Dodicesimo capitolo... mi sento una persona che sta pian piano raggiungendo la propria meta, iai.
E giuro che, uno di questi giorni, la pianterò con i capitoli madre-figlio/figlia – padre-figlio/figlia e tornerò alla NaruHina, davvero.
Nel mentre spero che questo capitolo sia di vostro gradimento!
I suoi grandi occhioni azzurri;
Il suo viso paffuto, quei due segni lasciati su ogni guancia appena più rosea del normale, le sue piccole manine che si muovevano a vuoto per raggiungere il suo viso, come se da esso ne dipendesse la sua stessa vita.
L'avevano appena messo accanto al suo corpo intorpidito, come a voler si che lei ed il suo fragile pargoletto che tanto aveva atteso riuscissero finalmente a conoscersi senza essere divisi dalla pelle del suo ventre; solo i Kami potevano sapere quanto aveva atteso quel momento, quanto aveva desiderato sfiorargli il viso — come, del resto, stava facendo in quel momento —, quanto aveva bramato di averlo accanto, ancora più di quando era proprio dentro di lei.
Si avvicinò al figlio, tirandolo quel poco che vi serviva con dolcezza verso di lei, stringendolo — con la delicatezza necessaria — fra le proprie braccia.
La sua risata così naturale ed infantile, il suo sorriso sdentato, la sua intera fisionomia era così simile a quella di Naruto che, a lei, venne difficile soffocare il sorriso che le stava nascendo sulle martoriate labbra, e nascondere gli occhi lucidi era diventato presto impossibile.