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Questa storia partecipa al Cow-T, terza settimana prompt SOLE.
 

Timoty dormiva profondamente quando una luce molto forte decise che doveva svegliarlo a tutti i costi. Si girò nelle coperte mugugnando ma realizzò che qualcosa non andava.

Spalancò gli occhi.

Delle morbide lenzuola color giallo pallido lo avvolgevano sovrastate da un caldo piumone color porpora. L'uomo scattò a sedere scostando le coltri. Si guardò intorno in preda al panico, la stanza sembrava relativamente semplice: un basso comodino con alcuni libri impilati sopra era situato alla sinistra del letto, nell'angolo un armadio a due ante recava dei foglietti scribacchiati a penna attaccati sulla superficie sagomata; sotto la grande finestra alla sua sinistra troneggiava su una scrivania ingombra di carte. Le pareti di un tenue verde acqua si sposavano bene con il color noce che caratterizzava i mobili, letto incluso. Timoty sgusciò fuori dal letto per poi balzarci nuovamente sopra con un urletto sorpreso; si affacciò oltre la sponda per osservare cosa poteva essere la consistenza pelosa che aveva accolto le sue dita ignare. Moquette. Di un grigio neutro.

Poggiò il piede ancora cauto ma non sembrano esserci altre sorprese in agguato al livello pavimento. Aggirò il letto circospetto e si avvicinò alla causa del suo risveglio; dalla finestra entrava una luce anomala che batteva sul cuscino, appoggiò i palmi sul ripiano di quello che non solo sembrava legno, ma lo era anche! Chi avrebbe fatto dei mobili in un materiale del genere?

Il panorama lo distrasse per un secondo dalla sua indagine. Strani edifici dal tetto rossastro spiovente si affacciavano su una stradina deserta, ma a sconvolgerlo fu il verde, davanti ad ogni abitazione c'era uno spazio verde, ingombro di quelle che sembravano piante. Eppure Timoty non aveva mai visto piante così, alcune erano basse e coprivano il suolo come la moquette sotto i suoi piedi, era difficile distinguere i dettagli a distanza ma sembravano singoli fili separati; poi c'erano alcuni esemplari coperti da macchie di colore che non sembravano avere una funzione pratica se non quella di abbellire. Timoty scosse la testa riportando la sua attenzione sulla luce incriminata; ma dovette distogliere subito lo sguardo. Si rese conto con orrore che, anche se aveva distolto gli occhi dalla palla infuocata nel cielo, una fastidiosa immagine residua persisteva sulle sue retine sotto forma di cerchio celeste.

E parlando di celeste, il cielo era blu! Proprio azzurro intenso! Ma che diavolo succedeva? Non aveva mai visto nulla di simile! Si voltò verso la stanza pensando alla mossa successiva quando un trillo acuto invase l'ambiente. Non importava quanto si girasse ma non riusciva a capire de dove arrivasse. Infine cadde in terra con un tonfo aprendo gli occhi nell'oscurità familiare.

Viticci di edera-neon illuminavano debolmente l'ambiente per il resto completamente oscuro.

Con il respiro affannato l'uomo si rimise seduto sul bordo del letto, a squillare era il suo pad: "Professor Corly" disse il messaggio registrato, era il suo assistente "Ci sono novità riguardo al progetto 47"

"Eccellente arriverò in laboratorio al più presto" disse all'apparecchio che trascrisse accuratamente il testo e lo inviò.

Si mosse per la camera ancora disorientato dallo strano sogno, fuori dalla piccola finestra il settore verde brillava di una confortevole sfumatura fluo. Mentre indossava la tuta in latticex, passò le dita sulla familiare superficie di metallo dell'anta automatica del suo armadio a muro sentendosi a casa.

Una palla di fuoco nel cielo, che follia.