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Autore: Longriffiths    03/02/2018    4 recensioni
La pace aleggia nel Mondo Magico, ed Hogwarts è pronta ad ospitare la più numerosa combriccola mai capitata nelle mura del Castello: i rampolli della famiglia Weasley/Potter.
Vi è inoltre un ragazzo vittima dei pregiudizi della gente ancora stabili e fondati sulle colpe di cui la sua intera famiglia si è macchiata, un ragazzo nobile e complicato, fiero ed orgoglioso. Scorpius Malfoy danna chiunque, insidiandosi volente o nolente nei pensieri di ogni singolo individuo che abbia a che fare con lui. Una sola persona pare tenersi volontariamente a distanza, e sarà proprio quella che col tempo, scoprirà essere perdutamente innamorata di lui. L'unico ostacolo è il suo cognome.
Riuscirà quell'amore a coronarsi, malgrado i piani del Malfoy Senior?
Vecchie rivalità, il passato verrà ancora e ancora a bussare alle loro porte, trascinandoli in un vortice irremovibile di emozioni e mura da abbattere.
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nuova generazione
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02.02.2022; {Londra Magica; Casa Weasley-Granger, 20:09 P.M.}

Lentamente, Hermione sfilò la toga scura dalle proprie spalle posandola sull’appendiabiti nel disimpegno del corridoio, mantenendo una solida capacità di autocontrollo malgrado il suo volere, fosse solo quello di abbandonarsi pesantemente sull’isoletta del divano ad angolo che costituiva parte del mobilio del salone, ed assopirsi. La tensione però vinceva la stanchezza: al Ministero era giunta voce che finalmente, dopo tre settimane di lontananza ed una quasi totale assenza di colloquio –che solitamente non presagiva alcun fatto positivo-, Ron avrebbe fatto ritorno a casa, vittorioso dalla missione la quale era stato assegnato. Non poteva certo dormire in un momento simile, ansiosa di riabbracciare suo marito. Si limitò quindi a fissare il vuoto soprappensiero, prima di recarsi ai fornelli ed accoglierlo nel migliore dei modi. Sapeva che di li a poco avrebbe scaricato tutta la tensione accumulata in quei giorni, ma non poteva controllarlo. Insieme loro due, ne avevano passate talmente tanche che ormai malgrado la consapevolezza che alla fine si sarebbero sempre ritrovati, non poteva evitare di lasciarsi invadere dai ricordi delle esperienze passate, e dalla costante paura di non vederlo mai più, come aveva rischiato di fare in passato. Perché ogni volta che per una qualsiasi ragione venivano allontanati, qualcosa di terribile accadeva. Quella specifica premura però pareva averla soltanto la metà della coppia, poiché all’uomo non era evidentemente bastata la battaglia che aveva segnato le esistenze di tutti separandolo anche da un pezzo importante del suo cuore, aveva infatti scelto il seguente settembre così come il ragazzo sopravvissuto di non tornare a frequentare l’ultimo anno scolastico a differenza della fidanzata, optando per la scelta di arruolarsi. Più volte aveva sostenuto dalla fine di quell’incubo di sentire dentro di sé il potenziale, di non avere più motivo di sentirsi all’ombra del proprio migliore amico, di valere a lui in egual misura e forse anche più, anche se questo piccolo particolare era sempre rimasto un segreto tra di loro, mai confessato. Il suo movente era la sete di giustizia, il voler indirettamente vendicare le ingiuste vite spezzate quel giorno e ristabilire la pace in quel mondo che ormai, andava solo e soltanto curato. Ed anche se aveva ricevuto dal primo momento l’assoluto sostegno della strega più brillante della sua età, quest’ultima non poteva fare a meno di sentire un’angoscia persistente attanagliarle l’animo, ed il dovere di silenzio contribuiva a massacrare la sanità che la sua mente custodiva, poiché ogni qualvolta provasse ad intimare al coniuge la pericolosità e le possibili conseguenze al suo prossimo gesto eroico, zizzania trovava terreno fertile per nascere e scatenare una lite avente per oggetto la mancata fiducia, la scarsità di valore, e la possibile ipotesi di ‘non essere bravo abbastanza’. Da anni ormai, la donna si limitava nel trasmettergli raccomandazioni pignole, e godersi il più possibile il tempo che separava Ron dalla partenza. Non si celavano malizia o cattiveria nelle sue gesta, semplicemente un casto e profondo amore tormentato dalla paura. Adesso però, avvertiva una piacevole ondata di calore, quella familiare sensazione paragonabile al momento in cui si torna a casa in una sera d’inverno da una lunga e spossante giornata al freddo, e ad attendere il rientro c’è il conforto del camino ardente, e l’odore di biscotti. Quel che provava lei poi ogni volta che lo incontrava, anche se solitamente, era lui a ricevere materialmente tutto ciò. L’accoglienza che ricevette quella sera però fu tutt’altra.
