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Autore: Longriffiths    08/02/2018    3 recensioni
La pace aleggia nel Mondo Magico, ed Hogwarts è pronta ad ospitare la più numerosa combriccola mai capitata nelle mura del Castello: i rampolli della famiglia Weasley/Potter.
Vi è inoltre un ragazzo vittima dei pregiudizi della gente ancora stabili e fondati sulle colpe di cui la sua intera famiglia si è macchiata, un ragazzo nobile e complicato, fiero ed orgoglioso. Scorpius Malfoy danna chiunque, insidiandosi volente o nolente nei pensieri di ogni singolo individuo che abbia a che fare con lui. Una sola persona pare tenersi volontariamente a distanza, e sarà proprio quella che col tempo, scoprirà essere perdutamente innamorata di lui. L'unico ostacolo è il suo cognome.
Riuscirà quell'amore a coronarsi, malgrado i piani del Malfoy Senior?
Vecchie rivalità, il passato verrà ancora e ancora a bussare alle loro porte, trascinandoli in un vortice irremovibile di emozioni e mura da abbattere.
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nuova generazione
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-Scorta al Malfoy Manor.-
-Scorta scolastica.-



11.02.2022; {Hogwarts; Sotterranei, Aula Pozioni, 04:09 A.M}



Pronta da aggiungere alla propria personale collezioni di Pozioni riuscite alla perfezione, c’era una piccola boccetta ricolma di un rilucente liquido roseo, estremamente acceso. Era la prima volta che tentava di cimentarsi nella preparazione di quel potente fluido, eppure come sempre gli era bastato seguire con totale concentrazione i passaggi riportati sul testo scolastico, preso in prestito da un suo compagno di Casa di un anno più grande. Aveva scoperto sin dal primo anno quell’insolita passione, tanto da aver precocemente realizzato di possedere uno speciale talento in materia, avendo preparato in quella stessa ubicazione in soli quattro mesi all’età di dodici anni, tutti i  compiti che avrebbe studiato poi nel corso dell’intero programma. Tutti i suoi lavori ultimati sino ad allora al di fuori delle nuove fiale giacevano in uno speciale armadietto situato al Manor Malfoy. Quella che ora invece teneva stretta tra le dita, sarebbe stato presto riposto in uno scomparto del proprio baule. Naturalmente, nessuno a parte Albus era al corrente di quella sua personale scorta, che mai aveva utilizzato. Semplicemente, mescolare il liquido all’interno del calderone –in special modo se questo era sufficientemente denso da costringere il ragazzo ad immettere una leggera forza- lo rilassava al punto da ipnotizzarlo, quando osservava il movimento dell’acqua ed i cerchi che andavano a formarsi sul suo specchio nel momento in cui un qualsiasi ingrediente veniva adagiato nella miscela, che fungeva quasi da acchiappasogni ai suoi pensieri negativi che occupavano la sua mente per circa venti ore al giorno.  Inoltre, il giovane amava inalare le fragranze che i vapori del preparato rilasciavano, delicati o forti che fossero. Finalmente poi, era riuscito a mettere le mani su tutti i componenti necessari alla creazione dell’Amortentia, più che altro, ciò che solleticava il suo intento di generare quella pozione, era la curiosità di venire a conoscenza dei suoi odori preferiti. Certo come ogni altra persona avrebbe dovuto saperlo senza bisogno di arrivare a tanto, ma che gusto c’era nell’essere un mago a detta sua, se neanche si poteva avvantaggiarsi delle tante comodità? Aveva respirato a fondo ammirando il luccichio simile a mille schegge di diamanti nuotare in libertà, e ciò che aveva riempito il suo petto passando dalle narici, lo aveva di gran lunga sorpreso. Era stato sicuro fin dall’inizio di sentire l’odore avvilente dell’infiammabile liquido babbano che le persone utilizzavano per far funzionare le loro automobili, che per sbaglio aveva scoperto passeggiando nelle vie di Londra. Era sicuro di sentire l’odore del ferro bagnato dalla pioggia, e del mare. Ma quello che non si sarebbe mai e poi mai aspettato, era la mutazione improvvisa del profumo che stava riempiendo l’aria: rose. Dapprima un profondo senso di disagio lo aveva avvolto, aveva sorvolato solo realizzando che probabilmente non si era mai accorto di quanto i fiori piantati nel suo giardino gli andassero così a genio. Sospirò serrando la piccola ampolla con un tappo di sughero, quando un improvviso rumore d’istinto lo guidò nello svuotare immediatamente il calderone con un tocco di bacchetta, e nascondere quel suo piccolo peccato di interesse nella tasca dei jeans. Sapeva chi fosse stato ad aprire la porta, o almeno era quello che sperava, ma avrebbe facilmente potuto essere qualche studente in vena di placare i bollenti spiriti venutosi ad infrattare lì con qualcuno com’era più usuale di quel che si pensasse, o un professore. Nel dubbio, non avrebbe certo voluto essere accusato da qualcuno di qualcosa che in realtà non aveva intenzione di fare. Fortunatamente, le sue iniziali supposizioni si rivelarono esatte, e dalla penombra della fredda stanza, una chioma infuocata avanzò verso di lui mormorando una frase che ormai, gli era fin troppo familiare. Al seguito, il fruscio di un foglio nell’atto di piegarsi sovrastò il silenzio, e presto Rose Weasley gli fu accanto accomodandosi su uno degli sgabelli.
Non succede niente di interessante stanotte?
Non me ne parlare. Perché sento odore di panna montata e caramelle?
Probabilmente avrai fame.
Credo di aver fatto bene a venire qui. Coraggio Scorpius, vuota il sacco.
Non trascinarmi dalla preside, è tutto in buona fede!
Non ne ho affatto intenzione.. anzi, mi domandavo se ti andava di.. insegnarmi.
…Io, insegnare a te?La confusione sul volto del giovane nel pronunciare quella frase in tono piuttosto acuto aumentò esponenzialmente il buonumore della riccia, che dovette molto alla quasi oscurità circostante per aver almeno in parte mascherato il suo disagio e la leggera colorazione sulle gote nel fare una richiesta di quel genere. Non era affatto brava a combinare insieme più elementi e star attenta che non stonassero. La maggior parte del successo dei suoi lavori abbracciava l’ambito intellettuale. Il manuale.. non era affatto adatto a lei, molto più teorica che pratica. L’occasione le era sembrata perfetta, in quella notte di sicuro non avrebbe trovato occhi indiscreti o costanti sensazioni inadeguate dalla paura di qualche presenza che le avrebbe fatto l’ennesima ramanzina, che iniziava seriamente starle stretta. Aveva sempre osservato il ragazzo in quelle specifiche lezioni, anche nei periodi in cui una sola occhiata tra loro bastava a scatenare un’accesa lite, ma la sua forte testardaggine invasa da un pizzico d’orgoglio non le avevano mai permesso di avvicinarsi anche solo in senso professionale a lui, avrebbe preferito una D piuttosto che chiedere il suo aiuto. Un po’ indecisa sull’ignorare i propri doveri da temporanea sorvegliante per concedersi una scappatina di quel genere, Rose controllò quasi ogni mezz’ora che il nome del ragazzo sulla mappa corrispondesse al luogo in cui era quando si era accorta della sua veglia, fin quando non trasse un profondo respiro attraversando i corridoi per raggiungerlo. Il Castello non avrebbe certo preso fuoco se per quella notte avrebbe pensato a se stessa. Con quel pensiero, l’angelo del buon senso apparve sulla sua spalla destra rimproverandola del suo comportamento sconsiderato ed intimandole minacciosamente che di quel passo avrebbe presto iniziato a saltare le lezioni a causa del sonno o della pigrizia, e avrebbe posticipato le ricerche per i compiti in classe. Fortunatamente, con uno sbuffo cacciò via quelle assurdità da teppista, scrutando le abili mosse del biondo intento ad appiccare un nuovo fuoco sotto il recipiente in ottone. Lui d’altro canto, conscio del suo turno di ronda, si era appositamente appostato lì nella speranza che la ragazza per il quale uno strano tormento lo stava invadendo nell’anima facesse il suo ingresso trascorrendo un po’ di tempo in sua compagnia, in tranquillità, liberi di essere loro stessi senza costrizioni o barriere. Senza motivo, o almeno senza saperselo spiegare, sentiva che l’intesa tra loro si era incrementata, e che l’intimità tra i due stava crescendo. Lui che era stato a letto con un vergognoso numero di ragazze, aveva imparato bene che ci si può spogliare degli abiti senza alcun pudore restando chiusi nelle gabbie che il cuore aveva costruito, e che quello stadio si raggiungeva solo nel momento in cui due anime e due menti erano in confidenza. E mai si era ritrovato veramente nudo di fronte ad una donna, come quando da poco tempo a quella parte, Rose fissava i suoi occhi in quel modo tanto intenso da fargli quasi paura. Sembrava volesse leggergli dentro. Il suo talento da Strega era risaputo e confermato dall’interna scuola e non solo, ma soltanto Scorpius aveva conosciuto il suo straordinario potere di farlo sentire piccolo, soltanto sorridendogli, come un tredicenne dinanzi ad una ingestibile situazione. E questo non gli piaceva affatto. Avvertiva l’impossibilità di starle lontano, come se una sua parola in qualsiasi momento della giornata fungesse come ad un ammalato ad una dose giornaliera di medicina, ed allo stesso tempo, sapeva di dover interrompere quella nuova amicizia, poiché presto uno dei due a causa dell’altro si sarebbe scottato. Ed una percentuale fin troppo alta gli suggeriva che a farsi male sarebbe stato lui. Vigliaccamente, attendeva il momento in cui la McGranitt revocasse il compito assegnato alla ragazza, perché di sicuro al termine di quella forzata vicinanza probabilmente ognuno avrebbe ripreso la sua vita, lasciando solo l’amaro ricordo di quel periodo a cui non sapeva esattamente dare un titolo. E forse, era meglio così. Rose era fin troppo pura per lui. Aveva iniziato a trascorrere maggiormente il suo tempo libero al di fuori dei doveri con il migliore amico di suo cugino solo perché aveva ormai capito quando in realtà non fosse gelido ed asociale come si mostrava, o almeno il desiderio di potersi esprimere a suo agio con tutti gli individui che popolavano il pianeta, che conoscevano il suo nome. Il suo animo buono e la sua empatia provavano pena per l’infernale stato d’impedimento autoimposto che viveva ogni giorno, lei tentava solo di alleviare i suoi timori e nulla più. Leggermente provato dalla sensazione di impiccio che aveva stritolato il suo inconscio, aspettò con sincero interesse che la rossa terminasse il lavoro che lui stesso le aveva assegnato, talvolta dandole una mano nel calcolo dei tempi e sulla correzione dei più piccoli gesti strettamente necessari al raggiungimento del fine. Scorpius scelse due Pozioni di medio livello, e con grande stupore di entrambi, entrambe riuscirono senza intoppi. Rose, era a dir poco incantevole quando imparava. Di sicuro, quel mattino sarebbe tornata al suo dormitorio con un bagaglio più ricco, più preparata sull’arte del dosaggio e dell’attesa. Malgrado la piega ilare che aveva preso il loro discorso come ormai accadeva quasi sempre quando erano soli, l’espressione del ragazzo divenne spaventosamente seria, una situazione che stonava fin troppo con la pacifica atmosfera creatasi. Senza alcun preavviso mentre la riccia aveva preso a ringraziarlo adeguatamente per l’innocuo regalo ricevuto il giorno di Natale, dopo aver pulito e messo in ordine il tutto per non rischiare un’investigazione l’indomani dal professor Lumacorno, il biondo si voltò verso la sua compagna, in piedi dinanzi a lui appoggiato invece al tavolo in cui avevano operato. Lentamente, le portò le mani al viso lasciando che le lunghe dita arrivassero a cingerle fin dietro la nuca, passando i pollici sulle meravigliose lentiggini dei suoi zigomi. Lei, stava visibilmente trattenendo il fiato incapace di chiedere qualsiasi cosa, ne reagire mentre il ragazzo annullava le distante tra loro, posando un casto bacio sulla sua fronte quasi all’attaccatura dei suoi boccoli di fuoco. Quando si staccò, lo fissava semplicemente persa.
Io so cosa stai cercando di fare, e ti ringrazio. Nessuno mai si era curato di me e della mia serenità in modo così indiretto. Apprezzo tutto quello che hai fatto e non vorrei mai che dovesse finire, ma devo chiederti di stare lontana da me. Non sono la persona adatta alla tua felicità.Le prime luci dell’alba accompagnarono il cammino di Scorpius sino alla sua Sala Comune, e nel frattempo, Rose era piegata sul tavolo tenendosi una mano saldamente ferma sul petto quasi a voler impedire al proprio cuore di sfondarle la carne, ed una arpionata alla radice dei suoi capelli per tentare di alleviare la nausea ed i giramenti di testa da cui era stata assalita e che ancora la stordivano.
 
Grifondoro e Serpeverde quel mattino condividevano la lezione di Storia della Magia, e con due case che di collaborare o interagire non ne volevano proprio sapere, approfittare del noiosissimo sproloquio di un professore che neanche badava all’attenzione della classe purché terminasse il suo lavoro era una passeggiata. Ognuno chiacchierava senza problemi con il compagno di banco, e per un’ora e quarantacinque chiunque ebbe l’assoluta libertà di dedicarsi alle attività che più preferiva limitandosi a qualcosa di attendibile per l’ambiente in cui erano. Nessuno quel mattino, si sarebbe aspettato il caos che di lì a poco sarebbe scoppiato. Improvvisamente, le porte dell’aula si spalancarono, ed a fare irruzione tra le quattro mura fu la preside in persona, seguita da tre studenti. Tutti Serpeverde, tutti aventi l’aria di essere a dir poco sconvolti, perfino lei.
Professore, chiedo il permesso di scortare via il signor Malfoy, ho bisogno che mi segua con i suoi compagni nel mio ufficio e no signor Potter, lei resta qui!.Ancora una volta Scorpius ebbe gli occhi dell’intera classe posati addosso, e solo l’incoraggiamento del ragazzo occhialuto che aveva immediatamente iniziato a mettere via penne e pergamene prima di essere interrotto, fece si che si trattenesse dallo sbattere pesantemente una mano sul legno del banco e far si che la smettessero di bruciarlo con i loro odiosi occhi curiosi. Senza dire niente, Scorpius camminò verso la donna che gli fece segno di avviarsi al fianco dei tre ragazzi oltre la soglia della porta, richiudendola alle sue spalle. Immediatamente, l’ansia s’impossessò del moro che adesso, non poteva far altro che sperare che quel quarto d’ora finisse in fretta.
 

Nell’ufficio della McGranitt, tutti i quadri compresi i ritratti del professor Silente e del professor Piton, colloquiavano attentamente tra loro scambiandosi vaghe opinioni, talvolta richiedendo qualche spiegazione più dettagliata ai due Auror che impazientemente attendevano che la Strega portasse loro i giovani. Nel momento in cui la statua di pietra volteggiò su se stessa rivelando le scale a chiocciola, Harry e Ron assunsero nuovamente una posizione attenta e tesa, accogliendo i ragazzi giustificatamente spaesati ed interrogativi. Quando fu gentilmente ordinato loro di accomodarsi, i due presero posto al fianco della preside, iniziando ad esporre qualcosa che riaffiorò alle loro menti ricordi che duramente da un’intera vita stavano cercando di archiviare.

Perdonate il mancato avviso del nostro arrivo qui questa mattina. Mi presento per chi non lo sapesse, sono Ronald Weasley, vicecapo del Dipartimento Auror. Sono accorso qui con il mio capo Harry Potter per informarvi di una questione molto delicata, per la quale vi chiedo di essere forti e soprattutto sinceri.
Per qualche giorno lascerete il Castello, le vostre famiglie sono state già messe al corrente poiché essendo voi minorenni, abbiamo bisogno del loro consenso per quel che dovremmo affrontare, ed in questo momento ci aspettano alla base nella quale operiamo. Abbiamo bisogno di sottoporvi ad uno speciale interrogatorio in vista di fatti che potrebbero rivelarsi davvero incresciosi che con calma vi spiegheremo arrivati a destinazione, e come diceva il mio collega, la vostra disponibilità è per noi fondamentale. Ron ha da poco acciuffato uno degli ultimi uomini che tempo fa vi hanno causato delle giornatacce. Mi dispiacere dovervi dire che potrete incontrarli ancora una volta.
Signor Potter, signor Weasley, grazie della vostra visita, gli studenti provvederanno ora fare i bagagli e seguirvi quanto prima alle carrozze.
 

Cinque figure correvano a perdifiato tra i corridoi della struttura, tentando di raggiungere quel luogo il prima possibile. Hugo, Roxanne, Albus, James e Lily, ebbero appena il tempo di avvicinarsi al rispettivo zio o genitore e chiedere una spiegazione della loro presenza, prima che i due intimassero loro di precipitarsi alle lezioni invece di bighellonare. Ma le voci squillanti e sovrapposte dei cugini coprirono gli avvisi dei due uomini, l’allerta e la necessità di sapere cosa stia effettivamente accadendo una volta che la notizia di quell’improvviso reclutamento si era estesa a macchia d’olio tra gli studenti, così come quella della presenza dei due. Ma in quel caso, era stata colpa del Fred del ritratto, accorso personalmente passando da un quadro all’altro in cerca dei suoi nipoti a cui comunicare la notizia. Obbligati a tenere silenzio, quasi cacciarono via i loro stessi figli e nipoti, stando sempre attenti a tenere un tono calmo e rilasciare raccomandazioni riguardo condotta e profitto, e la richiesta di mantenere l’assoluta calma. Affrettandosi, gli Auror salutarono i ragazzi sparendo oltre le porte di quel luogo che conoscevano ormai come le proprie tasche. Immediatamente, la preside provvide a richiamare Caposcuola e Prefetti affinché mantenessero ordine tra gli studenti delle case d’appartenenza, immettendo una certa fatica nel far si che tutti non superassero i giardini. A spingere la marmaglia di sagome ammassate nei confini del Castello fu il constatare la situazione, ed alcuni prendevano a saltellare per riuscire a vedere oltre le teste dei compagni. I Prefetti impegnati in ronda la notte, solitamente, il mattino dopo erano esonerati dalle lezioni prima del pranzo in Sala Grande, per recuperare le ore di sonno e far si che seguissero nel modo giusto le lezioni. Per quel motivo, quando Rose abbandonò la propria Sala Comune per dirigersi al banchetto, fu sorpresa nel trovarsi dinanzi ad una Hogwarts deserta. Sconcertata ed ancora incredula per gli eventi trascorsi delle ore antecedenti a quel momento, s’incamminò tentando di far luce su quello strano fenomeno, finché un numero incalcolabile di voci non prese a ronzare nel suo udito, e seguendone la scia per arrivare alla fonte svoltando un angolo di un corridoio, notò tutte le finestre di quel piano occupate da ragazzi che quasi cadevano al di sotto per sporgersi. Allarmata, si affacciò per quanto riuscisse osservando nel giardino sottostante, quattro ragazzi tra cui uno dalla capigliatura inconfondibile trascinare bauli sul terreno seguendo due uomini al quale bastò mezzo secondo a riconoscere. Stavano lasciando la scuola, e la preside stava chiudendo i cancelli. Tentò disperatamente di ottenere risposte da chiunque le capitasse, ma tutti parevano non avere la più pallida idea di cosa dirle. Solo quando ebbe percorso l’intero edificio incontrando 'grazie a Rowena’ suo fratello, poté riprendere a sperare, ottenendo però il medesimo pugno di mosche. Ora, poteva pensare di tutto, e sentirsi male.




 -Scorpius, lasciando Hogwarts.-  
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Salve a tutti!
Scusate per la qualità scadente, ma ci ho messo quattro ore in tutto a buttar giù il capitolo, sono sommersa dagli impegni in questo periodo e vorrei tentare di mettere insieme scrittura e lettura, ce la posso fare :’D
Inizia a spianarsi una certa strada, dico bene? Dovete ancora vedere cosa ho in serbo per quei due! Grazie a tutti voi che leggete questa storia, che l’avete inserita nei tre campi principali, e che mi sostenete sempre, ed a tal proposito un grazie speciale a paige95 e la sua santa pazienza! <3
Alla prossima!! <3 <3
   
 
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