Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: ryuga hideki    08/02/2018    2 recensioni
-Ecco la mia risposta...- gli lanciò il foglio in bianco per poi scandire per bene un: “vaffanculo” con la freddezza tipica di un russo. Sasori lo guardò negli occhi, si alzò. Lo prese per le spalle e lo fece sbattere contro il banco da cui si era alzato. Deidara si morse il labbro, il cuore prese a battergli all'impazzata. Erano così vicini da poter sentire uno il respiro dell'altro. Avrebbe tanto voluto che tutto questo sfociasse in qualcosa di più.
AU ambientata in Giappone. Coppie: SasoDei, KisaIta, SasuHina, NaruSaku.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Akasuna no Sasori, Deidara, Itachi, Kisame Hoshigaki, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Sasuke, Itachi/Kisame, Naruto/Sakura, Sasori/Deidara
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



PASSIONE




 

Era a lezione di diritto, ma non riusciva a rimanere concentrato. Non faceva altro che pensare al nuovo maestro di karate. Era già passata una settimana dall'inizio del corso e Itachi aveva potuto notare che lo stava mettendo alla prova.

-Vediamo chi diavolo è questo Hoshigaki...- pensò. Si mise a fare una ricerca con il telefono, facendo attenzione a non essere visto. -Mmh... Nato a Iwaki il 18 Marzo 1987. Detentore di tre medaglie d'oro alle olimpiadi e campione mondiale ai tornei di karate dall'età di quindici anni. Non ha fatto altro tutta la vita. Meno male che aveva detto “qualche medaglia”.- pensò. -Oh, ma guarda, è anche una persona social...- digitò sull'icona di instagram e curiosò un poco. Guardò qualche foto, facendo estrema attenzione a non lasciare qualche “mi piace” alle foto. Era uno di quei classici profili di chi si gode la vita, facendo uno stile di vita sano e attivo condividendo anche le foto della sua bella ragazza sexy. All'improvviso la vista iniziò ad offuscarsi e fu costretto a spegnere e strofinarsi gli occhi. -Oggi non è giornata...- si disse. La lezione terminò presto, ma decise di non restare a frequentare le altre poiché non si sentiva molto bene. Tornò a casa e si mise a riposare qualche minuto per poi studiare.

 

 

 

 

Era giunto il momento dell'intervallo e Hinata, Naruto, Sasuke e Sakura erano seduti in cortile a parlare del più e del meno.

-Avete sentito che il campione olimpionico Hoshigaki sarà al centro commerciale per firmare degli autografi? Se non erro è in centro qui a Tokyo.- rivelò Sakura. Gli occhi di Naruto s'illuminarono.

-Cosa??? Davvero??? Non ci posso credere! È il mio atleta preferito, lo seguo su tutti i social che ha!!!- rivelò il biondo con euforia.

-Sa...Sasuke...- il moro alzò lo sguardo verso Hinata che sentì il cuore palpitare all'impazzata. -Non è il nuovo maestro di ka...karate di tuo fratello?- si voltarono tutti verso di lui.

-Sì... dice che è abbastanza tosto ma non si lamenta...-

-WOW!!! Tuo fratello prende lezioni da Kisame Hoshigaki in persona??? Accidenti che figata!!!- commentò eccitato Naruto. Sasuke alzò le spalle rimanendo indifferente. Sakura sorrise e si voltò verso Naruto.

-Beh, ci vai?- disse la ragazza dai capelli rosa.

-Certo!!!- in quel momento l'entusiasmo di Naruto si affievolì sempre di più. -Solo che...non ho idea di come arrivarci. Non so nulla sulla città. Conosco solo il tragitto casa-scuola e viceversa. Non ho avuto molto tempo di ambientarmi.-

-Ti accompagno io, se vuoi!- disse Sakura.

-Davvero???- le prese le mani tra le proprie, guardandola con devozione.

-Certo!- gli sorrise.

-Grazie mille, Sakura-chan!-

Hinata guardò Sasuke con la coda degli occhi, diventando leggermente rossa.

-Mi piacerebbe anche a me uscire con Sasuke-kun...- si disse la ragazza, sentendo il cuore esplodergli nel petto. Sgranò gli occhi per paura che gli altri potessero notare il suo imbarazzo, così si alzò, salutò tutti e corse in classe. Sasuke alzò uno sopracciglio, mentre Sakura e Naruto in un primo momento non capirono.

