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Autore: DaIsY_Day    12/02/2018    0 recensioni
Storia di una coccinella e di un gatto, e l'amore indefinibile che li lega indissolubilmente, un legame forse forte quanto il destino stesso.
Perché la vita è un gioco, e tu devi giocare.
Perché ogni azione ha una conseguenza, e la devi subire.
Perché l'amore è un gioco crudele, dove spesso, alla fine, si finisce per perdere.
Questa é la storia di come tutto é finito, di come uno sbaglio, una semplice incomprensione, possa distruggere tutto nel giro di pochi giorni. E di come tutto comincerà.
Per Ladybug e Chat Noir é ora di affrontare la verità che si cela dietro le loro maschere, le bugie con cui si sono nascosti, ma saranno abbastanza forti?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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C'era qualcosa di strano nell'aria quella sera.

Poteva sentirlo.

Chiuse gli occhi. Gli strepitii dei bambini si confondevano con i discorsi degli adulti, e in sottofondo si sentiva il continuo brontolio delle macchine ferme ai semafori. 
La giornata volgeva al termine e Ladybug non vedeva l'ora di tornare a casa per lasciare i panni dell'eroina parigina senza paura e rifugiarsi nei comodi abiti di Marinette Dupain-Cheng, normale studentessa senza troppe pretese.

Da quando i Miraculous erano entrati nella sua vita, ogni sera sgaiattolava dal terrazzino in camera sua, già trasformata, per poi andare incontro a Chat Noir sul tetto del ristorante 'Cherié'.

Facevano a turni.

Ogni notte uno dei due pattugliava la Parigi a destra della Senna, mentre l'altro si occupava della parte sinistra.

Lei, sinceramente, preferiva la sinistra.

Amava les rues à la mode, e  tutte le boutique di alta moda che si trovavano nei paraggi. Chat, al contrario, sembrava aver sviluppato una particolare passione per la destra. La Parigi antica lo affascinava, anche se spesso Ladybug aveva il presentimento che in realtà il suo compagno fuggisse da qualcosa presente a sinistra.

Scrollò le spalle, preparando lo yo-yo al lancio.

Non sono affari miei, pensò.

Tuttavia qualcosa non andava quella sera. Lo sentiva nell'aria, tra le vie, nel cielo che incombeva su di lei.

Ladybug atterrò sul tetto dell'edificio disabitato di fronte al 'Café Rouge et Noir', che le faceva da rifugio da ormai tre lunghi anni. Finalmente, dopo venti minuti di tortura, decise di chiedere aiuto al suo compagno di avventure. Se qualcosa non andava, insieme a lui avrebbe potuto capire cosa e occuparsene. Sapeva per certo che lui le avrebbe risposto, lo faceva sempre.

Restò in attesa attaccata al suo phone-bug fino a che una voce elettronica non la informò che il numero chiamato era al momento irraggiungibile. La ragazza schioccò la lingua, palesemente scocciata.

Dove si é infilato quello stupido gatto?? Dovrebbe essere di pattuglia!

Odiava ammetterlo, ma era piuttosto dipendente da Chat. Le piaceva la sua compagnia, e più volte lui le aveva salvato la vita, regalato sorrisi, dato una spalla su cui piangere o anche solo rallegrato la giornata.

Come quella volta.

La volta in cui il suo viso e le sue parole erano state capaci di fermare la sua tristezza il giorno in cui Adrien Agreste, il ragazzo che le era piaciuto per due anni, l'aveva rifiutata definitivamente, dicendole chiaro e tondo che esisteva già qualcuno nel suo cuore, e che quel qualcuno non era lei. 
Non lei. 
Non Marinette.

Si era sentita morire dentro.

Quel giorno, senza versare una lacrima, aveva preso tutte le fotografie di lui, i suoi poster, le riviste, le cornici, i guanti rosati che le aveva regalato per il suo sedicesimo compleanno, il portafortuna che una volta gli aveva prestato e il suo diario. Per ultimo prese l'ombrello nero che Adrien le aveva dato quel pomeriggio piovoso di tanto tempo fa in cui si era innamorata di lui. 
Giorno che sembrava ormai lontano quanto le stelle.