L’uomo avrebbe potuto smaterializzarsi apparendo direttamente nella doccia della casa che aveva fatto costruire appositamente per la sua sposa, rassomigliante ad un residence dall’aspetto rustico, interamente in legno e situato nel mezzo di una distesa verde circondata da diverse varietà di fiori,  proprio come se lo immaginava lei prima di congiungersi a lui per la vita. Invece, preferì collocarsi al di fuori dell’abitazione, e picchiare un paio di volte alla porta. Affranto, non reagì come sapeva ella si sarebbe aspettata, ma nonostante il dispiacere per non coprire seduta stante la mancanza accusata in entrambi, egli varcò la soglia senza degnarla di uno sguardo gettandosi a peso morto dove poco prima era adagiata la moglie, incurante degli abiti sporchi di terriccio e qualche altra sostanza colma di batteri che portava indosso. Lo sguardo di Hermione vagò sul suo corpo ferito in più punti cercando poi un contatto visivo, e quando i fanali blu del rosso s’incastonarono nei suoi occhi, capì che qualcosa era andato storto. Ron ebbe infatti con l’aiuto di una squadra da egli stesso seguita durante gli addestramenti, scovato alcuni dei maghi oscuri marchiati dal simbolo del male ormai sconfitto anni addietro e non, complici del rinomato rapimento che un decennio addietro venne commesso, del quale molti giovani ancora forse stavano ristabilizzando un ordine morale e psicologico, nel tentativo di liberarsi di immagini e torti brutali subiti. Ma purtroppo, niente e nessuno aveva potuto evitare l’omicidio di un suo caro collega, coetaneo del proprio nipote acquisito, a cui era stata concessa la partecipazione a quella missione vista la sua eclatante bravura fin troppo elevata rispetto agli apprendisti della sua età. Una piccola distrazione finita in tragedia, tormento del quale non riusciva proprio a farsene una ragione. Quando l’artefice dell’omicidio puramente voluto era stato catturato e legato di modo che non potesse fare movimenti, forte era stata la tentazione di mettere fine alla sua inutile esistenza, considerando il fatto che esclusivamente per gli Auror l’utilizzo delle Maledizioni senza Perdono poteva essere in alcuni casi giustificabile, si era trattenuto, consegnandolo a coloro che lo avevano condotto ad Azkaban. Tra pochi giorni infatti, colei che in quel momento era in ginocchio davanti alla sua sagoma spenta, avrebbe tenuto un processo in merito. Ed era questo che ora, doveva evitare cercando di espletare al migliore dei modi le sue motivazioni.
Ronald?
Avevi ragione tu, Hermione. Non avrei mai dovuto accettare questo lavoro, o almeno avrei dovuto tenere un rapporto più professionale con tutti gli altri. Sono un buono a nulla..Stancamente, l’uomo passava una mano nei suoi crini rossi leggermente bruciacchiati, in maniera piuttosto esasperata. Ora però, aveva seriamente messo all’erta la sua interlocutrice.
Che cosa significa? Certo che non lo sei.Stranamente, i tentativi di lei di infondergli ristoro e conforto lo irritarono, mai come quella volta aveva odiato il suo essere in contrasto con lui. Doveva in qualche modo farle capire le ragioni delle sue affermazioni, ma farne parola avrebbe contribuito a rendere tutto reale.
Ne abbiamo perso uno ed era sotto la mia custodia, te ne rendi conto?! Domattina devo andare io a bussare alla porta della sua famiglia. Aveva una fidanzata Hermione, aveva un futuro!
Non vuol dire che sia stata colpa tua! Sapete tutti, avete sempre saputo quanto tutto quel che fate sia incerto, perché ti colpevolizzi in questo modo?
