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Autore: _Lilli_    04/02/2018    1 recensioni
Una visita inaspettata ed una stramba proposta mettono di fronte ad un'ardua scelta Nàli, che si ritroverà a combattere per la propria vita e per quella dei suoi compagni d'avventura. Ma tanti dubbi la assalgono, la paura di non essere accettata per ciò che è. O che forse, non è affatto.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gandalf, Kili, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Il sole splendeva alto il mattino seguente quando i nani lasciarono casa Baggins in sella ai loro pony fin troppo carichi di armi e provviste, lamentandosi dell’assenza dello scassinatore ed affermando che fosse stata un’inutile perdita di tempo essersi fermati da lui tranne Thorin che in testa alla fila condivideva il loro pensiero limitandosi però ad osservare con cipiglio severo la strada. Nàli era l’unica a voltarsi e controllare la via alla ricerca di Bilbo mentre gli altri scommettevano su di lui ed una sua improbabile apparizione; le sarebbe dispiaciuto se il mezzuomo avesse davvero rinunciato a partire con loro nonostante l’idea di lasciare le proprie comodità per affrontare un drago sputafuoco non sembrasse affatto un ottimo affare, ma quando stava per rassegnarsi sentì un grido alle sue spalle. «Aspettate! Aspettate!» Urlò il signor Baggins correndo verso di loro agitando in una mano il contratto e fermandosi ansante di fronte a Thorin e Kili. «L’ho firmato!» Disse con aria soddisfatta consegnandolo ad un divertito Balin che lanciandogli uno sguardo d’intesa afferrò la sua lente leggendo con attenzione. «Sembra che sia tutto a posto. Benvenuto Mastro Baggin, nella Compagnia di Thorin Scudodiquercia!» Il nano posò con cura il contratto in una scatola di legno mentre le sue parole venivano accolte da risa e applausi. «Dategli un pony.» La voce di Thorin interruppe il gioioso momento e Bilbo scosse la testa. «No no no, non sarà necessario! Posso tenere il passo a piedi, insomma ho fatto un bel po’ di vacanze a piedi sapete e sono arrivato fino a…» Ma non terminò la frase perché le robuste braccia dei due nani più giovani lo alzarono da terra senza il minimo sforzo depositandolo sul pony destinato proprio allo Hobbit; Nàli assistendo alla scena non poté fare a meno di sorridere e avvicinatasi a Bilbo gli diede un pezzo di pane che era riuscita a salvare durante la colazione. «Oh, vi-vi ringrazio.» Sorpreso, il signor Baggins afferrò il cibo ringraziandola con un cenno del capo. «Se sei arrivato così di corsa immagino tu non abbia avuto tempo di mangiare qualcosa.» Si giustificò voltandosi poi verso Gandalf che silenzioso li aveva raggiunti osservando la postura rigida di Bilbo. «Coraggio Nori, paga!» Disse Ori afferrando poi al volo un sacchetto che dal rumore sembrava essere pieno di monete. «Di che si tratta?» Chiese lo Hobbit vedendone altri volare tra lui e lo stregone. «Mhm, hanno fatto scommesse se saresti o no ricomparso. La maggior parte ha puntato sul no.» Rispose e lo scassinatore dopo un attimo di esitazione tornò a guardarlo. «E tu che pensavi?» Chiese ancora, quasi in tono di sfida. Per tutta risposta Gandalf bofonchiò qualcosa e allungata una mano davanti a se afferrò al volo un sacchetto il cui precedente padrone restava però sconosciuto. «Mio caro amico non ho dubitato di te nemmeno per un secondo.» Bilbo stava per rispondere ma venne interrotto da uno starnuto ed iniziò a lamentarsi del crine dei cavalli e sulla sua allergia, pretese persino di tornare indietro per prendere il suo fazzoletto quando si accorse di averlo dimenticato a casa ma Bofur mise prontamente fine alle lamentele strappando senza indugi una striscia di stoffa dalla sua camicia. «Tieni, usa questo!» Gli disse lanciandoglielo e riprendendo il suo cammino seguito dal resto dei nani che sollevati tornarono a chiacchierare allegramente dimenticando completamente lo scassinatore ed i suoi problemi.

