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Autore: Veggy4ever    28/06/2009    4 recensioni
[...]Gli veniva da ridere pensando a quando, dopo il processo, il suo avvocato di fiducia, Kita no Kakuzu, gli aveva detto che il manicomio Konoha sarebbe stato confortevole.
Tutte stronzate.
Quello non era un luogo confortevole, era una prigione.
Una prigione che raccoglieva i peggiori "disturbati" del paese e dove lui era stato rinchiuso, per l'esattezza.[...]
[...]"Ah, e così le dovrò raccontare i fatti miei, interessante... Però non credo che le convenga..." inziò a dire lui, con un tono stranamente rilassato.
"P-perchè?" balbettò lei.
"Semplice, io di solito uccido coloro a cui racconto i miei segreti... Quindi farebbe solo una brutta fine..." [...]
Piccola long fiction di due capitoli ambientata in un manicomio.
Hidan, famoso Serial Killer, è stato catturato dal poliziotto Shikamaru Nara.
Ma invece di avere l'ergastolo, gli viene concessa l'infermità mentale e viene quindi rinchiuso in una casa di cura.
Come sarà la sua permanenza in quel posto?
Pairing: [Hida/Hina]
Questa storia si può considerare come un piccolo seguito di "Omicidio a chiaro di luna", ma può essere letta anche singolarmente! Spero che vi piaccia!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Hidan
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Doctor and patient
Questa storia si può considerare come un piccolo seguito di "Omicidio a chiaro di luna" (Se volete leggervi la fiction andate QUI ) ma può essere letta anche singolarmente! Spero che vi piaccia!

Doctor & Patient
Parte 1 di 2

I'm the doctor, I'm the patient.

Don't forget that, it's important.
 