Portò tutto in un vicolo buio dei sobborghi più malfamati di Parigi.

E bruciò tutto.

Restò a guardare il fuoco che consumava quei ricordi e si convinse stesse bruciando anche il suo amore. 
Per ultimo gettò nel bidone di ferro incandescente l'ombrello, non senza averlo prima spezzato sbattendolo varie volte contro il muro incrostato di quella stretta via.

Così spariva l'ultimo ricordo di Adrien Agreste.

Sarebbe bello se sparisse pure lui..., pensò alzando il mento, come cercando di darsi un contegno. Restò a guardare le fiamme per un tempo che le sembrò eterno, fino a anche la docile voce della sua Kwami non spezzò il silenzio.

"...andiamo a casa..." le aveva bisbigliato Tikki dal taschino della giacca. 
Marinette si limitò ad annuire. 
Se ne andò da quel vicolo in fretta, per poi fuggire verso casa trasformata nella dolce eroina parigina.

La ragazza scosse la testa con vigore, cercando di far uscire quei brutti ricordi dalla mente. 
Non era il momento di pensare a lui, qualcosa non andava a Parigi e lei doveva occuparsene.

E in fondo mi sono già vendicata di quel verme
Le sue labbra si piegarono in un sorrisino soddisfatto.
Oh dolce, dolce vendetta!...

Provò a richiamare il suo compagno d'armi, ma non c'era niente da fare, Chat non sembrava voler risponderle quella sera.

Improvvisamente un lampo di luce si scagliò a pochi metri da lei, disintegrando gran parte dell'edificio e provocando la caduta di grandi pezzi di cemento.

Ladybug scattò all'indietro, afferrando con il suo yo-yo uno dei ferri sporgenti di un'impalcatura poco distante. Cercò di distinguere con gli occhi la figura lucente che balzava agilmente da un tetto all'altro, ma non riusciva a distinguere i suoi lineamenti.

Lo sto perdendo! La ragazza decise di partire all'inseguimento di quello che aveva tutta l'aria di essere una vittima di HawkMoth.

Scattò velocemente tra le palazzine della città, cercando di raggiungerlo, ma la figura balzava felina tra i vicoli e sembrava sparire, per poi ricomparire a sorpresa metri più in là. Nonostante il candido colore di cui era vestito da cima a fondo sembrava potersi eclissare nella notte come un'ombra.

Veloce... ebbe il tempo di pensare Ladybug. Decise di usare tutta la sua agilità nel serpeggiare tra le strade per raggiungerlo e chiudere la faccenda in fretta.

Ma dove si è cacciato Chat? Che si sia fatto catturare?

A questo pensiero il suo cuore si strinse in una stretta dolorosa. Le sue mani si chiusero con forza, tanto da far sbiancare le nocche sotto la tuta.

Se HawkMoth gli ha fatto qualcosa non vedrà l'alba di domani.

Dopo pochi minuti d'inseguimento finalmente l'abilità di Ladybug diede i suoi frutti. Con un'abile movimento del polso la ragazza finse di voler prendere il palo davanti a lei, ma all'ultimo secondo cambiò direzione, prendendo invece le ruote di un camion stazionato appena più avanti, e facendo inciampare la figura in fuga.

Senza perdere tempo Ladybug scese velocemente, aggrovigliando allo stesso tempo la sua preda nel filo. Si avvicinò a lui minacciosa, ma non appena vide il viso del ragazzo davanti a lei si fermò.

"Cha...at?..."

Il ragazzo le dedicò un sorriso sghembo.

"My Lady... bellissima come sempre."

Ladybug non rispose alla sua provocazione. Si prese qualche secondo per osservarlo. 
L'intera tuta da supereroe si era colorata di bianco, persino la coda e le orecchie, senza però cambiare molto da quella che indossava normalmente.

Ma la cosa che più la spaventò furono i suoi occhi.

Le pupille erano completamente allungate e le sue iridi erano diventate gialle. Lo sguardo che le dedicava aveva perso ogni delicatezza, tenerezza, amore. 
Era uno sguardo che trasudava disprezzo e odio, tinto da lugubre scherno.

