dura -, ammise, - ma a lei non sarebbe piaciuto se
l’avessi
fatto. –
-
No, non le piacerebbe – convenne sorridendo.
Hydra
era sempre stata contraria alla violenza che andasse al
di là della semplice autodifesa.
-
Se non hai altre domande, mettiamoci a lavoro.
Indipendentemente da Hydra non mi sei comunque mai andato a genio in
modo
particolare perciò prima finiamo e meglio é.
–
-
Già, condivido in pieno, ma forse potremmo evitare di
scannarci in futuro. –
-
Potremmo – convenne.
*
Edgar
vide con la coda dell’occhio che Louisa continuava a
fissarlo insistentemente mentre sminuzzava le radici.
-
Vuoi chiedermi qualcosa? –
-
Sì -, confermò, - quanto pensi di metterci
ancora? –
-
Sto sminuzzando alla velocità della luce. –
-
Non mi riferivo alla radice, Edgar. –
Aggrottò
la fronte, perplesso. – E allora a cosa? –
-
La McKinnon. –
-
Continuo a non capire. –
-
Per l’amor di Merlino, non potrebbe essere più
evidente di
così: Valerie è cotta di te e scommetto che anche
tu lo sei di lei, perciò
quanto ti ci vuole ancora per farti avanti? –
-
Io … non è vero. –
-
Certo e io sono Morgana -, sbuffò beffarda, - Non capisco
perché
non vuoi ammetterlo, è una bella cosa dopotutto. –
-
Il fatto che Valerie mi piaccia non significa
necessariamente che io piaccia a lei. –
-
Ma se ti ho appena detto che è così, razza di
deficiente. –
-
Questa è una tua supposizione visto che dubito che sia stata
lei a confidarsi -, obiettò, - perciò non
rischierò di rovinare la nostra
amicizia in base a delle ipotesi senza riscontro. –
-
Sei di una testardaggine paurosa. –
-
Senti chi parla. –
-
Io ho accettato di provare qualcosa per William e lo
frequentando -, lo rimbeccò, - perciò non fare
l’idiota e datti una mossa prima
che si stufi di starti ad aspettare … e tanto per la cronaca
tua sorella e tuo
fratello la pensano come me. –
Edgar
rimase in silenzio, continuando a sminuzzare le radici,
riprendendo a parlare solo qualche minuto più tardi.
-
Tu sei assolutamente sicura di quello che dici, Louisa? –
-
Per l’ennesima volta, sì. –
Afferrò
la sua tracolla, alzandosi di scatto dalla sedia.
-
E adesso dove stai andando? –
-
A parlarle. –
Lo
vide uscire dall’aula e sorrise soddisfatta di sé.
Finalmente
il suo lavoro lì era terminato.
*
Valerie
sgranò gli occhi non appena vide entrare Edgar nella
loro Sala Comune a passo di carica.
-
Ed … è successo qualcosa? –
L’amico
si fermò davanti a lei, annuendo.
-
Sì, devo fare assolutamente una cosa. –
-
Qualche nuova conquista? – chiese, tornando a voltarsi verso
Aiden per finire di appuntare gli ingredienti e i passaggi che
mancavano per la
realizzazione della loro pozione.
-
Forse, dipende da come reagirà a quello che sto per fare.
–
-
Allora in bocca al lupo mannaro. –
Le
mani di Edgar si chiusero sulle sue spalle, spingendola a
voltarsi nuovamente verso di lui e ad alzarsi in piedi.
Perplessa,
lo osservò in attesa della sua prossima mossa.
-
Merlino, spero proprio che Louisa abbia ragione oppure farò
la figura dell’idiota – mormorò,
chinandosi poi verso di lei e puntando dritto
verso le sue labbra.
La
baciò con gentile fermezza, tenendola stretta tra le
braccia ma non tanto da impedirle di ritrarsi se avesse voluto.
E
il punto era che lei non voleva, ma allo stesso tempo aveva
paura.
Si
scostò leggermente, fissandolo dritto negli occhi.
-
Non è uno scherzo o una qualche stupida scommessa che hai
fatto con i ragazzi, vero? –
-
No, non lo é. –
Lesse
la sincerità nelle iridi chiare e non potè fare a
meno
di sorridere radiosa.
-
Ce ne hai messo di tempo per capirlo – disse soltanto,
alzandosi in punta di piedi per baciarlo di rimando.
Spazio
autrice:
Salve!
Mi
scuso
per il ritardo nell’aggiornare ma tra gli esami, un
po’ di stanchezza generale
e la cresima alla quale mi hanno incastrato ad andare oggi non ho avuto
modo di
aggiornare prima né di creare un capitolo particolarmente
lungo, ma spero che
vi sia piaciuto comunque … e finalmente anche la Valar è Canon.
Al
prossimo aggiornamento.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary