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Autore: HermioneJeanGranger97    06/02/2018    1 recensioni
"Vi starete chiedendo chi io sia, bene è la stessa domanda che mi pongo io da quando sono qui."
Questa è la storia di come l'amore possa distruggerti e salvarti.
Di come l'amicizia non sia solo un legame di conoscenza.
Di come le persone migliori possono diventare le peggiori e viceversa.
L'importante è non mollare mai, perché nella vita Never Say Never (mai dire mai).
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 8


Stavo puntando con fare deciso la Sala Comune dei Grifondoro.
Eve da un paio di giorni non sembrava più lei. Avevo cercato di parlarle, ma non c’era stato verso.
-Sto bene- mi rispondeva. Oppure -Ti fai paranoie inutili-
Una che va in giro con la faccia da mulo dalla mattina alla sera, che se si permette di mangiare due piccoli bocconi al giorno è tanto, che ti risponde in malo modo e ha perennemente gli occhi gonfi, è sicuramente una mia paranoia.
Merlino, odiavo quando Eve si chiudeva, soprattutto quando lo faceva con me.
Ero la sua migliore amica, poteva dirmi qualsiasi cosa, non mi sarei mai permessa di giudicarla.
Avevo deciso che quella storia doveva finire e dato che oggi finivamo le lezioni prima del dovuto, l’avrei costretta a seguirmi e a raccontarmi tutto. Anche con la forza.
Lei è consapevole, come lo sono io, di quello che le succede se trattiene troppo dentro l‘emozioni. Non ho nessuna intenzione di rivederla così.
Per questo stavo salendo le scale del dormitorio, dentro il quale sicuramente l’avrei trovata rannicchiata sotto le coperte e l’avrei trascinata via da lì a calci in culo.
Arrivata davanti al nostro dormitorio, spalanco la porta e mi ci fiondo dentro.
Come avevo previsto, Eve era sommersa dalle coperte.
-Forza guerriera alzati- esclamo, prima di iniziare a tirarle le coperte.
-Non esiste, io sto bene qui-mi risponde scontrosa, tirando le coperte dalla parte opposta.
-E io dico che tu uscirai da qui con o senza la voglia di farlo- esclamo tirando fuori la bacchetta e puntandogliela addosso.
L’avevo detto che avrei utilizzato la forza.
-Adesso sta a te la scelta. O scendi da quel letto di tua spontanea volontà o ci penso io -le dico perentoria, facendo agitare la bacchetta tra le due dita della mano destra.
Non so cosa abbia spinto Eve, ma con uno sguardo omicida verso la sottoscritta, fa scattare le coperte ed esce finalmente dal suo letto.
-Molto bene. Adesso vieni con me a prendere un po’ d’aria- dico tirandole addosso un paio di jeans e una felpa.
-Sono tuoi questi- mi ribatte infastidita.
-Non importa, non hai mica la malaria. Dai muoviti, ti do cinque minuti- le dico mentre mi siedo sul mio letto e inizio a fissarla, attendendo che si cambi e si muova.

Le avevo detto di cambiarsi in cinque minuti, mentre lei ce ne aveva impiegati venti. Dopodichè abbiamo discusso per altri dieci minuti prima che riuscissi a convincerla a venire in giardino con me e adesso eravamo sedute sotto il nostro albero a guardare il lago nero davanti a noi.
Ho deciso di aspettare un poco prima di parlarle. La conoscevo, stava ancora metabolizzando di essere stata portata fuori dal suo rifugio, se avessi parlato adesso mi avrebbe schiantata e buttata nel lago. Senza rimorso ovviamente.
-Allora, che diavolo ci facciamo qui?- mi chiede ad un certo punto, sempre con quel tono scontroso tipico di lei negli ultimi due giorni.
-Non lo so, me lo vuoi dire tu?- cerco di utilizzare un tono pacato, ma non credo di esserci riuscita perfettamente.
-No, dato che mi hai trascinata tu qui-
Devo ancora specificare che utilizza quel tono scontroso che mi fa venire voglia di prenderla a schiaffi?!
-Bho Eve, forse in questi giorni sei un tantino strana?- le domando, nonostante non abbia bisogno di risposte.
-Non sono strana. Sei tu che ti fai mille paranoie-
-Adesso basta- esclamo facendola girare verso di me con occhi sgranati.
Merlino, mi aveva fatto perdere la pazienza. Non mi interessava più rischiare di finire nel lago, lei doveva sapere esattamente quello che pensavo.
 -Hai idea di come stai andando in giro ultimamente? Non sei più la mia Eve. Fin dalla mattina sei scontrosa e antipatica. Non mangi niente, se non vieni minacciata dalla sottoscritta. A lezione sei disattenta e se un professore ti dice qualcosa, rischia di rimanere incenerito dal fuoco che ti esce dagli occhi. Non ti azzardare ad interrompermi- esclamo ancora più forte, quando lei cerca di interferire.
-Non parli più con nessuno, non parli più con me. Non hai idea di quanto sola mi sia sentita. Non osare dirmi che non hai niente, perché non sono stupida Eveline, sono la tua migliore amica e sono preoccupata va bene?-
-No sei paranoica- mi urla addosso, alzandosi in piedi.
Ma che diavolo le prende? Da quando Eve mi urla addosso? Da quando Eve urla?
-Paranoica? No, sei tu che non ti rendi conto di quello che sei diventata- le urlo di rimando.
Mi sento già male. Non abbiamo mai e dico mai litigato.
-No, sei tu che non ti rendi conto. Ti devi fare gli affari tuoi Rose. Essere migliori amiche non vuol dire che devi sapere tutto di me, ogni minimo sentimento, ogni minimo pensiero, ogni minima idea. Lasciami in pace- mi urla, prima di girarsi con l’intento di andarsene.
D’istinto la prendo per il braccio e la giro verso di me.
-Non osare andartene Eve. Non pretendo di sapere tutto, ma se permetti cerco di fare di tutto per evitare che tu diventi come qua …-
-Vuoi urlarlo a tutti? Vuoi urlare a tutti quello che mi è successo così sarai al centro dell’attenzione come sempre? Rose Minerva Weasley intelligentissima, bravissima, bellissima, fortissima e guardate affianco a lei la sua migliore amica. Aspetta com’è che si chiama? Ermenegilda? Ma chissene frega, tanto è una nullità- inizia ad urlarmi ancora più addosso di prima.
Ma di che diavolo sta parlando?
-Sai benissimo che non mi permetterei mai di preoccuparmi di te per mettermi al centro. Io ti voglio bene Eve per quello che sei, al diavolo quello che dicono gli altri-
-Al diavolo per te che sei la star di Hogwarts, non di certo per me-
-Stai così da due giorni perché pensi che io non ti tratti come dovresti essere trattata? Perché se è così non so a cosa tu ti stia riferendo. Non ho fatto nulla- cercando di capire se alla fine ero io il problema.
Ma come è possibile? Ho cercato di essere la migliore migliore-amica che potessi essere, proprio perché Eve è sempre stata l’unica a non vedermi come una Weasley, ma solo come Rose. E alla fine, mi sento dire che, nonostante l’impegno, non ho fatto niente di tutto ciò?
E se fosse, perché me ne sta parlando solo adesso. Non ha senso.
-Lo vedi? Non ho fatto niente io, non so a cosa tu ti stia riferendo. Non tutto gira intorno a te, diamine- esclama Eve frustrata.
-E allora qual è il problema?- esclamo tanto frustrata quanto lei.
-Fatti gli affari tuoi Rose-
-Non vuoi dirmelo? Perché?-
Cosa è successo di così tanto grave che ha spinto Eve a chiudersi così a riccio. Cosa non potrà mai dirmi.
-Perché non sono affari tuoi e basta - dice allontanandosi -Se osi seguirmi Rose ti schianto- mi dice con due occhi iniettati di sangue.
Nonostante sia scioccata come non lo ero mai stata, dato che Eve non ha mai utilizzato con nessuno questo tono, figurarsi con me, decido comunque di inseguirla e raggiungerla, mentre percorre il giardino a tutta velocità.
-Se pensi di esserti liberata di me, hai preso un abbaglio bello forte- le dico mettendole una mano sulla spalla.
All’improvviso però, si gira, leva con una manata la mia mano e mi grida addosso con tutto il fiato che ha nel corpo -Lasciami stare!-
D’istinto faccio due passi indietro, stupefatta dalla Eve che mi trovo davanti.
Tutte le forze mi hanno abbandonato il corpo, tanto che non riesco fare altro che rimanere lì immobile a fissare una Eve che se va.
Non do neanche peso ai pochi volti che vedo in lontananza che fissano prima me, poi Eve.
Cosa mi sono persa per non capire quanto Eve stesse male. Per quello mi odia, probabilmente sta male da troppo tempo ed ha affrontato tutto questo da sola.
Ma come posso rimediare, se non so neanche che cosa la fa star male così tanto.
Non capisco niente Merlino.
Se stava così male, perché non è venuta a parlarmene?
Dopo l’ultima volta l’avevo pregata di raccontarmi sempre tutto, dalla cosa più minuscola alla più importante. Non mi importava cosa, l’importante era riavere la mia migliore amica.
Adesso sta succedendo di nuovo e tutto va troppo di fretta, che non riesco a stare al passo.
-Vedo che non deludi solo i nemici, ma anche gli amici- mi schernisci una voce alle mie spalle.
Mi giro e incontro due occhi grandi grigio ghiaccio.
Adesso non ce la faccio proprio a reggere anche lui.
-Senti Malfoy, non è il momento. Se ti annoi trovati qualcos’altro da fare- gli ribatto stancamente, prima di girarmi con l’intento di andarmene.
-Certo Weasley, scusa mi ero dimenticato che dobbiamo stare tutti ai tuoi comodi- sento la sua voce alle mie spalle e la sua risata maligna poco dopo.
-Cosa diavolo vuoi da me, eh?- gli urlo girandomi verso di lui, irritata dalla sua risata, dal suo comportamento, dalle sue parole.
-Oh niente, solo che pensavo fossi diversa- esclama con nonchalance, mettendo le mani in tasca.
-Senti non ho tempo per le tue stupide e noiose opinioni-
-Dobbiamo prendere un appuntamento per parlare con la signorina del reame?- continua utilizzando quel tono di scherno che utilizzava prima.
-Ma quale diavolo è il tuo problema? Pensavo fossimo in una specie di tregua- esclamo esasperata.
Ho già dovuto affrontare Eve, una inaspettata Eve, adesso mi tocca subirmi pure il vecchio Malfoy?
-Io invece pensavo fossi più intelligente e attenta- esclama guardandomi con un odio mai visto nei suoi occhi.
Quasi ne ero spaventata. Ma che diavolo succede a tutti oggi?
-Cosa vorresti dire?- gli domando, senza riuscire a resistere a quello sguardo di puro odio freddo.
-Oh, non lo sai? Bene, adesso sono sicuro che non sei quella che credevo-
-Ma cosa credevi eh? Non sono disposta a stare ai tuoi giochetti Malfoy- esclamo incazzata più che mai.
Prima mi tocca una Eve che non vuole dirmi un cazzo, adesso pure Malfoy fa il misterioso.
Oggi potrei arrivare a strapparmi i capelli uno a uno, Santo Merlino.
Malfoy in risposta, con due falcate mi raggiunge e a due centimetri dalla faccia e con il tono più cattivo che gli abbia mai sentito esclama -No, Weasley, sono io che non sto ai tuoi giochetti-, prima di darmi una spallata e andarsene verso il castello.
Prendo due respiri profondi perché non mi ero accorta di aver smesso di respirare.
Io e Malfoy avevamo fatto una marea di litigate in questi sette anni, ma non mi aveva mai rivolto uno sguardo così maligno. Non era mai stato così criptico, mi aveva sempre detto le cose chiare e dirette, senza giri di parole.
Non sapevo se essere più triste e infastidita per la litigata con Eve, o più arrabbiata e spaventata per la litigata con Malfoy.
Decisi di ritornare a sedermi sotto il mio albero preferito a guardare il lago. Nascosta dal tronco, ero sicura che nessuno mi avrebbe visto e gocce salate inevitabilmente scesero sulle mie guance.


***

Dopo quelle che credevo fossero ore mi era arrivato un bigliettino di Alex che mi chiedeva di studiare con lui. Non ne avevo molta voglia, ma dopo ho pensato che mi avrebbe fatto bene. O meglio speravo.
Solo che eravamo in biblioteca da un’oretta e io non ho ascoltato una parola di quello che ha detto Alex. Neanche una, ma lui non sembra essersene accorto.
Non riuscivo a non rivivere la litigata con Eve prima e quella con Malfoy dopo.
Continuo a pensare a cosa possa aver fatto di male, a cosa avessi potuto fare meglio, a come mi sarei dovuta comportare.
La mia frustrazione sale ogni secondo di più, quando ritorno al punto di partenza con niente in mano.
Alex intanto continua a parlare, come se io fossi attentissima a tutto ciò che gli sta uscendo dalla bocca.
Un po’ mi dispiace.
Nonostante stessi cercando di fare di tutto per essere presente con lui, molte volte ha dovuto richiamarmi o sventolarmi la mano sulla faccia. Segni evidenti che la persona che sta con te fisicamente, non è in realtà con te mentalmente. Ma lui sembra non essersi accorto di nulla.
-Per oggi credo possa bastare no?- mi domanda ad un certo punto, riportandomi alla realtà, di nuovo.
-Si, certo- esclamo alzandomi subito.
-Ti va se ti accompagno a cena?- mi domanda prendendomi per mano, una volta che abbiamo sistemato tutto il tavolo.
Un piccola scarica di piacere mi attraversa il braccio quando la sua mano tocca la mia.
E’ esattamente ciò di cui ho bisogno ora: tranquillità.
-Assolutamente si- gli rispondo più coinvolta adesso.
Cammino a fianco a lui, con la mia mano tra la sua e le conseguenti scosse di piacere fanno si che per cinque minuti filati io possa avere una distrazione che possa essere chiamata tale.
-Rose, posso dirti una cosa prima che entriamo?- mi domanda Alex, due metri prima dell’entrata in Sala Grande.
-Certo- gli rispondo un po’ preoccupata.
Adesso ci manca solo lui, Santo Godric.
Non faccio in tempo a pensare a niente che si fionda sulle mie labbra e finalmente mi bacia come si deve.
C’è voglio dire: non dico che i primi due baci non siano stati belli, ma sembrava che mancasse qualcosa, chiamato trasporto.
Non siamo più dei bambini e per quanto all’inizio mi avesse fatto piacere, dopo mi ero resa conto che non mi aveva lasciato niente di speciale. Solo l’amarezza della sua fuga dopo ogni bacio.
Ma questo qui ragazzi, sì che si chiama bacio.
Mi ha presa dal sedere, tirato su fino alla sua vita permettendo alle mie gambe di intrecciarsi su essa. Le mie braccia sono incollate al suo collo per spingerlo il più vicino a me e le mie mani tirano i suoi capelli, elettrizzate dalla passione che mi sta trasmettendo.
La sua lingua gioca con la mia vogliosa, frenetica, impaziente.
La mia lingua gioca con la sua elettrizzata, eccitata, infuocata.
Le lingue si permettono una pausa, solo per permettere prima ai miei denti e poi ai suoi, di giocare e mordicchiare le rispettive labbra.
Sembra che non siamo mai sazi l’uno dell’altra e che non lo saremo mai.
Non chiedetemi quando abbiamo deciso di staccarci o se qualcuno avesse o meno visto qualcosa, perché non saprei rispondere a niente.
Ancora ancorata alla sua vita, appoggiamo fronte contro fronte e ho un fiatone che nessuno mai mi aveva fatto venire.
Mi sono resa conto solo adesso che mi aveva appoggiata al muro dietro di noi. Non chiedetemi neanche quando sia successo, perché non ne ho la più pallida idea.
-Wow- e il suo sussurro si infrange su tutto il mio viso -se avessi saputo che baciare te avrebbe significato questo, l’avrei fatto molti anni fa- continua non allontanando la sua fronte dalla mia.
-Oh, avresti dovuto si- esclamo d’istinto, facendolo ridacchiare.
Dopodiché mi lascia andare delicatamente per terra e si allontana un poco per guardarmi negli occhi.
-Questo perché voglio che tu sappia che quando hai bisogno io ci sono. Non mi piaci solo perché sei bella, intelligente e brava a Quiddich. Mi piaci perché sei gentile, divertente e sai tirare fuori gli attributi quando sono necessari. Hai capito?- mi domanda Alex, non togliendo, neanche per sbattere le palpebre, i suoi occhi dai miei.
D’istinto mi avvicino, gli prendo il viso tra le mani e lo bacio con delicata decisione. 
Come posso essere così fortuna ad avere un ragazzo che ci tenga così tanto a me?
-Ho capito- gli sussurro piano contro le labbra sue.
Perciò, mano nella mano, entriamo in Sala Grande e ci stacchiamo solo quando siamo costretti, per raggiungere i nostri rispettivi tavoli.
Una volta seduta cerco inconsciamente la mia migliore amica per raccontarle tutto, ma non la trovo da nessuna parte. Non riesco a non scattare subito in modalità “mamma orsa”.
D’istinto cerco anche l’altro decerebrato con cui ho litigato, ma non mi fermo per guardare due occhi grigio ghiaccio, bensì per vedere mio cugino Al mangiare, letteralmente, la faccia di Cindy White.
All’improvviso dentro al mio cervello si accende una lampadina:

due figure intente a mangiarsi la faccia e tutto il corpo, entrano in stanza.

le due sanguisughe ci mostrano i loro volti.

Albus ci sorride con tutte le labbra gonfie e una mano posata sul sedere di Cindy.

Eve non ha mai dimenticato Al. Come cazzo ho fatto a non capirlo prima?!



E SIAMO ANCORA QUA, EH GIA'
Questo è il nuovo capitolo! Spero vi sia piaciuto!
So che molte cose sembrano incomprensibili o criptiche, forse perchè lo sono, ma giuro che tutto verrà chiarito!
Un bacio,

Herm:*
   
 
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