Il ragazzo tentò di liberarsi dal filo che lo imprigionava, ma lei fu veloce a reagire. 
Senza perdere tempo lo spinse a terra, bloccandolo col suo corpo e tenendosi lontana dalla sua mano destra, per quanto possibile.

"Perché?... Cosa ti è successo?"

Chat la guardò in silenzio. Poi scoppiò a ridere, lasciando basita la sua ex-compagna.

"Tu! Tu non sai proprio nulla!"

E rise ancora, scuotendo il corpo dal ridere. Lei strinse gli occhi, osservando la scena incredula e triste.

"...Allora spiegami."

Chat smise di ridere, ma il sorriso non sparì dalle sue labbra. "My Lady... cosa hai fatto questo pomeriggio?"

Ladybug strinse gli occhi. "E questo cosa c'entra ora?"

Chat sogghignò brevemente. "Dillo."

Ladybug lo squadrò stranita, sentendo brividi correre per la sua schiena.

"Sono tornata da scuola, ho fatto i compiti, ho giocato a WWIII, ho cucinat--"

"NON QUELLO!"

Il ragazzo prese a soffiare arrabbiato, dando prova della sua irascibile natura felina.

"Dimmi. Cosa. Hai fatto. A casa. Agreste."

Chat scandì pericolosamente ogni parola, puntando le sue iridi in quelle di Ladybug, e avvelenando ogni parola con furia.
Davanti a lui, Ladybug era pietrificata.
Poteva sentire il ghiaccio scorrere al posto del sangue nelle vene, e il gelo infilarsi nelle sue ossa, insieme alla paura.

"E tu come... che... che ne sai di quello che ho fatto?"

Glielo chiese tremante. La sua presa su di lui s'indebolì notevolmente, e lui colse la possibilità al volo. 
Con un movimento di bacino capovolse la situazione. 
Si libero velocemente dal filo e approfittò dell'incredulità di Ladybug per imprigionarle i polsi sopra la testa, rendendole impossibile raggiungere il suo yo-yo.

'Chat Blanc!'

La voce di HawkMoth risuonò nella sua mente, mentre sul suo viso compariva la tipica farfalla stilizzata luminescente.

'Prendi il suo Miraculous!'

Chat si limitò a ghignare, muovendo le orecchie con fare dispettoso.

"Ma così non ci sarebbe gusto! Noi dovevamo distruggerla... Spezzarla! Questa era la tua promessa!'

La stridula risata di HawkMoth invase la mente di Chat, costringendolo a strizzare un occhio dal dolore. Nonostante ciò non mollò la presa su Ladybug.

'Va bene Chat Blanc, fai quello che vuoi. Basta che entro l'alba tu mi dia il suo Miraculous.'

E detto questo la farfalla violacea sulla maschera di Chat si dissolse. Lui sorrise soddisfatto.

"Bene bene, abbiamo un po' di tempo per giocare, eh Ladybug?"

Non le diede il tempo di rispondere.

Ladybug aprí la bocca per ribattere, ma Chat improvvisamente mollò la presa sui suoi polsi, solo per colpirla con un pugno subito dopo.

Ladybug sentì solo come la sua testa colpiva violentemente il cemento.

L'oscurità calò su di lei.






































 

 

Un po' di spiegazioni:

La Senna, come saprete di certo, è il fiume che attraversa Parigi, dividendo la città in due parti. 
Le due sponde vengono chiamate la Rive Gauche (Destra) e la Rive Droit (Sinistra) della Senna. Si tratta di una suddivisione puramente folkloristica, e non ha valore amministrativo. 
Sulla Sinistra ci sono i grandi musei e la parte 'antica' e 'vecchia' della città, ed è stato fino al 1970 il centro artistico, letterario ed intellettuale di Parigi. Sulla Destra invece ci sono le grandi vie della moda e i quartieri più trendy.

In sostanza, secondo la mia personale opinione e immaginazione da fangirl, Gabriel ha sicuramente tappezzato la Destra con poster di Adrien, ed è per questo che Chat Noir preferisce pattugliare la Sinistra. Al contrario, Mari è attratta dal mondo della moda (e Adrien) e quindi mi è sembrato plausibile che preferisse la Destra.

 
  
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