TU NON HAI IDEA DI COME MI SENTA! NON SAI COSA VUOL DIRE VEDER MORIRE UN TUO COMPAGNO DAVANTI AGLI OCCHI SENZA POTER FARE NIENTE!Malgrado la notizia avesse scosso anche lei, quel che più le premeva in quel momento era destare il marito da ogni senso di colpa. Non si aspettava di certo, che lui si alzasse di scatto fumante di una rabbia mai vistagli in viso prima d’allora, sputandole contro il suo tono più velenoso piuttosto animatamente. Senza interrompere lo scambio di sguardi, ella si alzò fronteggiandolo –grazie all’ausilio delle scarpe alte che ancora aveva ai piedi- assottigliando poi gli occhi a due fessure.
Invece lo so benissimo.Fin troppo calma, diede poi le spalle al ragazzo incamminandosi al piano superiore senza voltarsi. D’istinto, Ron fece per bloccarle un polso, ma fu troppo lento rispetto ai suoi movimenti. Dapprima cadde su ste stesso, per poi raggiungere la cucina dalla quale un invitante profumo stava salendo. Senza pensarci su sollevò il coperchio di una pentola in acciaio mescolandone il contenuto con un cucchiaio di legno lì vicino, prima che la moglie ne sequestrasse l’utensile strappandoglielo quasi di mano. Stranito, la osservò in modo interrogatorio prima che lei spostasse una sedia dal margine del tavolo, facendogli segno di accomodarsi, notando quasi subito il vasetto bianco tra le sue mani. Non se lo fece certo ripetere due volte.
Vuoi mangiare zuppa e terra? Giù le mani dalla mia cucina, Weasley.Un innocente sorriso comparve sul volto stanco del rosso, beato tra le coccole che la donna ora gli stava lasciando sulla pelle, spalmandogli dolcemente una crema curativa all’essenza di Dittamo sulle ferite fresche visibili, che di norma teneva nell’armadietto dei medicinali nel bagno principale. Avrebbe sicuramente preferito che gli dicesse una qualsiasi cosa, ma sapeva che non gli avrebbe rivolto parola per tutta la sera se prima non si fosse scusato. Allungò una mano a carezzare i boccoli ribelli, portandone qualcuno dietro l’orecchio. La bellezza di sua moglie, non sfioriva mai.
Mi dispiace tanto tesoro, sono completamente distrutto. Ho bisogno di dormire, anche se non ho alcuna voglia di altri incubi.
Non ne avrai almeno stasera, ti addormenterai così profondamente da non sognare nulla.
Lo spero tanto, perché se c’è qualcosa di peggio di quello che ho passato, è quel che devo affrontare. Hermione, ho un orribile presentimento.
Orribile e fondato?
Durante l’interrogatorio, io.. lui, Arcibel, ha detto qualcosa che mi ha messo i brividi. Senza alcuna ombra di risentimento o ironia, ha ghignato in modo agghiacciante mentre mi guardava, e ha detto.. che potevamo sbatterli dove ci pareva e piaceva, perché tanto quel che avevano preso alle loro vittime non avremmo più potuto restituirglielo.. E lui non ha solo ucciso McNeal, ha partecipato alla cattura di tutti quei bambini.. Devo dirlo a Harry, secondo te?In quel preciso istante, tutto ciò che era tra le affusolate dita della strega s’infranse in terra. Spaventata a morte, si era portata una mano al cuore, e l’altra alla bocca spalancata. Le borse sotto gli occhi del marito erano violacee, l’espressione assente ed il tono tremante. Uno dei motivi per il quale aveva probabilmente scelto il mestiere sbagliato, era la sua impossibilità di indurire il proprio cuore ed affrontare determinate faccende senza rimuginare più del dovuto, e sfumare nel tempo i dispiaceri che i criminali gli infondevano.
Devi correre da lui subito! Devo convocare immediatamente il Wizegamot, bisogna interrogarli tutti davanti all’intera corte senza che la cosa sia resa pubblica fino a conti fatti!
Non lo so Hermione, non corriamo così.. ma santa Morgana, i ragazzi se lo sarebbero ricordati, no?
 
07.02.2022; {Hogsmeade; Da Madama Piediburro.}

Insomma, perché tutto questo scompiglio? Ha soltanto avuto il gentile pensiero di ringraziarmi in qualche modo, non è niente di grave!