Il viaggio proseguì in modo tranquillo allietato da canti e bisticci tra nani mentre il paesaggio intorno a loro lentamente cambiava: le colline ondulate e ben curate della Contea lasciarono il posto a grandi valli e spazi verdi incontaminati, attraversarono foreste e aspre montagne lasciando a bocca aperta Bilbo che non essendosi mai allontanato così tanto dalla sua confortevole casa iniziava ad apprezzare quel viaggio ora che i suoi occhi potevano ammirare quegli splendidi paesaggi. «Nàli ragazza mia, pronta per questa avventura?» Chiese Balin col suo tono bonario quando si accostò a lei dato che Thorin, sempre in testa alla fila, stava conversando con Dwalin e Gandalf e non aveva quindi bisogno di lui. «Si, sono impaziente di vedere finalmente Erebor. Immagino che anche tu lo sia, di tornare a casa intendo.» Le rispose e il saggio nano annuì con espressione felice ma anche nostalgica e Nàli capì che per loro quella Montagna era tutto: speranza, felicità e una vita; dopotutto la meritavano dato che per anni avevano sofferto a causa di Smaug prima e degli orchi dopo, che li avevano cacciati costringendoli ad emigrare e a lavorare per gli uomini. «Siamo stati così tanti anni in esilio che avevo ormai perso le speranze di tornare, ma quando Thorin mi ha convocato ho capito che il momento era giunto. Le sale dei nostri Padri attendono il nostro arrivo ragazza e dobbiamo solo trovare il modo di sbarazzarci del drago.» Bofur e Fili poco distanti dai due, annuirono alle parole di Balin e il giovane nano avvicinandosi ancora passò una borraccia a Nàli. «Tieni mia signora, avrai sete.» Gli disse con tono gentile per poi rivolgersi al vecchio nano. «Non dimentichiamoci che abbiamo uno scassinatore con noi, e Gandalf di sicuro conoscerà qualche incantesimo per fermare il drago!» Disse fiducioso infondendo a chi gli stava intorno una nuova e più forte speranza. «Credo che preoccuparsene ora non serva poi a molto, il viaggio che ci attende è lungo e non sappiamo quali ostacoli troveremo non appena arriveremo nelle Terre Selvagge.» Nàli espresse quel pensiero che la tormentava da qualche giorno a voce alta ricevendo in risposta qualche grugnito e cenni di approvazione. «Ben detto, siamo solo all’inizio e per prima cosa ora dobbiamo trovare un riparo per la notte.» Intervenne Bofur che col suo solito tono pratico aveva già iniziato a cercare un posto adatto dove potersi fermare. Difatti il paesaggio era nuovamente cambiato divenendo brullo e per nulla inospitale e la notte incombeva su di loro quando Thorin diede l’ordine di fermarsi e di preparare la cena, scendendo dal suo pony solo dopo aver trovato una radura abbastanza grande e confortevole da poter ospitare l’intera Compagnia che sollevata iniziò a prepararsi per affrontare la loro prima notte all’addiaccio.

I due giovani fratelli si occuparono dei pony e poco distanti Nàli e Bofur aiutavano Bombur a preparare la cena per rendersi utili mentre gli altri sistemavano i bagagli, ella non perdeva mai d’occhio il capo dei nani ed avrebbe volentieri scambiato due parole con lui ma ogni volta che provava ad avvicinarsi era sempre impegnato con Balin e Dwalin o con Gandalf e non voleva disturbarlo; l’occasione si presentò dopo cena quando tutti si stavano rilassando fumando la pipa e Nàli avvolta nel suo mantello ascoltava i discorsi dei suoi compagni quando vide Scudodiquercia passeggiare poco distante da loro finalmente solo: seguendo l’istinto decise di raggiungerlo camminandogli accanto e insieme passeggiarono fino al limitare della radura. «Tua madre amava guardare le stelle e sgattaiolava sempre fuori per rifugiarsi sui tetti ogni volta che poteva, nessuno sembrava mai accorgersene.» Disse con tono divertito ed era la prima volta che Nàli lo udiva esprimersi in quel modo da quando erano partiti, sembrava quasi non appartenergli quel lato a tratti spensierato che stonava con il suo aspetto regale e i modi decisi ed imperiosi. «Quando ero piccola portava anche me a guardarle dicendo che se mi fossi sentita sola dovevo solo alzare lo sguardo perché in esse avrei scorto i nostri antenati.» E così fece, imitata da Thorin che fissò i suoi penetranti occhi sulle stelle luminose; un improvviso rumore alla loro destra li distolse dai loro pensieri ed entrambe le loro mani si posarono sull’elsa delle spade che portavano appese alla cintura, ma una figura a loro famigliare si avvicinò con un timido sorriso. «Ero andato a controllare i pony ma sembra tutto a posto, non volevo disturbarvi.» Disse Kili in tono di scusa quando notò le loro espressioni tese. «Non importa. Sarà il caso di riposare dato che domani ci attende una lunga giornata.» Senza aggiungere altro il più anziano dei Durin si allontanò lasciando soli i due ragazzi che si guardarono scrollando entrambi le spalle sorridendo a quel gesto. «È sempre stato di poche parole?» Il nano rise piano confermando le sue parole. «Si, almeno da quando ne ho memoria. Sempre con l’espressione accigliata e i modi un po’ rudi ma con me e Fili si lasciava andare e giocava con noi quando eravamo piccoli.» Sul volto del giovane apparve un nostalgico sorriso a quei ricordi che sembravano ormai così lontani. «Kili abbiamo il primo turno di guardia, andiamo a scaldarci davanti al fuoco.» La voce di suo fratello maggiore lo riscosse dai propri pensieri e insieme tornarono dagli altri che nel frattempo avevano sistemato i giacigli al riparo di una grande roccia, Nàli raggiunse il suo immaginando che non sarebbe stato facile riposare sulla scomoda terra ma quando si coricò le membra erano così stanche dopo la lunga cavalcata che non ci fece così tanto caso come aveva temuto.