-Ma che le prede ad Hinata? Certo che voi ragazze siete proprio strane- commentò Sasuke.

-No, Sasuke. Siete voi ragazzi ad avere le fette di salame sugli occhi!- rispose Sakura un po' irritata. Il moro la guardò un po' confuso, mentre la ragazza scosse la testa e Naruto rise. -Sasuke... Hinata è cotta di te! Come diavolo fai a non notarlo? Sono ormai tre anni che ti viene dietro!- Sasuke rimase impassibile facendo scattare l'ira della ragazza che gli tirò uno schiaffo. Naruto sgranò gli occhi, gli sembrò di vedere sua madre infuriata e ciò non fece altro che apprezzarla ancora di più.

-Dannazione Sakura! Che motivo c'era???- alzò la voce il ragazzo, un tantino irritato.

-Datti una svegliata!!!- l'Uchiha si alzò annuendo per poi incamminarsi verso la propria aula.

-Oggi ho capito che dovrò stare attento a non farti arrabbiare, Sakura-chan!- sorrise il biondo. La ragazza s'imbarazzò un tantino.

-Scusa, di solito mi controllo...ma quando fa così non riesco, è più forte di me!-

-Non importa! È stato divertente! Allora...mi accompagni davvero?-

-Certo! Ci vediamo domenica qui a scuola, va bene?-

-Yo! Grazie mille, davvero!- l'abbracciò cogliendola di sorpresa. La campana suonò, si staccò da lei e le sorrise. -Ci vediamo all'uscita!!!- corse via, lasciandola imbambolata.

-Non ho mai conosciuto uno così...- pensò.

 

 

 

 

Il giorno tanto atteso da Naruto arrivò in un baleno. Cercò di vestirsi il più decentemente possibile per far colpo su Sakura e non fare brutta figura davanti a Kisame.

Giunse davanti all'ingresso della scuola con qualche minuto in anticipo, o almeno così lui credeva. Quando arrivò, Sakura era già lì ad aspettarlo.

-Sakura-chan!- urlò. La giovane si volto e lo salutò con la mano.

-Sei in ritardo!-

-Come??? Impossibile ho messo l'orologio in avanti per mettermi fretta! Guarda!- le mostrò il cellulare. La ragazza scosse la testa.

-Naruto...hai messo l'ora indietro, non in avanti!-

-Cos...- controllò. -Ma porca troia!!! Ero sicurissimo di averlo messo giusto!-

-Tranquillo, non stavo aspettando da molto!- rise. -Andiamo o faremo tardi.-

Prima di andare al centro commerciale fecero un giro per il centro.

-Di dove sei, Naruto?-

-Sono nato a Sydney, ma i miei genitori sono entrambi giapponesi anche se mio nonno non del tutto. I miei erano lì per lavoro. Tu?-

-Interessante! Ho sempre voluto visitare l'Australia! Io sono nata e cresciuta a Tokyo. Non ho avuto la fortuna di poter viaggiare, ma spero di farlo un giorno.-

-Te lo auguro tantissimo! E cosa ti piacerebbe fare in futuro?-

-Vorrei diventare un dottore. So che ci vorrà molta pratica e studio, ma è il mio sogno.-

-Sono sicuro che ci riuscirai! Sei molto altruista e credo tu abbia un gran cuore, Sakura-chan!-

-E tu invece?-gli sorrise.

-Io vorrei diventare ministro dell'ambiente! Ci sono un sacco di cose che non vanno e quindi molte cose da fare. Non sarà facile ma ce la metterò tutta per diventarlo!- le mostrò un sorriso grintoso.

-Wow, credevo che volevi seguire le stesse orme di Kisame.-

-No, lui mi ispira in altri modi! Il mio mentore di vita è mio padre!- Sakura ne fu sorpresa. Lo guardò e gli sorrise teneramente.

-Non credevo fosse così...- pensò la ragazza. -Forse è meglio se andiamo al centro commerciale!-

Una volta giunti sul posto videro che era pieno zeppo di gente solo per poter vedere Kisame. I due si guardarono in torno un po' spiazzati.

-Accidenti, non credevo che ci sarebbe stata così tanta gente...- commentò la ragazza. Naruto sospirò.

-Non credo che riusciremo ad incontrarlo- incrociò le braccia e si mise a riflettere sotto lo sguardo di Sakura. -Passare l'intero pomeriggio in coda in un centro commerciale per un pezzo di carta autografato, o passarlo fuori con Sakura approfittandone della bellissima giornata? Ma che domande!- pensò. -Non importa, fammi vedere la città!- Sakura si sorprese. Non riusciva a capire come mai avesse cambiato idea, dopotutto ci teneva così tanto ad incontrarlo.

-Ne sei sicuro?-

-Certo! Sono convinto che avrò modo di incontrarlo un'altra volta e magari senza così tanta gente!- le sorrise.

-O...ok...-

I due uscirono ed andarono a fare un giro per la città.

 

 

 

 

Passarono alcuni mesi, ormai l'estate era finita lasciando il posto all'autunno.

Sasori era nel proprio appartamento. Erano ore che fissava la tela che aveva davanti a sé senza alcun risultato.

-Dannazione...- appoggiò la fronte su di essa. -Sono un emerito fallito! Sono anni che non riesco a realizzare qualcosa di decente...- pensò. Le mani gli tremarono impercettibilmente, le strinse con forza, facendosi male con le unghia. -Vorrei, vorrei sentire... No, smettila di pensarci!- Si morse il labbro e si alzò. Si avvicinò alla finestra e si mise a guardare fuori con occhi malinconici e spenti. Si ricordò del primo giorno all'accademia quando aveva incontrato Deidara fuori dall'istituto. -Se solo riuscissi a provare le stesse emozioni di quel momento...- si disse. -Ho bisogno di uscire da qui.-

Andò in camera e si preparò per uscire. Non si era prefissato una meta precisa, andava in giro seguendo l'intuito, confidando di trovare l'ispirazione che tanto bramava. Continuava a mantenere fisso nella propria mente quell'immagine di Deidara. Un piede dietro l'altro e passo dopo passo raggiunse il parco senza farci troppo caso. Continuava a tenere gli occhi alzati verso il cielo, come se ne fosse incantato. All'improvviso sentì l'istinto di abbassare lo sguardo e voltarsi alla sua destra. Non si chiese il motivo, lo fece e basta.

Lentamente voltò il capo girando lo sguardo con esso. Ciò che vide lo lasciò sbalordito. Indietreggiò fino a sedersi su di una panchina senza pensarci due volte, il che era molto strano visto che solitamente evitava di farlo poiché odiava toccare cose pubbliche.

-Non può essere...- sussurrò mantenendo lo sguardo fisso davanti a sé. Era riuscito a trovarlo. Deidara era davanti ai propri occhi in tento a posare per delle foto. Delle emozioni gli esplosero nel petto, non erano come le prime che provò, erano diverse ed inspiegabili. -Lui è...lui è...- pensò. Rimase a guardarlo per tutto il tempo, assaporando ogni singola emozione che provava. Le mani presero a tremargli lievemente, ma non se ne rese conto. Passò quasi un ora immobile a guardarlo. Lo seguì quando si spostavano per cambiare leggermente lo sfondo e illuminazione. E ogni volta rimaneva distante, seduto su di una panchina, ad ammirarlo.

Dopo un'altra ora Deidara finì il lavoro. Si diresse verso i truccatori e acconciatori per farsi sistemare, quando ad un tratto notò in lontananza Sasori.

-Scusate...- il ragazzo gli andò in contro con passo deciso. I capelli erano raccolti in una coda cotonata. Indossava un lungo cappotto nero di camoscio ornato da finta pelliccia, dei pantaloni di pelle e una camicia viola scuro. In quel momento il rosso tornò con i piedi per terra. -Prof! Che coincidenza!-

-Lo credo anche io...- in un battibaleno si rese conto di dov'era seduto e si alzò all'istante.

-Cosa ci fa qui?-

-Cercavo ispirazione-

-Unh! È riuscito a trovarla?- gli sorrise incrociando le braccia.