Prescription - Mindless Self Indulgence 

Lentamente una goccia d'acqua cadde dal soffitto, poi un'altra e un'altra ancora.
Cazzo. Dentro quella specie di prigione pioveva pure.
Hidan poi non poteva nemmeno muoversi imbacuccato com'era dentro quella specie di pigiama bianco che lo avevano obbilgato a mettere.
O forse non si muoveva per i sedativi? Non lo sapeva più nemmeno lui...
Gli veniva da ridere pensando a quando, dopo il processo,  il suo avvocato di fiducia, Kita no Kakuzu, gli aveva detto che il manicomio Konoha sarebbe stato confortevole.
Tutte stronzate.Quello non era un luogo confortevole, era una prigione.
Una prigione che raccoglieva i peggiori "disturbati" del paese e dove lui era stato rinchiuso, per l'esattezza.
Tutta colpa di quello scemo di Kakuzu che non era riuscito a scagionarlo ma solo a dargli l'infermità mentale.
La cosa lo faceva sempre innervosire. In questa fogna, lo trattavano come un pazzo! Come se lui lo fosse!
Semmai erano tutti gli altri ad esserlo poichè lui stava compiendo solo la sua missione divina...
Ma insomma, è proprio vero quando si dice che oggi non c'è più religione!
In fondo lui che aveva fatto?! Aveva ucciso degli eretici infedeli.
Molta gente al tempo delle guerre sante l'aveva fatto eppure nessuno ha mai avuto l'idea di considerarle pazze e di rinchiuderle in un postaccio come quello, ma lui, stranamente sì! Che schifo di mondo corrotto.
Oltretutto era oramai da tre mesi che era in isolamento. Roba da diventare pazzi sul serio!
E tutto questo era accaduto solo perchè aveva ammazzato il suo compagno di cella...
In fondo lui come poteva fare diversamente? Mica potreva sacrificare al suo Dio gli scarfaggi!
Jashin-sama si sarebbe certamente offeso, poco ma sicuro!
Come se ora non fosse già abbastanza in collera con lui. Dopotutto erano troppo tempo che non gli sacrificava niente poichè ora  era lì rinchiuso, in solitudine! Che rabbia.
Il giovane albino digrigno i denti minaccioso pensando all'eretico che lo aveva condannato a quella fine ingrata: Shikamaru Nara.
Maledetto! Sì, era tutta colpa sua se adesso si trovava in quelle condizioni miserabili!
Dopotutto, lui come poteva sapere che il poliziotto che aveva ucciso sette mesi fa era il suo mentore?
Ma soprattutto, perchè quel ragazzino gli aveva dato la caccia?! D'altra parte ora quell'Asuma era con Jashin-sama, no?
Quel ragazzo doveva essere... felice per il suo maestro. Invece al posto dei dovuti ringraziamenti lo aveva segregato lì.
Ma valli a capire gli eretici...
Improvvisamente lo sportelletto della porta della cella, il suo unico contatto con il mondo esterno, si aprì.
Chi mai sarà il coraggioso venuto a disturbarlo?
"Ehi, fanatico-omicida!" esordì una voce potente dall'altra parte della porta.
Hidan lo riconobbe subito: era la guardia che gli portava da mangiare.
Un tizio che l'albino avrebbe sacrificato volentieri se avesse potuto.... Maledizione, peccato che non avesse le mani libere...
"Ehi!"; continuò; "Mi hai sentito, albino? Da oggi ci sarà una novità!"
Hidan non rispose, preferiva non considerarlo.
"Bah, ora altre che pazzo sei anche sordo?!" sbottò la guarda con un tono irritato.
"P-probabilmente starà dormendo." disse flebilmente una voce a lui estranea.
Estranea e femminile.
L'albino per un attimo fu assalito dalla curiosità. Chi era quella strana tizia?
"No, fa sempre così, dottoressa Hyuuga."
Dottoressa Hyuuga. Bene, dopo mesi di isolamento gli hanno mandato una strizza-cervelli! Roba da non credere.
"Senti Albino, ora farò entrare la signorina che deve fare una bella chicchierata con te. Vedi di non essere scortese altrimenti..."
Hidan gnignò. Credeva veramente quel tipo di fargli paura?!
La porta si aprì e una ragazza mora con degli strani occhi color del latte entrò nella stanza.
A giudicare da come camminava con passo insicuro e dal lieve rossore delle sue guance, Hidan dedusse che, molto probabilmente, aveva incominciato da poco quel lavoro...
"B-buongiorno, lei è Hidan, g-giusto?" chiese lei titubante, tentando evidentemente di rompere il ghiaccio.
"Buongiorno. Sì sono io." rispose lui con voce roca.
Non si ricordava che la sua voce avesse un suono simile ma, visto che era da un pò che non parlava con qualcuno, ritenne la cosa perfettamente normale.
"Io s-sono la Dottoressa Hinata Hyuuga, piacere. D-da oggi sarò la sua psicologa personale."

Lui la guardò maligno. Lui non aveva bisogno di una psicologa e glielo avrebbe fatto capire presto, terrorizzandola al punto giusto.
"Ah, e così le dovrò raccontare i fatti miei, interessante... Però non credo che le convenga..." inziò a dire lui, con un tono stranamente rilassato.
"P-perchè?" balbettò lei.
"Semplice, io di solito uccido coloro a cui racconto i miei segreti... Quindi farebbe solo una brutta fine..."
La ragazza rabbrividì per un attimo e Hidan, ghignò compiaciuto.
Forse se ne sarebbe liberato presto.
"B-beh a-allora sono pronta a correre il rischio." balbettò la ragazza, non muovendo un muscolo.
L'albino rimase allibito e deluso. Credeva che sarebbe scappata terrorizzata...
"C-comunque volevo solo dirle questo, da domani incominceremo le nostre sedute. Ci vediamo."
Detto questo la giovane si avviò tranquilla verso la porta...
"Aspetta!" urlò una voce che lui riconobbe, con sgomento, come sua.
Lei, si voltò, stupita.
"Sì?" gli chiese in tono gentile.
"Se vuoi puoi darmi del tu." sbottò infastidito.
La ragazza gli fece un sorriso ed arrossì.
"Ok, allora t-ti verrò a trovare domani..." balbettò la ragazza, richiudendo la porta dietro di sè.

***

*Vale92 Space*

Da one shot questa fan fiction è diventata una piccola long...
Spero che sia di vostro gradimento!
A presto con la seconda parte.

   
 
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