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Autore: Urom99    04/02/2018    2 recensioni
Sono passati 8 anni dall'inizio della serie.
Yato e Yukine vengono invitati alla festa di Natale e Capodanno più casinista della storia!
Lotte insensate, gente fin troppo ubriaca e "KIUN perché non sei ancora diventato il mio strumento benedetto?!"
Take x Kiun; Kazu x Bisha; accenni a Yato x Hyori
Molto angst e rivelazioni e ANGST
Capitoli in rivisitazione...
Genere: Angst, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti, Yato, Yukine
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm not a Pokemon'
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TAKIUN




Takemikazuchi era quel tipo di persona che tendeva, naturalmente, al sadismo.
Kiun poteva benissimo affermare che questa dote, assieme alla presunzione, ce l'avesse sempre avuta addosso fin da quando si era reincarnato.
Il dio dei fulmini camminava avanti e indietro in mezzo alla sala con un sorriso malefico stampato sul volto, tra le mani teneva un invito abbastanza rudimentale che aveva ricevuto appena una settimana prima. Scritto a mano, dall'unica divinità che conosceva, talmente tirchia o povera che fosse, da non avere la grazia di fare le cose con un minimo di stile. Degno di un falso dio, insomma.
I dodici anziani se ne stavano in ginocchio alla base della stanza, composti e perfettamente seri, anche se dentro di loro non potevano vantare la stessa compostezza.
“Sarei ben felice di concedervi le vostre meritate ferie natalizie” incominciò il dio diffondendo il panico nelle menti degli Shinki, Kiun alzò d'istinto un sopracciglio a quelle parole.
“Ma quali ferie?” si ritrovò a pensare fermamente, incontro nell'atto gli occhi del suo padrone che lo guardavano con una certa ironia.
Si ritrovò ad aprire la bocca senza averne davvero voglia, gli altri anziani non sembravano propensi ad attaccar briga a così pochi giorni dalle feste natalizie.
“Problemi con il cielo?”
Kiun ci sperava, questo avrebbe placato gli animi in un istante, non ci sarebbe stata una sola lamentela.
“Lo vorrei tanto...No, si tratta di una festa, uno di voi mi deve accompagnare” sentenziò il dio voltandosi un momento, per assaporare pienamente quel sentore di smarrimento nei cuori degli anziani, era una sublime vendetta. Voleva lasciarli cuocere nel loro brodo di rabbia e impotenza per poi...
“Perché signore, ha paura di perdersi?” il padrone si voltò di scatto aprendo il ventaglio davanti al volto, platealmente. Per poi lanciare alla sua guida una brutta, bruttissima occhiata.
Il biondo deglutì un blocco d'aria che gli mozzò il respiro, davvero, quel giorno la sua bocca non voleva restarsene chiusa. Nella sala piombò una tensione, forse cinque o dieci volte superiore a quella che l'aveva preceduta. Era una lotta di sguardi, gli occhi di Takemikazuchi, rossi come il sangue che penetravano in quelli così particolari di Kiun che, nonostante lo sforzo e la tentazione di distogliere lo sguardo, resistevano.
“E grazie Kiun per esserti offerto volontario!” annunciò il dio, mentre il biondo riponeva con gratitudine gli occhi al pavimento, era riuscito a non perdere la faccia davanti agli anziani e questo era fondamentale perché lo rispettassero e lo lasciassero lavorare.
Sekiun prese la parola attirando su di sé l'attenzione di tutti
“E le sembrava il caso di scomodarci tutti e dodici per una frivolezza simile?”
Alcuni Shinki presero a bisbigliare tra loro, Kiun trovò la cosa molto irritante e non fu il solo.
“Cos'è non posso, forse?” fu la risposta veloce del dio,
“Se posso permettermi, il suo comportamento è a dir poco infantile”
“Non puoi” rispose duro, mentre qualche piccola saetta si materializzava spontaneamente lungo il suo corpo.
Sekiun lo fissò incattivendo lo sguardo, dall'incidente del cielo di sette anni prima il dio si era fatto più autoritario e ribelle e la cosa non gli piaceva per niente, anzi, forse lo spaventava.
Kiun, tenendo d'occhio l'Anziano si rivolse al dio cercando di calmare le acque.
“Padrone, dove e quando si svolgerà quella festa di cui parlava?”
“Sulla terra, il 25 dicembre, nella dimora della dea della povertà” rispose velocemente il dio, riprendendo a sventolarsi col ventaglio, anche se non ce n'era alcun bisogno, era inverno.
Sekiun non resistette oltre digrignò i denti sibilando un velenoso: "Dea della povertà", per poi alzarsi e lasciare la sala indignato, seguito da un paio di Shinki.
“Oh, ma che peccato! Volevo fargli l'elenco del resto degli invitati, ma pazienza” ridacchiò Takemikazuchi per niente dispiaciuto,
Kiun affondò il viso nei palmi delle mani, sollevato per lo scontro evitato, stava diventando sempre più difficile con quei due.
 
 
 
 
 
…..
 