Per me zio Ron fa bene a darti una strigliata, stai troppo appiccicata a Malfoy, così ti rovini la reputazione con tutto quello che si dice di lui al Castello e rovini anche la nostra per tutto il resto. Va bene che ora lo stai aiutando con lo studio perché la McGranitt te lo ha imposto, ma direi che inizia ad essere un po’ troppo. Non vorrai che s’innamori di te, eh cugina?Fortunatamente, i crini sciolti ad incorniciarle il volto scendevano morbidi sulle sue orecchie, altrimenti quasi tutto il locale avrebbe potuto schernirsi del rosso presente dalle sue spalle in su. Le gote della quindicenne assunsero la medesima tonalità dei mattoni che costituivano l’esterno del negozio di suo zio George, e quasi non le andò di traverso l’Acquaviola che stava sorseggiando. James sapeva perfettamente in quali punti premere per metterla alle strette, e forse l’indignazione era la maggiore causa di quella reazione improvvisa. Odiava il fatto che a causa propria si creasse confusione tra i suoi cari, di certo non avrebbe mai voluto fare in modo che le voci di corridoio potessero disturbare in qualche modo la quiete ed il nome della sua famiglia, anche se alle volte, trovava stretto il modo in cui avevano impostato certi pensieri. Fino a poco tempo fa erano i maghi Purosangue a infangare il nome di coloro che appartenevano ad una classe sociale differente dalla loro, ed ora era lei a non poter essere amica di uno di questi? Eppure, la sua stessa migliore amica lo era. I suoi cugini lo erano. Inutile nascondere il fatto che era proprio quel ragazzo il vero problema. Mai aveva dato modo a qualcuno di pensare che guardasse Scorpius sotto una luce differente, come se poi, ci fosse qualcosa di male. Insomma, avevano tutti accettato l’amicizia corrente tra lui ed Albus. Non voleva certo credere che fosse semplicemente giustificato dai membri della famiglia alla sua casa di appartenenza. Non potevano essere tanto ignobili, non i paladini del mondo magico. Suo padre però, l’aveva sempre raccomandata di distinguersi da lui, di non fidarsi. Eppure lei ci aveva visto del buono, qualcosa che gli stereotipi sul suo cognome non avevano affatto. Era stato come tutti si sarebbero aspettati scritto un volume ancora presente nelle librerie, ove narrati c’erano gli eventi che quello che tutti appellavano come ‘Trio’ aveva trascorso, l’andamento della guerra magica riportata dalle interviste e nozioni fornite da coloro che l’avevano vissuta in prima persona, e c’erano naturalmente riportati i nomi ed i cognomi di tutti, le parti che avevano ricoperto, le imprese buone o malevole commesse. Leggendo e rileggendo quelle pagine, si era per tanti anni convinta di ciò che un libro diceva, lei che sempre si affidava a quei manoscritti in cui c’era riportata la Storia che mai sarebbe morta a differenza dei suoi protagonisti. Aveva ascoltato molto, molto di più di quello che aveva letto direttamente dalle bocche dei genitori e degli zii, aveva creduto di far parte della famiglia più nobile mai esistita e lo credeva ancora fermamente, ma nessuna di quelle fonti a lei tanto care erano mai state più nel torto. Perché davano per scontato che Scorpius fosse tale e quale ai suoi parenti, che scegliesse la cattiva strada a prescindere, che non volesse invece liberarsi da quello che per lui costituiva un peso, l’essere accusato per crimini che fondamentalmente non aveva mai commesso. Perché se mai avessero deciso in un ipotetico ed irreale futuro di stare insieme, sarebbero stati additati, rinnegati? I tempi sarebbero dovuti cambiare e con loro le persone, ed invece, un po’ sentiva che avrebbe avuto sempre torto per gli altri, che non avrebbe mai fatto cambiare idea a nessuno sul suo conto. E in fin dei conti, perché mai avrebbe dovuto curarsi di farlo? Lui stava solo assorbendo il suo sapere e nulla più, non avrebbe mai osato interessarsi a lei. Se quei pensieri poi aleggiavano a detta sua nella mente di una Weasley, poteva soltanto immaginare cosa significasse sentirli per un Malfoy. Ciò che Rose non sapeva, però, era che questa rappresentava l’ultima sua preoccupazione. A lui del suo nome, importava