Un ululato risuonò nella notte facendola sobbalzare e mettendosi seduta notò che tranne i due giovani fratelli solamente Bilbo era sveglio davanti al suo pony; lo scassinatore si guardò intorno e fece un passo verso i due nani intenti a fumare la pipa. «Che cos’era?» Chiese, rivolgendosi ai due fratelli «Orchi.» Rispose Kili con tono serio ed il mezzuomo saltellò verso di loro piuttosto spaventato. «Orchi?!» Chiese ancora svegliando anche il resto della compagnia che si mise in ascolto. «Sgozzatori, ce ne sono a dozzine là fuori. Le Terre Solitarie ne brulicano.» Continuò Fili con lo stesso tono e l’espressione di chi ha vissuto esperienze simili. «Colpiscono nelle ore piccole quando tutti dormono, lesti e silenziosi, niente grida. Solo tanto sangue.» Disse Kili ormai in un sussurro facendo agitare ulteriormente Bilbo che continuava a guardarsi intorno e i due nani si guardarono scambiandosi un sorriso divertito alle sue spalle. «Lo trovate divertente? Un’incursione notturna degli orchi è uno scherzo?» La voce profonda di Thorin riscosse i presenti ed egli avanzò verso il fuoco lanciando un’occhiata di rimprovero ai due nipoti. «Non intendevamo dire niente.» Si giustificò Kili abbassando poi lo sguardo, sentendosi tremendamente in colpa. «No infatti, non sapete nulla del mondo.» Rispose duramente suo zio allontanandosi dal fuoco e fermandosi accanto ai pony. «Non farci caso ragazzo. Thorin ha più ragione degli altri di odiare gli orchi.» Esordì Balin col suo solito tono pacato ed iniziò a raccontare loro i fatti accaduti dopo l’arrivo di Smaug e della guerra che si scatenò tra nani ed orchi che capeggiati da Azog si erano impossessati della montagna. Bilbo si sedette davanti al fuoco ma anche gli altri avevano lasciato i propri giacigli per ascoltarlo dato che aveva inevitabilmente catturato la loro attenzione: lui e suo fratello Dwalin erano tra i pochi che sopravvissero a quel massacro e che potevano narrare ciò che era accaduto; raccontò di come l’orco pallido avesse promesso di sterminare la razza dei Durin iniziando dal loro re e nonno di Thorin, Thrór, a cui mozzò la testa lasciandola rotolare sul campo di battaglia. Suo padre Thráin impazzì dal dolore scomparendo nel nulla e nessuno sapeva dove fosse e quale fosse stato il suo destino, erano senza una guida e sconfitta e morte ormai incombevano su di loro: avevano perso ogni speranza ma proprio in quel momento avvenne l’impensabile. «Fu allora che io lo vidi. Un giovane principe dei nani che affrontava l’orco pallido; fronteggiava da solo questo terribile nemico con l’armatura squarciata brandendo solamente un ramo di quercia come scudo.» Il saggio nano sorrise al ricordo di quella battaglia e spostò lo sguardo sulla schiena del suo principe imitato anche dagli altri che ormai impressionati da quel racconto riuscivano quasi a vedere quell’epico scontro davanti ai loro occhi, e continuò a narrare la battaglia e di come Thorin avesse riportato la speranza nel cuore dei nani che tornarono alla carica e sconfissero il nemico mentre due orchi trascinavano via Azog gravemente ferito. «Ma non ci furono feste ne canti quella sera, perché i nostri morti superavano di gran lunga il nostro cordoglio; noi pochi eravamo sopravvissuti. E poi pensai tra me e me: là c’è uno che potrei seguire, là c’è uno che potrei chiamare Re.» Balin concluse il suo racconto e quando Thorin si voltò tutti erano in piedi ad osservarlo, il cuore gonfio di tristezza ma anche di ammirazione per il loro capo. Nàli pensò che il vecchio nano avesse pienamente ragione e solo in quel momento capì fino in fondo il rispetto e l’ammirazione che la madre aveva sempre provato per suo cugino, non solo per le sue eroiche gesta che lo rendevano un perfetto re ma anche per la sua determinazione. Per un istante, osservando Scudodiquercia illuminato dalla luce lunare, sentì di essere felice e onorata di essere li e di appartenere finalmente a quella che più di tutte si avvicinava ad una famiglia. «E l’orco pallido? Che fine ha fatto poi?» Chiese Bilbo seguendo con lo sguardo Thorin che nel frattempo si era riavvicinato al fuoco. «Tornò strisciando nel buco da cui era uscito, quel lerciume morì per le ferite tempo fa.» Rispose il nano mettendo fine ad ogni inutile chiacchiera e tornando al suo giaciglio per riposare imitato ben presto dagli altri, lasciando i due giovani fratelli ad occuparsi del turno di guardia.
 
   
 
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