-Credo proprio di sì. E tu? Cosa ci fai qui?-

-Beh, stavo lavorando!- assunse uno sguardo intrigante. -Ma che ne dice di andare in un bar a parlare un po' di arte?-

-Oh...va bene-

-Grande! Posso chiamarla Sasori?-

-Come vuoi...-

Andarono in un bar elegante lì vicino ed iniziarono a discutere di arte. Deidara trovava tutto ciò stimolante, anche se avevano due concezioni diverse al riguardo. Adorava ascoltarlo parlare con quel suo tono calmo e caldo e sopratutto era affascinato dalla sua infinita conoscenza al riguardo.

Sasori si sentiva abbastanza appagato nel trovare qualcuno così brillante con cui parlare di ciò che più amava nella vita. Anche se si trattava di un diciannovenne era capace di fare acute osservazioni, era capace di tenergli testa.

-Sei davvero brillante, Deidara. Di dove sei?-

-San Pietroburgo, ma ho passato undici anni qui. E al dire il vero il mio cognome non è Iwa, ma Iwanov...però se puoi non dirlo in giro te ne sarei grato. Non lo sopporto come cognome.- il rosso annuì.

-Sapevo che non poteva essere un giapponese...troppo perfetto. Così perfetto che...- pensò. Le mani gli tremarono, le strinse a pugno e le nascose sotto al tavolo. Non era abituato a provare ciò che Deidara gli faceva nascere dentro. Doveva controllarsi, ma gli riusciva difficile. Quei lunghi capelli dorati e quegli occhi così azzurri come l'oceano, lo facevano diventare matto. Rimasero a guardarsi negli occhi come se fossero incantati. Il cuore di Deidara iniziò a battere sempre più velocemente. Gli occhi color nocciola di Sasori lo facevano disperdere in un mare di emozioni. Quella lieve malinconia che li caratterizzava gli imprigionava il cuore.

-Dannazione!- pensò il biondo. A rompere quel silenzio ci pensò il cameriere.

-Cosa vi porto?-

-Qualcosa di ipocalorico, anzi qualcosa di ipercalorico!- rispose Deidara.

-Per lei, signore?- si voltò verso Sasori.

-Un caffé al ginseng...- continuava a mantenere gli occhi sul biondino. Il cameriere li lasciò per tornare poco dopo.

-Uuh! Torta Sacher!!! YA lyublyu*!- con estrema raffinatezza prese a mangiare la sua adorata torta, sotto gli occhi attenti di Sasori che in un istante finì il suo caffé.

-Posa per me...- disse senza troppi giri di parole, lasciando il biondino spiazzato. Subito dopo Deidara assunse un sorriso fiero sul viso.

-Va bene!- rimasero a guardarsi negli occhi con malizia e desiderio, fino a che Deidara non finì la torta. Sasori lasciò i soldi sul tavolo ed uscirono, andando verso casa sua.

 

 

 

 

 

Quella stessa mattina Itachi decise di parlare al padre di una questione molto importante. Aveva deciso di smettere di intraprendere la strada per diventare avvocato. Era sicuro che il padre non avrebbe reagito bene, ma doveva pur provarci.

Scese in cucina e si sedette a tavola per la colazione. Il padre era già lì intento a bere il suo caffè e a leggere il giornale. Anche Sasuke era a tavola che mangiava i suoi cereali con aria assonnata e pensosa.

Itachi si sedette e guardò il suo piatto di uova strapazzate e il suo bicchierino di aloe vera. Voltò lo sguardo verso il padre e decise di parlare.

-Padre... Devo dirvi una cosa importante...-

-Dimmi-

-Ho deciso di non diventare avvocato...- il padre abbassò il giornale e lo guardò con uno sguardo severissimo. Sasuke sgranò gli occhi e rimase in silenzio.

-Cosa hai detto?- chiese a denti stretti.

-Non voglio diventare avvocato...- disse mantenendo la calma.

-Non è una cosa che puoi decidere tu!!! Sei in questa famiglia ed essendo tutti avvocati tu lo sarai a tua volta! Ne avevamo già discusso tempo fa e la mia risposta è no!-

-Ma padre, non voglio essere costretto a vivere una vita che non apprezzo!-

-E cosa vorresti fare, sentiamo!- alzò il tono di voce, facendosi sempre più freddo.

