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Autore: reggina    11/02/2018    4 recensioni
Si dice che i gemelli abbiano un legame misterioso, speciale e invidiabile.
James e Jason , forse incatenati allo stesso destino, imparano da subito di non essere il centro del mondo.
Si guardano le spalle, si proteggono e si difendono l'un l'altro. Sempre.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemelli, Tachibana/Derrick
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando il sole inizia a tramontare la gente si ritira dalla spiaggia: si sciacquano i secchielli, si rincorrono i bambini testardi che scappano di nuovo in acqua, si riempiono i portabagagli e i sedili posteriori delle auto parcheggiate male sui marciapiedi.

In realtà è quello il momento migliore per restare.

Jason e Sandy sono a riva, con le gambe nell’acqua, a godersi il fresco del mare e il caldo del sole. Sotto un ombrellone ,poco distante da loro, due sorelline, sedute sulla stessa sdraio, sgranocchiano le patatine dallo stesso sacchetto andando a ritmo: prima ne pesca una la più grande poi una la minore , in un’armonia perfetta che a Jason ricorda lui e James quando mangiano insieme , ma le patatine sono dispari e le bambine finiscono per litigarsi l’ultima.

“Scommetto che tu e James non avete mai litigato per simili idiozie! Ho sempre invidiato il legame permanente, profondo e affascinante che unisce le vostre vite!”

Osserva Sandy con voce tranquilla, indovinandone i pensieri.

“È vero: anche se avere un gemello non è sempre semplice , stiamo bene solo se siamo vicini e ci conosciamo così tanto che bastano un paio di gesti e alcune parole abbozzate per capirci al volo! A James, in questi giorni, sarebbe bastato anche un semplice ciao ma sono certissimo che abbia apprezzato molto i vostri tentativi di distrarlo, anche quelli più maldestri!”

Sandy sorride compiaciuto, cercando di nascondere se non la delusione l’imbarazzo di una realtà che tutti loro vorrebbero diversa.

“Guarda una nave di pirati!”

Al richiamo sconnesso, Jason si porta una mano davanti agli occhi per ripararli dai raggi crepuscolari e aguzza la vista: all’orizzonte non c’è nessuna nave che issi una Jolly Roger.

“Ah li vedo i pirati e come sono brutti! Il capitano è quello sfaticato di Bruce!”

James salta giù mentre il loro pedalò dondola ancora sulle piccole onde e si butta panciolle sul suo telo da mare rosso.

“Ehilà! Avete fatto un bagno così lungo che temevo vi spuntassero le branchie e le pinne!”

È il solito ragazzo allegro e divertente, anzi sembra aver acquistato ancor più sicurezza. Non può ignorare le occhiate preoccupate che gli lancia suo fratello e, alla fine, si arrende.

“Confesso di essermi divertito davvero molto ma mi sembra di essere stato insieme a voi per sei mesi filati! Adesso ho bisogno di un po’ di riposo: magari sul divano a sfidarvi ai videogames!”


Il programma è di lavarsi dal sale e di concludere la mini-vacanza mangiando gli spaghetti con i ricci di mare.

Clifford e Sandy sono ai nastri di partenza di una nuova stagione fantacalcistica e approfittano di quell’ora di buco per analizzare possibili sorprese, potenziali top player e affari low cost.

Bruce, ancora in costume da bagno, si improvvisa commis di cucina e dà una mano a Jason che va molto fiero dei suoi piatti e ci tiene a dare personalmente il suo tocco finale.

James si intrattiene a riporre nella borsa gli scontrini degli ultimi gelati, le conchiglie e i sassi levigati che andranno ad incrementare i souvenir nella scatola da scarpe in cui conserva tutti i ricordi delle vacanze.

Una lagna di Bruce , per la sua pelle di un rosso aragosta, gli giunge come un suono indistinto che arriva da lontano.

“Il sole bacia i belli. Ti ha visto e ti ha preso di mira!”

La voce scanzonata di Jason.

“Si però ha un po’ esagerato!”

“Cosa ci troverà mia cugina in un insulso gamberetto come te?!”

La complicità della devastante ex coppia dell’Hirado. Il suono del mare, l’illusione più bella, è sostituito dal ritmo del coltello che batte sul tagliere. Come un mantra il rumore comincia a farsi spazio dentro di lui fino ad espandersi per tutta la vastità del suo pensiero: guarda gli amici ridere in disparte e, per un momento, si sente estraneo a quella leggerezza, perfino a sé stesso.

Cercando di riprendere il controllo James entra con disinvoltura in cucina.


“Ehi Cliff non ti sembra di respirare l’atmosfera della nostra casa degli studenti ?”

“Vuoi dire quell’appartamento così grazioso ridotto ad una topaia da coinquilini caotici, disordinati e allergici ai fornelli?”

Lo corregge Jason con una punta di stizza e di rivincita personale.

“Diamo a Cesare quel che è di Cesare: è merito di Jason se io e te siamo gli unici fuorisede che non devono accontentarsi di pasta e tonno!”

Cliff cerca di rabbonire l’amico con la sua abilità diplomatica.

“Piuttosto è merito mio se non fate la fame!”

In quel momento un bip di notifica del cellulare lo distrae, si ferma un attimo e lo cerca nella tasca del grembiule: fissa lo schermo come uno stupido innamorato , accarezzandolo con le dita.

Per occupare quelle ore snervanti e monotone, Sumire ha portato le ragazze a trascorrere un pomeriggio alternativo in un negozio di oggetti di seconda mano. Come testimonia la foto inviata da Zahra, non si sono prese troppo sul serio con i loro abbinamenti eccentrici.

“Aspetta, ti faccio vedere la tua Lydia!”

James cerca di portargli via il telefono e si incanta davanti a quell’espressione, falsamente imbronciata, tipica delle top model.

“Insieme a quelle due fashioniste la mamma sembra una teenager!”

Il gemello rubacuori e un po’ mammone lascia trasparire tutta l’ammirazione e il bene che prova per Sumire.

“Ah l’amore ai tempi dell’università! Romanticismo, petali di rosa e cuoricini ovunque… È così vivere con questi prototipi di Valentino, eh Cliff?”

Ridacchia Bruce, accentuando situazioni un po’ troppo sdolcinate. Clifford si frega le mani, gongolando per il suo ruolo di bocca della verità: lui è l’amico dei selfie ignoranti , quello che infischiandosene manda video talmente stupidi che quasi se ne vergognano i destinatari , è quello che li ha visti nelle condizioni peggiori.

È lui che, quando James ha chiuso una relazione turbolenta, è arrivato in piena notte con il gelato, un paio di bottiglie di vino e hanno dato fondo a qualsiasi tipo di dolce esistente in casa finché, all’alba, si sono ritrovati seduti sul pavimento a ridere di non si sa esattamente cosa.

“Non fatevi ingannare dal viso d’angioletto di questi due latin lover! Quando sono insieme possono essere il giorno e la notte, il diavolo e l’acqua santa. Jason è un secchione standard, quello che vuole sempre approfondire su qualsiasi argomento. James, invece, a lezione stempera la tensione lanciando palline di carta: è attivamente impegnato nell’organizzazione di aperitivi e festeggiamenti post-esame!”

Una specie di fastidio si insinua sotto la pelle di James; gli manca la sua vita di prima, la vita di un semplice studente: i posti sempre occupati, le macchinette del caffè che non funzionano e l’ansia degli esami sempre dietro l’angolo…


No, no mangiate pure io mi farò una limonata !”

È Jason a fargli il verso con la frase che si sono sentiti ripetere più spesso quando non ha lezione e trascorre il giorno a riprendersi dalla notte precedente.

Ormai lui e Cliff non si stupiscono più se a casa loro ci sono spesso feste e se lo sentono rientrare nel bel mezzo della notte facendo cadere oggetti e tant’altro.

James deve darsi una piccola sferzata con l’elastico che tiene largo intorno al polso perché il presente non gli faccia tornare il malumore: un trucco per non pensare che gli ha insegnato Jason quando ha tentato di smettere di fumare.

Ridono tutti come pazzi al racconto di alcuni divertenti aneddoti sulla permanenza al campus: la tabella di marcia delle pulizie settimanali non rispettata, la casa in preda al caos e la vendetta brutale di Jason che aveva usato le lenzuola dei letti dei coinquilini come stracci per spolverare.

James che, in piena sessione d’esami, teneva la televisione sempre accesa sull’ultimo film d’azione in uscita, ovviamente in dolby surround. All’alba di domenica qualcuno aveva pensato bene di passre l’aspirapolvere davanti alla sua camera cantando a squarciagola : I want to break free !

“Caro fratellino fancazzista la vita universitaria non è tutta feste, telefilm e pizze d’asporto. È diventare grandi: sei tu responsabile di te stesso!”

“La vita universitaria è ben diversa da quella di un topo di biblioteca!”

Il divergente scambio di opinione tra i gemelli è interrotto da una suoneria impostata che li fa sussultare. Mentre armeggia con il cellulare, l’ilarità scompare dal viso di James: lo stomaco si strozza in uno spasmo e quando si allontana per rispondere è come in sospeso.


Le parole diventano sussurri e l’attesa consuma anche Jason; tamburella nervosamente con le dita e, a questo punto, non sa nemmeno lui cosa augurarsi. Un sesto senso, un istinto inspiegabile come quella volta che ha avvertito una fitta al dente quando l’altro era dal dentista a farsi trapanare un molare, gli anticipa che sarà un risveglio amaro.

Quando Jamie chiude la telefonata è bianco come un lenzuolo messo in candeggina, Jason lo guarda spaesato: vorrebbe abbracciarlo, confortarlo ma è trafitto dalla sua espressione fredda e tagliente quindi si trattiene.

I pensieri che gravitano intorno alla testa di James sono satelliti fuori orbita, pesanti e lenti, proprio come le parole che gli escono di bocca.

“Hanno chiamato da Tokyo!”

   
 
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