Takemikazuchi entrò nella stanza proprio mentre il biondo stava preparando le valige.
“Che diavolo fai?” chiese il dio accigliato, appoggiandosi allo stipite della porta.
“Non è ovvio? Faccio i bagagli, se ha davvero intenzione di rimanere sulla terra per qualche giorno avrà bisogno di indumenti di ricambio”
“D'accordo, ma perché due valigie?”
“Preferisce che i nostri vestiti vengano mischiati?”
“Vuoi davvero venire con me?” chiese il moro sorpreso, indicandogli i vestiti che voleva portare.
“Ho altra scelta?” domandò lo shinki stranito, piegando ordinatamente gli indumenti richiesti.
“Da adesso non più" ridacchiò il moro dandogli un colpetto sulla spalla, pretendendo i vestiti che aveva in mano la sua guida.
“Ovviamente” sospirò il biondo, consegnando il carico.
Kiun lo osservò scomparire dentro il bagno, sembrava essersi calmato.
Il dio si svestì ed entrò nella vasca appena riempitasi, rilassandosi immediatamente.
“Penota un hotel”
“L'ho già fatto” rispose il biondo entrando a sua volta nella piccola stanza.
“E quale hai scelto?” chiese il moro senza spostare lo sguardo dalla sua figura.
“Quello che più mi aggradava”
“Vedo che le mie opnioni vengono prese molto in considerazione”
Lo Shinki prese qualche boccetta di vari prodotti per capelli dalla mensola sopra al lavandino, fatto questo si inginocchiò su pavimento umido.
“Non ce n'è bisogno, sono in grado di lavarmi i capelli”
“Oh, certo, per questo prima di immergersi aveva, responsabilmente, preso i prodotti adatti” rispose lo Shinki roteando gli occhi, Takemikazuchi era peggio di un bambino.
“in realtà” sorrise il dio estraendo dall'acqua una bottiglietta di shampoo per poi rigettarla in acqua con un'espressione divertita “l'ho fatto”.
Ne seguì un attimo di silenzio in cui Kiun non sapeva se sentirsi imbarazzato o estremamente imbarazzato, scelse la terza opzione, a costo di rimetterci la reputazione. Tuffò la mano, senza pudore, nella vasca, frugando un po' a destra e a manca, sotto lo sguardo confuso del dio.
"Ehm, cerchi qualcosa?" chiese il moro, sentendo la mano dello shinki toccare cose che per il suo bene era meglio che rimanessero a riposo.
Trionfante Kiun estrasse la bottiglietta incriminata e la lesse assaporando quel momento, la scritta 'sapone' primeggiava in bella vista, inoltre era vuota, qualcuno doveva averla dimenticata. Take distolse lo sguardo consapevole di essere stato scoperto e Kiun non disse nient'altro, anche se quel sorrisetto saccente diceva tutto. Riprese in mano i prodotti e si mise a lavoro.
Era bravo a fare quella cosa, tremendamente. Non succedeva poi così spesso che fosse proprio Kiun ad occuparsi di certe cose, normalmente lo facevano i novizi o comunque gli addetti alla casa. Kiun era sempre in prima linea in battaglia, come guida, addestratore o qualsiasi altra cosa.
Nonostante questo, quel biondino se la cavava splendidamente anche in quel campo, anzi, era il migliore. Grazie a quelle mani il tempo si fermava e tutto lo stress svaniva nel nulla.
"Gli occhi" lo avvisò Kiun sciacquandogli i capelli con estrema calma, senza smettere di massaggiarli la nuca. Il dio li chiuse senza protestare, anche se sapeva che era un trucco, Kiun non era mai così gentile.
Mai.
La magia si infranse appena il dio sentì l'acqua ritirarsi,
"Mi spiace, ma devo prepararmi anche io, signore" si giustificò la guida dando un avambraccio per aiutare il dio ad uscire, Take roteò gli occhi, ma accettò l'aiuto.
" Potevi semplicemente unirti a me" Kiun non sapeva spiegarsi se fosse stato per il vapore che riempiva la stanza la causa di quello strano calore che gli imporporava le guance.
“hahaha sei arrossito, ma che carino~”
“Nient'affatto” rispose il biondo distogliendo lo sguardo,
“Non mi hai risposto, però...”
“La prossima volta”
“Guarda che ci conto”
Kiun fece per lasciare la stanza, ma la voce del dio lo raggiunse.
"Dopo che hai finito torna qui, dobbiamo parlare di quella questione"
"Non solo, dobbiamo parlare anche di quelle saette di poco fa" affermò lo shinki risoluto incrociando le braccia.
"Ma se sei tu ad aver insistito per la storia dei miei fulmini!"
"C'è modo e modo"
"Come ti pare" rispose il dio stizzito, non volendo mettersi a litigare.
Non c'era UNA volta che quello shinki facesse qualcosa per lui, senza che si dovesse aspettare l'apocalisse sceso in terra.
Ora avrebbe dovuto sorbirsi una valanga di cazzate sulla politica che avrebbe dovuto adottare con gli anziani, quando aveva cose ben più importanti a cui pensare.
 
 
….............
 
“Sapevo che si sarebbe perso, siamo a più di venti chilometri dalla destinazione” sbuffò Kiun guardando la mappa sull'iphone,
“Magari l'ho fatto apposta”
“E a che scopo, se posso chiedere?” chiese l'altro per niente convinto.
“Facciamo un gara” disse l'uomo determinato, guardando lo Shinki con un'aria di sfida.
“Una gara?"
"Paura di perdere biondo?"
"Mi ha appena chiamato biondo?" pensò la guida contrariata
"Quando perderà, signore, non venga a lamentarsi con me" stabilì, poi, vagamente seccato.
“OKI”
...............
 
Iki Hiyori si bloccò in mezzo alla strada con due buste della spesa in mano, non le sembrava vero.
Due giganteschi fasci di fulmini si stavano dirigendo verso la città, parevano attocigliarsi tra loro con movimenti innaturali, eppure così familiari.
“Ma che tempesta enorme che sta arrivando, speriamo non ci sia brutto tempo durante le feste!” escamò l'amica accanto a lei.
“Quei fulmini” mormorò la giovane donna “non ti sembrano due draghi?”
“Draghi? Certo che ne hai di fantasia tu!”
   
 
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