-L'atleta...-

-L'atleta? Nelle tue condizioni?- scoppiò a ridere. -Non ti è permesso, sai che non puoi!-

-Non m'interessa se non posso farlo! Io voglio farlo! E non m'interessa se per voi non va bene! Non ho intenzione di fare l'avvocato e non lo farò!- si sorprese di ciò che stava dicendo. Sasuke rimase immobile con il terrore negli occhi. Il padre di Itachi si alzò e gli diede uno potente schiaffo. La madre rimase in silenzio, guardando con preoccupazione il figlio.

-Non ti azzardare a rivolgerti a me in questo modo! Sono stato chiaro? Tu diventerai avvocato o ti sbatto fuori di casa e ti diseredo! SONO STATO CHIARO?- Itachi non rispose. Sasuke sentì la rabbia in corpo circolargli. Strinse i pugni che nascose sotto il tavolo. Il padre uscì di casa sbattendo la porta.

Itachi rimase in mobile a fissare il piatto. Avrebbe dovuto mangiare ma l'appetito gli passò. Alzò lo sguardo e guardò Sasuke. Gli accennò un piccolo sorriso e poi si alzò ed andò in camera.

-Devi mangiare, Itachi...- disse la madre.

Il moro prese la borsa della palestra, scese di sotto ed uscì di casa per andare ad allenarsi e sfogarsi. Quando arrivò, si mise la divisa e sfogò tutta la rabbia e la frustrazione che aveva in corpo contro il sacco da boxe.

Qualche minuto dopo giunse Kisame pieno di nervosismo e rabbia addosso. Aveva anch'egli discusso con la propria ragazza riguardo al loro fidanzamento. Quando entrò in palestra rimase sorpreso nel vedere Itachi intento ad allenarsi. Andò a cambiarsi, quando fu pronto si mise a fissare il moro che non ci fece caso, finché non venne chiamato.

-Allenati con me! C'è più gusto.- ridacchiò. L'Uchiha si voltò verso di lui ed accettò con un semplice cenno col capo. Si misero al centro della palestra, fecero l'inchino ed iniziarono ad affrontarsi.

Itachi diede tutto se stesso, immaginandosi di affrontare suo padre e tutti i suoi problemi. Era difficile tenere testa a Kisame, ma non gli importava voleva solo dare il meglio di sé.

-Quanta passione! È questo quello che voglio da lui!- pensò Kisame.

-Non voglio una vita priva di appagamento!- si disse Itachi per poi urlare e combattere con ancora più foga. Riuscì quasi a sopraffarlo, ma la mancanza di cibo nel corpo iniziava a farsi sentire. Kisame gli tirò un calcio che lo fece indietreggiare. La vista di Itachi si appannò, non riusciva a vedere bene l'avversario che gli venne in contro, lo afferrò e lo fece cadere per terra immobilizzandolo. Il moro gemette a bocca chiusa. Guardò negli occhi Kisame, la vista stava migliorando. Entrambi ansimavano dalla fatica ma soddisfatti dello scontro. Dopo qualche secondo Itachi girò la testa per distogliere lo sguardo dal maestro. Kisame si alzò e lo aiutò.

-Questa passione devi metterci! Questa passione devi metterci nella vita!- Itachi lo guardò, rimanendo colpito dalle sue parole, ma la testa incominciò a girargli così tanto che quasi perdeva l'equilibrio. Kisame lo sorresse. -Tutto ok?-

-Ho bisogno di mangiare qualcosa...- disse mantenendo la testa bassa. Sentì qualcosa rigargli il viso. Vi appoggiò due dita e le vide sporcarsi di sangue. Kisame lo notò e si preoccupò.

-Ne sei sicuro?-

-S...sì...-

-Ti accompagno a mangiare.-

Era certo che Itachi gli stava nascondendo qualcosa. Avrebbe voluto chiederglielo, magari strappargli la verità con la forza, ma non lo fece. Aveva rispetto per lui e in un certo senso sentiva il desiderio di proteggerlo, cosa che non aveva mai provato per nessuno. Aveva deciso che avrebbe aspettato ma che prima o poi lo avrebbe scoperto.







*YA lyublyu= adoro (pronuncia ja liublu)
 
Ciao a tutti! Ecco un nuovo capitolo, l'ho postato prima del dovuto perché non resistevo! Spero sia venuto bene e che la storia vi stia interessando!
Grazie a tutti, al prossimo capitolo Martedi o Giovedi!


Ryuga Hideki

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: ryuga hideki