poco e niente. Sapeva bene come sarebbe finita: dopo i G.U.F.O. le loro strade sarebbero tornate a dividersi, e ciò che avrebbero condiviso di lì in poi sarebbero solo stati altri due anni scolastici nella stessa struttura. Mentre quell’assurda conversazione volgeva al termine incentrandosi altrove, due figure fecero capolino dalla porta del ritrovo per le coppie felici, e dopo due minuti d’attesa al bancone, un mago indicò loro una postazione da occupare. Parevano affiatati, tra loro correva una particolare intesa. Sfogliando i menù, la ragazza sorrideva in pace, andando ad intrecciare le dita di una mano con quelle del ragazzo che dava le spalle al tavolo in cui Rose e James sedevano, qualche metro più distanti. Quest’ultimo, strinse talmente forte una mano sul bicchiere che sorreggeva all’altezza del suo naso, da sbiancare le nocche. Fortunatamente, si accorse del suo gesto non intenzionale ascoltando lo scricchiolare di una crepa andatasi a formare sul vetro prima che la riccia potesse accorgersi dello stato d’agitazione che lo stava invadendo. Schiarendosi la gola mentre la rossa si complimentava con lui per i progressi della squadra di Quidditch di cui lui era a capo, posò il piccolo recipiente sulla superficie i legno senza preoccuparsi troppo delle gocce che erano saltate fuori, spostando lo sguardo dalla ragazza di fronte a lui, alla cugina.
Rosie, scusami, chi è quello in compagnia di Alice?Nel sentire quel nome, la giovane si voltò notando che effettivamente, l’amica era nel bel mezzo di quello che aveva tutta l’aria di essere un appuntamento. Sorrise radiosa, constatando che presa com’era non si era accorta della loro presenza. La gioia di Rose però, servì solo ad aumentare a dismisura la rabbia che stava prendendo possesso del moro, anche se com’era giusto che fosse, il suo volto era una maschera greca.
Oh, è uno del Tassorosso, fa il sesto anno. Si stanno frequentando da poco, non sembrava niente di importante a dire il vero.
Quindi non sono ancora stati insieme?
Che vuoi che ne sappia io?!
Beh voi ragazze di solito vi raccontate certe cose, no?
Veramente siete voi che non fate altro che sbandierare le vostre conquiste e ne dovresti sapere qualcosa, Jamie. E poi, perché me lo chiedi?
Perché non si è ancora sentito nulla sul suo conto.
Forse non sono tutti uguali..La risposta che il primogenito dei Potter esordì, non fu altro che un tentativo di nascondere la sincera curiosità più paragonabile alla necessità di sapere. Da un po’ ormai sentiva dentro di se diverse e sconosciute sensazioni quando si trovava a distanza ravvicinata con la figlia del loro professore, e la accusatoria frase della cugina di cui egli stesso era al centro e colpevole, era una delle ragioni per la quale forse la ragazza non accennava perspicacia difronte ai suoi tentativi di approfondire la loro amicizia. Questa volta però le sue intenzioni non erano basate su un’attrazione fisica e basta, ma purtroppo, sentiva perfettamente di non infondere fiducia anche se insieme si trovavano ambedue le parti a proprio agio.
Ora devo andare, Fred mi aspetta ai Tiri Vispi.
Bene, vengo anch’io! Coraggio, fermiamoci a salutare Alice prima di uscire.
No, non vorrei che si domandasse cosa ci facciamo io e te qui.
Oh, ma andiamo!Senza assecondare i voleri della ragazza, James fece il giro lungo passando sul retro dei tavoli impegnandosi a pagare il conto direttamente alla cassa, varcando la soglia di quel luogo che era improvvisamente diventato invadente.

 
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Salve a tutti!
Niente mi sento assurdamente troppo Potterhead in questo periodo e voglio rifarmi con questa storia per la quale ho tantissime cose in serbo, spero non vi abbia turbati troppo, ma potete stare tranquilli anche se nel prossimo capitolo ci sarà bisogno di sfoderare le bacchette!
Ringrazio cioccorana96 per aver inserito la mia storia tra le ricordate, e Pape11 per averla inserita tra le preferite. Ungrazie speciale a paige95 per il suo continuo e meraviglioso supporto! <3
Alla prossima!! <3 <3
   
 
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